Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: S e n    07/05/2012    10 recensioni
[Long-fic]
Quel giorno invece, le appariva strano, spossato, quasi scocciato. Tutto quel silenzio non era da lui, che di solito esprimeva le sue opinioni con battute alquanto imbarazzanti.
Quell'aria di prepotenza che gli leggeva negli occhi non la faceva stare tranquilla; vedeva uno sguardo diverso, maligno. Eleva rabbrividì al solo pensiero e cercò di convincersi del contrario, intrecciando convulsamente le sottili dita nel vano tentativo di calmarsi.
"Tutto bene?" Le iridi azzurre di lui, così angeliche nei giorni precedenti, erano ora fonte di preoccupazione per l'umana che si limitò a fare un cenno con la testa in segno d'assenso.
-------------------------------------------------------------------------
Sono passati ormai diversi mesi dalla partenza di Stefan ed Elena ha deciso di lasciarsi il passato alle spalle.
Quando però Damon, l'affascianante vampiro dagli occhi color ghiaccio, inizia a comportarsi in modo strano e si trova nei guai, la ragazza decide di aiutarlo. Le cose non saranno però semplici e mentre nuovi sentimenti si fanno spazio nel suo cuore, Elena capisce che può permettersi il lusso d'amare ancora una volta.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alaric Saltzman, Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Unusual white nightmare - capitolo 6
Image and video hosting by TinyPic


"Cos'è successo? Perchè sei ridotto così?" Damon rubò le parole di bocca all'umana che richiuse la porta e aiutò il professore a sedersi sul divano.
"Sono stato attaccato."
"Da chi?" Domandò il vampiro.
Un gemito di dolore sfuggì dalla bocca di Alaric mentre si sedette sul divano. Più Elena lo guardava, più si sentiva spaventata e in pericolo e il senso di ansia non faceva che aumentare. La maglietta grigia era quasi a brandelli, coperta di sangue e fango. Sulla faccia scendevano dei minuscoli rivoli di sangue scarlatto. "Non so chi fosse, non ho visto nulla." Un altro gemito quando Elena, preso il disinfettante dal bagno, iniziò a pulire le ferite sul viso. "Qualcosa mi stava seguendo..."
"Ti hanno quasi ucciso, graffiato e inseguito e tu non hai visto niente?!?" La domanda retorica di Damon fece sorridere il professore, mentre l'umana alzò gli occhi al cielo e Bonnie lo guardò severa.
"Sono davvero felice che la mia salute ti stia così a cuore, Damon. E comunque no, non ho visto nulla."
"Come va?" Chiese l'umana, finito di medicare le ferite superficiali,
"Bruciano parecchio."
"Rick, non ricordi proprio nulla? E' davvero importante." Insistette il vampiro.
"Stavo tornando a casa, quando all'improvviso ho sentito come.. una presenza alle mie spalle. Credevo fosse un passante, ma quando mi sono voltato non c'era nessuno. I rumori erano strani.. sembravano... grida stridule e soffocate." Più il professore continuava il suo racconto, più Elena rabbrividiva. La descrizione dell'accaduto era troppo simile a ciò che era successo a lei quello stesso giorno, poche ore prima, mentre si stava recando alla Pensione. "Ad un certo punto, qualcosa si avventato su di me. Sentivo i graffi su tutto il mio corpo. Ho cercato di difendermi, ma tutto ciò che vedevo erano nebbia e ombre." Bonnie non voleva credere a ciò che stava sentendo. Si sentiva vulnerabile, nonostante possedesse la magia e fosse in grado di difendersi quando necessario. Percepiva qualcosa di sbagliato nell'aria, una sensazione d'angoscia che si stava espandendo sempre di più e che, forse a causa della seggestione, non riusciva a gestire. "Ricordo solamente una cosa..."
Il vampiro, che fino a quel momento sembrava distratto, pose lo sguardo sul professore e attesse che egli continuasse a parlare. "Due occhi gialli, simili a quelli di un gatto, fissarmi intensamente."
Dopo che Alaric ebbe pronunciato quelle parole, Elena capì la gravità della situazione. Qualcuno li stava sfidando. Qualcuno di molto potente, in grado di attaccare senza farsi vedere, ma marchiando ogni aggressione con due occhi magnetici da brivido.
L'umana decise di parlare."Quegli occhi... non riuscivi a staccare lo sguardo da loro, vero?"
"Si.. ma come lo sai?"
"Avevi ragione Rick. Siamo in guai, molto, molto seri."

