Mi volto e lo vedo. I suoi bellissimi riccioli castani sono come al solito in disordine, li adoro.
Noto che è stanco e si capisce che non è stata un'idea sua alzarsi presto stamattina...
Indossa una camicia spiegazzata scura, d'altra parte non l'ho mai visto indossare qualcosa di più chiaro del marrone.
La camicia è sbottonata e si vede il suo petto magro, ha dei vecchi pantaloni sformati color kaki, i piedi nudi.
Mi si avvicina e mi da un bacio, non mi sfiora solamente le labbra come farebbe un qualsiasi maritino, mi bacia in modo sincero.
Mentre mi bacia, ho un flashback della notte scorsa: la sera ero tornata dal lavoro molto stanca, lui stava scrivendo al suo inseparabile computer portatile e non staccava gli occhi dal monitor. C’ero abituata, perciò ero andata in camera e mi ero cambiata, mi ero seduta sul letto e avevo cominciato e fissarlo.
Poi avevo sussurrato: " Ti amo".
Lui aveva alzato gli occhi e mi aveva guardato stupito, lo capivo, non gli dicevo spesso che lo amavo perché non mi piacevano le smancerie.
Poi aveva delicatamente posato il sigaro nel portacenere, aveva chiuso il monitor del computer e si era avvicinato.