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Autore: ___haruhi    09/05/2012    2 recensioni
La storia parla di un piccolo triangolo amoroso ed è ispirata al programma "You're my oppa" al quale gli Infinite avevano partecipato agli esordi.
Non è la prima storia che scrivo ma è la prima che pubblico, spero sia di vostro gradimento.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Our love is Infinite.

Era ormai passato un mese da quando vivevo con gli Infinite, sette bellissimi ragazzi. Sembrava di vivere in un harem. Un harem fatto non di sentimenti di plastica, ma di sentimenti veri e propri. Bisognava essere caute a non far cadere nessuno di quei sette capolavori, a non macchiarli, a non calpestarli. Anche loro erano persone. Anche loro potevano amare ed odiare. Non erano fatti di sola bellezza. Il traballare di uno metteva in crisi gli altri sei. Mentre lo scontrarsi di due poteva davvero dividere gli altri cinque. La prudenza era la chiave per evitare tutto. Purtroppo, io me ne accorsi troppo tardi.
Svegliarsi con l’alito cattivo e la voglia di morire e trovarsi davanti questi sette capolavori che ti augurano una buona giornata facendoti trovare il caffè pronto: pensavo che sarebbe stata così la mia vita quando mi proposero di partecipare a quel programma. Ero stata “adottata” per così dire. Già dalla prima mattina capii che non sarebbe stato come mi immaginavo. Loro non sorridevano la mattina. Avevano anche loro l’alito cattivo. Avevano anche loro voglia di morire. Ma il caffè lo preparavano. Uscivano quasi tutti i pomeriggi. Dovevano registrare per la radio e per la tv, rilasciare interviste e foto e così via. Io molte volte rimanevo a casa, a pulire, leggere, navigare su internet. Le prime settimane furono davvero calme. Ero la loro sorellina, mi coccolavano e mi aiutavano con i miei problemi perché mi vedevano piccola ed indifesa. E per me erano i miei fratelloni. Vedevo i loro lati peggiori, non erano più perfetti ai miei occhi. Mangiavo con loro, dormivo con loro. Eravamo come una vera famiglia. Scherzavamo, non c’era mai stata un’atmosfera tesa, sin dal primo giorno. Iniziai ad avere un bel rapporto anche con le loro fan. Cosa accadde di sbagliato?
-Martina! Avevi detto che mi avresti aiutato a mettere in ordine la camera, vieni qui!- urlava Sunggyu dalla sua stanza.
-Però avevi detto che avresti aiutato anche me per preparare il pranzo.- brontolava Woohyun, affianco a me. Credo che così iniziò tutto. Due capricci, non capivo quale soddisfare prima.
Sunggyu uscì dalla sua stanza. Mi guardò e ripeté che dovevo aiutarlo. Guardai Woohyun con fare implorante, chiedendogli di lasciarmi libera. I due si guardarono in cagnesco. L’uno diceva “no, l’ha promesso prima a me” e l’altro “no, prima a me”. Io rimanevo lì, in piedi a non pensare. Dongwoo e Hoya uscirono dal nulla. Il primo si appostò vicino a Woohyun e Sunggyu chiedendogli cosa avremmo mangiato per cena, il secondo, Hoya, mi prese per il polso e mi portò in camera sua. Ci sedemmo sul letto e sospirai con fare arreso.
-Stanno litigando ancora per causa tua?- chiese lui. Era il mio consulente. Mi aiutava sempre. Soprattutto da quando Woohyun e Sunggyu erano diventati così irascibili tra di loro. Se non ci fossero stati lui, Dongwoo, Myungsoo, Sungjong e Sungyeol sarei morta.
-Sì, a quanto pare. Cosa gli prende?- Hoya mi fissò e rimase in silenzio. In quel momento entrarono Myungsoo, Sungyeol e Sungjong. Mi guardarono con un lieve sorriso, come se si volessero scusare. Si sentivano ancora le urla dei due litiganti con le risate di Dongwoo che cercava di calmarli. Litigavano per cose marginali e finivano con l’insultarsi, dicendosi cose orribili. La cosa aveva insospettito tutti. Loro erano sempre stati i più uniti. Si dicevano tutto, si fidavano l’uno dell’altra ma ora non riuscivano neanche a stare nella stessa stanza.
