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Autore: Rik Bisini    02/12/2006    0 recensioni
Cosa lega un demone scomparso ed un mago celebre per guarire le persone a cui sono stati rubati i sogni?
Il vero avversario di Shadow Lady è forse sul punto di uscire allo scoperto?
Quinta fanfiction sul ritorno della sensuale eroina di Katsura, solo per veri amanti delle ragazze-ladro.
Fanfiction già pubblicata su Manganet dal 2/11/2006.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e il ladro di sogni
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Il demone scomparso

Un ragazzo dal fisico atletico ed una tinta nera con riflessi prugna sedeva con aria annoiata di fronte alla scrivania di Bright Honda.
« Fumio Sawada » lesse Bright su di un documento, « studente. Sei qui per darci informazioni su Shadow Lady, hai detto ».
« Sì » confermò Fumio con voce monotona, « è quello che ho detto ».
« Eppure a quanto dici non hai visto realmente Shadow Lady, giusto? » osservò Bright squadrandolo e porgendogli il documento.
« Ho già raccontato la storia al poliziotto con il nasone. » replicò Fumio allungando pigramente un braccio per afferrare il documento.
« L'agente Yamazaki » continuò Bright, « è convinto che quello che hai visto non abbia nulla a che vedere con Shadow Lady. Parlavi di una donna che si spogliava davanti ad una finestra, ma di cui hai visto solo un'ombra, giusto? »
« Sì, sì » confermò Fumio con un sospiro rassegnato. « Ed il suo vestito aveva le ali da pipistrello come quello di Shadow Lady, così incuriosito ho chiesto in giro ed ho sentito che quella casa era vuota ».
« Però qualcuno aveva le chiavi... » suggerì Bright.
« Le ho chieste al portiere dicendo che un'amica cercava una casa in affitto. Ho aspettato che quella arrivasse alle quattro, come al solito... »
« Cioé questa persona » lo interruppe Bright, « appariva sempre a notte fonda a quella finestra, giusto? »
Fumio annuì trattenendo un grugnito.
« Spogliandosi? » aggiunse Bright.
« Sì, sempre così » confermò lo studente, « da parecchi giorni ».
« Parecchi? » domandò Bright, « Quanti? »
« Quindici, venti, non ricordo con esattezza. » rispose Fumio.
« Sospettavi che fosse Shadow Lady e... » Bright si schiarì la voce, « diciamo che sei entrato per controllare ».
Fumio si concesse un sorriso ammiccante.
« Una bella controllata, diciamo ».
Bright represse un moto d'ira e si confortò al pensiero che Shadow Lady, quella vera, non avrebbe lasciato incolume chi avesse pensato di spiarla nell'intimità.
« Ma le cose non erano come pensavi ».
Fumio storse la bocca. « Qui l'altor poliziotto ha cominciato a comportarsi da idiota. La 'cosa' che ho visto non sembrava Shadow Lady e non sembrava umana. I capelli erano bianchi e c'erano macchie scure su tutta la pelle. Aveva il naso piatto ed era senza orecchie ».
Bright annuì.
« La stavo guardando di nascosto. Poi ho fatto un rumore. Ho cercato di fuggire da una finestra, ma tutte le luci si sono spente. Credo che quella fosse fuggita ».
« E questa è tutta la storia. » disse Bright. « Bene, grazie. Terremo conto delle tue informazioni ».
« Non dovreste proteggermi? » chiese lo studente.
« Da cosa? » domandò l'agente.
« Da quella femmina. Ha un aspetto mostruoso. Sicuramente è malvagia e probabilmente pericolosa. Forse mi ha visto. Il mago ne è certo e mi ha promesso di fare qualcosa, ma credo che voglia soldi in cambio ».
« Mago? » chiese curioso Bright.
« Optimus Potentium » rispose Fumio, « quello della televisione. I mostri da incubo sono materia loro di solito. Ma ho pensato che forse Shadow Lady avrebbe interessato anche voi ».
Bright aggrottò le ciglia. Prese un biglietto e lo porse al ragazzo.
« Se questo Optimus cerca di estorcerti soldi » suggerì, « torna da me. A quello ci pensiamo sicuramente noi. Per quanto riguarda la creatura, il caso è decisamente insolito. Ma recentemente ho avuto a che fare con diverse cose dall'aspetto insolito lavorando al caso di Shadow Lady ».
« Insolite come quella femmina mostruosa? » chiese Fumio con ribrezzo.
« Insolite come un gemello di me stesso che non sapevo di avere. » rispose Bright, mentre lo studente aveva stampati in volto stupore e diffidenza.

