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Autore: cecchino_2028    11/05/2012    3 recensioni
La piana desertica era sferzata dal vento forte, non si distingueva quale fosse il cielo e quale fosse la terra, tanta era la sabbia che si alzava. I cavalli scalpitavano, i cavalieri erano timorosi, la battaglia sarebbe stata campale, ma quella bufera limitava la visuale, potevano arrivare da qualsiasi parte, in qualsiasi momento.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La piana desertica era sferzata dal vento forte, non si distingueva quale fosse il cielo e quale fosse la terra, tanta era la sabbia che si alzava. I cavalli scalpitavano, i cavalieri erano timorosi, la battaglia sarebbe stata campale, ma quella bufera limitava la visuale, potevano arrivare da qualsiasi parte, in qualsiasi momento.
“William …” mormorò l’uomo sul cavallo baio marrone con una macchia bianca sulla fronte.
“Cristiano, tranquillo, andrà tutto bene …” disse William carezzando il collo del suo purosangue arabo nero.
“La fanteria ha bisogno di battaglia, anche noi, ma in queste condizioni sarà una carneficina, torniamo a fine bufera!” rispose Cristiano.
“Se ci ritiriamo ora, non faremo altro che farci deridere dai mamelucchi ed io non voglio sentire nulla dalla bocca di Baybars che non siano urla di dolore …” rispose William fissando il cavaliere accanto a sé.
“William, comprendo che tu voglia vendetta, ma non possiamo permettere a tutti questi cavalieri e sergenti di morire, presto arriverà il momento di una battaglia epica, in cui tutti questi uomini ci serviranno …” concluse Cristiano convincendo William.
“Marco … Andrea … Andate in ricognizione, avete un’ora di tempo per controllare che non ci sia nessuno!” disse William ai due cavalieri a cavallo alle sue spalle. Andrea e Marco partirono al galoppo e poco dopo scomparvero nella sabbia. William si guardò attorno, quattrocento soldati, tra cavalieri e sergenti, erano pronti alla battaglia, bramavano il sangue dei traditori. William bramava, invece, il sangue di Baybars, la Balestra, che aveva quasi rovinato la sua vita, in una notte araba sotto l’effetto di assenzio ed altre droghe, vietate dalla religione islamica. Erano in pochi a sapere il suo segreto, quello che lo faceva infuriare era sapere che tra quei pochi c’era anche il generale mamelucco.
“Comandante, si sono ritirati …” disse Marco tornando un’ora dopo.
“Cristiano, torniamo ad Acri, per ora …” mormorò William spronando il cavallo. Quando arrivarono al Tempio William smontò da cavallo, seguito da Cristiano, si avviarono dal visitatore. Furono fatti sedere fuori dalla grande porta in legno massiccio a doppio battente, furono ricevuti dal visitatore un’ora prima dei vespri.
“Henri …” dissero all’unisono William e Cristiano inginocchiandosi.
“Alzatevi … Cos’è accaduto?” domandò Henri sedendosi dietro la grande scrivania.
“C’è stata una bufera di sabbia, siamo stati costretti al ritiro, così come hanno fatto loro …” disse William.
“Siete sicuri?” domandò Henri mentre Cristiano si sedeva di fronte a lui e William passeggiava per la stanza.
“Sì … Andrea e Marco sono andati in avanscoperta …” rispose Cristiano mentre la campana rintoccava il richiamo ai vespri.
“Andate …” disse Henri congedandoli. Cristiano sorrise uscendo, William si passò un amano sul volto stanco, avevano venticinque anni,avevano scalato le gerarchie templari in poco tempo ed ora erano i più rispettabili cavalieri. Quando furono nel cortile di pietra, diretti verso la chiesa, li raggiunse Stephen, uno dei palafrenieri, la lunga tunica nera con la croce rossa si muoveva al lieve vento, i corti capelli biondi tirati verso l’alto, gli occhi verdi seri ed in mano teneva lettera che porse a Cristiano.
“Vai, Stephen, e dì a chi ti ha dato la lettera che ci vedremo presto …” disse Cristiano congedando Stephen ed aprendo la busta.
“Donna Letizia?” domandò William ridendo.
“Sì, continua a spedirmi lettere d’amore, dice che non le interessa che sono un templare, vuole sposarmi, anche in gran segreto, ma desidera essere l’unica donna ad appartenermi …” rispose Cristiano.
“Oh bè, ma non sa che non è il candito mantello ad impedirti di sposarla, ma altro …”
“No, questo Letizia non lo sa!” concluse Cristiano sedendosi ad uno dei banchi in fondo. William sorrise e si sedette accanto al compagno d’arme, si sentì osservato, uno sguardo gli stava perforando la nuca.
