Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: MeMedesima    08/05/2012    11 recensioni
«"Vederti cantare Blackbird", certo!» sbottò Wes «Non so se vi ricordate la faccia che ha fatto quando l’ha sentito cantare Don’t cry for me Argentina».
«Ha! Hai ragione! Non si guarda un amico così!» concordò Thad.
«Ragazzi, zitti! Non riesco a sentire quello che si dicono!».
Perchè i Warblers sono molto, molto peggio di un manipolo di fangirls.
Specialmente se si imbattono in Kurt e Blaine assieme... assolutamente per caso, ovvio.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Watching you do Blackbird my ass!

Avvertenze: fangirling gratuito e tanto, tanto fluff.

Era il primo pomeriggio di primavera degno di questo nome a Westerville, Ohio.

Il sole aveva finalmente avuto la decenza di mostrarsi dopo una settimana di pioggia e una di nebbia fitta. L’intera città sembrava essersi riversata all’esterno, decisa a sfruttare ogni momento di quella luce di cui fino al giorno prima avevano dubitato l’esistenza.

Gli studenti della Dalton Academy non facevano eccezione.

I raggi dorati riscaldavano l’aria e giocavano fra le foglie dei grandi aceri, spingendo gli allievi a munirsi di coperte ed occhiali da sole per godersi i prati dell’Accademia, dimenticando per un pomeriggio lo studio. Gli edifici scolastici erano praticamente deserti… e questo significava che le circostanze erano perfette per mettere in atto un piano in stile Warblers.

D’altronde, se non c’era nessuno in giro ci sarebbero stati meno potenziali testimoni dei movimenti sospetti all’esterno della caffetteria, pensava Wes mentre lui e David facevano capolino all’angolo del suddetto edificio con aria furtiva. Le spalle rasenti al muro, sgattaiolarono fino a trovarsi davanti alle file di grandi finestre istoriate che davano luce alla sala. Si accucciarono appena sotto di esse, nascondendosi come potevano dietro un voluminoso groviglio di ortensie.

«Dovrebbe essere questa» mormorò David, passando indice e medio sul bordo di una particolare finestra. Fece scorrere i polpastrelli finché toccò un piccolo gancio: ci infilò  un dito e tirò forte verso di sé. Con un debole cigolio la finestra si aprì di uno spiraglio, lasciando intravedere l’interno della caffetteria: era vuota, eccetto per una persona.

Wes e David fecero cozzare i pugni in un muto gesto di vittoria: Kurt era seduto esattamente davanti al vetro che avevano appena aperto, troppo concentrato sulla piccola bara posata davanti a sé per accorgersi della manomissione eseguita ad opera d’arte.

Wes si sistemò meglio sull’erba appena sotto la finestra, attento a non fare troppo rumore. «Avresti una carriera come scassinatore, amico».

«Non credo mio padre apprezzerebbe» rise piano David, spostando di qualche altro millimetro il vetro istoriato. Vi era riportata l’insegna della Dalton, formata da un mosaico di vetri colorati tanto spessi da far apparire ogni forma esterna come uno strano cespuglio semovente. Il che tornava molto utile per due Warblers che non volevano farsi scoprire.

«E ora dobbiamo solo aspettare il Bianconiglio1» sussurrò Wes quando anche l’altro si fu sistemato accanto a lui con cautela.

«Nel frattempo mi piacerebbe sapere che ti ha detto Blaine di tanto sconvolgente» chiese David, guardandolo con aria curiosa «Sei il mio migliore amico e ti assecondo sempre, lo sai. Ma non mi avevi mai trascinato fuori dalla doccia a forza per farmi scassinare una finestra…».

«Pensavo di aver già sganciato la bomba» replicò Wes, alzando un sopracciglio.

David lo fissò «Tutto quello che hai detto è che Blaine vuole dichiararsi a Kurt. Ora, non dico di non essere felice ma voglio i dettagli Wes, i dettagli!» Il suo tono era a dir poco indignato.

