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Autore: Pwhore    11/05/2012    1 recensioni
Lei si dipinge le unghie con precisione, lui comincia a notare delle bottiglie vuote di gin. Cosa sta succedendo alla Lisa che ama tanto, prima radiosa come il sole e ora circondata da un alone di mistero?
FF ispirata al primo significato intuibile della canzone 'The Ballad Of Mona Lisa', dei Panic! At The Disco.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Brendon Urie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Woah, Mona Lisa, you're garanteed to run this town.
Woah, Mona Lisa, I'd pay to see you frown.


Ryan si massaggiò il pizzetto, sdraiato sul divano, e ripensò alla giornata appena passata.
Era stato con Lisa un'altra volta, e non era riuscito a cavarle fuori neanche una parola un'altra volta. Era una scena che si ripeteva da tanto ormai, anche se lui si ostinava a non perdere le speranze e a insistere ogni singola volta; poco importavano i ceffoni o gli insulti che si beccava, quello che contava era riuscire a capire il segreto che quella donna nascondeva. Era certo che si trattasse di qualcosa d'importante, calcolando come lei cercasse di tenerlo al sicuro, e voleva a tutti i costi venirne a conoscenza, in modo da poterlo sfruttare a suo piacimento o da poterla ricattare col suo fidanzato. Pagare i suoi prestigi ogni notte era diventato troppo costoso, ormai, e non era più tanto sicuro di poterla far parlare prima di aver prosciugato completamente le sue risorse, quindi aveva bisogno di una strategia nuova e convincente; un qualcosa che riuscisse a smuoverla dentro così tanto da indurla ad aprirsi con lui, per intenderci. Non voleva usare la forza: alla ragazza non sarebbe costato niente mentirgli e raccontargli la prima storia che le passava per la mente, mentre lui voleva la pura e limpida verità. A dire il vero non sapeva neanche lui il perché, era come se si fosse convinto che sapendola si sarebbe sentito molto meglio, per se stesso e per tutti; ma sapeva che molto probabilmente non sarebbe cambiato niente per lui, sarebbe solo stato invaso dalla sensazione di aver buttato una valanga di soldi al vento senza uno scopo davvero preciso e che si sarebbe solo dato dello stupido a lungo, ripensandoci. Continuò comunque a rimuginarci sopra e decise che avrebbe tentato il tutto per tutto e che quella sarebbe stata la volta buona, che lei non avrebbe potuto rifiutare e che lui sarebbe finalmente venuto a conoscenza del suo passato schifio. Era diventata un'ossessione per lui, non riusciva a non pensare al perché una donna bella come lei si fosse ridotta a fare il mestiere più vecchio del mondo, senza neanche aver voglia di raccontare le sue motivazioni ai suoi clienti. Era una cosa che facevano tutte, e il fatto che lei si tenesse tutto per se lo faceva impazzire e rodere dentro; come ogni papagiro che si rispetti pretendeva di sapere almeno qualcosa della persona che voleva aiutare. 'Aiutare', pff, parola grossa. Come ogni papagiro girava attorno alle ragazze imbottendo loro la testa di frasi carine, di 'ti aiuterò', 'scapperemo insieme da qui' e tante belle cose, che puntualmente non arrivava mai a portare a termine. Era da tanto che faceva questa vita, aveva le sue amicizie sul marciapiede e aveva le sue alleanze; ma con Lisa era stato diverso. Non solo lei si era rifiutata di sputargli addosso tutta la sua vita, ma lo aveva anche convinto a diventare il suo cliente di fiducia, con un semplice battito di ciglia, poi! Era rimasto scioccato da lei, riusciva a intuire che c'era qualcosa di diverso dietro a quel bel faccino e che non era sul marciapiede per lo stesso motivo delle altre; ma non riusciva davvero a capire perché. Comunque quella sera gliel'avrebbe chiesto, proprio come la sera precedente e quella successiva. Un buon impiccione non si arrende mai.


He senses something, call it desperation.
Another dollar, another day.

