La macchina di Philip parcheggia davanti a casa mia e io mi affretto a prendere la mia borsa e a scendere verso la Spider di quel riccone di Phil. Salgo in macchina e noto che oltre a me e a Philip, seduta sul sedile anteriore della macchina, c’è anche Laura, intenta a ritoccarsi il trucco che la faceva sempre assomigliare a una strafiga invece che ad una studentessa dell’università di Stanford.
“Vai più piano, non voglio morire.” Dice Laura. In effetti Philip ha il vizio di andare un po’ fortino con la sua Spider nuova di zecca e di mettere ansia a tutti i suoi passeggeri.
“Taci, Laura. Cos’hai Amanda? Sei silenziosa oggi.” Risponde Phil.
“Vai più piano.” Dico, tanto per accontentarlo.
“Se devi dire questo stai zitta piuttosto.” Ridacchia, e accende la musica. Subito i Green Day invadono la Spider e nessuno sente più niente da quanto forte è il volume della musica. Improvvisamente un uomo compare davanti alla nostra auto e Philip sbanda in maniera terribile, ma lo investiamo lo stesso.
“Oh, no!” Urla Phil, mentre io sbatto contro il vetro con la testa. Con terrore capisco cosa abbiamo combinato e mi si stringe lo stomaco. Cerco di aprire la portiera, ma qualcuno mi anticipa. Mi trovo faccia a faccia con due occhi blu, occhi che appartengono all’uomo che abbiamo investito.
“Scusate … State bene?” Chiede, con un velo di paura.
“Tutto bene.” Rispondo, mentre cerco di scansarmi da quell’uomo in trench per uscire a prendere una boccata d’aria: quell’uomo doveva essere spiaccicato a terra, mentre invece era vivo e vegeto.
“Ma dovresti essere morto.” Obbietto, guardando l’uomo in trench.
“Sto bene, davvero. Ma tu sanguini …” Mi dice, scrutandomi attentamente. Noto in quel momento che mi sta scivolando una riga di sangue su tutta la faccia e me la pulisco con la manica del giubbotto.
“Vieni un attimo.” Mi dice ancora, prendendomi per un braccio. Mi porta in un luogo lontano dagli occhi della polizia e dell’ambulanza che nel frattempo sono arrivate.
“Come ti chiami?” Mi chiede, incuriosito.
“Amanda e te?”
“Cass.” Quel nome mi ricorda qualcosa, ma non so cosa … Mi scruta ancora per un po’, finché, imbarazzata, non arrossisco e abbasso lo sguardo.
“Cass, muoviti, dobbiamo andare.” Chiamano due ragazzi. Uno dei due è molto alto, l’altro invece ha degli occhi color verde smeraldo. L’ultimo mi pare di conoscerlo.
“Dov’è finita la tua grazia?” Mi chiede Cass. Un fiume di pensieri si snoda nella mia mente: Come fa quello strano uomo in trench a sapere chi ERO?
“Come fai a sapere che sono un Angelo?” Gli chiedo, ma poi mi viene in mente cosa mi ricordava il suo nome e faccio un tuffo al cuore.
“Cass … Castiel! Oddio, da quanto tempo! Non ci vediamo dalla volta che abbiamo rispedito Ruby all’Inferno … Un sacco di tempo fa!” Esclamo, contenta di averlo riconosciuto.
“Esatto … Ma hai perso la tua grazie … Io dovrei ucciderti.” Mi ricorda.
“Lo so che sono dure le regole di noi Angeli …”
“Ti aiuterò a ritrovare la tua grazia, allora.” Mi dice, sorridendo. Non capisco perché fa tutto questo per me, ma sono contenta che non mi ucciderà. Ora si spiega perché era sopravvissuto quando la Spider lo aveva investito, dopotutto era un Angelo del Signore.
“Ti presento Sam e Dean Winchester.” Mi dice poi, presentandomi ai due ragazzi. Quello alto, Sam, è mio coetaneo, abbiamo entrambi 22 anni, mentre Dean ne ha 26. Mi sembra sempre di averlo già visto, ma stavolta non ricordo proprio dove e in che occasione. Noto solo allora che Laura e Phil mi stanno guardando impazienti.
“Lo conosco … Vado via con loro.” Li avviso, per poi salire con Dean, Sam e Cass su una vecchia Impala del ’67, che per me è molto meglio della Spider di Philip.