«E va bene David, va bene» gli fece il verso l’altro, rassegnandosi a raccontare com’erano andate le cose. «Allora… ero tranquillamente seduto in biblioteca a finire il saggio di scienze e maledicevo il sole per aver deciso di venire fuori proprio quando dovevo studiare. All’improvviso sento una mano che mi infila un auricolare nell’orecchio sparandomi nei timpani la voce del nostro unico controtenore che canta Blackbird».

«Non dirmelo!» lo interruppe David «Jeff l’ha registrato! Lui e il suo iPhone…» Wes annuì, tetro.

«Se quel biondino mi scatta un’altra foto a tradimento mentre proviamo Raise your glass…».

«O mi registra ancora mentre canto Fireflies».

«… butto quel telefono giù dal terzo piano. Già» sogghignò l’altro. «Beh, per fartela breve. Blaine si siede vicino a me con il solito sguardo ho-visto-un-angelo-e-si-chiama-Kurt-Hummel che ha da due mesi a questa parte. Lo sai, no? Occhi sognanti e tutto il resto» fece un verso vagamente disgustato mentre David annuiva.

«Sì, ormai credo resterà impresso a fuoco nella mia mente. Ma vai avanti».

«Insomma, mi ficca quelle cuffiette e resta in estasi mistica finché la canzone non è finita. Poi mi guarda e fa: “Non ha la voce più bella del mondo?”» David represse una risata quando Wes imitò alla perfezione il tono estasiato di Blaine «E io gli rispondo: “Certo, credevo fosse per quello che hai insistito per cantare con lui alle regionali”. E allora lui mi guarda e improvvisamente lo dice. “Wes, mi piace da impazzire”» il ragazzo socchiuse gli occhi, richiamando alla mente tutte le sensazioni che aveva provato in quel preciso istante «È stato semplicemente…» scosse la testa, incapace di trovare un aggettivo abbastanza calzante.

«Posso immaginarlo! E ti è venuto un infarto o un colpo apoplettico?» sghignazzò David.

«Direi una paralisi. Sono stato immobile come una statua di sale mentre Blaine continuava a blaterare che non riusciva più a resistere e che Kurt era da solo in caffetteria e che doveva provarci, doveva provare a dirglielo. Poi mi ha chiesto se i capelli erano a posto. L’ho abbracciato e sono scappato a cercarti».

«Wow» commentò David «Voglio dire, è da quando hanno cantato Baby It’s Cold Outside che abbiamo capito che c’era del tenero fra loro… ma addirittura dichiararsi? Mi sembra un sogno…».

«Allora svegliati, David» Wes lo richiamò alla realtà, lanciandogli uno sguardo cupo «Perché è di Blaine che stiamo parlando».

«Oh… » l’altro si rabbuiò « Blaine con il traduttore cervello-bocca difettoso».

«Blaine che si impappina quando parla di sentimenti…».

«Blaine che dà spettacolo da GAP quando deve chiedere ad un tizio biondo di uscire» aggiunse una voce squillante «Ciao ragazzi, che ci fate qui?».

Il sorriso scomparve velocemente dal volto di Thad quando i due amici lo afferrarono per i polsi e lo tirarono a terra con loro. Il ragazzo atterrò sul sedere con un tonfo attutito che fece alzare la testa a Kurt.

David pregò ardentemente che il loro piano non andasse in fumo prima ancora di cominciare, mentre Wes tappava la bocca a Thad e cercava di spiegarsi a gesti con la mano libera. Fortunatamente Kurt decise di aver immaginato il rumore e riabbassò il capo sul suo lavoro, facendo tirare un sospiro di sollievo ai due cospiratori.

Wes tolse la mano dalla faccia di Thad, appena in tempo per far uscire un sibilo irritato.

«Cosa diavolo state facendo?!» i due Warblers si scambiarono un’occhiata, optando per la sintesi.

«Blaine sta per dichiararsi a Kurt!» sussurrò Wes. Thad strabuzzò gli occhi.

«Non è vero! Finalmente!» poi aggrottò la fronte «Questo però non spiega la vostra presenza qui. Non vorrete origliare spero?» Wes sospirò di rassegnazione, facendo un cenno a David. Il ragazzo sorrise leggermente e cercò si spiegarsi nel tono di voce più basso possibile.

