Film > Howl's moving castle
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Autore: Dada161092    09/05/2012    3 recensioni
Nella tranquilla cittadina di Market Chipping, una dolce ed ingenua ragazza di nome Sophie si sveglia tutte le mattine nella sua stanza pronta a mettersi a lavorare sulla realizzazione di un nuovo cappello. Che l'incontro con uno strano gentiluomo possa portare una svolta improvvisa nella sua monotona vita? Quel che lei non sa di certo è che ben presto l'avventura, la tristezza ma soprattutto l'amore, entreranno nella sua vita come una stella cadente.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Howl, Markl, Sophie, Strega delle Lande | Coppie: Howl/Sophie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! Io sono una studentessa universitaria ed oggi per la prima volta pubblicherò questa mia storia su Efp. Tralasciando il fatto che sono al momento terrorizzata xD, proverò a mostrarmi diplomatica (waaa sto impazzendo!).  Dunque, questa mia piccola e breve storiella si suddividerà in due capitoli e un epilogo, quindi se il primo capitolo non vi piacerà chiudete pure ç.ç. A parte gli scherzi sono veramente molto contenta di essere riuscita  a cimentarmi in questa cosa a tal punto da coinvolgere con le cattive una mia cara amica per aiutarmi. Spero dunque che possa se non altro sembrarvi una trama decente e non scontata e che un minimo sia degna della vostra lettura. Mi scuso già in anticipo se ci saranno errori grammaticali o semplicemente dei passaggi che non cattureranno la vostra curiosità. Con questa storia non pretendo nè di saper scrivere xD nè di saper inventare ma semplicemente di dare sfogo alle manie di una ragazza diciassettenne (si l’ho scritta qualche anno fa) in preda all’amore per questo fantastico film! Vi lascio ora alla lettura e i vostri commenti, se vorrete lasciarne, saranno i stra benvenuti! Un bacio a presto ;) 

Ci conosciamo?

 Quella tiepida mattina di settembre faceva da sfondo a quella monotona giornata che accompagnava una monotona vita. Sophie, essendo sempre indaffarata ad adornare i numerosi cappelli che aveva creato in quell’ultimo periodo, decise di uscire per riprendersi un po’ e assaporare le prime arie invernali. Oramai, appena le era possibile, cercava di scappare da quell’orrido caos che invadeva ogni giorno Market Chipping. Anche se faceva sempre tutto con molta discrezione,  poiché  in quel periodo le ragazze raramente erano lasciate  andare in giro da sole. Infatti, si vociferava della presenza della strega delle Lande e che il Mago Howl, il quale aveva precedentemente fatto un patto con un demone, bighellonasse da quelle parti attraendo a sè numerose giovani ,  per poi mangiarne il cuore e renderle sue per il resto della loro vita.
Ma Sophie non era il tipo da dare attenzioni a simili storie e così quel giorno aveva deciso di uscire presto, per poter stare poi fino al tardo pomeriggio ad allestire le vetrine e a servire i clienti che riempivano il negozio ogni sabato. Si infilò gli stivali sformati e si abbottonò fino al collo la camicetta lilla che aveva comprato in una vecchia bottega l’estate precedente. Vanitosamente, si aggiustò i capelli in una lunga treccia davanti allo specchio, anche se bella non si era mai considerata. Scese poi giù nel negozio per accertarsi di passare inosservata. Oramai era abituata a ciò quindi, afferrato un cappello di paglia bianco e una borsa beige  da uno spoglio manichino all’entrata,  uscì frettolosamente dal negozio. Passeggiava serena assaporando ogni secondo di quei momenti di libertà che aveva avuto il coraggio di prendersi nonostante la padrona Fanny non fosse totalmente d’accordo. Era per questo che cercava di fare il tutto nella massima discrezione. Per fortuna le sue due sorelle, Lettie e Martha, potevano coprire i suoi turni fino all’ora di pranzo, almeno 4 giorni la settimana, visto che poi la prima doveva andare ad aiutare alla pasticceria Cesari, e la seconda si recava presso la signora Fairfax per apprendere arti magiche. Osservava, giocherellando con il manico della borsa, le numerose vetrine che si trovava davanti. Dal panificio usciva un profumo che rendeva l’aria quasi commestibile, e dai tetti pendevano gocce d’acqua lasciate dalle ultime piogge autunnali. Arrivò poi finalmente in un piccolo parco. Lo aveva soprannominato “il suo posto”. Ogni giorno questo era lì ad aspettarla e non cambiava mai. Era una piccola proprietà della signora che abitava nel palazzo a fianco, la quale oramai non metteva mai il naso fuori casa poiché era troppo vecchia, e aveva lasciato libera entrata al suo giardino affinché tutti potessero godere delle sue meraviglie, a condizione che l’ambiente fosse amabilmente rispettato. Si sedette sulla sua solita panchina scolorita, ma ben presto si accorse di non essere sola. Esattamente dall’altra parte del parco un’ombra sdraiata su un’altra panca osservava ogni suo minimo movimento. Sophie trasalì, ma poi decise di evitare lo sguardo dello sconosciuto che, nel frattempo, non smetteva di studiarla. Leggermente infastidita dalla presenza dell’altro, estrasse un libro senza titolo dalla borsa e si coprì il volto con la visiera del cappello. Cercava di leggere, ma non poteva fare altro che pensare a quanto potesse essere fastidiosa quell’ombra che la fissava. Amava starsene da sola lì e quel giorno, che tanto aveva amato nella prima mattina, adesso stava prendendo una brutta piega a causa di quell’individuo. Quando alzò lo sguardo per catturare qualche raggio di sole si accorse che lo sconosciuto era piegato sulle punte dei piedi di fronte a lei a guardarla. Sophie arrossì violentemente ed indietreggiò con la schiena, portandosi il libro al petto.

