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Autore: Klaineinlove    11/05/2012    9 recensioni
“Dammi un bacio” fece Blaine voltandosi mentre era fermo al semaforo rosso. Kurt si girò verso di lui e gli diede un forte bacio che durò più del dovuto.
“Blaine è verde e dietro c’è un tizio che bussa!” disse ridendo Kurt mettendosi a sedere di nuovo in modo ordinato; Blaine accelerò e poi accadde tutto in un istante.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La corsa in ospedale avvenne in un lampo. Quando Kurt si rese conto che Blaine non rispondeva ai suoi richiami non ci aveva pensato due volte ed era corso a chiamare i genitori.

Arrivarono in ospedale tutti in uno stato di shock, sopratutto Kurt, il quale tremava mentre continuando a ripetere sottovoce il nome di Blaine.

Aveva bisogno di chiamare qualcuno: suo padre era fuori questione. A quell'ora di notte sicuramente gli avrebbe fatto prendere un colpo. I ragazzi del Glee club avrebbero impiegato troppo tempo da Lima per arrivare in ospedale. Mandò un messaggio digitando velocemente senza neanche accertarsi che quello che avesse scritto fosse corretto.

Venne poi fatto sedere su una barella del pronto soccorso per controllare se fosse sotto shock, ma Kurt si ritrovò a sbraitare mandando tutti a quel paese.

Intanto, i genitori di Blaine si erano appostati fuori dalla stanza dove era stato rinchiuso il figlio, aspettando l'arrivo di un medico per avere qualche notizia.

 

 

Era passata circa mezz'ora e gli Anderson non erano riusciti a fermare nessuno dei medici che entravano ed uscivano dalla sala. Così continuarono ad interrogare Kurt su cosa fosse successo. Il ragazzo continuava a dire che uscendo dal bagno l'aveva trovato a terra, con gli occhi chiusi che poi si erano riaperti e fissavano il vuoto e che non rispondeva, e tanto meno si muoveva.

Kurt però aveva omesso che poco prima avevano avuto un rapporto, ma non credeva che fosse realmente importante. In tal caso ne avrebbe parlato in privato con il medico.

Rimasero ancora per un po' immobili fin quando il fratello di Blaine non ruppe il silenzio.

“Quello che ci fa qui?”

Tutti si voltarono nella direzione dove lo sguardo di Cooper era puntato. Sebastian era lì, in piedi, con il fiato corto che guardava con occhi spalancati Kurt e la famiglia di Blaine.

“Ci penso io” mormorò Kurt alzandosi e avviandosi nella saletta d'attesa seguito da Sebastian.

“Cosa è successo?” domandò il Warbler non appena furono fuori dallo sguardo curioso dei familiari di Blaine.

Kurt si accasciò su una sedia mentre Sebastian lo guardava impazientemente.

“Vuoi parlare?!”

“Non so nemmeno dirti cosa è successo. L'ho trovato disteso a terra, immobile.”

Sebastian deglutì “vuoi dire...”

“No! Respirava.” rispose subito Kurt e sentì Sebastian tirare un sospiro di sollievo mentre si sedeva accanto a lui.

“Perchè mi hai chiamato?” fece Sebastian appoggiando i gomiti sulle ginocchia e voltandosi verso Kurt.

“Hai detto che avrei potuto chiamarti in qualsiasi momento”

“Si, ma dico...perchè proprio me?!”

Kurt si sistemò sulla sedia strofinandosi le braccia rabbrividendo appena; era uscito di casa con solo addosso una T-shirt bianca.

“Hai sempre detto di essere innamorato di lui, giusto? Allora sei l'unico che in questa situazione non potrebbe mai mentirmi. Tutti gli altri mi direbbero ‘andrà tutto bene’, non comprendendo il mio dolore. Tu invece....”

Sebastian annuì, ma non disse nulla. Si alzò e si tolse la giacca della Dalton che stava indossando.

“Indossala, che così vestito sei orribile.” gliela gettò sulle gambe con poca delicatezza. Kurt l'afferrò infilandosela per poi tornare dai genitori di Blaine per controllare la situazione, ma tornò nella sala d'attesa senza informazioni.

 

 

Kurt venne svegliato da un colpo alla spalla. Non si era reso conto di essersi addormentato.

“Che succede?” domandò a Sebastian seduto accanto a lui.

“Niente. Ma tu stavi piangendo”

Ed era vero. Sfiorandosi il volto Kurt lo trovò inumidito dalle lacrime. Ma non poteva farci nulla: vedere Blaine in quelle condizioni gli aveva fatto crollare ogni piccola sicurezza che aveva acquistato.

