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Autore: ___Luthien    07/05/2012    5 recensioni
"Mi si avvicinò tutto d’un tratto, e quando fummo così vicini da poter toccare i nostri rispettivi nasi, disse: "Ho ucciso mia sorella."
Poi si allontanò e ricominciò a ridere. "
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi risveglia nuovamente in quel letto che profumava di fresco.
In casa l’assoluta pace ma fuori da quelle quattro mura, il caos regnava sovrano.
Mi affacciai alla finestra e con sorpresa notai che la gente continuava a perlustrare le strade con la mia foto sempre a portata di mano.
Ero diventata una specie di fuggiasca, di ricercata, di galeotta evasa..
Toc Toc.
<<Avanti..>>
Davanti alla porta comparve Karl che con in mano un vassoio, mi portava la colazione.
Due brioche calde e un fumante cappuccino caldo.
Erano secoli che non vedevo simili meraviglie.
Il cibo di Central House Family era sempre stato vomitevole e amaro..
Quelle due soffici e cocenti Brioche furono una benedizione per i miei occhi e per il mio stomaco. <<Grazie..>> dissi con la bava alla bocca.
Karl, molto probabilmente, se ne accorse e con velocità mi porse il piatto.
Mi sedetti sul letto e con un sorriso a trentadue denti azzannai letteralmente quelle bellezze.
<<Sono contento che ti piacciano..>> mi disse lui sedendosi a terra. Intrecciò le gambe e appoggiando i gomiti sulle ginocchia iniziò a guardarmi..
Sul suo viso un dolcissimo sorriso e nei suoi occhi.. compassione.
Nonostante cercasse di nasconderlo capivo che gli facevo pena.. e infondo come non biasimarlo?
Ero un orfana obbligata a vivere in un luogo abbandonato da Dio con una preside sadica e psicopatica..
Cosa c’era di peggio?
<<Quando posso andarmene?>> domandai sorseggiando il cappuccio dalla tazza.
Aveva un sapore buonissimo e mi ricordava tantissimo quello della mamma.. Mia mamma lo faceva davvero ottimo. <<Appena le perlustrazioni delle strade diminuiranno.. Anche se..>>
Karl si bloccò. <<Anche se?>> chiesi preoccupata da quella sua brusca interruzione.
<<Anche se ho saputo che vogliono ispezionare le case.. Iniziano a pensare che qualcuno ti nasconda..>>
A quelle parole appoggia velocemente la tazza sul comodino e senza badare alla sua presenza mi spoglia per rindossare i miei abiti.
Dovevo andarmene il più velocemente possibile, non potevo rimanere in quella casa.
Avrei dato solo problemi a lui e alla piccola e amorevole Carolina.
<<Che stai facendo?>> mi domandò lui alle mie spalle.
<<Non si vede? Me ne vado..>> Karl mi girò con forza e senza alcun riguardo mi spintonò contro il muro.
<<Ma cos’è, sei scema?! Non vedi com’è la fuori?Non potrai mai raggiungere la ferrovia..>> Lo sapevo com’era la fuori. Ma non volevo metterli in mezzo.
Non volevo metterli nei guai.
Anche se li conoscevo da poco avevo capito che in loro c’era molta bontà, non volevo vederli soffrire. <<Non posso stare qui.. Se la preside scoprisse che mi avete aiutata.. Bhè.. Non so cosa potrebbe accadervi.. Ma sicuramente nulla di buono!>> Karl mi sorrise dolcemente e piano mi accarezzò la spalla ancora nuda.
<<La preside ha già provato a rinchiuderci lì dentro.. I nostri genitori sono morti due anni fa.. Ma fortunatamente erano molto ricchi..Io ero l’unico che conosceva la password del loro conto in banca, così annualmente pago la libertà mia e quella di mia sorella..>> Mentre me ne parlava vedevo nascere in Karl una rabbia, un odio, una malinconia vista negli occhi di pochi..
Nei miei occhi.
In quel momento io e lui eravamo uguali.
Entrambi cercavamo la libertà.. Chi per mezzo dei soldi, chi per mezzo della fuga..
Entrambi volevamo solo una cosa.
Una sola.
La libertà.
<<Che facciamo?>> chiesi dirigendomi verso il letto..<<Se non posso uscire ma non posso rimanere.. Cosa farò?>> La mia voce si incrinò ma non volevo piangere.
Non davanti a lui.
Non in quel momento.
Volevo solo sapere qual’era la giusta via d’uscita..
Volevo solo rivedere i miei amici.. coloro che erano divenuti la mia famiglia.
Volevo solo questo.
<<Ti nasconderò. Non ti preoccupare.. So dove nasconderti.. Ma tu devi avere fiducia in me..>>
<<Ti conosco appena..>> dissi con un finto sorriso sulle labbra.
<<Lo so.. Ma fallo ti prego.>> Quella sua supplica mi smosse qualcosa dentro..
Qualcosa di enorme.. di devastante.
Annui piano con la testa e quando lo vidi avvicinarsi a me con le braccia aperte, mi immersi nel suo caldo abbraccio.
Le sue mani mi circondarono completamente e io finalmente mi sentì protetta.
Lui era come una sorte di protezione.. Di dono calato dal cielo.. eppure lo avevo appena conosciuto. <<Vieni..>> Karl mi prese per mano e assicurandosi di avere la via libera mi fece uscire di casa. Corremmo a grande velocità evitando le sentinelle con grande abilità e astuzzia.
<<Dove stiamo andando?>> sibilai piano.
<<In un posto sicuro..>>
<<Ma di là c’è la foresta..>> dissi preoccupata.
Quella era la strada che conduceva al Central House Family, e sfortunatamente l’avevo riconosciuta fin troppo bene.
Karl non si voltava mai e continuava a correre imperterrito. Tutto ciò era troppo strano..
Possibile che mi ero immaginata tutto?
La rabbia nei suoi occhi.. L’odio comune per quella donna.. Possibile che era stata solo una mia fantasia?
Bruscamente mi liberai dalla sua stretta.. Perché mi stavo fidando?
Per quale assurda ragione lo stavo facendo?
“Perché sei una ragazzina che si fa ammaliare da un sorrisetto.” Scossi quei pensieri dalla mia mente, sfortunatamente però, era la pura verità.
Era la fottuta e inevitabile verità. 
<<Lydia cosa c’è?>> mi domandò lui con lo sguardo preoccupato.
“È veramente preoccupato, o sta solo fingendo?”
Il suo braccio si allungò verso di me e mossa dalla paura indietreggiai.
Feci un sonoro tonfo sul suolo.
Ero inciampata in uno stupido ramo.
<<Ly tutto bene?>> Karl si era fiondato vicino a me e con quegli occhi sinceri e cristallini mi aiutò ad alzarmi. <<Ci siamo quasi, non dubitare di me proprio adesso..>> nonostante fosse un affermazione quella frase suonava più come un supplica.
La sua voce riusciva ad ammaliarmi, e ignorando i miei precedenti dubbi accettai il suo aiuto.

