Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |      
Autore: Martaemedea    11/05/2012    1 recensioni
Austria, 1910. Queste date e luogo di inizio di questa storia. Le ambientazioni sono quelle che troviamo in Fullmetal Alchemist: Brotherhood, anche se saranno calate nell'Europa dei primi del '900. Racconterò le vicende dei protagonisti cercando di seguire il filone principale degli eventi nell'opera originale, pur cambiando molte cose e omettendone altre.
Lo sfondo storico è appunto quello della prima guerra mondiale. Edward e Alphonse hanno perso il loro padre senza averne notizie, quando perderanno anche la madre, Edward deciderà di arruolarsi nell'esercito, diventare un "cane", pur di trovare il padre con la rabbia e la vendetta nel cuore, lasciando Alphonse a prendersi cura di Winry, nonostante lei ne sia innamorata. Le cose si complicheranno presto a causa dello scoppio della guerra, i due fratelli entreranno in conflitto per colpa di un imprevisto. Riusciranno alla fine a scoprire la verità e riconciliarsi?
Troverete molti personaggi noti e molte situazioni nuove.
Spero di avervi incuriosito. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Un po' tutti, Winry Rockbell
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

 

 

 

[ La descrizione di un attimo
le convinzioni che cambiano
e crolla la fortezza del mio debole per te
anche se non sei più sola perché sola non sai stare
e credi che dividersi la vita sia normale
ma la mia memoria scivola
mi ricordo limpida la trasmissione dei pensieri
la sensazione che in un attimo
qualunque cosa pensassimo poteva succedere
E poi cos'è successo
aspettami oppure dimenticami
ci rivediamo adesso
dopo quasi cinque anni
e come sempre sei la descrizione di un attimo per me
e come sempre sei un'emozione fortissima
e come sempre sei bellissima

La descrizione di un attimo - Tiromancino ]

 

Prologo

 

Austria, 1910.

Ci fu un tempo in cui ogni cosa sembrava giusta, ogni particolare avrebbe potuto condurci alla felicità. Un fiore appena colto, una farfalla in volo, il vento che ci scompiglia i capelli, la risata di un amico. Un tempo nel quale ogni attimo non era mai vuoto, ogni giornata non poteva essere sprecata, ogni gioco innocente sarebbe rimasto tale. Quel tempo lo chiamerò infanzia e lo ricorderò così, con la serenità di un istante, la velocità di un battito di ciglia, la fugacità di una foglia appena caduta.

 

Il ragazzino dai capelli biondi uscì sbattendo la porta di casa, correndo a piedi nudi sulla terra umida. Si gettò al suolo, lasciando che l’odore di erba bagnata gli inebriasse le narici e chiuse gli occhi di un giallo grano per meglio assaporarlo. Strappò impunemente un filo d’erba dal prato, portandoselo alla bocca e soffiando forte non riuscendo ad ottenere il suono tanto desiderato. Lo gettò spazientito, strappandone un altro, e ancora e ancora. L’espressione rasentava risentimento, storse la bocca digrignando i denti nel tentativo di rovinare quel lembo di prato, lasciando che il vento gli sfiorasse la pelle. Continuò a sforzarsi per raggiungere il suo intento, senza accorgersi che a pochi passi da lui un bambino dall’aria distratta e gli occhi di un lucido castano chiaro stava ad osservarlo, indeciso sul da farsi.

<< Cosa vuoi? >> chiese l’altro indispettito, avendolo sentito arrivare.

<< La mamma mi ha chiesto di chiamarti, Ed. E’ pronto in tavola da un pezzo >> dichiarò candidamente il piccolo dagli occhi un poco umidi.

<< Non ho fame >> fece seccato il monello, scostandosi i capelli biondi dalla fronte e muovendo nervosamente avanti e indietro i piedi, disteso a pancia in giù sul prato.

Il piccolo si avvicinò con fare timoroso, traendo un profondo respiro. << So che papà ti manca molto, la mamma ha detto che tornerà presto e non dobbiamo preoccuparci >> cercò di convincerlo.

<< Papà non c’entra niente! Ora vattene, Al! >> esclamò stizzito, cacciando in malo modo l’altro, che non trovò altra alternativa.

Il piccolo Edward cercò invano di sfogare la propria rabbia su quel prato qualche secondo prima intatto e immacolato. Non trovò altro modo di farlo e riuscì solo attraverso quel modo di fare, ormai assunto da diverso tempo, a frenare le lacrime.

Quella mattina aveva scoperto un’altra volta la madre piangere calde lacrime appoggiata al lavandino della cucina. Non riusciva a sopportarlo e sapeva a chi attribuire la colpa di tutto quel dolore. Ma come dimostrare tanta rabbia a coloro che aveva intorno senza ferirli? Non era possibile, soprattutto verso suo fratello, Alphonse, di cui cercava di bloccare sempre le false illusioni di un possibile ritorno.

Continuò a strappare foglie e petali finché di fronte ai suoi occhi non si piazzarono due piedi nudi, piccoli e bianchi. Sollevò lo sguardo notando con intima preoccupazione il volto corrucciato e minaccioso di una bambina dai corti capelli biondi e gli occhi azzurri come il mare.

<< Cosa vuoi, Winry? >> chiese sbuffando.

La piccola non rispose, si limitò semplicemente a scagliare un pugno forte sul capo del bambino distratto da altro. Il bernoccolo fu imminente.

<< Che diavolo ti prende? >> fece il piccolo strofinandosi la testa con una lacrimuccia.

<< Sai che non devi trattare male Al, lui soffre tanto quanto te! >> lo redarguì.

<< Tu fatti i fatti tuoi! Non sono cose che ti riguardano >>

<< Lo sono, Ed! Conosco voi fratelli da tanto tempo e non puoi dirmi che non sono affari miei! >> si offese l’altra.

A quel punto il piccolo Al uscì di casa, sfoggiando un enorme sorriso che da solo riuscì subito a sedare gli animi dei due.

<< Winry, Ed, giochiamo? >> chiese candido senza curarsi del volto dolorante del fratello e quello arrabbiato dell’amica.

Presero a rincorrersi, gettarsi fango e terra addosso, come se nulla fosse successo, come se i loro cuori non chiedessero altro, come se il tempo si fosse fermato a quell’istante magnifico, puro, semplice. Tutto venne dimenticato, Edward prese nuovamente possesso del bambino che era in lui, Alphonse non trattenne rancore comprendendo il dolore del fratello, Winry impiegò tutte le proprie energie per divertire i due e giocare con loro come se quella fosse l’ultima occasione della loro vita.

Giocare, sì, come se conoscessero il loro destino, come se presagissero qualcosa del futuro.

Il vento soffiava forte, le foglie presero a cadere trasportando sui loro verdi e freschi dorsi le risate ormai lontane di quei bambini.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Martaemedea