Guardò l'orologio rendendosi conto che erano le otto del mattino. Possibile che i medici non avessero detto nulla?

Si alzò per andare di nuovo dalla famiglia di Blaine ma non trovò nessuno nel corridoio.

“Sono andati in una camera privata a parlare. Sono chiusi da un po'. Non mi hanno accennato nulla su di lui” fece Sebastian sorseggiando un caffè amaro.

“Io sto impazzendo!” sbottò Kurt, passandosi furiosamente le mani tra i capelli.

“Ho controllato nella saletta, ma non si vede niente” fece Sebastian dando un'occhiata fuori.

Kurt si avvicinò a lui e in quel momento vide uscire i genitori di Blaine. Nessuno stava piangendo ma non avevano nemmeno dei visi sollevati.

“Melanie?” Kurt la chiamò con un groppo alla gola sperando di avere finalmente una risposta.

“Kurt, stiamo andando da lui, è sveglio. Dopo ti facciamo entrare, abbiamo bisogno di un momento di privacy.” la donna accarezzò il volto del ragazzo e poi si allontanò.

 

Kurt un'altra mezz'ora ad aspettare, tra crisi isteriche e lotte contro la macchinetta del caffè.

In tutto quel tempo Sebastian non gli aveva detto di stare calmo, di fermarsi e aspettare. Niente. Ed era giusto così, perché doveva sfogarsi, ma sapere che c'era qualcuno che capiva il suo dolore, almeno in parte, era apparentemente incoraggiante. Anche se Kurt sapeva di certo che il suo amore nei confronti di Blaine, non poteva essere paragonato a quello apparente di Sebastian.

“Kurt?”

Il ragazzo si voltò trovandosi Richard Anderson in piedi accanto a lui. “Puoi andare adesso, se vuoi”

Kurt annuì asciugandosi il volto per poi seguire il padre del suo ragazzo.

Blaine era stato trasportato in un'altra camera, simile a quella in cui si trovava dopo l'incidente: una stanza privata e con tutti i comfort necessari.

Kurt lo trovò disteso sul letto con la flebo e due tubicini infilati nel naso. Sembrava solo stanco e apparentemente stava bene.

“Blaine?” lo chiamò con voce mozzata avvicinandosi a lui e prendendogli una mano. Solo dopo qualche istante il suo ragazzo si voltò verso di lui; era così perso in chissà quali pensieri da non rendersi conto che Kurt si era seduto sul letto proprio accanto a lui.

“Ciao” fece Blaine sorridendo serenamente.

“Ciao” Kurt ricambiò il sorriso ma sapeva che di lì a poco sarebbe scoppiato. “Mi hai spaventato parecchio, lo sai?”

Blaine rise di nuovo “Sto bene. E' stata colpa mia. Ma è tutto okay. Tu stai bene?”

“si, sto b-bene” mentì Kurt.

“Sii sincero” lo incoraggiò Blaine.

A quel punto Kurt non riuscì più a trattenersi. Per un momento aveva visto la sua vita crollare in quella piccola stanza.

Nelle ore passate aveva già visto un mondo senza Blaine, un mondo sofferente dove non c'era via d'uscita.

Il labbro inferiore cominciò a tremare nonostante Kurt lo tenesse stretto tra i suoi denti. Blaine gli fece segno di abbracciarlo e Kurt si gettò su di lui lasciando che le lacrime scorressero veloci sulla sua pelle.

“Ti prego Blaine, non lasciarmi. Sei la cosa più bella che mi sia mai successa e tu non puoi farmi questo. Non farmi spaventare mai più!”

Blaine si sistemò meglio sul cuscino provando ad asciugare le lacrime del suo ragazzo, trattenendo le sue “Smettila di piangere okay? Va tutto bene, io sto bene, adesso calmati”

Blaine continuò a consolare Kurt tutto il tempo mentre da fuori Sebastian li osservava con un sorrisetto sul volto e gli occhi lucidi.

“Non vado da nessuna parte. Sono qui Kurt, con te. Per sempre” E Blaine disse quelle parole con tanta convinzione da crederci anche lui.

 

I medici non avevano saputo spiegare il perchè Blaine fosse svenuto. L’unica cosa che sapevano era che non fosse legata alla perdita di memoria, ma sicuramente aveva a che fare con qualcosa nel cranio.

