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Autore: timscrivello    09/05/2012    0 recensioni
Daniele Diaz è un poliziotto che ha sempre desiderato una vita facile, casi semplici e un percorso in cui il traguardo è una pensione presa facilmente. Ma arriva il caso della sua vita. Una corsa contro il tempo, una maledizione, e un serial killer.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cinque giorni prima della fine del mondo
 
Francesco Ruppo se ne stava sdraiato nel sedile posteriore della sua Panda di seconda mano, era riuscito ad avere il permesso di parcheggiarla vicino alla scena del crimine.
Non era il capo della scientifica, ma comandava lui. Era un bell'uomo e tutti pendevano dalle sue labbra, tutti lo ascoltavano e facevano in modo di accontentarlo in qualsiasi situazione.
Si massaggiava le tempie e pregò Dio di farlo sognare, ma riuscì solamente a pensare.
Marta Muzu frequentava il liceo scientifico e ogni pomeriggio andava al corso di recitazione; Sabato non ritornò a casa. Domenica mattina fu trovata vicino casa sua, dietro una siepe, il corpo esanime e profanato.
Cellulare e vestiti scomparsi nel nulla. Non possedeva un computer, quindi non trovarono nessun indizio. Stando ai genitori, nessun cambiamento d'umore.
Neanche una pista.
Giulia Cresti era all'ultimo anno delle medie, non era popolare, a scuola stava sempre in disparte, molti suoi compagni di scuola non la ricordavano e i compagni di classe si limitarono a dire che non parlava con nessuno o quasi, non aveva contatti con loro al di fuori della scuola.
Ogni tanto usciva di casa ma i genitori non sapevano dire dove potesse andare.
Ritrovata sempre vicino casa, sotto un cespuglio l'indomani della sua scomparsa.
Anche per lei cellulare e vestiti scomparsi nel nulla. Aveva un computer ma a parte qualche film piratato e qualche canzone non c'era niente di significativo.
Zero piste.
Il Caso di Giulia Cresti fu un fulmine a ciel sereno. La polizia di Lapizea non aveva mai avuto a che fare con un assassino seriale e tutti erano molto confusi.
Poi, d'un tratto, arrivò la bomba.
Chiara Diaz, quattordici anni, figlia di Daniele Diaz, poliziotto.
Cinque giorni prima questa notizia fece rabbrividire tutti. Se indagare su un Serial Killer era già difficile, indagare sulla morte di una persona così vicina dava il voltastomaco.
Chiara Diaz era scomparsa ed era stata ritrovata nello stesso modo delle altre due ragazze.
Nessuna pista.
Daniele, da poliziotto sobrio, divenne un alcolizzato in pochi giorni. Quando ti si avvicinava non sentivi più quell'odore lieve di dopobarba, o di dentifricio alla menta. Ormai quel poliziotto marcio odorava di sporco e di alcool.
Pensava al decadimento dell'amico quando tamburellarono in un finestrino.
Francesco si destò, vide che dall'altra parte del vetro opaco c'era Diaz che sorrideva, dopotutto.
Non si salutarono, non lo facevano ormai da molto tempo, era un segnale di dura e duratura amicizia.
Diaz cominciò a seguire Ruppo, anche se non ne aveva bisogno, aveva già individuato il cadavere, messo in bella mostra, non nascosto da un minimo filo d'erba, né da un albero secolare.
- Vedi tutto questo sangue?- Domando' Ruppo.
- Sì, che significa?-
- Non fosse stata morta, non sarebbe uscita una così vasta quantità di sangue...-
- E' stata violentata?- Lo interruppe Diaz.
- Non da viva.-
A quella risposta Diaz rabbrividì, voleva trovare un briciolo di umanità in quel mostro, voleva sapere se un giorno sarebbe riuscito a perdonarlo, o se potesse provar dolore ma non riusciva a trovare uno spiraglio di luce in quella bestia.
Si mise a piangere e si allontanò dal corpo che cominciava ad emanare un odore acre; Poi si accorse di qualcosa. Qualcosa che non lo convinceva.
Era passato da quella strada un sacco di volte, cosa c'era di diverso?
Si voltò e lo vide.
- Dove sono le siepi?- Domandò Diaz.
Ruppo sussultò.
- Le ha sdradicate il padre, un momento di follia...-
- Non voleva che nessuno nascondesse sua figlia sotto qualche siepe.- Concluse Diaz.
Ci fu un momento di silenzio.
- Sempre la stessa ombra, vero?- Domandò infine Diaz.
- Sempre la stessa ombra.
 
  
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