Camminammo per altri parecchi metri, forse dei chilometri, finché non ci fermammo davanti a un grosso albero.
Era immenso, davvero enorme.
Le sue foglie creavano un’ombra tutta intorno, ottima per proteggerci dai raggi del sole.
<<Cosa ci facciamo qui davanti?>> chiesi affaticata e affamata.
<<Ora lo vedrai..>> Karl bussò sulla corteccia tre volte, e dopo dei secondi che lui contò, altre due..
Pochi istanti dopo dal terreno, spuntò qualcosa e guardandola con attenzione la riconobbi.
Era la testolina di Carolina, la sua sorellina.
Sorrisi alla visione di quella piccola creatura, e inondata da una sensazione di calore, scesi con loro le scale.
La stanza in cui mi ritrovai non era molto grande, ma anzi era abbastanza piccola. Ai lati altre due porte.
Una camera da letto e una cucina con bagno e salotto incorporato.
Era un luogo abbastanza angusto ma non mi lamentai, infondo mi stavano salvando da una morte certa.
<<Grazie..>> gli sibilai all’orecchio abbracciandolo fortemente.
Sentì le sue labbra sollevarsi, e in quel istante immaginai il suo sorriso.
Un sorriso meraviglioso.          

O_O Ragazze non chiedetemi di spiegare ciò che ho scritto.. xD forse è una schifezza.. non lo so, lascio giudicare a voi xD :) Io come sempre spero che vi piaccia.. poi boh. xD Tanto tra non molto saremmo alla fine XD
Ah si, perdonatemi il capitolo breve, e che con la fine della scuola alle porte, non ho molto tempo, però volevo pubblicare.. xD si lo so faccio pena. xD
Un bacio Aly^^
   
 
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