And if she had the proper words to say, she would tell him.
But she'd have nothing left to sell him.

Ryan si rigirò tra le coperte e cinse Lisa tra le sue braccia forti e muscolose, accarezzandole la schiena. Lasciò che le sue mani si soffermassero lungo i fianchi, il seno e i capezzoli della ragazza, per poi arrivare a posarsi sulla sua guancia chiara.
"Sei davvero bella stasera," sussurrò, portando le labbra vicino al suo collo.
Glielo baciò più volte e cominciò a mordicchiarglielo sensualmente, ma l'altra rimase perfettamente immobile e impassibile, così fu costretto a smettere e a guardarla in faccia con aria spaesata.
"Che c'è, Lisa, non hai voglia?" domandò semplicemente.
"Se non vuoi non c'è problema, te la puoi cavare con un lavoretto di bocca," ridacchiò.
Lisa alzò gli occhi al cielo con un movimento impercettibile e Ryan si sentì improvvisamente a disagio, nonostante fosse a casa sua con la donna che 'frequentava' da alcuni mesi e non ci fosse niente di strano.
"Ehy, Lisa, non per fare il guastafeste, ma hai rovinato tutta l'atmosfera," le fece notare, mentre lei si tirava a sedere, spostandosi i capelli dal viso e sistemandoseli dietro le orecchie.
"Voglio dire, non ti ho pagato tutti quei soldi per stare qui a guardarti fissare il soffitto, sai?" fece, sbuffando.
"Mi costi una barca di verdoni e mi lasci qui a masturbarmi da solo? Andiamo, fa' il tuo lavoro e succhiamelo!" sbottò, prendendola per i capelli e tirandola indietro. La bionda strinse i denti e cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma Ryan era un osso duro ed era decisamente troppo forte per lei, così fece finta di arrendersi e si avvicinò al suo membro.
"Ecco, vedi che possiamo andare d'accordo quando vogliamo?" commentò l'uomo, compiaciuto. Lisa annuì distrattamente e aprì la bocca, facendocelo entrare tutto. E quello fu decisamente il morso più forte che aveva mai dato in vita sua.
Ryan si spinse all'indietro e urlò di dolore, portandosi velocemente le mani tra le cosce e cercando di alleviare la sofferenza massaggiandosi il membro.
"Brutta puttana, che cazzo mi hai fatto?!" sbraitò, strizzando gli occhi il più possibile.
"Io ti ammazzo, puttana, ti ammazzo!" gridò nuovamente, senza però muoversi dal letto. Lisa lo guardò con disprezzo e si rivestì tranquillamente, lanciandogli ogni tanto qualche occhiata soddisfatta. L'uomo sembrava totalmente senza respiro; un pallone gonfiato così rosso e grande da essere sul punto di esplodere a causa di tutte le sue stupide arie.
"Addio, Ross, questa è l'ultima volta che ci vediamo. Stammi male, feccia umana," lo salutò la ventenne, sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi sinceri. Si avvicinò alla porta e si appoggiò allo stipide, giocherellando con le chiavi di casa.
"Sai, non mi mancherai per niente," gli confessò.
"E aspettavo questo momento da molto, molto tempo. Spero davvero che tu possa trovare una donna capace di metterti in riga e fartela pagare pert tutte le cose brutte che hai fatto, perché te lo meriti veramente. Addio, e a mai più rivederci."
Uscì chiudendosi bene la porta alle spalle, poi si sistemò la sciarpa attorno al collo e si avviò verso casa con le mani in tasca, canticchiando una canzone che aveva sentito una volta alla radio che le era sembrato la descrivesse perfettamente. Ryan abitava solo un paio d'isolati lontano da lei, quindi poteva farsi tranquillamente tutto il tragitto a piedi senza neanche affaticarsi troppo. Respirò a fondo, serena, e svoltò l'angolo, imbattendosi in un giovane. Il suo giovane. Sorrise, lo prese sotto braccio e lo baciò, poi s'incamminò con lui sotto il cielo stellato.
   
 
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