«Vedi Thad, come stavamo dicendo prima, Blaine non è molto bravo con queste cose…»

«Ovviamente noi crediamo possa migliorare» ci tenne ad aggiungere Wes.

«Già… ma ora come ora non ha dei buoni precedenti» fecero tutti e tre una smorfia ricordando il disastroso GAP Attack «Il nostro piano è guardare le spalle a Blaine. A sua insaputa, ovviamente. Per poter intervenire in situazioni di emergenza. Se iniziasse a sparare idiozie…».

«… noi potremmo creare un diversivo e salvargli il fondoschiena. Ad esempio potremmo tirare un sasso contro la finestra» concluse Wes con aria saputa. Thad deglutì e osservò i pregiati intrecci blu e vermiglio del vetro sopra di sé. Più che una finestra era una specie di reperto storico… preferì non pensarci e optò per rivolgere un’occhiata scettica ai due Warblers.

«E fate questo perché…?».

«Thad» Wes gli posò una mano sulla spalla, improvvisamente serio «Passi la figuraccia con Jeremiah, il ragazzo carino che piega i maglioni storti. Blaine non può perdere questa occasione. Kurt è perfetto per lui, abbiamo già concordato tutti su questo, e se incasinasse le cose proprio ora che anche il suo neurone solitario ci è arrivato…» un silenzio eloquente cadde fra i ragazzi.

«» mormorò infine Thad, annuendo «Mi piace come piano. Penso che vi aiuterò».

«Va bene. Ma in silenzio per carità».

«Silenzio per cosa?» Wes alzò gli occhi al cielo mentre Nick e Jeff facevano capolino da un albero poco lontano, guardandoli come se fossero pazzi.

Blaine scelse esattamente quell’istante per entrare nella sala, dirigendosi verso Kurt con un sorriso luminoso.

«Cosa stai facendo?».

L’acustica era perfetta nel punto in cui erano appostati, proprio come Wes aveva previsto. Peccato che ora due problemi ambulanti intralciassero il loro piano. Jeff aggrottò le sopracciglia nel sentire la voce di Blaine e cercò di avvicinarsi alla finestra.

«Ma che…» roteò gli occhi nel vedere le mani frenetiche di Thad e abbassò di malavoglia il tono di voce «Che sta succedendo?» a David sembrava di aver risposto a quella domanda almeno una trentina di volte quel giorno. Tornò a concentrarsi sulla caffetteria, lasciando agli altri le spiegazioni. Thad indicò la finestra, incapace di trattenere un sorriso.

«Blaine e Kurt!» sussurrò velocemente, con gli occhi che scintillavano. I due nuovi arrivati capirono al volo che quella era l’occasione di una vita. In un battito di ciglia si gettarono sul prato, gattonando fino alla finestra per ascoltare.

«… ho trovato una canzone perfetta per il nostro duetto e dovremmo esercitarci».

«E qual è?».

«Candles, degli Hey Monday».

«Candles. Esistono migliaia di canzoni d’amore al mondo, perché scegliere una canzone su due tizi che si mollano durante un blackout?» borbottò David.

«A me piace!» protestò Nick.

«Beh, sono impressionato. Di solito sei così top 40…».

David gemette piano.

«Non sa di cosa sta parlando!» Nick annuì.

«Già. Grazie a Dio l’ha conosciuto nella fase Katy Perry…».

«… e non nel periodo Rihanna» rabbrividì Wes «dovevo dividerci le casse dell’iPod… ».

«… qualcosa di un po’ più emotivo».

Kurt abbassò gli occhi sul tavolo, con aria pensierosa, mentre nella sala e all’esterno cadeva un silenzio pieno di aspettativa. La tensione era quasi palpabile mentre i ragazzi attendevano la prossima mossa.

