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Autore: Rachbelieber    08/05/2012    2 recensioni
Questa storia, parlerà di un gruppo di ragazzi dai dieci anni in su, che hanno tutti iniziali del nome con J, avranno una particolare avventura, piena di paura, suspance e amore.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Julie e Jaqueline giocavano sull'altalena nel loro giardino di casa, quando videro un furgoncino avvicinarsi sempre di più a loro e s'impaurirono. Quando li ebbero a circa cinquecento metri di distanza, si misero a correre per scappare, ma quello fu un inutile tentativo di salvataggio. La porta del furgone s'apri, e uscirono due omoni che presero le due sorelle e le scaraventarono nel furgone e lì trovarono altri quattro ragazzi. Iniziarono a parlare e fecero conoscenza. Iniziarono a descriversi: Jonathan, dodici anni; Jensen, quindici anni; Jasmine, undici anni; Jared, tredici anni; Julie, dodici anni; Jaqueline, quattordici anni. Erano perfetti sconosciuti anche se abitavano nella stessa città. Dopo poco tempo, venne l'autista del furgone, prese i ragazzi e li porto' dentro al 'carcere'. Rimasero seduti lì per terra. Poi due uomini presero Jonathan e lo portarono in un'altra stanza. Lì iniziarono a rasargli i capelli. Jonathan volle gridare, ma uno degli uomini gli tappò la bocca. Dopo qualche minuto, Jonathan tornò in stanza con i capelli rasati. Julie era terrorizzata solo all'idea che i suoi capelli setosi, lunghi e biondi, cadessero su un pavimento lurido. Allora traumatizzata solo dal pensiero, si mise a piangere disperatamente. Tutti i ragazzi, l'abbracciarono e la consolarono, dicendole che sarebbe stata comunque bella, con o senza capelli. Ma una persona, s'avvicinò a lei, in particolare: Jonathan. Julie non sapeva nè come, nè perchè, ma nella sua pancia, iniziarono a volare le farfalle, la sua testa lavorava freneticamente e il suo cuore batteva forte. La ragazzina si era calmata e ora iniziare a pensare solo ed unicamente al suo amore per Jonathan. Dal canto suo, Jonathan, ricambiava perfettamente i sentimenti che provava Julie, ma non sapeva minimamente come dichiararsi. Jaqueline aveva iniziato ad intuire qualcosa, ma proprio quando questi pensieri iniziarono ad entrare nella sua testa, due omoni rozzi e sporchi, entrarono nella stanza, presero Jared e lo portarono nel 'rasatoio', così lo chiamavano loro. A Jared i capelli furono tagliati come se niente fosse. Ormai tutti i ragazzi aspettavano terrorizzati il proprio turno. Quello fu un attimo. Uscì dopo tre minuti d'orologio, rasato a zero. Dopodichè toccò a Julie, che era estremamente spaventata. Quando vide quei due omoni avvicinarsi, iniziò a tirare pugni e calci, e fece male ad uno dei due omoni, rozzi e sporchi omoni che riuscì a vedere perchè in mano avevano due torcie che, dopo il calcio, si ruppero. Entrarono altri due omoni da una porta, ed entrarono in azione. Portarono Julie in un posto buio, dove avevano intenzione di farla morire, ma non sapevano cosa sarebbe accaduto loro. Il 'rasatoio' era una stanza piccola e umida, l'unico arredamento presente era una sedia con affianco un tavolino su cui erano posate forbici e rasoio. Si vedeva a malapena e l'intermittenza delle luci al neon e il continuo gocciolare innervosivano Julie che sempre più freneticamente si dibatteva per liberarsi dai due massicci uomini. La fecero sedere a forza sulla sedia e, mentre uno la teneva ferma dalle spalle l'altro prese in mano le forbici e si avvicinò ai suoi bellissimi capelli aurei. La ragazzina si dibattè con forza e con un calcio andò a colpire l'uomo in pieno volto rompendogli il naso e facendo schizzare sangue dappertutto. Qualche goccia le finì sul bel viso angelico e sentì il gusto metallico del sangue sulla lingua, lo assaporò con un sospendente senso di piacere mentre il forte odore le penetrò nelle narici. Non ebbe tempo di pensare ad altro. L'uomo con il viso martoriato la prese per il collo delicato e iniziò a soffocarla con forza brutale. Julie lo afferò per i polisi cercando di liberarsi dalla morsa d'acciaio che le serrava la gola. Poi qualcosa cambiò. Guardandosi le mani vide crescere le unghie fino a che non diventarono lunghi artigli, che affondarono nella carne dell'uomo, i capelli setosi iniziarono a muoversi di propria volontà tagliando e pungendo l'omaccione alle sue spalle, che indietreggiò imprecando. Ora i capelli puntarono alla gola dell'uomo che aveva di fronte passandolo da parte a parte, facendolo stammazzare al suolo. Si girò verso l'unico testimone nella stanza che la guardava con terrore negli occhi, con lo stesso terrore con cui lei e suoi compagni li avevano guardati. La rabbia crebbe in lei, le spuntarono lunghe zanne e gli occhi divennero due sfere d'oro fuso. Sentì qualcosa salirle alla gola e uscì dalla bocca. Un grosso e lungo serpente si avventò sull'uomo che gli squarciò la giugulare e soffocandolo con le spirali del proprio corpo. Ora nella stanza regnava il silenzio più totale, il pavimento era cosparso di un lago di sangue su cui sembrava che il serpente ci ballasse sopra e faceva cerchi e ghirigori con il lungo corpo. Gli sguardi di Julie e del serpente si incontrarono, lui la guardò come un figlio guardava un genitore: da quel giorno Julie capì che non sarebbe più stata la stessa. Era così terrorizzata di aver fatto una cosa del genere. C'era solo lei. Lei e la sua orrida anima, anzi. Non c'era, lei era un fantasma. Allora, ebbe un flash-foward e vide che si sarebbe innamorata sua sorella, ma di chi, ancora non l'aveva capito. E fu così, che per lei ci fu una voglia di sangue, ma allo stesso tempo, lo voleva rifiutare. Sentiva il sangue di chiunque e notò di essere sporca di sangue, ai bordi della bocca, e si pulì con la sua maglia. Aveva paura che i ragazzi lo potessero notare, ma nulla fu promesso a ciò.
  
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