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Autore: Bennieee    10/05/2012    4 recensioni
Chi l'avrebbe mai detto che anche nell'enorme Capitol City, capitale di Panem e centro degli Hunger Games, c'è ancora qualcuno che riconosce la mostruosità e la crudeltà di quegli orribili giochi?
Buona lettura :3
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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» Avrebbero comunque dovuto riniziare, prima o poi.

«Mayleaaa!» un urlò interuppe i miei pensieri.
«Cosa c’è, mamma?» che noia. Il mio nome risuonava nell’aria almeno cinquemila volte al giorno. Per la tinta, le unghie, le sopracciglia, i tatuaggi, i piercing, gli occhi, il trucco, i vestiti.. tutto di me veniva modificato ogni giorno. Non sapevo nemmeno di che colore fossero i miei capelli originali. In quell’istante li portavo di un lilla sbiadito, in tinta con le iridi degli occhi. Probabilmente secondo mia madre era giunto il momento di tingerli per l’ennesima volta, secondo una qualche strana moda inventata da chissàchi... immaginai fosse per quello, che mi stava chiamando.. a meno che..
«Iniziaaa!!»
Oh no. Dio, ti prego, no. Per favore, per favore, fai che non sia quello, ti prego, ti prego.. decisi di fare la fintatonta mentre imploravo che non mi stesse chiamando per ciò che immaginavo.
«Che cosa mamma?»
«I 74° Hunger Gameees!»
Ecco. Lo sapevo. Dovevano riniziare, prima o poi.
Sapevo che protestare sarebbe stato inutile, mi avrebbero comunque costretto a guardarli. Quelli di Capitol City li avrebbero mandati in onda tutti i giorni tutto il giorno per mesi, repliche su repliche, morti su morti, sangue su sangue.
E noi eravamo costretti ad assistere a tutto ciò.
La cosa che più mi disgustava, oltre l’obbligo che imponevano anche a noi di Capitol, era l’entusiasmo e la passione i giochi portavano nei cittadini. La maggior parte di noi accoglieva gli Hunger Games come un evento da non perdere, un piacevole intrattenimento annuale. Come se tutti quei giovani che si massacravano a vicenda e perdevano la vita nei nostri schermi, davanti ai nostri occhi, non fossero reali.
Ma lo erano.
E avevano famiglie e amici che, impotenti, non potevano far altro che piangere la loro morte nei distretti in cui vivevano.
Sentivo le risatine eccitate e impazienti di mia madre e le sue amiche, mentre aspettavano di vedere i tributi di quest’anno. Certo, avevano già visto i sorteggi nei vari distretti, che io ero riuscita a evitare fingendo un forte mal di testa, ma il momento davvero importante, quello che non sarei riuscita a scampare in nessun modo, era questo. L’entrata ufficiale dei tributi. Il momento in cui avrebbero incontrato per la prima volta il pubblico, di cui facevano parte i loro futuri sponsor, ammesso che riuscissero a catturare la loro attenzione.
«Mayleaaa!» urlò di nuovo mia madre, non vedendomi arrivare. Sembrava inferocita. Non capivo il motivo di tutta quell’agitazione.. erano anni che cercavo di scappare, ma lei sapeva che alla fine non mi restava che assistere a quelle scene disgustose.
«Sto arrivando..» sbuffai. Scesi le scale lentamente ed entrai in salotto.
Erano tutte lì. Sdraiate sui divani, con bicchieri dalle tinte sgargianti stretti fra le mani, mia madre e le sue amiche fissavano il megaschermo che occupava quasi l’intera parete, decise a non perdersi nemmeno un secondo dello spettacolo.
Mi lasciai cadere pesantemente su una poltrona accanto a loro, costringendomi svogliatamente a guardare.
Ecco, che i 74° Hunger Games possano velocemente iniziare, e velocemente finire.
Le carrozze su cui erano posati i tributi dei vari distretti stavano entrando lentamente. Non c’era nulla di nuovo, tra i costumi: foglie, piume, pietre preziose, tessuti lucidi e scintillanti.. tutti quanti i tributi erano sfolgoranti, nei loro abiti, ma niente di spettac.. oh mio Dio. Una carrozza stava prendendo fuoco!! Perchè nessuno la spegneva?! Avrebbero perso due tributi ancora prima di iniziare i veri giochi!! Mi chinai in avanti con gli occhi spalancati, concentrandomi su cosa stava succedendo nello schermo di fronte ai miei occhi. Allora li vidi. I due tributi del distretto 12. La carrozza era intatta. E loro anche. Erano i mantelli a essere infuocati, e formavano dietro di loro una scia di fiamme che sembrava inseguirli lungo la pista. Afferrai senza guardare una copia del volantino di presentazione degli Hunger Games che veniva distribuito in tutta Panem nei giorni precedenti all’inizio dei giochi, posato sul tavolino davanti ai divani da qualcuna di quelle sciocche. Lo sfogliai velocemente fino alla pagina del distretto 12, e lessi i loro nomi, scritti in stampatello rosso fuoco: Katniss Everdeen e Peeta Mellark.
  
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