Blaine confessò i continui mal di testa che aveva tenuto nascosto tutto il tempo. In una giornata i medici lo sottoposero a più di una Tac dando risposte imprecise ai familiari del ragazzo, dicendogli che non volevano dare loro informazioni sbagliate.

Quando Burt fu avvertito dai genitori di Blaine, lasciò l’officina e corse in ospedale per vedere come stesse il ragazzo. Dopo aver parlato per un po' con Richard entrò in camera sperando di poter portare via Kurt.

Trovò suo figlio raggomitolato su se stesso dormiente mentre Blaine lo fissava accarezzandogli i capelli.

“Hey ragazzo, la smetti di farci spaventare?” scherzò Burt sedendosi su una sedia accanto al letto. Blaine sorrise sereno, fin troppo sereno.

“Non so quante lacrime gli ho fatto versare” fece Blaine non distogliendo lo sguardo dal suo ragazzo. “mi chiedo ancora perché sia innamorato di me.” fece per spostarlo ma Kurt si aggrappò di nuovo a lui.

“Kurt, svegliati tuo padre è qui” lo chiamò Blaine smuovendolo appena. Kurt aprì gli occhi stropicciandone uno, per poi fissare prima il suo ragazzo e poi suo padre.

“No, non vado via di qui” disse con voce roca mantenendosi a Blaine per paura di essere trascinato via da un momento all'altro.

“Torniamo più tardi, Kurt. I medici hanno detto che se arrivano in tempo le risposte della Tac, Blaine potrebbe già uscire.”

“Su Kurt vai” lo incoraggiò Blaine facendogli l'occhiolino.

Alla fine Kurt si arrese e salutò velocemente il suo ragazzo. Appena la porta si chiuse, il sorriso che Blaine aveva mantenuto tutto il tempo si spense. Sapeva che c'era qualcosa che non quadrava nella sua testa, perché i medici continuavano a dire cose come ‘È un caso raro’, ‘Chiamiamo l'ospedale di Washington, anche loro hanno avuto un caso simile’, ‘Io ho sentito di due casi del genere anche in Europa. In Italia’ e ‘Rifacciamogli una Tac’.

Poi l'avevano fatto alzare e, di punto in bianco, era svenuto di nuovo come era successo nella sua camera. Riusciva a sentire le voci delle persone che gli parlavano intorno, ma lui restava immobile. Non riusciva a muovere un singolo muscolo.

Blaine guardò fuori la finestra, il sole stava già tramontando. Una giornata era finita in un lampo e lui si era ritrovato di nuovo in ospedale, senza aver riacquistato tutta la memoria e con un nuovo problema.

 

 

“No Rachel, deve rimanere una notte sotto osservazione. No non credo che Kurt abbia voglia di parlarti. Lo sai come si irrita quando è arrabbiato e sente la tua voce. No Rachel hai una voce magnifica. Non prendertela con me! Ti amo tesoro a dopo” Finn ripose il telefono prima di sedersi accanto a Kurt. Quest'ultimo aveva preso una coperta e si era sistemato sul divano fissando la televisione, senza realmente guardarla.

“Rachel mi ha detto di dirti che la settimana prossima arriva la tizia della Nyada per il vostro esame”

Kurt si voltò verso suo fratello “tizia, Finn?” chiese con acidità.

“Si lei. Sai, Rachel era curiosa di sapere se avevi ancora intenzione di fare l'esame”

Kurt sbruffò levandosi la coperta di dosso. Stava per urlare contro Finn per dirgli di andare via, lui e la sua petulante fidanzata, ma sapeva che prendersela con loro non era la soluzione.

“Che dovrei fare?” si ritrovò a domandare. Vide Finn andare leggermente nel panico.

“I-Io non saprei. Insomma, credo che dovresti fare l'esame. Blaine si riprenderà e....Kurt perché piangi?”

Kurt si asciugò subito le lacrime “Scusami sono solo stressato. Io voglio fare l'esame, Finn. Ci tengo veramente tanto. Sto combattendo da anni ormai contro questo paesino e sono ad un passo dall'abbandonarlo. Ma qui c'è Blaine, e le sue condizioni io-”

Finn gli poggiò una mano sul ginocchio “Ascoltami Kurt, io sono l'unico che potrebbe darti uno dei consigli più sbagliati in assoluto ma sono convinto che tu debba fare questo esame. Fallo come una rivincita, che se anche non vorrai andarci sai comunque che sei capace di entrare l'anno prossimo. Porta la tua miglior canzone e cantala alla tiz-all'insegnante. Fatti valere” Finn diede un ultimo colpetto sul ginocchio e si allontanò, lasciando Kurt nei suoi pensieri.