-Dovrebbero smetterla, sono diventati insopportabili.- disse Myungsoo.
-Non ancora capisco il motivo dei loro litigi. Ci deve essere un grande motivo sotto per litigare così tanto.- aggiunse Sungjong. Hoya sembrava l’unico ad aver capito tutto e a quanto pare anche Dongwoo, visto che li faceva sempre smettere. Anche questa volta, infatti, ci venne a chiamare in camera, dicendoci che era tutto finito. Io rimasi lì, in camera di Hoya, Sungyeol e Sungjong. Dongwoo entrò poco dopo.
-E’ meglio se non ti fai vedere da quei due per un po’- rise. Rideva sempre. Era davvero bellissimo. Dentro di te nasceva uno strano istinto che ti portava a sorridere di rimando, anche se avevi il morale sotto terra. Così risi anche io. Rimanemmo in camera a parlare fino a quando non ci chiamarono. Con Dongwoo parlavo davvero tanto. Mi trovavo bene con lui. In realtà mi trovavo bene con tutti, anche con Woohyun e Sunggyu quando erano soli.
Uscii dalla camera e mi recai in cucina. Woohyun stava finendo di cucinare. Sembrava molto calmo, diversamente da prima. Sentì i miei passi e si girò verso di me. Mi sorrise e mi chiese di aiutarlo a tagliare la cipolla. Iniziai a tagliare. Sentivo il suo sguardo su di me.
-Non tagli bene.- disse serio. Venne dietro di me. Mi prese le mani e iniziò a farmi tagliare come voleva lui. Lasciavo che le mie mani venissero comandate lui. Ero rilassata perciò lui fece quello che voleva. Quando finimmo di tagliare mi guardò negli occhi. Fisso.
-Perché non ti fai sempre guidare da me?- lo guardai anche io negli occhi. Fisso. Sorrisi senza capire cosa volesse in realtà da me e andai in sala. Lasciandolo solo.
Quella sera Sunggyu non mangiò con noi così io presi un po’ di avanzi di nascosto da Woohyun e glieli portai in camera, che era anche camera mia. All’inizio dormivo sola in quella stanza, ma da quando aveva litigato con Woohyun si era trasferito, visto che nelle altre camere non c’era più posto. Lo trovai steso per terra, sul materasso. La luce della luna entrava dalla finestra e i suoi occhi guardavano fuori, verso le stelle, verso l'universo e l'infinito. Quando entrai si svegliò dai suoi pensieri e mi guardò. Si mise a sedere con le gambe incrociate e mi fece uno dei suoi bellissimi sorrisi. Ma non era solo la sua bocca a ridere, anche i suoi occhi ridevano. Mi sedetti affianco a lui e lo guardai mangiare. Era un’altra persona. Quando era con Woohyun cambiava radicalmente. Quando finì mi iniziò ad accarezzare con forza la testa.
-La mia sorellina è sempre così premurosa!- rise. Mi mise il braccio attorno al collo e mi fece cadere sul materasso con lui. Eravamo allungati in obliquo, sul mio e sul suo letto, il suo braccio sotto il mio collo e la sua mano rimanente attorcigliata alla mia. Mi annusava i capelli e mi baciava la nuca. Ero confusa. Era normale per me questo trattamento, ma oggi lo faceva con più passione. Davvero era solo perché mi vedeva come sua sorella? Alzai gli occhi verso di lui. Vedevo solo il suo mento e il suo naso. Non potevo guardarlo negli occhi. Non capivo la sua espressione.
-Tutto questo, cosa significa?- chiesi con voce tremante.
-…- rimase in silenzio, poi prese un grande respiro.
-Sei mia sorella, perciò ti tratto così.- mi alzai di scatto da quella posizione. La verità era che quelle parole mi ferivano. Non volevo essere sua sorella.
-Non sono veramente tua sorella!- urlai. Anche lui si era alzato. Ora eravamo uno di fronte all’altro. Poco distanti, ma sembrava che non potessi toccarlo.