Wes era il più concentrato di tutti. Era il migliore amico di Blaine e sapeva meglio degli altri che il ragazzo si era sempre sentito solo, nonostante i Warblers fossero diventati come una famiglia per lui. Wes sospettava che gli mancasse qualcuno su cui poter riversare tutto l’amore che aveva dentro. Blaine diceva semplicemente che gli mancava qualcosa. Wes ci aveva messo il tempo un paio di caffè nella stessa sala che adesso stavano sbirciando per capire che questo qualcosa era la timida spia di un coro rivale. C’era una sintonia innata fra loro, tanto evidente che si stupiva che Blaine se ne fosse accorto solo ora. E adesso era la sua occasione…  peccato che fosse un disastro in questo tipo di cose. Fino ad ora non aveva fatto nulla di particolarmente stupido, ma non aveva nemmeno osato troppo.

Wes sospettava che il peggio dovesse ancora arrivare.

E proprio quando Kurt alzò nuovamente lo sguardo su Blaine sentirono l’ennesimo, sgradito rumore di passi in avvicinamento, accompagnato da una voce familiare. David maledisse il perfetto tempismo dei Warblers, così utile nelle loro esibizioni improvvisate e così inadeguato quando si trattava di spiare due piccioncini.

«Ehi!» Trent si stava dirigendo verso di loro, sollevando gli occhiali da sole dal naso «Che ci fate tutti per te…?».

«Zitto!» sibilarono con violenza gli altri, facendolo sobbalzare.

«Che gli ha detto?» mormorò con urgenza Thad, mentre Jeff prendeva per un braccio il nuovo arrivato facendolo chinare e intimandogli il silenzio più assoluto.

«Gli ha chiesto perché vuole cantare assieme a lui!».

«Se risponde “perché sei il nostro unico controtenore” lo ucciderò lentamente» dichiarò Nick, sbirciando il volto confuso ed esitante di Blaine.

«Hai ragione. Gli sta offrendo l’occasione su un piatto d’argento».

Trent aggrottò le sopracciglia e scrutò nella sala.

«Mi volete spiegare…» Wes sventolò una mano nella sua direzione mentre Blaine riprendeva a parlare.

«Kurt… c’è un momento in cui dici a te stesso… “Oh eccoti qua. Cerco uno come te da sempre”».

Trent aprì e chiuse la bocca, intuendo quello che stava succedendo, mentre Wes roteava gli occhi: le gambe gli prudevano dalla voglia che aveva di alzarsi, entrare nella stanza, tirare uno schiaffo a Blaine, intimargli di smetterla di balbettare e iniziare a parlare chiaro, e grazie tante. Come se avesse sentito i pensieri del suo migliore amico, il ragazzo si spostò appena sulla sua sedia e posò una mano su quella di Kurt.

I cospiratori trattennero bruscamente il respiro: il gesto li aveva decisamente colti di sorpresa. Jeff si aggrappò al braccio di Nick mentre David si sporse il più possibile verso la finestra, talmente terrorizzato di perdersi qualcosa da non osare sbattere gli occhi.

«Vederti cantare Blackbird, questa settimana…»

«Vederti cantare Blackbird un paio di palle!» Wes non riuscì a trattenersi dal commentare «Non so se vi ricordate la faccia che ha fatto quando l’ha sentito cantare Don’t cry for me Argentina».

«Ha! Hai ragione! Non si guarda un amico così!» concordò Thad.

«Uno sguardo dolcissimo» Jeff aveva un’aria sognante «ho la foto come schermo dell’iPhone» Wes fece una smorfia esasperata mentre Nick si girava verso di lui con aria offesa.

«E la nostra foto al luna park…?» David tirò qualche gomitata alla cieca, senza curarsi di chi prendeva.

«Ragazzi, zitti! Non riesco a sentire quello che si dicono!»

«Tu… tu mi emozioni, Kurt».

Jeff si portò una mano alla bocca, incredulo, mentre Trent si trattenne a stento dall’emettere un verso di gioia.

«Che roma…».

«Sssh!» David distribuì un’altra serie di gomitate.

«… questo duetto sarebbe una scusa per passare più tempo con te».

«Ha!» Nick scosse la testa con aria divertita «Come se non passassero ogni dannata sera sul divano a guardare le repliche di How I Met Your Mother» Wes sventolò una mano nella sua direzione, con aria preoccupata.