“Chi c’è dietro di noi?” domandò sottovoce William. Cristiano si voltò a guardare dietro di sé, vide due cavalieri dai capelli rossi e gli occhi azzurri, simili a quelli di William, poi notò il terzo uomo, aveva la carnagione chiara, gli occhi nocciola ed i capelli neri.
“Matthew …” mormorò voltandosi.
“No …” rantolò William.
“Cosa?”
“Ci dobbiamo vedere, gli avevo promesso che dopo i vespri avremmo potuto parlare …” disse William.
“Parlare di cosa?” chiese perplesso Cristiano.
“Non lo so, ma immagino che mi deve dire che si è innamorato di me, non so se hai notato come mi guarda!”
“Comprensibile!”
“Che un uomo si innamori di un altro uomo?” domandò William.
“No, che un uomo si innamori di te, perché per quanto tu ti faccia chiamare William da almeno quindici anni, tu sei nata Ethel …” disse Cristiano.
“Già, così come ti ricordo che tu sei Elena, non Cristiano, ma stiamo dando voce all’ovvio!” concluse William inginocchiandosi ed iniziando a pregare. Finirono i vespri, Cristiano e William stavano uscendo dalla chiesa, quando quest’ultimo si sentì afferrare il polso, si voltò e vide Matthew che gli sorrideva.
“Dimmi Matthew!” disse William seguendo il cavaliere in un piccolo anfratto tra la chiesa ed i dormitori. Non ricevette risposta, Matthew gli mise le mani accanto alla testa, spingendolo contro il muro, poi lo baciò, mettendogli un amano sulla schiena. William sentì la parte di Ethel uscire fuori prepotentemente, afferrò i capelli e vi affondò le mani, cercando un contatto più profondo, lasciando che le loro lingue si scontrassero.
“Aspetta …” mormorò trafelato William allontanandosi.
“Cosa? Comprendo che io sia un uomo ed anche tu, ma non preoccuparti, andrà tutto bene!” sussurrò Matthew.
“E’ questo il problema Matthew, io non sono un uomo …” rispose William abbassando lo sguardo. Matthew gli afferrò il mento e la costrinse a guardarlo negli occhi, l’azzurro delle iridi di William si scontrò con il nocciola di quelli di Matthew, quest’ultimo sorrise.“Meglio …” concluse Matthew baciandolo di nuovo. Un rumore di zoccoli attirò l’attenzione di William che spinse Matthew bruscamente, poi corse via nonostante fosse limitato dalla lunga tunica bianca. Si fermò solo quando fu nel suo alloggio, una sola luce a rischiarare la stanza altrimenti immersa nel buio, dato che fuori il sole era già tramontato.
“Comandante Scott?” disse Stephen entrando nell’alloggio.
“Dimmi Stephen …”
“Il visitatore vi sta cercando …”
“Vado subito!” concluse William uscendo. Arrivò nel giro di pochi minuti, bussò alla porta di ciliegio, fu lo stesso Henri ad aprire e lasciò entrare il comandante. William si appoggiò sul bordo di pietra del camino, incrociò le braccia al petto ed attese. Poco dopo Cristiano si unì a loro e sedette su una poltrona scarlatta accavallando le gambe, lasciando che gli stivali uscissero dalla tunica, William notò uno schizzo di fango sulla punta, rimase perplesso ma non lo diede a vedere. Henri si passò una mano tra i corti capelli castani, chiuse gli occhi nocciola per un attimo, poi sedette sopra il ripiano della scrivania, fissò per un attimo negli occhi William e Cristiano, poi parlò.
“C’è un traditore tra di noi …”
“Chi?” domandò Cristiano.
“Non lo sappiamo, abbiamo avuto una soffiata da Omar …”
“Omar, il nostro uomo nella base mamelucca?” domandò sarcastico William. “Una spia che denuncia un’altra spia …”
“Proprio lui …” ammise Henri.
“Cosa ti ha detto esattamente?” domandò Cristiano.
“Mi ha inviato una lettera questa mattina, durante uno dei vari colloqui di Baybars con i suoi generali ha sentito questa notizia, la Balestra si vantava di notizie ricevute da una spia nel nostro covo …”
“Chi è la serpe?” chiese infuriato Cristiano.
“Volevo chiederlo a voi, siete le persone più fidate, voglio un parere!” mormorò Henri puntando lo sguardo prima su William poi su Cristiano.
“Potrebbe essere chiunque, un cavaliere corrotto, un sergente bugiardo, un arabo che si fa passare per cristiano …” rispose William.
“Non abbiamo neanche un indizio, se siamo diventati quello che siamo è perché non abbiamo scrupoli, non mentiamoci Henri, non ci interessa realmente la Terra Santa, se non per i commerci …” disse Cristiano fissando William in cerca di appoggio.
“Come ti permetti di dire tutto questo?” domandò Henri duro, sbattendo le mani sulla scrivania.