Un'ampia cavità semisferica era illuminata da una fioca luce giallastra. Le pareti sembrvano fatte di dura roccia grigia eppure Setna e Vaar passarono attraverso di esse come se si trattasse della superficie di un liquido. Dentro la cavità, due figure ammantare si inginocchiarono in direzione di Setna al loro arrivo .
« Sua Eccellenza ci onora con la Sua presenza. » disse una voce femminile, « Che il suo fuoco bruci a lungo ».
Setna chinò il capo in direzione della figura in un cenno di assenzo.
« Porgo a Sua Eccellenza la nostra gratitudine per aver accettato il nostro invito qui. » disse la voce maschile dell'altra figura.
« A dire il vero Tolikei » replicò Setna, « il vostro invito coincide con il mio desiderio di vedervi, per la questione di cui abbiamo già parlato ».
« A questo proposito » riprese Tolikei, « Sua Eccellenza scoprirà che Kalalii ed io abbiamo convenuto di offrirle il nostro aiuto in modo più conforme ai Suoi desideri ».
Setna fissò con insistenza Tolikei.
« Alzati. » gli ordinò.
Tolikei obbedì, mostrando il suo volto in parte nero, in parte coperto di rughe e l'occhio destro cieco. Sollevandosi, tentennò a causa della gamba destra più corta.
« Nel nostro precedente incontro » ricominciò Setna, « ci avete confermato che un Portatore dei Ghiacci è l'artefice degli oggetti tramite i quali gli uomini sfruttano poteri demoniaci. Vaar crede che il nome di costui sia Lujel e che voi possiate confermarlo ».
« Così è » confermò Tolikei, « Lujel crea oggetti pregni del suo potere, qui, a Gray City ».
« Lujel non esiste più » lo contraddisse Setna, « due secoli fa si è recato alle Case di Estinsione in cerca dell'ultimo giorno. Non è più tornato di là ».
« Non è tornato tra i demoni » precisò Tolikei, « ora è fra gli umani ».
« Come è possibile ciò? » domandò Setna.
« Non lo sappiamo » rispose Tolikei, « crediamo che egli sia giunto nel medesimo tempo in cui arrivarono qui le pietre del diavolo ».
« Non avete cercato di scoprirlo? » la voce di Setna era carica di disprezzo.
« Non possiamo, Eccellenza » disse Tolikei, chinando umilmente il capo.
« Sua Eccellenza deve ricordare » intervenne Kalalii, « che noi siamo reietti e ricercati per aver guidato alcuni Misti a vivere tra gli umani ».
« Parli senza il mio consenso! » tuonò Setna alzando un braccio in direzione della demone.
« Ferma! » comandò Vaar.
Setna si volse verso di lui furente. « Tu non hai autorità per dirmi cosa devo fare, Vaar ».
« In ogni caso, Setna » replicò quieto Vaar, « voglio ricordati che il Messaggero ho preso su di sé la responsabilità delle tue azioni di fronte all'antica legge. Ti disonora fare qualcosa che vada a suo svantaggio. Ti disonora inoltre avere accettato un invito di Kalalii a parlare e non permetterle di farlo. Disonora te, il Messaggero ed il Sovrano del Fuoco stesso ».
Setna tacque.
« Kalalii » proseguì Vaar, « in nome di Shadow Lady, Messaggero del Sovrano del Fuoco, io ti chiedo di alzarti e di parlare. Voglio conoscere il motivo della tua richiesta di vederci e perché ritenete di doverci aiutare direttamente, adesso ».
Kalalii mostrò il suo volto, che per metà era oscuro e per metà quello di una donna segnata dagli anni, e si sollevò tremando su esili gambe.
« Noi siamo reietti » ripeté in direzione di Setna, « la polizia dei demoni ci cerca da tempo come criminali. Conosce noi e coloro che ci seguono. Sarebbe da folli per noi o qualcuno dei nostri andare alle Case di Estinsione, nel cuore del Paese dei Demoni, per scoprire perché Lujel non ha raggiunto l'ultimo giorno. Inoltre nessuno può superare l'Estrema Soglia delle Case di Estinsione e tornare indietro, non senza il potere di chi governa il tempo ».
Si volse verso Vaar. « Uno dei nostri è in pericolo. Kuriaf, la più abile di tutti i nostri emissari è scomparsa. Senza di lei la stessa esistenza della nostra comunità è in pericolo. Per questo abbiamo deciso di chiedere il vostro aiuto e per questo vi daremo da ora in poi tutto il sostegno che possiamo ».
« Scomparsa? » domandò perplesso Vaar, « Siete certi che non sia... estinta? »
Kalalii scosse la testa. « No, non lo siamo e temiamo che lo stesso Lujel possa portarla all'estinsione. Ci ha chiesto licenza di allontanarsi temporaneamente, tre settimane fa, senza spiegare i suoi motivi. Da allora non ha dato altre notizie di sé ».
« Avrete il nostro aiuto. » promise Setna, intervenendo nella conversazione, « ma se credete veramente che io sono degna del titolo di Domatrice, che è l'operato di Lujel ad aver causato la mia disgrazia ed a mettere voi in pericolo, dovrete trattarmi sempre come tale ».
« E sia. » dissero all'unisono Kalalii e Tolikei.

