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Autore: Il Saggio Trentstiel    11/05/2012    6 recensioni
Vide avvicinarsi un'automobile gialla con un cartello sul tettuccio e, in un gesto istintivo, sollevò un braccio.
Il taxi accostò davanti a lei e l'autista si sporse per aprirle la portiera.
-Bisogno di un passaggio?-
Gwen alzò gli occhi -fortunatamente celati da un paio di occhiali scuri- al cielo: ma che domanda era? Il tassista credeva forse che il suo hobby fosse quello di salutare tutti i taxi del circondario?

Prendere un taxi è una cosa di routine ma, si sa, i tassisti sono dei gran chiacchieroni.
Gwen non vuole chiacchiere. Gwen è nervosa.
Duncan guida il taxi. Duncan vuole chiacchierare.
Gwen odia Duncan.
[AU; Future!Fic; possibilità di lieve OOC]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Eimì, che è riuscita a farmi andare contro i miei principi e a (ri)scrivere di questa coppia!










Tailleur? Ritirato in tintoria il giorno prima, era perfetto addosso a lei.
Scarpe? Nuove, un po' scomode, ma avrebbe sopportato in silenzio.
Tinta? Fatta a regola d'arte, sua madre era davvero brava!
Curriculum e documenti vari? Al sicuro nella sua borsa, perfetti fino all'ultima virgola.
Gwen sbuffò e controllò l'orologio: erano soltanto le otto e mezza e il colloquio era stato fissato per le dieci, quindi aveva ancora tempo.
Per farsi prendere dall'ansia, probabilmente.
Aveva già lasciato passare tre autobus, pieni fino all'inverosimile di pendolari e studenti: non voleva certo che nella calca le si rovinasse il vestito o le si rompesse la borsa, perdendo quei documenti per lei vitali.
Che poi, a pensarci bene...
Il tailleur le sembrava troppo corto, le scarpe le stavano massacrando i piedi, i capelli erano troppo scuri, e i documenti...
Oddio, li aveva presi?
Frugò come un'ossessa nella borsa, ritirando la mano soltanto quando percepì sotto le dita la forma rassicurante di una cartellina plastificata.
Non era tranquilla, per niente.
E se gli autobus avessero continuato ad essere pieni come i precedenti... Avrebbe anche fatto tardi!
Vide avvicinarsi un'automobile gialla con un cartello sul tettuccio e, in un gesto istintivo, sollevò un braccio.
Il taxi accostò davanti a lei e l'autista si sporse per aprirle la portiera.
-Bisogno di un passaggio?-
Gwen alzò gli occhi -fortunatamente celati da un paio di occhiali scuri- al cielo: ma che domanda era? Il tassista credeva forse che il suo hobby fosse quello di salutare tutti i taxi del circondario?
Si limitò ad annuire e si accomodò sul sedile anteriore, sistemandosi la borsa sulle gambe ed allacciando la cintura.
-Al 130 di King Street West.-
Il tassista annuì e ripartì, immettendosi immediatamente nel traffico mattutino di Toronto.
La radio trasmetteva le note malinconiche di una ballata degli anni '80 o giù di lì, e Gwen fu per un attimo tentata di chiedere all'uomo di spegnerla: questi, come se le avesse letto nel pensiero, abbassò il volume fino a renderlo quasi impercettibile.
Gwen abbozzò un sorrisetto, lo sguardo fisso sugli edifici che scorrevano fuori dal finestrino.
Purtroppo per lei il tassista aveva abbassato il volume della radio con un unico obiettivo: voleva chiacchierare.
-Strano che lei vada in quella zona, non ha l'aspetto di una donna d'affari!-
La donna si sfilò gli occhiali da sole con deliberata lentezza, lanciando un'occhiata infastidita all'uomo al suo fianco.
-Lei invece assomiglia ad un discreto impiccione.- dichiarò.
