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Autore: bambi88    02/12/2006    2 recensioni
Una storia ricca di passioni e misteri... Chi è il selvaggio cavaliere? Perchè quella ricca e viziata dama è attratta da un mondo meschino e turpe? Un terribile passato e un inquietante presente si intrecciano pericolosamente. Castelli, spade, vendette nel percorso di un amore profano. Aspetto con ansia le vostre recensioni...
Genere: Romantico, Malinconico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo storia medioevo

Chichi teneva tra le mani, strette, quelle della sua amica, accasciata su di lei.
Dormiva con la bocca appena socchiusa e respirava lentamente.
Chichi le accarezzò la guancia calda e ancora inumidita dalle lacrime…avrebbe voluto fermare quella spirale di distruzione nella quale la sua amica si gettava sconsideratamente.
Ma… con Bulma ogni sforzo era inutile.
Il ronzino trottava a passo lento per il pendio che collegava l’ultimo tratto di sentiero alla strada principale.
Chichi alzò lo sguardo sulla figura che lo guidava nell’oscurità… Goku.
Arrossì violentemente ripensando al suo corpo…scosse la testa come per allontanare un pensiero scomodo e abbassò gli occhi, timorosa.

Quando Bulma riaprì gli occhi vide, tra il chiaroscuro delle lanterne, stagliarsi il profilo del suo palazzo…
Sorrise incrociando lo sguardo di Chichi, severo ma dolce.
- che bello siamo a casa!- disse divincolandosi dall’abbraccio dell’amica e ondeggiando pericolosamente
- sta ferma Bulma o cadr…- Chichi non finì la fase che la sua amica si trovava già tra le solide braccia di Goku.
Bulma si strinse al corpo dell’amico, sorridendogli luminosa.
- fai più attenzione…sei sempre la solita distratta…- le disse il ragazzo, posandola delicatamente a terra.
Chichi represse un dolore che le avvolse il ventre e sedò la furia che le arrossava gli occhi.
- il palazzo è vicino…e tuo padre, mia cara signorina, potrebbe aver già scoperto la tua scappatella.- disse la ragazza, con voce fredda ma rotta da una pallida emozione.
Bulma si divincolò dall’abbraccio di Goku e, afferrate le vesti, iniziò a correre per la scarpata
- Ciao Goku!...sbrigati Chichi!-
L’amica rimase interdetta dal veloce cambiamento della ragazza e la fissò sbigottita dirigersi velocemente verso il cortile esterno del palazzo.
- un giorno all’altro i suoi genitori la getteranno in un convento di clausura e butteranno la chiave…- disse Chichi.
- Riuscirebbe a fuggire anche da quello…- rispose Goku ridendo
- …non scordare questo…- riprese dopo una breve pausa, porgendo alla ragazza le briglie del cavallo
- grazie…- sussurrò lei impallidendo.
- Io vado...- continuò lui.
Lei avrebbe voluto fermarlo. Trattenerlo anche solo per un istante. Per parlare. Per spiegarsi.
Ma Goku era già sparito.
Come sempre.

Chichi percorse il breve tratto a passo lento, persa in quei ricordi che, soli, davano luce alla sua esistenza.
Bulma e il suo capriccioso carattere.
La famiglia Briefs, saggia ma stravagante.
Il suo buono padre…
E Goku.

Il loro primo incontro fu una tempesta.
Chichi seguiva sempre Bulma nelle sue evasioni dal suo bel palazzo. Per controllarla più che per giocare con lei.
Bulma e Chichi.
Sconsiderata e avventata l’una, prudente ed obbediente l’altra.
Nulla le avrebbe mai accomunate se non l’affetto per quel bambino selvaggio, figliastro di uno dei guardaboschi.
E fu proprio durante una di quelle fughe che la perse.
Chichi perse Bulma.
Era solo una bambina. Ma non pianse, non versò una sola lacrima.
Camminava a testa alta emanando un coraggio che non possedeva.
Fu allora che lo incontrò.
Grassottello e sorridente le sorrideva appeso ad una ramo.
- ciao bambina!- le aveva detto
- ciao a te scimmia parlante!- aveva risposto lei, ignorandolo con tutta la sua regale indifferenza.
Goku le era ruzzolato addosso e le aveva sorriso, contagiandola di una strana allegria.
Fu Goku a riportarla da Bulma che, spazientita e, un po’, spaventata l’attendeva vicino il cortile.Chichi sorrise.
Il loro primo incontro era uno dei ricordi più piacevoli che la sua infanzia le avesse lasciato.
Forse uno dei pochi.