* * *


Elena aprì silenziosamente la porta di casa, sperando di riuscire a non svegliare il fratello che, data l'ora, stava sicuramente riposando. Lo aveva avvisato che lei e Alaric avrebbero dormito fuori per qualche notte, ma non gli aveva comunicato quando sarebbe rientrata. La verità era che le dispiaceva davvero aver lasciato Jeremy da solo, nonostante il professore gli facesse visita almeno due volte al giorno, in quella casa tanto grande. L'umana sapeva bene come ci sentiva a stare in un luogo che un tempo era fonte di gioia e divertimento e che, negli anni, si era spopolato, diventando la dimora di due poveri ragazzi orfani e completamente abbandonati.
Se non ci fosse stato Alaric, Elena non avrebbe saputo come gestire il fratello e tutte le responsabilità, nonostante Jeremy fosse ormai abbastanza grande per cavarsela da solo.
Salì le scale e arrivò in camera sua, chiuse la porta e appoggiò la borsa sul letto. Sbadigliò un paio di volte davanti allo specchio, fissando per alcuni minuti interminabili la propria figura: l'esile corpo sembrava ancora più fragile, illuminato solamente dalla piccola bajour sul comodino; lo stress dei mesi passati era evidente nella figura riflessa. Elena non vedeva più quella cheerleader di due anni prima, solare e carismatica, sempre alla moda e piena di vita. No. Davanti a lei c'era una giovane donna, ormai stanca di dover continuare a soffrire.
Inevitabilmente, la mente di Elena arrivò a Stefan, e, in seguito, a Damon. Non poteva permettere che gli accadesse qualcosa, non poteva permettersi di perdere qualcun altro. Un'altra scomparsa avrebbe significato l'inferno e lei era consapevole che questa volta non l'avrebbe superato. E si, forse così sembrava un po' troppo egoista, ma una cosa era certa: lei aveva bisogno di Damon.
Entrò in bagno per lavarsi il viso e preparsi per la notte, poi s'avvicinò al letto. E fu in quel momento che lo notò: sul copriletto marrone era appoggiata una busta bianca e vicino a essa una piuma nera, lunga e lucida. L'umana si guardò intorno, perplessa. Poi, tirò fuori il biglietto all'interno della busta e lo lesse timorosa.

Ti propongo uno scambio: la tua vita, anima e corpo, in cambio della sua.
Se non vuoi perdere un'altra persona a cui tieni, ti conviene presentarti nella radura vicino all'Old Wood al tramonto, da sola.
Solo allora sarò lieto di liberare il vampiro dalla possessione.

Il cuore di Elena incominciò a scalpitare e la paura si fece spazio nella sua mente. Non riusciva a capire come, ma qualcuno doveva essere entrato in casa sua, ergo, non doveva essere un vampiro; il fatto che conoscesse così bene le sue debolezze, non faceva altro che aumentare quel senso d'ansia che piano si espandeva per tutto il corpo dell'umana, scatenando brividi di freddo lungo la sua schiena.
Elena si avvicinò alla finestra: era chiusa. Eppure aveva così freddo che le pareva d'essere in mezzo a tutta quella neve che piano aveva iniziato a scendere nella notte buia. Si strinse nella felpa, mentre le parole in scritte in grafia elegante su quel foglietto le ritornavano in mente, una dopo l'altra e non le permettevano di pensare a una soluzione.
Non riusciva a vedere via d'uscita, sentiva che quella forza oscura che stava complottando contro di loro doveva essere più forte e intelligente. Si sedette sul letto a gambe incrociate, con il suo diario aperto su di esse.
Non scriveva da ormai troppo tempo; l'ultima pagina portava la data di maggio, quando Stefan si era venduto a Klaus per salvare il fratello. E forse quello era un segno, un indizio che lei avrebbe dovuto cogliere. Stefan aveva ritenuto più importante salvare la vita del fratello, l'aveva sovrapposta a ogni cosa. E così avrebbe fatto lei, perchè in fondo, a Damon glielo doveva.
La penna iniziò a scorrere su una nuova pagina completamente bianca.
"...Damon mi ha aiutato ad alzarmi quando avevo perso ogni speranza, quando tutto mi sembrava perduto. E poi, nei mesi seguenti, ha fatto si che io non cadessi più, mai più. E' sempre stato costantemente presente. E forse è così che deve andare, forse è giunto il momento di fare qualcosa per Damon."