-Dove ti ho già vista?

Disse il giovane. Aveva dei profondi occhi azzurri e dei capelli biondi e lunghi fino alle spalle che ricadevano leggeri sul suo mantello.

-Non…. Non  so signore. Lavoro alla cappelleria giù in fondo, seconda svolta a destra da qui. Forse mi avete già vista lì.

-E’ possibile, ma non ne sono del tutto sicuro.

Sophie rimase immobile a scrutare ogni minimo particolare del ragazzo che sicuramente non aveva più di vent’anni. Portava una strana maglia di vari colori, molto chiari ma non accecanti, e le maniche pendevano pesanti fino a sfiorare il pavimento. Ritornò, poi, subito a pensare che in effetti un perfetto sconosciuto era a 3 centimetri dal suo viso.

-Mi scusi signore ma dovrei proprio andare

-Ha ragione. Chissà quanto tempo le avrò preso. Ma è sicura di volersene andare? E’ qui da pochi minuti.

-Sì, sì mi scusi…mi è venuto in mente che devo sbrigare alcune faccende nel negozio prima di attaccare con il mio turno.

-Ho capito. Le dispiace se la accompagno? Non vorrei che corresse qualche pericolo nel

percorrere il tragitto. 

Lui le sorrise scoprendo una fila di denti bianchissimi, quasi splendenti, che, insieme all’indecente proposta appena udita, la fecero impietrire. Anche perché aveva specificato poco prima che il negozio si trovava a qualche metro di distanza. 

-Grazie, ma non importa. E’ veramente breve la camminata credo di poter sopravvivere, nonostante sia un po’ impacciata

-Su! Mica mordo! Le prometto che non le accadrà nulla .

-Veramente, posso andare da sola. Piacere di avervi conosciuto.

-Il piacere è stato mio

 Il ragazzo fece un breve inchino e poi Sophie, sorridendo, si allontanò. Mentre percorreva la strada non faceva che pensare a quello strano incontro e borbottava tra sé e sé frasi del tipo: “E secondo lui io mi facevo accompagnare da uno sconosciuto?”; oppure: “Proprio oggi doveva venire al parco anche lui?”, anche se in fondo si sentiva quasi onorata di aver potuto attrarre l’attenzione di un così bel giovane. Ad un tratto, mentre riproiettava nella sua mente ogni attimo dell’evento accaduto pochi secondi prima, si trovò davanti due soldati in divisa.

-Ma guarda che bel topolino!

Disse il più vecchio.

-Eh già! Proprio una bella signorina - aggiunse l’altro.

Sophie, imbarazzata, cercò di liberarsi dai due.

-Posso offrirti qualcosa da bere?

-Scusatemi vorrei solamente tornarmene a casa

-Dai, due minuti!

Implorò l’altro, inscenando un finto piagnisteo.