«Non capisco. Ha intenzione di dirglielo chiaro e tondo oppure…» le parole gli morirono in gola.

Blaine aveva portato una mano al viso di Kurt, sfiorando il tratto di pelle appena sotto l’orecchio, e ora i loro volti erano vicini, troppo vicini.

Sotto gli occhi increduli dei Warblers Blaine si chinò verso il ragazzo e le loro labbra si toccarono dolcemente. Kurt rimase immobile per qualche secondo prima di rispondere al bacio, accarezzando timidamente la guancia di Blaine. Dopo qualche lunghissimo attimo i due si separarono e scambiarono uno sguardo sorpreso. Mentre fuori dalla caffetteria i ragazzi li fissavano a bocca aperta e nel più assoluto silenzio. Solo al suono della mano di Kurt che ricadeva pesantemente sul tavolo Nick si riscosse e riuscì a parlare.

«… ragazzi non riesco a respirare».

Thad trovò addirittura la forza di ridacchiare «Nemmeno Kurt a quanto pare!».

«È stato così… è stato così…».

«Perfetto» mormorò Jeff, gli occhi che scintillavano mentre guardava Blaine arrossire e sorridere con imbarazzo.

«Dovremmo… dovremmo provare».

«Cosa?! Blaine Anderson, cos’hai in testa? I piccioni?» sibilò Trent, trattenendosi a stento dal darsi uno schiaffo in fronte.

«Sssh!» ripetè David, l’unico che non aveva ancora commentato.

«Non era già una prova?».

«Oh, oh… oh mio dio!» Jeff stritolò il braccio di Nick mentre Blaine si chinava di nuovo su Kurt e i due si lasciavano andare a un bacio molto meno timido e decisamente più passionale.

«Alla faccia» sussurrò Trent, senza fiato.

«Già…» mormorò Wes, incapace di trovare altre parole per commentare l’evento soprannaturale che si era appena svolto in quella sala: Blaine che riusciva a spiegare ad un ragazzo i suoi sentimenti. Aveva parlato in quel suo modo disordinato e goffo e Kurt l’aveva capito alla perfezione. Questo poteva significare una sola cosa…

Thad sospirò, il mento appoggiato alla mano.

«Avranno tanti bambini» sussurrò con aria sognante. Wes alzò un sopracciglio: sì, era più o meno quello che stava pensando anche lui. Jeff dette la sua approvazione con un sorriso a trentadue denti, per poi trascinare Nick e Trent lontano dagli altri, iniziando un silenzioso balletto di vittoria e cercando al contempo di sbirciare dalla finestra.

I due ragazzi si erano separati di nuovo, ma questa volta avevano i volti più vicini, le fronti che si toccavano. Il cuore di Wes mancò un battito quando vide l’amico aprirsi in un sorriso luminoso, mentre il suo sguardo si spostava dalle labbra di Kurt ai suoi occhi azzurri e leggermente umidi.

«Non sai da quanto volevo farlo».

Thad guardò Kurt con aria rapita mentre il ragazzo cercava le mani di Blaine e le stringeva, sorridendo a sua volta.

«Ragazzi, sto per vomitare un arcobaleno» mormorò.

Wes lo abbracciò, cercando di sfogare l’improvvisa felicità. Era da tempo che non vedeva il suo migliore amico sorridere in quel modo…

Solamente David si astenne dal commentare, almeno fino a qualche secondo dopo, quando i due ragazzi ripresero a baciarsi e si diressero barcollando verso uno dei divanetti sparsi per la sala. Questo era troppo anche per lui: perse l’equilibrio e cadde con il sedere sull’erba. Si rialzò velocemente sulle ginocchia e, data un’ultima occhiata alla stanza, chiuse la finestra.

Ignorò i versi di protesta provenienti dagli altri mentre si alzava e si allontanava cercando di non fare troppo rumore.

«Ehi! Noi vogliamo vedere cosa succede!» protestò Jeff.

«Credo sia una scena vietata ai minori…» scherzò Nick, schivando velocemente una gomitata di Wes «Forza, andiamo…».

Si allontanarono dalla caffetteria, in un silenzio a metà fra l’incredulo e il soddisfatto. David fu il primo a schiarirsi la voce e a parlare.

