08/05/2012
1 recensioniOggi è finalmente il mio primo giorno tanto atteso della terza media, ne parlo con così tanta enfasi non perché sono felice di studiare, affatto, ma il vero motivo è perché dopo anni ed anni di viaggio mi sono stabilito una volta e per tutte qui a San Francisco in California. Nella mia vita non ho mai avuto un'amicizia che durasse più di un anno quindi mi è molto difficile presentarmi alle persone perchè a prima vista ho paura di essere subito escluso, ma questa volta non dovrà andare come nel passato ma come deciderò io!
La professoressa di algebra mi presenta alla classe.
Prof.ssa White: ragazzi silenzio stamattina si è unito a voi un nuovo ragazzo che viene da New York mi raccomando eh! Si chiama James Jackson.
James: Ciao ragazzi.
Classe: Ciao James
Prof.ssa White: vai ragazzo siediti pure lì vicino a Nathan.
Mi siedo in quel piccolo banco rovinato da scarabocchi e tagli, con varie scritte idiote. Nathan, un ragazzo con dei capelli corti e ricci alto circa 1,67 quanto me, mi guarda con aria scocciata dopo aver avuto il compito dalla Prof.ssa White di farmi da guida nella scuola e per farmi ambientare, capii subito che l'obbiettivo di non essere di intralcio agli altri stava fallendo.
Si gira e mi guarda fisso per qualche secondo e mi sorride e comincia a parlare.
Nathan: È così tanto bella come dicono New York?
James: Come tutte, più di questa però sicuro!
E partì una risata da entrambi.
Nathan: piacere, mi chiamo Nathan Smith questa è la seconda volta che ripeto la terza.
James: Piacere mio.
E così mi trovai subito a mio agio relazionando con un ragazzo simpatico, speravo solo di non finire male come l'anno passato!
Camminando per i corridoi con Nathan e un ragazzo ci fermò, Carter, e dalla grande chiacchierata e risate che erano nate intuii che sarebbe cresciuta una grande amicizia fra me e i due ragazzi. Finita la giornata scolastica tornando a casa col pullman mi arrivò un messaggio di Nathan.
Nathan: Hei JJ oggi io e Carter andiamo ad allenarci in palestra perché non vieni a visitarci un po' a conoscere le arti marziali?
James: certo ci sarò sicuramente!
Nathan: benissimo, allora ci vediamo fuori alla palestra alle 6:30 p.m vicino casa tua quella con un palestrato enorme fuori la porta. Ah portati qualche vestito comodo e guantoni.
James: Ok ma come fai a sapere che pratico arti marziali?
Nathan: l'ho capito subito appena ti ho visto entrare, chiamalo sesto senso da lottatore.
James: Va bene allora ci vediamo oggi.
Capii con quel diminutivo JJ che già ero diventato un amico per lui, e questo mi faceva molto piacere perché posso avere supporto in una città come questa visto che non conosco nulla e nessuno. E così quel pomeriggio preparai la borsa per la palestra e entrandoci trovai la mia seconda casa.
James: Come tutte, più di questa però sicuro!
E partì una risata da entrambi.
Nathan: piacere, mi chiamo Nathan Smith questa è la seconda volta che ripeto la terza.
James: Piacere mio.
E così mi trovai subito a mio agio relazionando con un ragazzo simpatico, speravo solo di non finire male come l'anno passato!
Camminando per i corridoi con Nathan e un ragazzo ci fermò, Carter, e dalla grande chiacchierata e risate che erano nate intuii che sarebbe cresciuta una grande amicizia fra me e i due ragazzi. Finita la giornata scolastica tornando a casa col pullman mi arrivò un messaggio di Nathan.
Nathan: Hei JJ oggi io e Carter andiamo ad allenarci in palestra perché non vieni a visitarci un po' a conoscere le arti marziali?
James: certo ci sarò sicuramente!
Nathan: benissimo, allora ci vediamo fuori alla palestra alle 6:30 p.m vicino casa tua quella con un palestrato enorme fuori la porta. Ah portati qualche vestito comodo e guantoni.
James: Ok ma come fai a sapere che pratico arti marziali?
Nathan: l'ho capito subito appena ti ho visto entrare, chiamalo sesto senso da lottatore.
James: Va bene allora ci vediamo oggi.
Capii con quel diminutivo JJ che già ero diventato un amico per lui, e questo mi faceva molto piacere perché posso avere supporto in una città come questa visto che non conosco nulla e nessuno. E così quel pomeriggio preparai la borsa per la palestra e entrandoci trovai la mia seconda casa.