-Sohpie! Possibile che non posso lasciarti un secondo da sola! Scusate ragazzi, non volevo interrompervi ma credo che voi possiate anche andare adesso

Sophie si girò di scatto, accorgendosi che lo sconosciuto di poco prima era apparso, mettendole un braccio intorno al collo. Rimase a fissarlo mentre lui la guardava con un sorriso soddisfatto e le guardie li osservavano immobili.

-Su ragazzi, non convincetemi ad essere pesante.

Ad un tratto, cominciò ad agitare lentamente la mano del braccio appoggiato alle spalle della ragazza. Nel giro di un istante, le guardie si misero sull’attenti e, urlando senza capire cosa stesse succedendo, si allontanarono come spinti da chissà quale forza.

-Visto che era meglio se ti facevi accompagnare? Ho il permesso di proseguire il cammino con te allora?- le chiese divertito.

-Va bene. La ringrazio molto signore

-Signore? Cavolo, ma ti sembro così vecchio?!

Sophie sorrise sotto i baffi e poi proseguirono insieme il percorso. Le ragazze lungo i marciapiedi la guardavano incuriosite dal tale che la teneva al suo fianco, quasi ingelosite, e Sophie non poteva non provare una piccola sensazione di felicità. Dopotutto era proprio un bel tipo. Arrivarono davanti alla cappelleria e Sophie si fece in avanti liberandosi dalla presa del ragazzo.

-Vi ringrazio molto….

-Howl. Mi chiamo Howl. Il piacere è stato tutto mio e….spero di rincontrarti presto, Sophie

-Cosa? Sei….Ehi! Aspetta! Come fai a sapere il mio….

Ma non fece in tempo a pronunciare quelle parole che il giovane era già scomparso. Il fatto di aver incontrato il tanto famigerato Mago di cui si parlava la rendeva felice, ma allo stesso tempo terrorizzata: era stata molto fortunata a non essere caduta in un suo sortilegio. Chiuse la porta e, quando entrò, le sorelle gli si gettarono contro.


-Tesoro, sei rientrata così presto! Ma chi era quel tipo che ti accompagnava?

-Nessuno. Solo un ragazzo che ho incontrato al parco

-Wow, Sophie si è fatta un ammiratore!- disse Lettie con fare divertito.

 

-Sì, come no!- ribatté Sophie.

Se non era stata catturata, era per un semplice motivo: al Mago lei non interessava minimamente.

 

*

 

Appoggiò borsa e cappello e si mise pensierosa dietro il bancone. Intorno alle 3 e mezza le sorelle si dileguarono e Sophie rimase da sola nel negozio fino alle 7 e mezza. Quel pomeriggio il negozio era più affollato del solito. Intorno alle 8 poi se ne ritornò in camera sua, quando udì la porta venire aperta. Scese frettolosamente le scale mentre lottava con i suoi pensieri che già le avevano suggerito che colui che era entrato poteva essere Howl. Ma quando scese l’ultimo gradino, si trovò davanti la signora Fanny.

 

-Tesoro il negozio è un vero porcile! C’è stata gente oggi?

-Non troppa, mamma. Solo che, sai, rimanendo da sola, mettere in ordine è più difficile che mai.

 

Ebbene sì. Fanny era sua madre. Ma non proprio madre. Il padre di Sophie aveva perso la moglie, nonché vera mamma di Sophie, qualche anno dopo la nascita di Lettie, l’ultima delle sorelle, e così un paio di anni dopo si era risposato con Fanny, gentile signorotta dell’alta borghesia ma che, diciamocelo, era anche abbastanza autoritaria sulle ragazze da quando oramai anche il padre le aveva lasciate.

 

- Su! Domani è domenica e siamo chiusi! Ti rilasserai un po’, ok? Invece dimmi: ti piace questo?- disse sventolandole davanti al naso un nuovo mantello celeste.

 

-Non hai idea di cosa ho dovuto fare per….Sophie? Mi stai ascoltando?- le rivolse la domanda con espressione tanto interrogativa quanto stranita, ma Sophie era rimasta, avvolta nei suoi pensieri, a fissare il parquet. Si rese poi conto che la signora Fanny le aveva rivolto una qualche domanda, e si rimise sull’attenti goffamente.

