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Autore: VeroJonasLover    08/05/2012    17 recensioni
Poi la mia attenzione cade su un particolare insignificante, ma che per un microsecondo mi fa ridere.
'Ho fatto bene a dire a Joe di radersi la barba, stamani. Ha assaporato la mia cinquina pienamente, senza alcun tipo di protezione.' penso.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno mie care lettrici! c:
vi avevo promesso che non vi avrei abbandonato, e infatti non l'ho fatto. Stamani mi sono svegliata e ho scritto questa o-s di getto. Come al solito mi fa piacere sapere le vostre opinioni, belle o brutte che siano. Aspetto le vostre recensioni, baci. 

Joє'ѕ мυffιи


- Dimmi qualcosa Ronnie, ti prego. – dice, con tono pacato, tenendomi la mano.
- Cosa vuoi che ti dica Joseph? – furiosa, con la mano sinistra abbandono la sua stretta e mi alzo velocemente dal divano su cui sono seduta. 
- Vuoi che io menta e faccia la finta contenta per te? Bene. – abbozzo un sorriso sforzatissimo e mi metto a braccia conserte. – Fantastico Joe! – urlo. – Tra 6 mesi ti sposerai con quella stronza di Ellen e io sono contentissima per te! Auguri e figli maschi. – continuo, agitando per aria le braccia, convulsamente.
- Non credevo l’avresti presa così.. – afferma, a bassa voce, con lo sguardo rivolto verso le sue scarpe.
- E cosa credevi, eh? Magari speravi nelle mie felicitazioni, o forse credevi sarei andata di tutta corsa da Fred Segal ad ordinarmi il costosissimo vestito per la cerimonia. – rido in modo isterico, continuando a muovermi per la sala.
Mi aveva promesso che l’avrebbe lasciata, che avremmo potuto costruirci una famiglia. Sì, io e lui, noi
Mi aveva rassicurato più e più volte, dicendo che avrebbe fatto l’impossibile per avermi, e togliersi dalle scatole quell’odiosa figlia di papà che era soltanto interessata al suo patrimonio.
E ora era quasi in procinto di sposarsela.
- Voglio solo sapere una cosa Joe. – proferisco con voce tremolante, derivata dal fatto che sono letteralmente sull’orlo delle lacrime.
 
Ronnie, non piangere. Ti prego, lui deve vedere che sei forte.
 
- La.. ami? – mi mordo la lingua con avidità, attendo con impazienza la sua risposta.
Silenzio, non risponde.
Alzo il tono della voce, rotta. – Rispondimi. – dico con fermezza, poi proseguo. – Ami Ellen? E’ facile. Devi solo dire sì o no. – pronuncio quel ‘si’ con i denti stretti, e con una tale durezza, che quasi mi si frantumano le corde vocali.
 
La vista mi si annebbia, una gocciolina lieve lieve mi si accascia sulla guancia, ma la tiro via con forza. Lui non se n’è accorto.
Non proferisce parola.
Come prendendo la rincorsa, marcio agguerrita verso di lui, e accovacciandomi vicino al sofà nel quale è seduto, in prossimità del suo volto, lo costringo a guardarmi.
Con occhi pieni di odio e rancore, lo fisso.
I suoi occhi color nocciola sembrano quelli di una lepre davanti al suo predatore: spaventati e spenti.
Premo con forza le mie mani sulle sue ginocchia. Scommetto che il  tacco 12 che mi sorregge entrambi i piedi non potrà  resistere ancora per molto, in questa posizione.
- Io.. – bofonchia.
- Io la amo. – ammette infine distogliendo subito l’incrocio tra i nostri occhi.
   Abbandono la mia espressione da dura, e con tutta la decisione possibile ed immaginabile gli lascio un bello schiaffo sulla guancia sinistra. 
Stare con due piedi in una scarpa era stato fin troppo bello, per lui.
Distrutta, decido di alzarmi. Lancio le mie Louboutin alla ‘dove capita’: la pianta di entrambi i piedi mi sta implorando aiuto, ed ora come ora non posso sopportare altri dolori oltre quello che Joseph mi ha appena inflitto.
Scappo, mi muovo velocemente, quasi inciampo.
L’unica cosa che so, è che voglio andarmene via subito. Voglio allontanarmi dalla sua casa, da lui, dalle sue paranoie e dalle sue manie di protagonismo.
 
Lui rimane seduto. Non dice nulla, non mi guarda, non reagisce. E’ un’ ameba.
Arrivo alla porta di casa, scalza, disperata, arrabbiata.
Stringo i pugni tanto da infliggermi con le unghie un dolore fastidioso.
-  Ah, dimenticavo. – mi tolgo la collanina d’oro che mi ha regalato poco tempo fa. Lui si volta. – Tienila, dì ad Ellen che è un regalo da parte mia, tanto per me non vale più, oramai. – la lancio per terra, noncurante di dove andrà a finire. Un rumore stridulo mi fa capire che il ciondolo di puro argento che vi era attaccato si è spezzato.
Senza ulteriori indugi, esco e chiudo la porta con calma. Tutte le mie azioni sembra vadano a rallentatore.
Poi la mia attenzione cade su un particolare insignificante, ma che per un microsecondo mi fa ridere.
- Ho fatto bene a dire a Joe di radersi la barba, stamani. Ha assaporato la mia cinquina pienamente, senza alcun tipo di protezione. - penso. 
   
 
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