«E così» esordì «il nostro compito è finito, ormai…».

«Compito?» Trent li guardò con aria curiosa.

«Già» confermò Wes con aria solenne «Dovevamo essere certi che Blaine non facesse nulla di stupido… e direi che ha avuto successo. E che si è spiegato piuttosto bene…».

«Ha fatto un discorso senza capo né coda!» protestò Thad.

«Irrilevante» decretò l’altro, sentendo la mancanza del suo fido martelletto che senza dubbio avrebbe dato un tono più definitivo alla frase «L’obiettivo è stato raggiunto, in ogni caso».

«Ah, così eravate venuti qui con un obiettivo. Non eravate solo curiosi di guardare?»

Wes e David si lanciarono una rapida occhiata: in fondo erano loro che si erano appostati per primi.

«Beh… può darsi che fossimo leggermente curiosi, ma questo c’entra pochissimo».

Gli altri Warblers scoppiarono a ridere fragorosamente alle loro espressioni equivoche.

«E non ridete! Se ricordo bene Jeff ha ancora il video di Baby It’s Cold Outside nella memoria di quel dannato iPhone».

«È la cosa più adorabile e tenera del mondo e quando saranno sposati mi ringrazieranno di averlo fatto» Jeff ostentò un broncio infantile che fece scappare un sorriso a Nick.

«Eddai» lo blandì quest’ultimo, prendendolo sottobraccio «Non ricordi dove stavamo andando prima di venire qua?» si diresse verso il prato sul retro della scuola, facendo cenno agli altri di seguirli.

 

Kurt fece una smorfia infastidita quando uscì dalla porta sul retro dei dormitori e il sole lo colpì in pieno viso.

«Lo sapevo che avrei dovuto prendere gli occhiali da sole…» borbottò, sistemando alcune riviste sottobraccio. Blaine si limitò a sorridere, facendo scivolare la propria mano nella sua.

«Da… da che parte vuoi andare?» balbettò l’altro, augurandosi che ci fosse un modo per far rallentare il suo cuore – diamine si tenevano per mano continuamente, perché stava arrossendo?

«Di qua» Blaine si allontanò dalla parte centrale del parco «C’è meno gente, e la vista è migliore». Kurt fece scorrere il suo sguardo sulle file di aceri e di faggi, prima di notare qualcosa che lo fece ridere leggermente.

«Beh, sembra che qualcuno sia d’accordo con te» indicò un punto poco lontano. Blaine corrugò le sopracciglia e riuscì a distinguere alcuni Warblers stesi comodamente sopra un paio di coperte.

“Beh, forse comodamente non è la parola esatta” pensò, mentre il piede di Thad passava pericolosamente vicino al naso di Wes. Lanciò un’occhiata assente al groviglio umano sdraiato sul prato, poi a Kurt.

«Possiamo sempre andare da un’altra parte se vuoi…».

«No, andiamo da loro» iniziarono a dirigersi verso il gruppetto proprio mentre Trent si guardava attorno con aria annoiata. Appena il Warbler li vide sobbalzò e sollevò gli occhiali da sole, salutandoli e nel frattempo dando di gomito a Wes – non molto delicatamente a dire il vero. Nel giro di un secondo tutti i ragazzi li stavano osservando e Blaine notò che Jeff era parecchio su di giri. Forse aveva beccato David e la sua nuova ragazza con il suo iPhone…

«… questa non è un’esercitazione…» Kurt aggrottò le sopracciglia. Doveva aver sentito male. E il sole gli stava giocando brutti scherzi: avrebbe giurato – se questo non fosse stato assolutamente impossibile – di averli visti annuire e accennare un saluto militare verso Jeff. No, lo avevano fatto davvero.

«E quello per cos’era?» chiese scherzosamente, mentre lasciava andare la mano di Blaine per aiutarlo a stendere una coperta vicino ai ragazzi.

«Oh, nulla di che» lo liquidò Wes «Jeff li stava facendo esercitare in vista di quando sarà a capo del consiglio».

«Ha grandi piani» gongolò Nick «Ti conviene prepararti, Blainers».

