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Autore: MariaEfp    09/05/2012    0 recensioni
Mi volto e lo vedo. I suoi bellissimi riccioli castani sono come al solito in disordine, li adoro.
Noto che è stanco e si capisce che non è stata un'idea sua alzarsi presto stamattina...
Indossa una camicia spiegazzata scura, d'altra parte non l'ho mai visto indossare qualcosa di più chiaro del marrone.
La camicia è sbottonata e si vede il suo petto magro, ha dei vecchi pantaloni sformati color kaki, i piedi nudi.
Mi si avvicina e mi da un bacio, non mi sfiora solamente le labbra come farebbe un qualsiasi maritino, mi bacia in modo sincero.
Mentre mi bacia, ho un flashback della notte scorsa: la sera ero tornata dal lavoro molto stanca, lui stava scrivendo al suo inseparabile computer portatile e non staccava gli occhi dal monitor. C’ero abituata, perciò ero andata in camera e mi ero cambiata, mi ero seduta sul letto e avevo cominciato e fissarlo.
Poi avevo sussurrato: " Ti amo".
Lui aveva alzato gli occhi e mi aveva guardato stupito, lo capivo, non gli dicevo spesso che lo amavo perché non mi piacevano le smancerie.
Poi aveva delicatamente posato il sigaro nel portacenere, aveva chiuso il monitor del computer e si era avvicinato.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Socchiudo le palpebre, non so che ore sono ma non m’importa un granché... nella stanza c'è la solita atmosfera: luce soffusa, l'odore acre di un tipo di tabacco indiano... adoro l'atmosfera di questa stanza. Mi stiracchio un po', vorrei tornare a sonnecchiare ma devo andare al lavoro. Mi alzo mi trascino fino in bagno con le lenzuola a mo’ di vestito perché odio sentirmi nuda; fin da quando ero piccola, ho sempre avuto un pudore esagerato ma non ci posso fare niente. Torno in camera un po' più lucida. " Ho fatto il caffè. E' sul tavolo. Mi sono alzato presto e non volevo svegliarti.”. Mi volto e lo vedo. I suoi bellissimi riccioli castani sono come al solito in disordine, li adoro. Noto che è stanco e si capisce che non è stata un'idea sua alzarsi presto stamattina... Indossa una camicia spiegazzata scura, d'altra parte non l'ho mai visto indossare qualcosa di più chiaro del marrone. La camicia è sbottonata e si vede il suo petto magro, ha dei vecchi pantaloni sformati color kaki, i piedi nudi. Mi si avvicina e mi da un bacio, non mi sfiora solamente le labbra come farebbe un qualsiasi maritino, mi bacia in modo sincero. Mentre mi bacia, ho un flashback della notte scorsa: la sera ero tornata dal lavoro molto stanca, lui stava scrivendo al suo inseparabile computer portatile e non staccava gli occhi dal monitor. C’ero abituata, perciò ero andata in camera e mi ero cambiata, mi ero seduta sul letto e avevo cominciato e fissarlo. Poi avevo sussurrato: " Ti amo". Lui aveva alzato gli occhi e mi aveva guardato stupito, lo capivo, non gli dicevo spesso che lo amavo perché non mi piacevano le smancerie. Poi aveva delicatamente posato il sigaro nel portacenere, aveva chiuso il monitor del computer e si era avvicinato. Era da tanto che non facevamo l'amore così e mi ricordò il nostro primo incontro e il motivo per cui mi ero innamorata di lui. Non scorderò mai le cose che mi aveva sussurrato quella notte e non mi pentirò mai delle cose che avevo sussurrato a lui. Sorrisi. Lo amavo. Socchiusi le palpebre e trovai i suoi begli occhi scuri a fissarmi, avevamo pensato la stessa cosa, ricominciai a baciarlo. Si staccò per tornare a lavorare ma io avevo ben altri piani per noi due! Mi avvicinai e lui cominciò a ridere. Mi risvegliai verso sera e il mio primo pensiero fu: "Sono appoggiata al suo petto, se dovessi morire in un modo." Lui mi accarezzò i capelli e mi diede tanti tanti baci. "Mmmh" sospirai e lo guardai mentre si accendeva il suo adorato sigaro. Il nostro primo incontro fu perfettamente normale: io ero l'allieva e lui il maestro. Era da tanto che frequentavo quel corso di sassofono ma quell'anno il mio maestro si era preso un anno sabbatico (credo fosse andato in Tibet o in qualche paesino sperduto della Cina). Entrai nella stanza e mi trovai davanti ad un uomo distinto, in un secondo momento mi accorsi che doveva avere al massimo cinque anni più di me. Sembrava più vecchio della sua età ma era molto, MOLTO affascinante. Aveva una bella pelle scura, un po' di barba, era da un po' che non se la tagliava ma gli stava bene. Era di schiena e avevo avuto l'occasione di ammirare il suo fisico slanciato, addirittura un po' troppo magro. Mi colpì com’era vestito: camicia color mogano, pantaloni beige e un cappotto in tinta; si vedeva che aveva gusto. Stava lucidando il suo sassofono e per fargli capire che ero arrivata dovetti schiarirmi la voce piuttosto rumorosamente; lui si girò lentamente. Mi guardò e il suo sguardo s’indurì leggermente e questo mi turbò. La prima lezione fu tranquilla, addirittura un po’ noiosa. Uscimmo a bere un caffè in una caffetteria semi-sconosciuta un mese dopo, mi ricordo che mentre m’invitava aveva un tono gentile e appena un po' speranzoso. Il pomeriggio fu fantastico e capì subito che mi sentivo davvero BENE con lui... bevemmo due caffè al ginseng e delle brioche favolose... imparai che era un tipo schietto, onesto e alle volte brusco ma mi piacque anche per questo. Cinque giorni dopo lo invitai a cenare a casa mia, arrivò e portò una sacher stupenda. Dopo cena preparò due caffè alla nocciola buonissimi... Parlammo e ridemmo tantissimo, poi ci baciammo a lungo... Fu una notte favolosa e la mattina dopo sapevo di essere innamorata cotta. Che dire di più? Adesso viviamo insieme e abbiamo un bulldog che si chiama Diablo. Vita perfetta, uomo perfetto, direte. Sì, però non crediate che il mio amore abbia un carattere facile: è gentile, intuitivo e affidabile ma anche brusco, cinico e fa un uso efficace dell'ironia, soprattutto del sarcasmo. Credo che possa essere temibile come nemico ma con le persone a cui vuole bene, è semplicemente adorabile. Oggi ho scoperto che non ama le sorprese. Come? Vi riassumo la discussione di stamattina: “Tesoro?” “Sì, cara?” “Ehm, come dire…sono incinta” “Oh cazzo” Già, cazzo, e adesso cosa succederà?
  
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