 

-Sì, sì mi scusi; sono solo molto stanca...ehm, sì è bellissimo questo mantello. Un tessuto ottimo!-aggiunse una volta sfiorato il tessuto.

-Bene, adesso la saluto. E’ meglio che io vada a letto. Buonanotte.

-Anche a te Sophie, grazie…Ah! Domani mattina non è che potresti andare a fare la spesa?

 

Nonostante Sophie odiasse particolarmente essere attorniata da troppa gente, accettò. Risalì pesantemente le scale e si trascinò sotto le coperte, una volta sciolta la lunga treccia e lasciati cadere sulle spalle i lunghi capelli castani.

Svegliatasi intorno alle 7 e 40, Sophie scattò in piedi. Si lavò frettolosamente e poi scese nel negozio. Amava vederlo vuoto. Era così accogliente senza nessuno. E per una volta nella giornata lo si poteva osservare al silenzio. In quegli ultimi tempi le donne compravano forse più cappelli che roba da mangiare. A quanto pareva, quasi tutte le giovani dovevano accasarsi prima di poter incontrare il famigerato Howl, e così, pur di non comprare i vestiti che costavano una vera fortuna, tutte quante compravano cappelli. E, ovviamente, questo era favorevole per la signora Fanny per quanto riguardava gli incassi, ma al tempo stesso devastante per Sophie che doveva inventarsi di continuo cappelli nuovi.  Mise il naso fuori casa intorno alle 8 e mezza adagiandosi sulla schiena una mantellina bianca di lana, dopo aver prima lavato il pavimento del locale (cosa che poteva fare solo la domenica).

In strada non c’era quasi nessuno e i negozi erano ancora tutti chiusi. Con ciò si accorse una volta per tutte che aveva fatto tutto troppo presto. Si diresse allora verso il giardino sperando di poter fare chissà quale incontro. Ma quel giorno era come lei lo desiderava, o più o meno come lo aveva desiderato fino a qualche tempo prima. Era completamente deserto e, in effetti, a quell’ora del mattino era a dir poco comprensibile. Si sedette sulla sua panchina e, in men che non si dica, si lasciò andare in un breve pisolino. Quando riaprì gli occhi, però, era ormai tarda mattinata. Guardò preoccupata l’orologio che segnava le 11. Corse per i vari negozi ma purtroppo era quasi tutto finito. Una volta rientrata trovò Fanny appoggiata al bancone ancora in vestaglia.

 

-Ma dove sei stata!? Mi hai fatto preoccupare! Di solito per le 10 massimo sei già qui. Il nostro paesino è piccolo, eh!? Allora che cosa ti è successo? Io già che pensavo a quel mascalzone del Mago How!

-Mi scusi! Ho…ho perso la cognizione del tempo. Mi dispiace di averla fatta preoccupare…e, comunque, scusi se preciso, non credo che il Mago sia così crudele come dicono. E se fossero soltanto leggende? Dopotutto molte delle ragazze che si credeva fossero scomparse erano solamente fuggite da qui, e non posso non essere d’accordo con loro.- disse scrollandosi la mantellina dalle spalle e appoggiandola sul bancone.

 

-Sarà…- aggiunse Fanny.

 

La domenica per il resto passò abbastanza velocemente. Lettie e Martha erano ancora a letto intorno alle 13, ma oramai era diventata un’abitudine per loro. Il lunedì, invece, cominciò piuttosto male. Una pesante pioggia invase Market Chipping, e così nessuno aveva osato mettere piede all’aperto. Sophie era di sopra quando si sentì chiamare.

 

-S..Sophie?! Una visita per te!

 

Scese le scale, noncurante del suo aspetto, quando trovò appoggiato al bancone Howl.

 

-Buongiorno Sophie-disse sorridendo e portandosi i capelli dietro l’orecchio.

 

-Dormito bene?

-S….sì…Buongiorno

- Questa gentile signora mi ha detto di essere tua madre. Non mi avevi detto che lavoravi con lei.

-Veramente non abbiamo proprio parlato io e te-bisbigliò imbarazzata Sophie.

 

-Ti va di andare a fare una passeggiata? Non credo tu sia di turno ora e …Fanny, le dispiace se la rubo per qualche oretta?

-No, si figuri-gli disse Fanny, completamente catturata dal suo sguardo.