«Sì, sì, come vuoi tu» tagliò l’altro, stendendosi sul prato a pancia in giù. Kurt lo imitò, immergendosi fra le pagine di Cosmopolitan. David aspettò che Blaine si perdesse ad osservarlo e fece un gesto eloquente a Nick, che afferrò il messaggio e iniziò a stiracchiarsi con aria seccata.

«Oh, come si sta stretti» sospirò teatralmente «Blaine, spostati un po’ più in là, caro».

Il secondo dopo Blaine e Kurt erano fianco a fianco, i gomiti che si toccavano. Wes e David si scambiarono uno sguardo vittorioso. E ora dovevano solo aspettare un segno…

 

… che arrivò dopo ben un’ora di paziente attesa.

Il pomeriggio stava finendo e i Warblers iniziavano a dare i primi segni di cedimento: Trent e Jeff si erano completamente distratti, perdendosi nella lettura di Vogue, e la testa di David ciondolava dalla stanchezza.

All’improvviso Kurt si stiracchiò e sbadigliò con un’espressione talmente adorabile che addirittura Wes – a detta di tutti il più etero fra loro – sentì una leggera morsa allo stomaco. Fu questione di pochi secondi.

Blaine sorrise, mise una mano sotto il mento di Kurt e lo baciò leggermente all’angolo delle labbra. I Warblers si scambiarono un’occhiata d’intesa. Avrebbe potuto essere scambiato per un bacio sulla guancia ma… per loro era più che abbastanza.

In pochi secondi si lanciarono sopra ai due ragazzi e li immobilizzarono con la schiena al suolo, lasciandoli senza vie di scampo. I malcapitati emisero esclamazioni di sorpresa, provando senza successo a liberarsi.

«State calmi e andrà tutto bene» li rassicurò David, perfettamente a suo agio. Il che era dire qualcosa visto che era seduto sopra la gamba destra di Blaine.

«Calmi?! Ma che diavolo sta succedendo!» Blaine tossì mentre cercava di divincolare una spalla dalla stretta di Thad. Kurt dal canto suo aveva smesso di muoversi e li guardava ad occhi spalancati e piuttosto shockato.

«Sputate fuori tutto. Sarà più rapido e indolore» consigliò Trent con un sogghigno vagamente minaccioso.

«Cosa dovremmo…».

«Non fare il finto tonto, Blaine» rimarcò Jeff.

«Siete davvero terribili a mentire» rise Wes. Aveva le braccia sopra le gambe di Kurt, ma lo stava stringendo delicatamente, impietosito dalla sua espressione esterrefatta. Si avvicinò al suo viso con aria fintamente minacciosa «Voi due state insieme, vero?».

“Maledizione…” Blaine lanciò un’occhiataccia a Wes. 

Certo, aveva baciato Kurt, ma tecnicamente non gli aveva ancora chiesto di diventare il suo ragazzo. E visto che era la prima volta per entrambi avrebbe voluto scegliere un momento perfetto e romantico per chiederglielo… ma naturalmente qualcosa doveva andare storto. Maledisse mentalmente i Warblers, mentre cercava di rimediare al disastro.

«Noi…».

«» Blaine girò la testa – l’unica parte del suo corpo che fosse effettivamente in grado di muovere – verso Kurt, guardandolo con aria sorpresa. Il ragazzo sorrise e ricambiò lo sguardo «Sì, io e Blaine stiamo insieme».

Il cuore di Blaine iniziò a battere più velocemente. Sorrise a sua volta mentre realizzava che non avrebbe potuto desiderare momento più perfetto di quello – il cuore in gola e lo sguardo perso in un paio di meravigliosi occhi azzurri. Anche se i suoi amici erano praticamente seduti su di lui e sul suo nuovo ragazzo.

Ma prima che potesse anche solo pensare a qualcosa di coerente da dire i Warblers esplosero in rumorose esclamazioni di gioia.

«Finalmente!».

«Evviva!».

«Auguri!».

«Figli maschi!».

«Thad, non possono avere figli, nessuno dei due ha l’utero».

