salve a tutti! è molto che
mi sono iscritta in qst sito ma non avevo pubblicato
niente... cmq spero di essere all'altezza delle
vostre aspettative e di ricevere tanti commenti (belli è meglio, ma
vanno bene anche quelli brutti altrimenti come si fa a capire dove uno
sbaglia?).
cmq grazie per la
vostra pazienza e buona lettura,
NarayaEdea
In un bosco qualsiasi
dell’era Sengoku due demoni si stavano
fronteggiando senza esclusione di colpi.
-sei solo uno sciocco
! Cosa
credi che basti così poco per sconfiggermi?- chiese uno dei due demo
ni.
E subito si ributtò sull’altro senza dargli tregua. Ormai erano
diverse ore che combattevano e le energie scemavano dai corpi di entrambi,
benché nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso: avevano ripreso forma
umana gia da un po’.
Continuarono così facendo cozzare il metallo delle loro spade che al contatto sprizzavano
scintille.
-dunque non intendi
cedere…- continuò sprezzante il primo. Ma l’altro non
degnava le sue parole nemmeno per sbaglio e continuava ad attaccare, pensando
che così facendo avrebbe innervosito
l’avversario facendogli abbassare la guardia quel tanto che gli avrebbe
permesso di sferrare il colpo decisivo.
E così fu: irritato dal mutismo dell’avversario e dall’assenza di una qualsiasi
espressione sul suo volto granitico, scopri la guardia.
-Soryuha!!!-
Il potente colpo fu scagliato
da molto vicino e il demone sbruffone ne fu preso in pieno. Una luce, un drago
di energia lo avvolse e lo uccise.
Ma non filò tutto
liscio come era potuto sembrare: ormai consapevole di non avere più il
tempo di scansarsi, anche lui aveva attaccato nella speranza di portarsi dietro
all’altro mondo l’avversario. E ci era quasi riuscito.
Il demone rimasto, dopo
essere caduto in ginocchio, stremato dalla lotta e dalla profonda ferita,
appoggiandosi alla spada si rialzò. Doveva tornare subito indietro, non
c’era un momento da perdere. Quello che aveva sconfitto era un demone del
Continente e se si trovava lì, sulle sue terre, significava solo una
cosa: erano tornati.
Per quanto gli costasse ammetterlo non era in grado di battere il loro
esercito solo con il suo. TUTTE le quattro terre dovevano allearsi, o sarebbero
stati sterminati tutti, uno a uno, demoni e umani.
Arrancò per la
foresta, lasciando dietro di se una scia di sangue che ben presto attirò non solo i semplici carnivori di ogni foresta, ma anche diversi demoni minori.
Benché fosse un demone maggiore sarebbe bastato poco ormai per ucciderlo
tanto era provato, l’unica sua difesa era la sua aura demoniaca con la
quale annunciava il suo passaggio e la sua superiorità. Ma anche quella
cominciava ad affievolirsi insieme alle sue energie… anche la vista
cominciava ad appanarglisi<=
/span>… ma non poteva e non doveva fermarsi: doveva
avvertire del pericolo, certo, ovvio; ma se si fosse fermato avrebbe mostrato a
tutti quei piccoli demoni, che erano pian piano erano aumentati di numero, la
sua attuale debolezza.
La foresta si aprì in
una piccola conca. La attraversò, sempre più debole. Poi appena
rimise piede nella foresta sentì tutti quei piccoli farsi pian piano
più lontani: alcuni fuggivano, altri rimanevano fermi con
un’espressione di paura e di odio sul volto, ma non osavano attraversare
la conca. Cosa diavolo gli era preso? Che fosse la tana di un altro potente
demone? Eppure non ne aveva mai sentito parlare e non ne sentiva
l’aura… forse la nascondeva…
Per la prima volta in vita
sua si ritrovò ad inciampare in una radice d’albero. Riuscì
a non cadere, continuò sulla sua direzione. La vista gli si appannava
sempre di più e ormai faceva davvero fatica a vedere. Si appoggiò ad un albero, scivolando si sedette a terra. Chiuse gli occhi un momento
volendosi riposare solo un po’, ma si addormentò.
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-la ringrazio Amarael-sama adesso mi sento molto meglio-
-bene. Mi raccomando
continui
a bere la tisana che le ho detto per i prossimi 5 giorni la mattina appena
alzata-
-certamente! Arrivederci
allora. E buonanotte-
-buonanotte-
Osservò la contadina
allontanarsi e sparire dietro la discesa. Si girò e si diresse verso
casa. Era uscita per andare a farsi un bagno alle terme, ormai era autunno
inoltrato e lavarsi al ruscello era come augurasi una lenta morte per febbre,
ma poi aveva incontrato la contadina e aveva dovuto rinunciare.
Alzò lo sguardo al
cielo dove la luna faceva già capolino in mezzo viola-azzurro del
tramonto “devo sbrigarmi o dovrò fare la strada al buio”.
Così accelerò il passo.
CRA!!CRA!!CRA!!
“Corvi? Cosa ci fanno
dei corvi in giro a quest’ora?”
CRACRA!!
I volatili continuavano a
disegnare dei cerchi in cielo per poi posarsi sulla chioma di una grande
quercia che spuntava sopra gli alberi circostanti.
“oddio! Non vorrei
che… meglio controllare”