* * *

"Non ci siamo riusciti nemmeno questa volta." Bonnie accolse così le due amiche, Caroline ed Elena, in casa Salvatore, mentre delle grida arrivavano dal piano di sotto. "Alaric ha provato di tutto, ma non riesce a far emergere la sua parte oscura."
"Elena mi ha detto che bisognerà ucciderlo." Mormorò Caroline.
"E' proprio questo il problema. Devo essere sicura al cento per cento che quando verrà ucciso la creatura al suo interno si stia manifestando... altrimenti, beh, morirà per davvero." Rispose la strega apponggiando il libro di magia sul tavolino affianco al divano.
"Se solo riuscissimo a farlo arrabbiare davvero..."
"Eppure non dovrebbe essere così difficile..." Sussurrò Bonnie, impercettibilmente, ma non così tanto da non essere sentita.
"Bonnie, mi puoi spiegare perchè ce l'hai tanto con Damon? Persino Caroline lo ha perdonato. Ieri stavi per dirmi qualcosa, poi è arrivato Alaric."
L'espressione di Bonnie mutò e all'umana parve quasi di vederla sbiancare. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la chiuse subito dopo; l'avrebbe lasciata parlare perchè doveva capire che cosa ci fosse di così spaventoso per la strega in Damon. Non che il vampiro fosse il migliore dei gentiluomini, certo, ma di progressi ne aveva fatti negli ultimi due anni e aveva dimostrato il suo lato umano svariate volte.
"Io..." Il silenzio regnava sovrano nel grande salotto di casa Salvatore, e le due ragazze aspettavano che la strega si decidesse a parlare. "Ho visto delle cose..."
"Bonnie ma che stai dicendo?"
"Quando ho cercato di tirare fuori il demone da lui, io... ho visto delle cose. E' inevitabile per una strega finire nella mente dell'individuo su cui fa un incantesimo e... la mente di Damon è..." Gli occhi dell'amica diventarono lucidi. "Sento quando si arrabbia, Elena, sento l'energia negativa che certe volte emana la sua mente. Io sento queste cose e, credimi, voglio solamente proteggerti."
"Damon è posseduto, lo sai, non è in sè..."
"Io non sto parlando della possessione. Sto parlando dei suoi ricordi, di lui."
"Bonnie, che cosa hai visto nella mente di Damon l'altro giorno?" Caroline parlò piano, scandendo bene ogni parola.
La strega guardò negli occhi entrambe e poi, dopo aver inspirato un po' d'aria, parlò. "Era, era una bambina." Sbatte le palpebre più volte, quasi stesse rivivendo quel ricordo. "Si dondolava sull'altalena, lei era... felice. I giardini erano ormai deserti e la mamma, non lo, credo fosse andata in attimo..."
"Non capisco. Che cosa c'entra una bambina?"
"Lo guardava spaventata e..." La voce era diventata un sussurro ed era spesso interrotta da sospiri. La strega sembrava sul punto di scoppiare a piangere. "E poi il sangue... e la cosa peggiore è che lei, lei non.. gridava. non ne aveva le forze, lei..."
"Piangeva." Elena rabbrividì sentendo una voce che non apparteneva alla strega, roca e maschile. La riconobbe subito, anche se pareva avere un'incrinazione diversa quella sera. "Lei piangeva." L'umana si girò verso Damon e rimase basita da ciò che vide. Il vampiro, con indosso una camicia nera e i capelli ancora arruffati, aveva lo sguardo perso nel vuoto. Completamente perso nel vuoto. "Il suo sangue era dolce, proprio come me l'ero immaginato. Scorreva nella mia bocca, mentre sentivo il suo corpo farsi sempre più freddo e la sua presa meno ferrea." Alzò gli occhi verso Bonnie, e poi guardò Elena: una lacrima sottile era scivolata lungo la sua guancia rosea e la sua espressione era un misto di disprezzo e paura che lo colpì dritto al petto. "Avrei voluto fermarmi, Dio, se avrei voluto..."
"Ma non l'hai fatto! Tu non l'hai fatto. Una..." Una, due, tre lacrime iniziarono a scendere dagli occhi cioccolato dell'umana. Non riusciva a credere alle proprie orecchie; sapeva bene come ci si sentiva quando si perdeva il controllo, Stefan gliene aveva parlato tantissime volte, ma non avrebbe mai immaginato che Damon fosse stato capace di una cosa del genere. Per quanto si sforzasse, non trovava un buon motivo per perdonargli una cosa del genere, nonostante fosse accaduta chissà quanto tempo prima. "Una bambina! Perchè?"
"Ero... arrabbiato." Un impercettibile sussurro.
L'umana si avvicinò a lui velocemente, con poche falcate. Uno schiaffo sonoro rieccheggiò nel salotto; Damon voltò la testa di lato, per poi ricominciare a fissare il vuoto per interminabili istanti. Iniziò a respirare rumorosamente, mentre il corpo era scosso da piccoli brividi e gli occhi cambiavano colore.
"Elena, spostati da lì!" Era stata Caroline a parlare, non appena si era resa conto che la situazione stava precipitando. Ma l'umana non accennava a muoversi, continuava a fissarlo, sottili lacrime ancora a rigarle il volto.
La vampira si precipitò su Damon, un secondo prima che egli si scagliasse sull'umana, bloccandogli i polsi a facendogli sbattere la testa contro il muro. "Non riuscirò a tenerlo per molto. Bonnie, fai ciò che devi fare." Gli occhi di lui erano ormai diventati rosso fuoco e sembrava completamente fuori controllo.
La strega afferò il paletto di legno dalla borsa aperta di Elena e poi s'avvicinò a lui iniziando a pronunciare parole incomprensibili per chiunque.
"Non ce la faccio più..." Mormorò Caroline, allo stremo delle forze. E fu lì che la strega lo fece; un sospiro lieve, l'ultimo, e poi il silenzio più totale. Il corpo di Damon che cade a terra, completamente inerme, sotto gli occhi di Elena che, spaventata, inizia a singhiozzare dall'altra parte della stanza.
Svanì qualsiasi cosa, ogni rimorso o rancore, solo una consapevolezza comparve nella mente di lei: Damon era morto e, se mai qualcosa fosse andato storto, Elena non avrebbe rivisto il suo sorriso sghembo mai più.