Convinta di averlo ridotto al silenzio per il resto del viaggio, fu sorpresa -e scocciata- di sentirlo ridacchiare.
-Brutto risveglio?-
Gwen alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-Senta... Ho un importante colloquio di lavoro tra poco, e l'ultima cosa di cui ho bisogno è un tassista indiscreto ed insistente, dunque...-
Il guidatore ghignò, rallentando per poi fermarsi ad un semaforo rosso: si voltò verso di lei che, a malincuore, ammise che gli occhi azzurri dell'uomo avevano un che di magnetico.
-È il mio lavoro, dolcezza! Guido e chiacchiero, vengo pagato per questo!-
Di quelle parole una sola era rimasta stampata nella mente di Gwen: dolcezza?
Bene, era riuscita a salire sull'unico taxi in tutta Toronto guidato da un ridicolo e ben poco originale tombeur des femmes!
Il semaforo scattò e Gwen lo indicò all'altro.
-È verde.-
-Oh, lo nota solo ora?- ridacchiò, accennando alla sua cresta smeraldina.
La donna si corrucciò nuovamente: non era per nulla spiritoso, e in più... Beh, non aveva davvero notato la pettinatura insolita del tassista...
Lo osservò con più attenzione: oltre alla cresta verde individuò degli orecchini sui lobi di entrambe le orecchie, un piercing sul sopracciglio sinistro ed uno sul naso.
Con chi era capitata in macchina, con una specie di colabrodo ambulante?
Il tassista si accorse delle occhiate di Gwen: un nuovo ghigno gli fece incurvare le labbra.
-Bel tipo, non crede?-
La donna inarcò le sottili sopracciglia con aria sarcastica.
-Sì, certo, il suo bell'aspetto salta subito agli occhi: ovviamente dopo l'acconciatura e la stupefacente simpatia! La prego, stia al suo posto!-
Fu il turno dell'uomo di sollevare un sopracciglio.
-Senta...- esordì, ingranando la quarta ed approfittando di una corsia libera per accelerare -... Se non vuole fare conversazione, lo dica e basta. È inutile e ridicola quest'aria da gran donna superiore al tassista medio.-
Ciò detto, si concentrò unicamente sulla guida.
Gwen gli lanciò un'ultima occhiata, poi puntò il suo sguardo sulla strada, in perfetto silenzio.
I rumori del traffico giungevano quasi ovattati alle sue orecchie mentre si immergeva nei suoi pensieri.
Era stata sgarbata e poco tollerante, non poteva negarlo.
Il nervosismo per il colloquio era un'attenuante, ma non giustificava quello scoppio di acidità.
Chi stava diventando? Quella stronza di sua cugina Courtney?
Il suo cellulare squillò: rapidamente lo rintracciò all'interno della borsa -oh, meno male, i documenti c'erano ancora!- e lesse il nome sul display.
Parli del diavolo, pensò, mentre sospirava e si accingeva a rispondere.
-Pronto?-
-Gwen? Dove accidenti sei finita?-
Preoccupata la donna controllò l'orologio che segnava ancora le nove meno dieci.
-Sono in taxi, Courtney, sarò lì tra, hmmm...-
Fece per domandare al tassista quanto mancasse alla sua meta, ma l'espressione corrucciata dell'uomo la dissuase dal rivolgergli la parola.
-Credo tra una ventina di minuti.- concluse.
Non era preparata alle strida acute della cugina e fu costretta ad allontanare il cellulare dall'orecchio.
-Cosa? Sono qui solo per te, in modo da istruirti al meglio per il colloquio, e tu arrivi in ritardo?-
Gwen sospirò affranta, tentando invano di raffreddare i bollenti spiriti di Courtney.
-Sì, ma... Tarderò soltanto di dieci minuti... Courtney... Sì...-
Alzò gli occhi al cielo.
-Scusa, stiamo entrando in una galleria, ci vediamo dopo!-
Chiuse la comunicazione e sbatté il cellulare nella borsa, abbandonandosi poi sul sedile.