Entrò nel vecchio cortile silenziosamente e procedette cauta nella stalla.
- BEN ARRIVATA!- urlò una voce, sorprendendola alle spalle.
Chichi si voltò spaventata, per poi rabbuiarsi.
- Bulma sei la solita stupida!...sveglierai qualcuno!- le sussurrò accostandosi all’amica che si teneva, accasciata a terra, il ventre dalle risa.
- Sei la solita seriosa!- le rispose illuminandosi di uno dei suoi sorrisi più belli.
Chichi la seguì con lo sguardo mentre si toglieva il pastrano e lo riponeva.
Osservò la linea esile e perfetta del suo corpo, i polsi sottili, la pelle eburnea, la linea affusolata della schiena. Bulma era perfetta.
Osservò poi i propri polsi, forti e scattanti, la propria pelle, imbrunita dal sole, i propri fianchi sodi e mascolini…più un guerriero che una dama, si disse, mordendosi il labbro
- andiamo?- la voce di Bulma la riportò alla realtà.
La seguì per le stanze dell’enorme palazzo.

Bulma le parlava con la sua voce allegra, intercalando spesso le frasi con una risata.
Chichi le sorrideva inconsapevole, persa ormai nei suoi pensieri.
Fu solo davanti al corridoio che divideva le loro stanze che osò pregarla
- Bulma…con Goku…no…- le disse con voce tormentata
Bulma la fissò sgranando i pallidi occhi
- certo che no…- le rispose lentamente.
Ma ogni sorriso si era spento sui loro volti.

 

Vegeta aveva lasciato qualche moneta sullo squallido letto ed era sparito prima dell’alba, senza incontrare l’odioso locandiere.
Giusto per evitare ogni tentazione.
Aveva raggiunto Ovestonia percorrendo il sentiero principale, e sul limitare del giorno la figura del paese si stagliava sul profilo rossastro della natura all’alba.
" …Arriva ad Ovestonia con i primi raggi del sole e studia il territorio…"
Si aggirava per la città come una figura mistica.
Avvolto nel suo mantello scuro, osservava con i suoi occhi acuti ogni angolo della cittadina.
Molte donne, risvegliate per l’inizio di una dura giornata, lo videro vagare, scuro e silenzioso.
Quando la piazza si animò, penetrò in una delle locande sulla piazza della cattedrale. Seduto in un angolo nascosto affilava senza fretta la lunga lama della sua spada.
Solo le campane della messa lo risvegliarono dalla sua lunga trance.
Quando fuoriuscì di nuovo sulla piazza il sole freddo gli ferì gli occhi.
Scosse il viso e fissò la scalinata della chiesa.
Un sorriso crudele gli illuminò il viso.
- buon giorno B.B.-

 

Bulma ondeggiò il ventaglio e sbadigliò. Era stanca ed assonnata e quell’odore di incenso non faceva che peggiorare il suo mal di testa.
Una piccola spinta la scosse.
Chichi, seduta accanto a lei, le lanciò un’occhiata infiammata.
La ragazza sbuffò nuovamente prima di riprendere il canto del Salmi.
Si guardava intorno annoiata, attendendo la fine della celebrazione.
Suo padre era in una delle prime file ed aveva il suo stesso cipiglio tediato; sua madre, al contrario, che cantava a voce alta, stonando, sembrava divertirsi.
Bulma si sistemò il corpetto stretto, troppo stretto, come le aveva saggiamente ricordato Chichi prima di uscire dal palazzo quella mattina
- Bulma stai andando a Messa!-
- Non per questo devo vestirmi come una suora!- le aveva risposto allegra…
Solo ora aveva capito quanto la sua amica avesse ragione.
Le campane della Messa interruppero i suoi pensieri.
Presa per mano da suo padre si diresse verso l’uscita.

Una piccola folla si era radunata nella piazza.
Qualcuno pregava per una grazia, altri chiamavano il sindaco, altri fissavano irriguardosi le due fanciulle che lo accompagnavano.
Bulma fissava le persone, incuriosita, mentre Chichi, nervosa, cercava spazio per allontanarsi.
Fu allora che Bulma e quella figura si videro.
Il petto di Bulma tremò nel suo candido vestito quando quell’essere incappucciato sparì in un angolo buio.
- tutto bene?!- le chiese protettiva Chichi, sentendola tremare.
- Andiamo a casa…- rispose lei, accelerando il passo verso la carrozza.

  
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