Blaine si sarebbe tappato le orecchie se avesse potuto. Purtroppo le sue braccia erano bloccate nell’abbraccio stritola costole di David. Che tra l’altro continuava anche a scompigliargli i capelli fra esclamazioni di «Oh, Blainers!».

Il ragazzo cercò di emergere dall’abbraccio quel tanto che bastava per lanciare un’occhiata a Wes. Riuscì a incontrare il suo sguardo e a intravedere appena un sorriso luminoso prima di essere ributtato a terra da Nick, che iniziò a baciarlo sulle guancie.

Wes distolse lo sguardo dal suo migliore amico e si girò verso Kurt che, inaspettatamente, sorrideva.

«Un giorno o l’altro scoprirò come avete fatto a saperlo».

«Vivere vicino a Blaine mi ha fatto sviluppare un gay-radar molto accurato. Ho registrato insoliti picchi di testosterone questo pomeriggio…» se possibile il sorriso di Wes diventò ancora più ampio quando Kurt ridacchiò sommessamente alla battuta invece di fulminarlo con un’occhiataccia. Si chinò verso il ragazzo.

«Non l’ho mai visto tanto felice, Kurt» il ragazzo lo guardò e annuì piano «Grazie. Per aver aspettato» detto questo si alzò e puntò un dito al cielo.

«Forza ragazzi! Tutta la scuola deve saperlo entro l’ora di cena!» con un coro di esclamazioni entusiaste i Warblers si alzarono in piedi e iniziarono a correre verso la parte centrale del parco, dove la maggior parte degli studenti si stava godendo gli ultimi raggi di sole.

Blaine rotolò su un fianco e cercò di riprendere fiato

«Penso di avere un paio di costole rotte…» Kurt si tirò a sedere ridendo e recuperò le riviste sparse qua e là dalla foga dei ragazzi. Quando tornò a sdraiarsi di fianco a lui, Blaine gli scoccò un’occhiata di scuse.

«Credo di avere degli amici completamente pazzi».

«Disse il ragazzo che saltava sui mobili…».

L’altro chiuse gli occhi e scosse la testa «Posso essere estremamente imbarazzante, a quanto ho sentito…».

«Sai cosa ti dico?» Blaine sorrise quando sentì il tocco di una mano fresca e morbida contro la sua guancia «Penso ti terrò lo stesso».


1 - Riferimento - nemmeno tanto velato - alla stupenda fanfiction Dalton, di CP Coulter. Consiglio a chi non l’abbia ancora letta di farlo subito e immediatamente – mollate tutto quello che state facendo e leggetela! C’è anche una traduzione qui su EFP :)


A/N:

Quindi. Questa è la prima fanfiction su Glee che pubblico...
È nata da un commento che ho letto su Tumblr a proposito della scena dove Kurt canta Don't Cry for me Argentina, e che diceva: "Watching you do Blackbird my ass! You don't look at your friend like this!", cioè "Guardarti cantare Blackbird, certo!
Non guardi un tuo amico in questo modo!", e sì, effettivamente lo sguardo di Blaine era piuttosto incantato... <3
Beh, dovevo scrivere qualcosa... inutile dire che la "one shot da una, due pagine" si è trasformata in un poema...
Sì, mi piace pensare che i Warblers siano peggio di un branco di fangirl - seri e posati quanto volete, ma appena vedono il prorpio OTP in vista... :)
Un'altra delle cose che mi piace pensare è che si facciano coinvolgere dalla storia di Kurt e Blaine anche per via del legame affettivo che hanno con Blaine, e che siano contenti di vederlo così rilassato con un ragazzo - anche se sostanzialmente rimane lo stesso tonto che non capisce quando qualcuno è interessato a lui.
No, non confermerò il fatto che qui dentro potrebbe esserci anche la mia personale reazione alla puntata 2x16. Sarebbe imbarazzante.
Grazie mille a yu_gin che ha riempito di disegnini e commenti la prima versione di questa one shot e che ha betato l'ultima. Il Niff è tutto per lei :)
Spero che vi sia piaciuto il mio lavoro!
Baci a tutti!
MM

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: MeMedesima