 

 

 

“Ne sei sicuro?”

“Sono più che sicuro, Kurt. Aiutami ad alzarmi”

Kurt si avvicinò al letto di Blaine. Il suo ragazzo si era già vestito e infilato le scarpe, aspettando solo di mettere una firma per andare via dall'ospedale. I dottori avevano consigliato più di una volta di rimanere almeno un altro giorno, per stare sotto controllo, ma il ragazzo non ne voleva sapere. Voleva tornare a casa.

Blaine si alzò e sentì la testa girare, ma per fortuna non svenne. I medici avevano provato a somministrargli dei medicinali per tutta la notte e, da quando si era alzato, non era ancora svenuto.

“Ecco, ci siamo!” fece, aggrappandosi leggermente a Kurt. “I miei dove sono?”

“In fondo al corridoio, volevano riportarti a casa ma tuo nonno ha l'aereo tra un'ora, quindi mi sono offerto io di accompagnarti”

“Perfetto” fece Blaine sorridendo “Perchè ho intenzione di fare un bagno e passare del tempo solo con te”

Kurt semplicemente sorrise afferrando tutte le cose di Blaine per poi portarlo via dall'ospedale.

 

 

Circa quaranta minuti dopo, Kurt e Blaine erano immersi nella vasca da bagno di casa Anderson.

Kurt stava massaggiando le spalle del suo ragazzo mentre quest'ultimo si rilassava sotto i suoi tocchi.

“C'è una cosa che dovrei dirti” fece Kurt, allungando una mano per afferrare lo shampoo.

“Dimmi”

“Tempo fa ho fatto domanda per una scuola, la Nyada. Tu non te lo ricordi, ma si trova a New York ed ho superato il primo esame”

“Ma è fantastico Kurt! Sono fiero di te” fece Blaine, voltandosi per dargli un veloce bacio sulle labbra bagnate.

“Non è tutto.” fece serio Kurt “È che la prossima settimana verrà un'insegnante per il secondo esame e, se lo supererò, dovrò partire per New York”

Blaine si voltò di nuovo verso di lui. “E' una cosa meravigliosa. Posso assistere all'esame?”

Kurt rimase sorpreso “Non ti turba il fatto che ci allontaneremo?”

“Ovviamente! Ma Kurt, è il tuo futuro e voglio che tu abbia il meglio. Non pensare a me, troveremo una soluzione”

Kurt annuì, non troppo convinto della spiegazione di Blaine. Quest'ultimo tornò a distendersi nell'acqua mentre il ragazzo gli massaggiava i capelli.

“Stasera usciamo? Non voglio restare a casa”

“Blaine sei appena uscito dall'ospedale. Devi riposare”

“Allora andiamo a letto. Ora. Voglio passare tutta la notte con te” Blaine si voltò per baciarlo con foga ma Kurt lo bloccò.

“Blaine calmati. Ma che ti succede?”

Blaine sospirò “Sto passando la mia vita tra scuola, casa e ospedale. Voglio fare qualcosa di diverso, qualcosa di folle. Se mi tagliassi i capelli? Con i capelli rasati starei meglio?” domandò eccitato.

“Credo che i tuoi capelli cominceranno a cadere presto con tutto il gel che metti”

Blaine si alzò dalla vasca barcollando appena, si infilò l'accappatoio e aiutò Kurt ad alzarsi per poi avvolgerlo nel suo accappatoio facendolo ridere.

“Profumi di buono” fece odorando il collo di Kurt prima di lasciarci un bacio.

“Abbiamo usato lo stesso bagnoschiuma” gli fece notare Kurt “Ora rivestiamoci che se i tuoi arrivano e ci vedono non gli offriremo un bello spettacolo”.

 

Poco dopo Blaine crollò dal sonno nel suo letto. Aveva cercato in tutti i modi di restare sveglio con Kurt. Quest'ultimo invece era preoccupato. Era convinto che Blaine nascondesse qualcosa. Qualcosa riguardo alla sua notte passata in ospedale. Qualcosa che gli era successa a causa dell'incidente.







**
Note: Vi ricordo che il prossimo capitolo è l'ultimo! Poi da parte ci sarà un piccolo spin-off (una OS) vi spiegherò meglio con la prossima pubblicazione.

Dal capitolo 18: “Tu ricordi, vero?” domandò Kurt abbracciandolo forte e Blaine deglutì cercando di trattenersi. Quei ricordi erano così belli che si stava maledicendo per non averli ricordati prima.






 

   
 
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