“Henri, Cristiano ha ragione, la prima crociata è nata come riconquista della Terra Santa, mossa dalla fede, ma le altre no, guardati attorno, Acri è ormai diventata il principale centro commerciale!” rispose William poggiando le mani sul bordo di pietra del camino e stringendolo.
“Forse avete ragione, ma non posso pensare che c’è qualcuno che ci tradisce!” disse Henri passandosi un amano sul volto stanco.
“Però c’è, Henri, e dobbiamo trovarlo …” concluse William mettendo una mano sulla spada.
“Vi affido questa missione, siete gli unici di cui mi posso fidare …”
“Hai avuto notizie dalle Farfalle?” chiese Cristiano.
“No …” rispose Henri “Non sono io il capo in quel caso!”
“Già, le notizie arrivano a me!” rispose William ridendo.
“Sei tu la Falena!” mormorò Cristiano indicando la pietra incastonata nella collana di William, accanto alla croce.
“Sì, ho ricevuto ieri una lettera da Parigi, le Farfalle mandano i loro saluti, la situazione l’ non è poi così drammatica, le solite faide tra re, soprattutto tra Francia ed Inghilterra, re Enrico ha quasi finito l’oro dello stato!” disse William fissando i due compagni.
“Come lo sperpera stavolta quel cane di un inglese?” chiese Henri.
“Debiti di ogni tipo …” rispose William fulminando Henri con lo sguardo.
“Bah, gli inglesi!” disse il visitatore.
“Ti ricordo che sono inglese anche io, razza di animale francese!” replicò l’uomo dagli occhi cerulei.
“La Francia è superiore all’Inghilterra!” urlò Henri.
“Will … Henri …” tentò Cristiano senza ottenere nulla.
“I figli di Francia non valgono neanche la metà dei figli d’Inghilterra!” replicò William.
“Ethel! Charlotte!” urlò Cristiano ottenendo stavolta l’attenzione dei due templari che lo guardarono male “Smettetela!”
“Elena, sei la figlia illegittima del papa!” sbottò Henri.
“E quindi?” domandò Cristiano alzandosi in piedi.
“Stai fuori da questa faida esattamente come fa tuo padre!” rispose William.
“Non metterti in mezzo!” concluse Henri.
“Ma cosa diavolo state dicendo? Siete fuori di senno!” disse l’italiano ferito nell’orgoglio.
“Basta, stiamo litigando per nulla! Siamo tesi, intimoriti, da quello che potrà accadere!” rispose William.
“Ci aspetta una battaglia campale, i mamelucchi stanno aspettando solo il momento giusto!” concluse Henri rilassandosi. Cristiano si alzò e se ne andò, William sorrise cordiale al visitatore e poi seguì il compagno, lo raggiunse e si affiancò a lui, si decise a parlare però solo quando arrivarono nel loro alloggio condiviso.
“Matthew mi ha baciato!” sussurrò William togliendosi la tunica e rimanendo solo con le brache, la maglia e gli stivali.
“Davvero?” domandò Cristiano accendendo una candela.
“Sì, mi ha messo contro il muro e …”
“Gli hai detto la verità?” interruppe Cristiano.
“Sì, gli ho detto di Ethel …”
“Ne parli come se fosse un’altra donna …”
“In pratica lo è, non mi sento più Ethel da parecchio!”
“Lui come l’ha presa?” domandò Cristiano fissando William.
“Ha risposto che era meglio così!” rispose l’altro uomo.
“E’ pazzo!” concluse Cristiano coricandosi. 
Quella notte William dormì poco e male, uno strano presentimento gli attanagliava la bocca dello stomaco, non sapeva che le sue paure presto sarebbero diventate la realtà, la sua vita stava per prendere una piega molto diversa da quella che si aspettava, ed insieme a lui, anche Henri e Cristiano ne avrebbero pagato le conseguenze.




Angolo autrice:
Scusate per la lunghezza disarmante di questo capitolo, non so cosa fare per farmi perdonare.
*Prende a frustarsi ed a sbattere la testa contro il muro*
Questa storia è nata dal nulla. Sì, perchè il mio cervello è il nulla.
E' una storia così complicata che non saprei neanche io come definirla, uomini che sono in realtà donne, combattimenti fermati da bufere di sabbia, spie che è quasi impossibile scovare, insomma, in questa storia non c'è nulla che abbia senso, però è un esperimento.
Spero sia di vostro gradimento (pure le rime faccio!).
Il secondo capitolo è già in cantiere, ma prima di pubblicarlo, voglio vedere come va questo!
Mi aspetto almeno un commentino, almeno piccino picciò, daiii!
Il mio cervello potrebbe non reagire bene all'assenza totale di recensioni! (:
Un bacio a chiunque sia arrivato fin quaggiù!
   
 
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