 

-No. Mi scusi. Non posso proprio uscire

 

Quello la voleva “rubare”? Ma non esisteva! Solo lei in quel momento tra le due donne poteva comprendere il vero significato di “rubare”, anche se si sentiva parzialmente onorata di aver comunque attirato la sua attenzione.

 

-Ma dai! E’ possibile che la devo sempre pregare?

-Sì Sophie; Vai! Cosa aspetti? Non vorrai farlo attendere, un così bel ragazzo.

 

Così, quasi non fosse consapevole di cosa stesse per fare, salì in camera sua, e si cambiò velocemente per essere quanto meno guardabile. Si infilò un vestitino azzurro che non sembrasse né elegante né sciatto ed un piccolo cappello bianco. Quando riscese, Fanny era intenta a civettare con il Mago e questo confermò a Sophie che le aveva tenuto nascosta la sua identità.

 

-Come siete carina.-disse il Mago.

-Possiamo andare?

-Sì. Ma solo per 1 ora. Se non se lo ricorda, signora, io devo attaccare alle 11 il lunedì.

-E va bene. Arrivederci signor…?

-Pendragon, mi chiami pure Pendragon-

-Arrivederci


 

Quando uscirono dal negozio, Howl prese sotto braccio Sophie.

 

-Hai tenuto nascosto a tutti oltre che alle tue sorelle la nostra uscita di ieri?

-Come fai a sa...ok, oramai non mi stupisco più di niente. E comunque non ne ho parlato con loro. Mi hai riaccompagnata e ti hanno visto, tutto qua

 

Imbarazzata si stringeva nelle spalle per cercare di rendere meno evidenti i brividi che la percorrevano.

 

-Cos’hai? Hai freddo?

-No. No grazie…faccio sempre così-mentì.

 

-Sai, non tutto quello che si dice sul mio conto è vero.

 

Sophiè rimase impietrita dall’ultima affermazione. Aveva capito che tremava di paura. In effetti, cosa credeva? Di poter far passare i suoi pensieri inosservati da un Mago? O quanto meno di raggirarlo con simili idiozie?

 

-Allora, parlami un po’ di te. Da quanto vivi qui? Fanny è tua madre veramente? Dai raccontami un po’.

-Fai sempre così con le tue future vittime?-si lasciò scappare Sophie che si portò velocemente una mano alla bocca.

 

-Te lo ho gia detto. La gente crede solo a quello che vuole credere. Non ti facevo come tutti gli altri.

Rimasero in silenzio per un po’ con il solo suono dei tacchi degli stivali di Howl come rumore di sottofondo.

-Mi dispiace-aggiunse dopo una decina di minuti di silenzio imbarazzante.

 

-Ecco, brava.- disse divertito il Mago.

 

-Allora vuoi parlarmi di te, o vuoi che ti riporti a casa?

 

Suonò quasi come una minaccia, ma Sophie si trovò costretta ad accettare il fatto che dopotutto non gli dispiaceva stare in sua compagnia.

Gli raccontò alcuni piccoli frammenti della sua vita per non essere troppo accomodante e stranamente Howl sembrava seriamente preso dai suoi racconti, cosa che non aveva assolutamente previsto.

-Tu invece? Se dici che quello che dicono è falso …

-Non dico che è falso. Dico che di tutta la storiella solo… alcune parti sono reali.

-Aspetta, quindi cosa sarebbe ver---

-Credo che tu ora debba andare. Mi ha fatto un immenso piacere rivederti e spero sia stato altrettanto per te. Ti prometto che tornerò presto a trovarti. Ho il premesso di farlo?

-Certo.- disse meravigliandosi della sua risposta.

 

-Allora a presto.

 

Fece un altro dei suoi soliti inchini che con un sorriso quasi mozzafiato e si congedò. Sophie rimase di sasso ad osservarlo mentre si allontanava.

Aprì lentamente la porta del negozio ed entrò. Fanny le si gettò contro.

 

-Allora!? Ma è già andato via?- chiese mentre controllava fuori dalle finestre.

 

-Si è andato via.- rispose a mezza bocca per trattenere un sorrisino.

 

-Allora dimmi: ti sei divertita?

-Si, siamo stati bene. Fanny, però, questo non vuol dire che ci frequentiamo. Figuriamoci se uno così si fissa con una …come me.