« Optimus aveva visto nella sua sfera l'arrivo di un'influenza maligna » riportava l'articolo, « ed aveva ragione. Ero così angosciata da sentirmi male tutta la giornata e la notte non dormivo senza fare incubi. In poche settimane tutto si è risolto, gli sono molto grata ».
« Non è affatto un millantatore come dicono i soliti invidiosi o materialisti » continuava più in basso, « io svegliandomi la mattina non riuscivo mai a ricordare i miei sogni, come se mi fossero stati rubati. Chi non si renderebbe conto di essere colpito da un'influenza malefica? »
« Ha grande potere » diceva altrove, « ma anche umiltà. A me ha detto che il mio malessere non aveva alcuna relazione con i fatti di possessione di cui si occupa. Sono andata da un medico ed infatti il disturbo è passato ».
Bright leggeva con espressione neutra le lodi nei confronti del mago Optimus riportate su un articolo diligentemente affisso al muro della sala di aspetto, in penombra e profumata d'incenso, dell'ufficio del mago.
Una segretaria arcigna e appesantita da diversi chili di troppo gli annunciò che era giunto il suo turno.
Bright entrò in una stanza in cui la luce era ancora più tenue e proveniva da due elaborati candelabri a tre braccia. La stanza era vuota, ma la scura porta seminascosta di uno stanzino accanto si aprì immdiatamente e ne uscì un uomo piuttosto basso, dalla testa glabra ed un ampio sorriso stampato sul viso.
« Bright Honda? » chiese, « Molto piacere, mi diceva di essere della polizia, ma non è qui in veste professionale, voglio sperare ».
« Invece è così » replicò Bright, « alla ricerca di informazioni riguardo ad un particolare che mi ha incuriosito ».
« La prego » lo invitò Optimus indicando una sedia, « si accomodi ».
Sedettero ad un basso tavolino rotondo al centro del quale si trovava una sfera di vetro, posta su un piedistallo su cui erano intrecciati simboli arcani.
« Questa mattina » raccontò Bright, « verificavo una testimonianza raccolta in merito alle attività di Shadow Lady, in cui lei veniva citato, e ho letto tutte le informazioni di dominio pubblico che sono disponibili sulla sua attività di esorcista ».
Il mago continuava a sorridere imperturbabile.
« Devo sinceramente complimentarmi » continuò l'agente, « perché in appena tre mesi ha raggiunto una ottima reputazione di esorcista, distinguendosi per l'accuratezza con cui individua casi reali da problematiche differenti. Questo le ha portato un paio di apprezzamenti anche nell'ambiente scientifico ».
« Cerco solo » spiegò il mago sorridendo, « di attribuire una presenza sovrannaturale dove ne distinguo chiaramente i connotati. So quanto sia facile imbattersi in imbonitori che portano la gente a credere ad essere vittima di influenze sovrannaturali per ricavarne del lucro ».
« Davvero esemplare » commentò Bright senza entusiasmo, né ironia, « ecco perché mi sono sorpreso quando un ragazzo che ha visto un demone si è sentito promettere da lei che avrebbe fatto qualcosa. È un caso che, capisce, ha tutti i connotati di una allucinazione ».
Il sorriso di Optimus restò largo ed affabile.
« È apparso un mostro in questa città circa otto mesi fa e c'è ancora chi lo descrive come una suggestione di massa, dovremmo essere più disposti ad accettare che esistono cose di cui non avremmo mai sospettato l'esistenza ».
« E che nome darebbe, lei » chiese Bright, « ad una creatura di forma umana, con capelli bianchi e la pelle maculata? »
« Che cosa importa un nome? » disse Optimus allargando le braccia in modo teatrale, « Ricordo il caso che dice e, sì, ha ragione è uno dei più interessanti che mi siano capitati. Ho ragionato per esclusione, troppo preciso per un sogno, troppo ricorrente per un'allucinazione, troppo verosimile per il racconto di un mitomane. E mi sono deciso a controllare se ci fosse realmente di mezzo un demone ».
« Demone? » lo interruppe Bright, aggrottando le ciglia.
« Un nome come un altro, appunto. » riprese l'altro, il suo eterno sorriso velato per un istante da un'ombra.
«: E cosa ha scoperto, poi? » insisté l'agente.
Il sorriso di Optimus divenne ancora più largo.
« Signor Bright, per quanto la mia professione sia insolita, è tuttavia una professione. Discutere i singoli casi in cui mi sono imbattuto, è contrario ad ogni deontologia professionale. Temo proprio di non poter rispondere alla sua domanda. Posso dirle comunque che ho riscontrato effettivamente il pericolo di una possessione, che l'ho allontanata immediatamente e che non richiederò un compenso per quanto svolto, visto che questo caso mi ha consentito di acquisire conoscenze di manifestazioni insolite che ho trovato decisamente importanti... e che il soggetto potrebbe avere difficoltà a pagarmi un compenso. Questo le basta? »
Bright soppesò con calma le parole che aveva udito.
« È sufficiente. » commentò, « Ma vorrei chiederle, da un punto di vista professionale, di Shadow Lady cosa pensa? »
« Abbiamo in comune più cose di quanto sembri » disse con aria sorniona, « anche lei, quando apparve il mostro, si è occupata di combattere qualcosa di sovrannaturale ».

   
 
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