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Autore: Aelle Amazon    09/05/2012    8 recensioni
Percy cerca di distrarre Annabeth dal mostro chiamato computer. La figlia di Atena accetterà di farsi distrarre? Ovviamente, tutto dipende dal modo.
Primo tentativo di scrivere una Percabeth. Dedicato a Soni Sapientona con tutto il mio affetto!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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spruzzi d'acqua
Spruzzi d’acqua
 
 
Davanti allo schermo del computer dorato donatole da Dedalo, Annabeth si mangiucchiava un’unghia. Nemmeno la sua intelligenza era riuscita a concepire progetti interessanti come quelli di Dedalo. Già comprendere alcune di quelle invenzioni era un enorme passo avanti, ma aveva davanti ancora molta strada da fare.
L’unghia si ruppe di colpo e Annabeth concentrò la propria attenzione su di essa. La fissò con espressione torva e poi tornò a guardare il computer. Aveva altre cose da fare piuttosto che stare dietro ad un’unghia pericolante. Era un lavoro da figlia di Afrodite, quello, non da figlia di Atena.
-Toc, toc. Si può?-
Percy entrò nella cabina sei come se fosse la sua. Un tuono alquanto minaccioso rombò in lontananza, ma ormai il ragazzo aveva imparato a non farci caso. Non era un fan di Atena, ma amava la figlia della dea più della sua stessa vita. Prima o poi Atena avrebbe dovuto accettarlo. Poseidone si era già messo il cuore in pace.
Annabeth si alzò dalla sedia di scatto e gli andò incontro. –Percy!Cosa ci fai qui?-
-Sono venuto a salvarti dal nemico-
Annabeth sembrò non capire perché inarcò un sopracciglio.
-Il computer- specificò Percy –Perderai la vista se vai avanti così-
Le accarezzò i capelli e vi posò sopra un bacio delicato, mentre la ragazza cominciava a sorridere. Non voleva staccarsi da quell’abbraccio perciò, quando Percy fece per allontanarsi, lo strinse a sé ancora di più e mugolò, soddisfatta.
Percy ridacchiò. –Com’è che non mi lasci andare?-
-Smettila- mugugnò Annabeth strofinando il naso contro la sua maglietta –Sei venuto a distrarmi, no? Allora provaci-
Percy si portò una mano alla fronte. –Agli ordini, capitano!- rise e si staccò dall’abbraccio, mentre Annabeth protestava. Si posizionò ad una distanza di quattro passi dalla ragazza e lì si fermò.
-Cosa stai facendo?- Annabeth fece per avvicinarsi, ma lui non glielo permise.
-Ti distraggo-
Annabeth ebbe cinque secondi di tempo per realizzare, poi Percy si fiondò fuori dalla cabina numero sei. –Prendimi!- le gridò, dileguandosi sotto il sole del pomeriggio.
La ragazza non se lo fece ripetere un’altra volta.  Con uno scatto felino partì all’inseguimento del suo ragazzo. Faceva ancora fatica ad abituarsi a quel piccolo particolare, ma non le sembrava strano come ai primi tempi. Ormai erano la coppia dell’anno e secondo la cabina numero dieci la più bella e tenera che si fosse mai vista.
Erano arrivati al lago e quando Annabeth fu ad un soffio da lui, Percy si tuffò in acqua, sparendo sotto la superficie azzurra con una risata cristallina. Annabeth, invece, strillò per la frustrazione, sbattendo un piede a terra. Sempre così. Finiva sempre così!
Si chinò sul molo e toccò col naso l’acqua. –Percy, vieni fuori da lì. Subito- provò ad apparire autoritaria, con scarso successo. Il ragazzo rimase negli abissi, sicuramente a ridere come un matto.
-Percy, mi sto stufando! Ora me ne vado!-
Aspettò giusto un po’ per vedere se tornava a galla. Ovviamente no. Come aveva anche solo potuto pensarlo?
Sbuffò, rialzandosi, e fece per andarsene. Ma una mano umida si serrò attorno al suo polso e la tirò indietro, facendola irrimediabilmente cadere in acqua. Agitò braccia e gambe, cercando di tornare in superficie, ma fu inutile.
Quando i polmoni cominciarono a farle male, Percy la baciò e lei poté respirare di nuovo. La riportò alla luce del sole e premette la fronte contro la sua, ansimando.
-Non dire mai più che te ne vai via da me- era serio, terribilmente serio, ma aveva un qualcosa negli occhi che le fece  capire che Percy aveva seriamente avuto paura che lei se ne andasse.
Gli regalò uno dei suoi sorrisi più belli. –Mai più- gli promise, baciandolo di nuovo.
 
 
Note:
La prima Percabeth! Sono strafelice, anche se non è uscita un granché. Io ce l’ho messa tutta.
QUESTA STORIA E’ DEDICATA A SONI SAPIENTONA! Ti voglio tanto bene!
Bene, spero che vi piaccia. E spero che piaccia anche a te, Grande Soni.
Baci,
Aelle
  
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