-Devi esserlo…per tutti.- nei suoi occhi si poteva leggere l’essenza della tristezza. Sembrava rassegnato, impotente, sconfitto. Lo guardai senza capire. Vederlo così faceva stare male anche me, così aprii la porta della camera ed uscii di casa. Sentii le voci degli altri che mi chiedevano dove stessi andando ma non risposi. Iniziai a camminare senza una meta. Non capivo cosa mi prendeva. Non capivo cosa gli prendeva. Non capivo. Sentii il rumore di passi dietro di me. Qualcuno stava correndo. Mi girai. Dongwoo si era fermato e mi fissava da poco lontano. In lui vidi dolcezza. Gli corsi incontro e lo abbracciai. All’impatto con il suo petto le lacrime iniziarono a scendere. I grilli cantavano. Le stelle brillavano. La luna era lì, a rassicurarti che sarebbe arrivato un giorno migliore. Ed io piangevo e non capivo. Lui mi accarezzava i capelli. Non parlammo ma lui capii tutto. Capì cose che io stavo capendo piano piano. Perché Sunggyu mi faceva così male? Mi piaceva? Provavo qualcosa di grande per lui? Dongwoo l’aveva capito. Il mio pianto gliel’aveva fatto capire. Così a lui rimaneva solo il consolarmi. Ero stretta tra le sue braccia. Alzai la testa per asciugarmi le lacrime e dietro Dongwoo vidi Woohyun e Sunggyu. Avevano la stessa espressione sul volto. Ci guardavano come se stessimo commettendo un grave reato. Iniziarono a correre verso Dongwoo. Lui mi spinse via. E li vidi. Il pugno chiuso di Woohyun atterrare sulla guancia di Dongwoo. La gamba tesa di Sunggyu dargli un calcio. Urlai. Si girarono verso di me. La loro espressione da cattiva si tramutò in sbalordita. Woohyun si guardò il pugno, mentre Sunggyu fissò Dongwoo allungato per terra. Scapparono via, insieme. Mi diressi verso il ferito. Aveva già l’occhio un po’ gonfio ma riusciva a camminare per bene. Andammo in un super market a prendere del ghiaccio e ci sedemmo su una panchina, nel parco più vicino. Non potevamo tornare nel dormitorio così. Tutti avrebbero fatto troppe domande.
-Hai capito ora?- chiese lui.
-Capito cosa?-
-Perché hanno fatto tutto questo.-
-Non credo di aver afferrato…sono diventati un enigma per me.- rise. Questo mi scaldò il cuore.
-Iseul, sei davvero troppo innocente. Piaci a tutti e due, solo che loro non sanno gestire la cosa. Credo che stare un po’ da soli gli farà bene. Vedi? È un bene che mi abbiano picchiato.- rise ancora. Era incredibile. C’era del buono in tutto per lui. E se non lo trovava al primo colpo, continuava a cercare. Sentimmo un rumore di foglie scricchiolanti. Mi girai. Vidi Woohyun e Sunggyu, uno vicino all’altro. Sorridenti. Woohyun disse che Sunggyu doveva parlarmi. Così mi prese la mano, mi alzò e lui prese il mio posto iniziando a scusarsi con Dongwoo. Andai verso Sunggyu che mi guardava sorridendo, con dolcezza e allo stesso tempo con mortificazione. Appena gli fui vicina iniziò ad accarezzarmi i capelli. Iniziò ad avvicinare il mio viso al suo. Iniziai a farmi trasportare dai suoi movimenti. Iniziai ad assaporare le sue labbra. Iniziai ad assaporare il bacio che avevo sempre voluto. Iniziai ad essere felice. Iniziai a capire.
Io e Sunggyu iniziammo un’ottima relazione. Woohyun rimaneva un po’ geloso, ma non lo dava mai a vedere. Faceva sempre dell’ironia. “Se ne deve fare una ragione” diceva Dongwoo. Si scusarono tutti e due con il gruppo. Avevano ritrovato il vecchio equilibrio. Mi sembrava di essere tornata alle origini. Ero rilassata e lo stress accumulato si sciolse grazie ai sorrisi e ai baci di Sunggyu. Capii che loro erano tutte statue estremamente pregiate e delicate. Bastava farne traballare una per romperle tutte e sette.

  
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