-Fai sempre così, non ti sopporto più mia cara! E ammetti che sei felice e basta! Tra l’altro arriva proprio a pennello: con un ragazzo così, il famigerato Howl non si avvicinerebbe mai a te!- le disse facendogli l’occhiolino. Sophie cercò di trattenere una risata.

 

-Eh già. Dovrei proprio sentirmi tranquilla.-aggiunse tra una risata e l’altra.

 

-Non so cosa ci trovi da ridere, ma…tanto meglio!

-Senta, io mi vado a fare una bella doccia, poi comincio a lavorare, va bene?

-Ok, ah! Aspetta, siediti un attimo, cara; devo dirti una cosa

-Sì, certo.

 

Si sedettero ad un tavolino al lato della cappelliera più grande.

 

-Dunque, io Martha e Lettie volevamo partire questo pomeriggio.

-P..partire?

-Già. Mentre eri via questa mattina ci è stata recapitata una lettera. La zia Maggie sta male.

 

Con aria interrogativa Sophie scosse il capo.

 

-Immaginavo non la conoscessi. Beh, è una mia vecchia zia che oramai vive tutta sola a un paio di chilometri da qui. Oramai, a quanto ho potuto capire, è terminale.

-Mi dispiace- disse con fare rammaricato.

 

-Grazie. Comunque, avevo pensato che, le tue sorelle sono entrambe single e molto giovani. Lasciarle qui da sole non è il caso. Mi sarei volentieri portata te. Ma mi porterò loro due. Martha si occuperà della casa, Lettie dell’orticello, e io …beh…di lei.

-Capisco

-Poi tu adesso hai questo bel giovane a proteggerti e sei molto più responsabile delle tue sorelle, lo sai. Quindi avevo pensato di lasciarti il negozio e partire con loro. Ovviamente, poi, se gestirlo ti crea troppo problemi, non preoccuparti, puoi anche chiuderlo. Che ne pensi?

 

-Va bene.

 

La zia non la conosceva e liberarsi un po’ della sua matrigna e delle sue sorelle più piccole, anche se le amava; le sembrava quantomeno rilassante.

 

-Allora le vado ad avvertire e cominciamo a preparare i bagagli. Grazie tesoro, ci sei di grande aiuto. Vai pure a farti la doccia se vuoi

 

Non le piaceva pensare male della gente, ma in pochi casi la sua matrigna era stata così gentile con lei.

 

-Ok

 

Salì in camera sua e si fece una lunga e rilassante doccia. Mentre l’acqua picchiettava sulla sua pelle cercava di concentrarsi sul da farsi, ma purtroppo gli occhi di Howl prendevano sempre il sopravvento nei suoi pensieri. La preoccupava un po’ rimanere da sola con quel Mago intorno ma tanto, decisa che la sua vita non avrebbe mai avuto un pizzico di avventura, adesso che poteva averne perché rinunciarci?
Si asciugò frettolosamente i capelli lasciando alcune ciocche ancora umide. Raccolse i capelli nella solita treccia lunga e si infilò un vestitino da casa e il solito grembiule bianco. Intanto per il resto dell’abitazione si sentivano vari rumori. Lettie e Martha, 15 e 16 anni , erano dei veri terremoti. Quando Sophie mise il naso fuori dalla stanza una piacevole brezza percorse il suo viso ancora accaldato dal vapore.

 

-Volete una mano nel fare i bagagli?-urlò

 

-No grazie sorellona, io e Lettie credo che useremo la stessa valigia tanto siamo uguali-gridò di rimando Martha.

 

-Non esiste proprio! Io non te li presto i miei vestiti!-replicò Lettie. Ridendo poi Sophie le raggiunse nella loro stanza.

 

-Su, non fate troppo baccano.

-Senti miss ho un ragazzo fico io non ti voglio più vedere!

-Che ho fatto adesso!?-piagnucolò Sophie

-Quel tipo che ti ha preso oggi era proprio n gran fico! E io non riesco a trovare un 15enne decente!

-I 15enni non sono mai neanche lontanamente carini, sono in fase di crescita! Comunque sbrigatevi così prima levate le tende, prima pulisco.

-E prima te ne vai con il tuo principino!

-Piantala!

 

Cominciarono a scaraventarsi i cuscini del letto di Martha che infuriata le seguiva per tutta la stanza. Una vola finiti i bagagli poi si abbracciarono più volte e si salutarono definitivamente.

