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Autore: SailorDisney    11/05/2012    8 recensioni
Si chiamava Loki. Era alto, ma gracile e fisicamente debole. O almeno, debole messo a confronto con i grandi guerrieri di Asgard. Era una piega in quel foglio di carta perfetto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor Odinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“No, Loki stavolta no.” Disse con tono sicuro un giovane ragazzo dalla folta chioma dorata, mentre camminava con passo deciso.

“Ma perché, fratello? Ti prometto che non ti sarò d’intralcio.” Si lamentò un gracile giovane che gli correva dietro.

“Lo hai detto anche l’ultima volta e .. devo rammentarti come andarono le cose?” marcando l’ultima frase, fermò il passo e si voltò di scatto.

“Ma.. non è colpa mia se i pentapalmi si sono sbizzarriti. Sai che loro calpestano tutto quello che hanno davanti e.. non sapevo che Sif stesse dormendo proprio sotto quell’albero.”
Si giustificò il ragazzo rabbrividendo davanti alla figura imponente dinanzi a lui.

“C’è mancato poco.. non posso pensarci. Sei solo un incosciente!!! Ha rischiato la vita, te ne rendi conto?!”  sbraitò Thor voltandosi nuovamente e allontanandosi.

“Certo ma..” il ragazzo allungò la mano, ma ormai il fratello era distante.

Si chiamava Loki. Era alto, ma gracile e fisicamente debole.  O almeno, debole messo a confronto con i grandi guerrieri di Asgard. Era una piega in quel foglio di carta perfetto.

I suoi capelli d’inchiostro cadevano sulle spalle, ma mentre guardava il fratellastro allontanarsi, con il vento cominciarono a scompigliarsi, ad affannarsi sul volto, asciugando una lacrima che solcava quella guancia pallida.

Quella maledetta Sif. Pensò. Sempre lei tra i piedi..
Strinse i pugni con rabbia.

I suoi occhi assunsero un colore più chiaro. La rabbia si manifestava in ogni modo. Tutto il suo corpo ne risentiva. Digrignò i denti.

Maledetta sgualdrina…


Girò i tacchi. E si allontanò. In cuor suo sperava che il fratello tornasse indietro, che si fosse dispiaciuto di aver urlato in quel modo. Che gli chiedesse di andare con lui. Ma nessuno arrivò alle sue spalle. Come sempre, era immensamente solo.

Prese una piccola strada che passava dietro al palazzo reale di Asgard. Ne conosceva a bizzeffe di questi nascondigli.
Erano il suo piccolo rifugio, quando quel mondo gli dava le spalle.
Quando il suo Dio gli dava le spalle.


Si infilò in un’insenatura di roccia, vestito di tutto punto, come il più elegante dei principi.
Non era una presenza comune. Strane creature si scostavano al suo passaggio. Ne percepivano la potenza. In fondo, lui non era per niente debole.
Ma non aveva senso per lui dimostrare la sua forza, quando si trattava di reggere il confronto con il magnifico e perfetto fratello.

Di colpo si fermò, una piccola grotta lo attendeva. Era il suo nido. Il suo riparo. Dove poteva essere effettivamente solo ma per scelta propria, non per l’indifferenza degli altri.
Si sedette su di una roccia. Guardando ciottoli di sabbia muoversi in tondo con la forza del vento.

I pensieri cominciarono a volare.

Bambini. Bambini in tondo. Bambini che lo circondavano.

“Non sono un figlio impuro..” ripeteva il bimbo dai capelli corvini.

Ed ecco Thor.. il grande Thor. Il fratello dai muscoli scolpiti, lo sguardo glaciale. La presenza che prevaleva sugli altri.

“…Fratello!!!” il bimbo corse in lacrime e si strinse al fianco di Thor, che con una mano lo avvolse sotto la  sua protezione.


Il ricordo scomparve. Ne apparve un altro nella mente confusa di Loki.

“Thor! Ho scoperto un nido di uova di…”   si bloccò.

Thor  stringeva tra le mani quelle di una ragazza dai lunghi capelli, la guardava negli occhi, le sorrideva.

Quella fu la prima volta che Loki provò la gelosia.


 
Improvvisamente freddo. La notte era calata. Due delle lune di Asgard erano alte nel cielo.
Loki si avvolse nel mantello, infreddolito, e uscì dalla tana dirigendosi verso il palazzo.

Silenziosamente, preso dai suoi mille pensieri, fece ingresso dalle scale principali lucide e risplendenti.

Come era stato stupido.. ancora una volta si era dimostrato uno sciocco agli occhi di Thor. L’ennesima dimostrazione della sua immaturità..

Salì al piano superiore, attraversò il lungo corridoio buio, illuminato solo dalla luce soffusa della notte che filtrava dalle finestre. Ma.. in fondo ad esso c’era una figura.

Loki non aveva paura. Alzò lo sguardo sicuro, non c’era nessuno che lo avrebbe difeso stavolta.. se la sarebbe visto da solo.
Man mano che si avvicinava, il suo cuore batteva sempre più forte. Finchè di corsa percorse il corridoio e saltò addosso alla misteriosa figura davanti alla porta della sua stanza.

“Parla! Chi sei? Mostrati o…” si bloccò. “Thor..?”

“Loki.. ma ti sei ammattito?!” Il ragazzo era a terra e guardava storto il fratello ancora sopra di lui.

“Ma.. io credevo che.. cioè che tu.. ma che ci fai qui?!” domandò imbarazzato.

“Beh.. intanto che ne diresti di farmi mettere in piedi?” indicò il pavimento sorridendo.

“S-scusa..!!” il piccolo fratello si alzò e gli porse il braccio aiutandolo ad alzarsi.
Com’era bello sentire il contatto delle loro mani. La loro pelle che si sfiorava, era tutto quello che poteva fare battere il suo cuore di ghiaccio.
“.. che ci fai qui a quest’ora? Se Odino ti vedesse sveglio sai che…”

“Loki ma che vai dicendo? Sono qui che ti aspetto da ore! Mi è dispiaciuto litigare.. non appena mi sono reso conto di essere stato sgarbato, sono tornato subito indietro ma.. tu non c’eri più.
Sono venuto qui a cercarti ma.. niente. E allora ho atteso il tuo ritorno. Si può sapere dov’eri finito?”

Il cuore di Loki si fermò. Poi riprese a battere più veloce di un orologio impazzito. Alzò lo sguardo incrociando i dolci occhi di Thor.

“Io…”

Non riuscì a dire altro, si fiondò verso di lui stringendolo in un abbraccio. Affondando il suo viso nel petto possente del fratello.

Thor lo guardò stranito. Poi il suo cuore cominciò a battere forte, andando all’unisono con quello del piccolo mingherlino ragazzo fra le sue braccia.
Lo guardò stringere gli occhi mentre si immergeva in quell’abbraccio. Niente lo inteneriva come quell’espressione. Che conosceva solo lui.

Con una mano gli accarezzò il capo e lo strinse più forte a sé.

“Mi dispiace… adesso sono qui.” Disse con tono premuroso appoggiando la testa su quella bruna di Loki.

Loki era immerso nel profumo dei quei capelli che tanto amava. Un ciuffo biondo gli cadeva proprio sotto il naso solleticandolo. La cosa lo fece sorridere.

Finalmente un sorriso.

Che solo lui sapeva donargli.


 
Grazie, fratello.





   
 
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