Non tutti i giorni ci si può svegliare ridendo…, scrissi quel suo silenzioso pensiero sui vetri della finestra, macchiati dalla pioggia che scendeva dal cielo plumbeo.
Il freddo m’intorpidì piedi nudi e strizzai le palpebre, irritata dal formicolio che risalì lungo le mie caviglie.
Mi umettai le labbra con la lingua: avevo la bocca asciutta. Per bere avrei dovuto chiedere, ma erano diciassette giorni che non parlavo. Quasi mi era dimenticata che suono avesse la mia voce… Stavo combattendo una battaglia, che in realtà avevo già perso: prigioniera in casa mia.