Sophie rimase sola nel negozio a contemplarlo.

Erano le 3 e mezza, le rimaneva ancora un’ora per rilassarsi prima di attaccare a lavorare.

Si mise a rassettare merletti e nastrini e a posizionarli impeccabilmente in ordine nei cassetti dietro il bancone da lavoro nel retrobottega. Ad un tratto udì il campanellino della porta.

 

-Siamo chiusi!-urlò dal retro.

 

-Ah! Va bene allora…

 

Riconobbe quella voce e corse nel negozio.

 

-Howl!

-No, no me ne sto andando mi dispiace-disse ironicamente portandosi alla porta

 

-Fermo! Dai!

 

Il mago rimase immobile a guardarla

 

-Sola?

-Eh già. Sono dovute partire in fretta per una vecchia zia

-Oh, mi dispiace

-E di cosa? Non lo sapevi!

-Ti va di venire a fare un giro con me?

-Certo ma ho solo una 40ina di minuti

-Beh almeno stiamo un po’ insieme.

 

Il cuore di Sophie sussultò. Perché era felice!? Lui faceva così con tutte le ragazze probabilmente, lei non era assolutamente diversa dalle altre.

           

-Aspetta un secondo che arrivo mi cambio velocemente

-Per me sei bella anche così

 

Sophie rimase immobile e arrossì violentemente mentre il Mago piano piano le se avvicinava.

 

-Andiamo?

 

-EH?....cioè S..sì- sorrise imbarazzata. Prese la borsa,  chiuse il negozio a chiave e Howl la prese sotto braccio.

 

*

 

-Allora…visto che bella giornata oggi?

-Bellissima, adoro le giornate così. Howl posso farti una domanda?

-Sei consapevole che potrei mentirti o semplicemente non risponderti?

-Sì

 

Sorrise divertito

 

-Dimmi pure

-Mi mangerai il cuore?

-Cosa?! Accidenti ma come faccio a dirti che non devi credere a tutto quello che dicono di me?

-Ma tu dici solo una parte! Qual è quella vera?

 

Continuò a camminare senza rispondere, come lei aveva immaginato che avrebbe fatto.

 

-Posso porti un’altra domanda?

-Dipende. Se è come quella di prima, ti consiglio di evitare, potrei perdere le staffe

-Ok.

 

Rimase in silenzio

 

-Dai cosa vuoi sapere?

-Dove vivi?

- Ovunque mi capita

-Cioè traslochi spesso?

- Non proprio. Il mio castello si muove.

- Ah.

-Sconvolta?

-No. Mi ci sto abituando a tutta questa storia della magia

- Bene. Cosa ti piace di questo posto?-detto questo, si fermarono.

-Di Market Chipping?

 

-No. Di questo- con il dito indicò il giardino dove si erano incontrati.

 

-E’ rilassante. Ci sono fiori bellissimi e…non so il fatto che la proprietaria lo lasciasse libero a tutti e nessuno ci andasse… lo consideravo uno spreco -


- Capito

- E tu come mai eri lì?


- Ti aspettavo-

-C…cosa?

-Ti aspettavo. Sei arrivata anche in ritardo direi.

Stranita lo fissava mentre lui non cessava di guardare il giardino.

 

-Su, entriamo.- aprirono il piccolo cancelletto.

 

-Hai ragione è proprio bello.

-Già…- disse Sophie inspirando il profumo dei fiori.

 

-Hai portato il tuo libro?

-Quello che leggevo quan…

-Sì quello.

- S…sì…è sempre nella borsa, non lo tolgo mai.

-Vieni, sediamoci.

 

Si sedettero sulla panchina “di Sophie” mentre lui la teneva stretta a sé.

 

-Dunque, di cosa parla?

- Bhè…non lo conosci “Piccole Donne”?

- No.

- Ok. Va bene …allora sono quattro sorelle e le loro avventure.

-Interessante-disse in maniera sarcastica

 

-Tu leggi?

-Mai

-Ah ecco allora non parlare-gli fece la linguaccia

 

-Non ne ho tempo. Se leggo, leggo solo libri istruttivi

-Come ti va! Sono i più noiosi!

-Esatto. Tranquilla, leggi pure.