Oltre alle rimostranze per il suo ritardo si sarebbe anche dovuta sorbire le lamentele per averle attaccato il telefono in faccia... Che poi... Gallerie? Toronto ne era priva!
-Se il buongiorno si vede dal mattino...- borbottò.
Un grugnito alla sua sinistra le ricordò la presenza del tassista: Gwen lo guardò di sottecchi e si morse un labbro con aria colpevole.
Sospirò e cominciò a torcersi le mani in grembo.
-Senta... Vorrei scusarmi per il mio atteggiamento... Poco carino...-
L'uomo rimase ostinatamente in silenzio.
-Non è mia abitudine comportarmi in maniera così sgradevole, ma... Oggi sono piuttosto nervosa per il colloquio, e...- si incupì appena -... Le rotture di scatole di quella strega di mia cugina Courtney-Perfettina-Barlow non contribuiscono a tranquillizzarmi!-
Stavolta il tassista le lanciò una rapida occhiata.
-Courtney Barlow?- ripeté, scandendo ogni singola sillaba.
Al muto cenno di assenso di Gwen, scoppiò in una grossa ed inaspettata risata, che fece dimenticare alla donna i suoi propositi pacifisti.
-Mi ascolti...-
-Non ci credo!- esclamò quello, al colmo dell'ilarità -Lei è la cugina di Courtney Barlow! La mia ex ragazza!-
Gwen ammutolì di botto.
Fissò il tassista come se si trattasse di un alieno mentre lui, ignaro dello stupore di Gwen, continuava a ridacchiare.
La donna si sarebbe voluta seppellire: di tanti taxi a Toronto aveva scelto quello guidato da un dongiovanni ipersensibile ed ex fidanzato di quella strega di sua cugina.
Si domandò cosa avesse fatto di così sbagliato per meritarsi un trattamento simile.
-Comunque...- la voce dell'uomo interruppe i suoi pensieri -... Scuse accettate. Ha un appuntamento con Sua Sgradevolezza, le sono vicino e non voglio infierire!-
Un sorriso sbocciò sulle labbra di Gwen, quel giorno coperte da un leggero strato di rossetto color carne.
-Com'è piccolo il mondo, eh?- scherzò.
Il tassista annuì.
-Già! Mai avrei pensato di incontrare una parente di quell'arpia, anche se...- aggiunse -... Mi sembra molto meglio di lei!-
Un lieve rossore tinse le gote di Gwen che si sentì, senza motivo, lusingata da quell'osservazione.
-Comunque mi chiamo Gwen.-
Eh? Cos'aveva detto? Era forse impazzita?
Oh, bene, adesso il nervosismo la faceva anche diventare espansiva con gli sconosciuti!
Sconosciuti che, bisognava dirlo, le erano risultati perfettamente sgradevoli fino a qualche minuto prima!
-Ci stiamo sbottonando un po', eh? Io sono Duncan, e diamoci del tu!-
Si voltò ad osservarla meglio, approfittando di un altro semaforo rosso.
-Se posso chiederlo... Gwen è il diminutivo di...?-
-Di nulla!- rispose immediatamente la donna -Sono Gwen e basta!-
Sorrise per mostrare che quella domanda non l'aveva indisposta: anche Duncan sorrise, e Gwen si ritrovò a pensare che quel sorriso era ben diverso dal ghigno strafottente ed irritante che aveva esibito fino a quel momento.
Subito dopo si ritrovò a pensare che forse stava impazzendo.
L'istante successivo si rese conto che erano quasi arrivati a destinazione.
Sorrise a Duncan.
-Sei stato un fulmine, grazie mille!-
Il tassista le dedicò un sorriso soddisfatto.
-Figurati, volevo evitarti una lite infinita con Courtney, e poi...- il suo sorriso si fece meno allegro -... È rarissimo trovare persone che non critichino il tuo modo di guidare o che non ti accusino di aver truccato il tassametro...-
Gwen sgranò gli occhi.