Salve a tutti. Per prima cosa, ci tengo a scusarmi per l'imperdonabile ritardo. So perfettamente come finirà questa storia, ho tutte le idee in mente e appuntate sul PC, ma non ho mai tempo per scrivere.
Ultimemente ho sempre meno tempo per me, dovete credermi. La scuola è diventata devastante, l'ultimo mese è sempre così, e questa settimana poi ho anche la certificazione di tedesco che non mi permette di staccare la testa dai libri.
Mi sento davvero in colpa ad avervi fatto aspettare così tanto, ma ripeto, la scuola, la palestra, il nuoto, e quel poco di vita sociale che mi è rimasta si sono presi TUTTO il mio tempo. Mancano 27 giorni alla fine della scuola, e vi prometto, cascasse il mondo, che mi dedicherò di più a questa e altre fic.
Comunque sia, non vi voglio annoiare, passiamo al capitolo: finalmente abbiamo scoperto qual è il motivo che spinge Bonnie a disprezzare così tanto Damon e, finalmente, le nostre eroine semrbano essere riuscite a uccidere la creaura. La domanda è: che fine farà Damon?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo :)
Scusate ancora per l'enorme ritardo, spero che non succeda più. Ah, una recensione fa sempre DAVVERO MOLTO PIACERE.
Alla prossima.


Image and video hosting by TinyPic


   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: S e n