 

Cominciò a leggere la pagina duecentotrentacinque, sulla quale oramai era ferma da parecchi giorni. Ogni volta che cercava di andare avanti con la lettura, trovava sempre un motivo per smettere o comunque qualcosa da fare che in qualche modo la distogliesse dal continuare. Grattava delicatamente con l’indice l’angolo destro del libro, mentre percorreva con lo sguardo quelle frasi davanti a sé come se stesse leggendo un manoscritto greco, facendole scorrere senza intonazione e …senza carpirne il senso. Howl aveva chiuso gli occhi e aveva lasciato dolcemente cadere all’indietro la testa, facendo scivolare la sua salda presa su Sophie, dal suo collo fino alla  spalla sinistra. Un piccolo brivido la percorse e, cercando di mascherare l’effetto suscitato da quel gesto, continuò imperterrita a tenere il volto rivolto verso il libro. Poi d’un tratto si arrestò. Si soffermò ad osservare ogni piccolo centimetro di quella pelle perfetta che costituiva il viso del Mago. Piegò lievemente la testa quando Howl aprì lentamente gli occhi che prima scrutavano  il cielo verso il quale erano rivolti, e che poi si fermarono sullo sguardo della fanciulla, la quale era diventata di una gradazione un po’ più scura del color porpora.

 

-Scusami Howl non volev--

 

Prima che potesse finire quella frase, il Mago pose le sue labbra su quelle di Sophie. Un bacio lento, dolce. La ragazza sgranò gli occhi, rimanendo a guardare i capelli biondi del ragazzo che erano vorticosamente scompigliati dal vento. Il giovane portò l’altra mano all’altezza del fianco della ragazza per poterla stringere di più a sé, quando improvvisamente la ragazza si tirò in dietro.

 

-Scusami-le disse.

 

-…Ma… non ho saputo trattenermi…

Sophie continuava a scrutare i suoi occhi con un viso stranito, anche se un piccolo sorriso appena accennato era apparso al lato destro della sua bocca.

-Forse …forse è meglio che torni al negozio.- sussurrò con appena un filo di voce.

-Ok..- replicò infine il Mago, riportando il braccio sotto il mantello. Si alzarono, ma questa volta Howl la lasciò camminare da sola. Mentre percorrevano il tragitto, il cuore della ragazza aveva preso a battere come solo rare volte nella sua vita era successo. Temeva che palpitasse così forte che forse anche il suo accompagnatore se ne sarebbe accorto. Arrivarono poi davanti alla porta; ecco il momento che aveva temuto.

 

-Allora…spero…beh per prima…spero di non essere stato troppo…spontaneo?

-No, no …anzi…

-Bhè allora credo sia ora che vada. Buona giornata, Sophie.

-Anche a te, Howl.

 

Il Mago si girò su se stesso. Ma, proprio quando stava per cominciare ad incamminarsi, Sophie lo afferrò per il mantello e portò il suo viso a qualche centimetro di distanza dall’altro. Poi, senza ripensarci due volte, prese coraggio e lo baciò. Le mani di Howl la afferrarono per i fianchi, questa volta più saldamente per evitare che si riallontanasse, mentre quelle di Sophie avevano circondato il suo collo. Erano lì, l’uno aggrappato all’altra senza la minima voglia di lasciarsi. Ad un tratto lei ritrasse il viso. Le labbra del mago si aprirono in un sorriso mozzafiato e sfregò il suo naso contro quello di Sophie, continuando a tenerla stretta a sé.

 

-Mi manderai ai matti tu- le sussurrò. Lei sorrise, dopodiché lo lasciò definitivamente andare.

 

-A domani.

-Stasera non puoi passare?- aggiunse lei, con un sorriso sfacciato.

 

-Mi dispiace, ma…ho delle faccende da sbrigare.

-Ok- piagnucolò.

Lui allora le fece un cenno con la mano e le accarezzò il braccio.

 

-A domani, piccola.

 

Lo vide allontanarsi e rientrò nel negozio. Sorridendo lasciò cadere a terra la borsa, girò il cartello all’interno che segnava “aperto” e si posizionò dietro il bancone.  Ad un tratto un strana signora entrò.

*

Ok ragazze/i! Il primo capitolo si conclude qui :) spero vi sia piaciuto e se siete arrivati fin qui forse è così *-* Grazie  mille in ogni caso! Un bacio, al prossimo chap!

  
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