-Sì...- confermò l'uomo, intercettando lo sguardo stupito di lei -... Basta un'occhiata alla cresta e ai piercing, e vengo etichettato come un tassista disonesto. Non che sia esattamente un santo, però...-
Gwen annuì partecipe poi, puntando i suoi occhi scuri in quelli cerulei di lui, sorrise astutamente.
-Ti svelerò un segreto... I miei capelli, in realtà... Sono bicromatici!-
L'uomo la fissò per qualche istante, interdetto, poi scoppiò a ridere.
-Ma davvero? Giallo canarino e rosa shocking?-
Lei si unì alla sua risata.
-No, blu mezzanotte e nero corvo! Decisamente femminile, vero?-
Duncan ammiccò.
-Per me lo è!-
Di nuovo le gote di Gwen si fecero rosse, e lei abbassò lo sguardo.
-Quanto... Quanto ti devo per il passaggio?-
Duncan controllò il tassametro.
-Sono quindici dollari e sessantacinque centesimi, ma posso...-
Prima che avesse il tempo di concludere la frase, Gwen gli aveva messo tra le mani una banconota da venti dollari.
-Tieni pure il resto, e grazie ancora!-
Scese dall'automobile e non aveva fatto che pochi passi quando si sentì richiamare.
-Gwen! Aspetta!-
Si voltò incuriosita verso Duncan che era sceso dal taxi e l'aveva raggiunta.
-Quando ho cominciato questo lavoro, qualche mese fa, ho promesso a me stesso una cosa.-
Sembrava serio, così Gwen lo ascoltò con attenzione.
-Decisi che, se avessi incontrato una persona che mi dicesse la magica frase “Tieni il resto”, mi sarei sdebitato.-
Gwen mosse una mano come a dire che non ce n'era bisogno, ma Duncan la ignorò.
-Sei stata la prima ed unica, dunque...-
Tirò fuori un pezzo di carta dalla tasca e glielo porse: Gwen lo prese e lesse le cifre che vi erano riportate.
Alzò nuovamente lo sguardo sul punk che sorrideva compiaciuto.
-Il tuo numero di telefono?- domandò con aria divertita.
Duncan ghignò.
-Certo, e dovresti ritenerti fortunata, dolcezza!-
Gwen rise e scosse il capo, fintamente esasperata.
Stranamente quel “dolcezza”, stavolta, non l'aveva minimamente infastidita.
Trasse il portafoglio fuori dalla borsa e vi ripose con cura il foglietto datole da Duncan.
-Ti ringrazio di questo onore, allora!-
Il tassista le strizzò l'occhio.
-In bocca al lupo per il colloquio, e chiamami! Il Duncan taxi sarà lieto di venirti a prendere per portarti in paradiso!-
La donna rise di nuovo e lo salutò: rimase a guardare il taxi allontanarsi nel traffico prima che una voce irritata (ed irritante) la riportasse alla realtà.
-Gwendolyn Fahlenbock! Sei in ritardo, inventi pessime scuse e resti a perdere tempo con i tassisti? Forza, andiamo!-
Lasciò che Courtney la trascinasse via, la mente leggera e tranquilla.
Non era più nervosa per il colloquio, non era più irritata dall'atteggiamento snervante della cugina.
Era serena e rilassata: miracoli degli incontri casuali!
Lanciò un'ultima occhiata alle sue spalle, ma il taxi era ormai sparito dalla strada.
La cugina parlava, ma lei non la ascoltava, i pensieri proiettati verso il futuro.
Una volta terminato il colloquio si sarebbe fatta accompagnare a casa da Courtney e si sarebbe rilassata per bene; quel pomeriggio, molto probabilmente, si sarebbe goduta un tè e qualche telefilm; quella sera... Boh, sarebbe uscita o sarebbe rimasta a casa?
Un sorriso le illuminò il volto.
Quella sera, qualunque cosa avesse avuto in mente, avrebbe chiamato un taxi.

   
 
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