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Autore: shescris_    11/05/2012    1 recensioni
Stava diritto di fronte a me, imponente come una statua, e mi guardava negli occhi con uno sguardo di fuoco che fece salire la mia temperatura corporea alle stelle.
Non riuscivo ad incontrare il suo sguardo, così mi concentrai su altre parti del suo corpo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stava diritto di fronte a me, imponente come una statua, e mi guardava negli occhi con uno sguardo di fuoco che fece salire la mia temperatura corporea alle stelle.
Non riuscivo ad incontrare il suo sguardo, così mi concentrai su altre parti del suo corpo.
I suoi boccoli scuri si danzavano mossi dal vento, che mi inebriava del suo profumo di vaniglia.
Le sue labbra serrate avevano la forma di un irresistibile cuoricino, martoriato dai denti che continuavano a morderlo per il nervosismo.
La maglietta con scollo a V metteva in evidenza il suo collo così perfetto che avrebbe fatto invidia ad Apollo, chiaro e liscio come marmo.
Il petto si gonfiava esageratamente ad ogni profondo respiro che faceva.
-Guardami negli occhi, adesso.- il silenzio tanto pesante che aveva regnato fino a quel momento fu rotto come vetro.
Cominciai a sentire i battiti nel cuore rimbombarmi ovunque, mentre il mio stomaco si attorcigliò su se stesso provocando in me l'istinto di buttarmi per terra.
Mentre sudavo freddo roteai gli occhi tentando di fare come aveva detto, ma avevo paura di essere colpita dal suo sguardo tanto tagliente.
-Mi hai sentito?- sbottò afferrandomi il mento e sposandolo in perfetta linea con il suo.
Fu come un pugno sull'occhio.
Occhi negli occhi, temetti che le mie gambe cedessero.
La sua mano teneva ancora il mio mento quando mi si avvicinò pericolosamente.
Sentii il suo fiato sulle mie labbra e i suoi occhi spogliarmi della mia anima.
Mi tenni saldamente al muro per paura di cadere all'improvviso.
Mi mancava il respiro, ma inspirai il suo per poter continuare a vivere.
Sì, io vivevo di lui, io lo respiravo, e solo in quel momento me ne resi davvero conto.
Io non respiravo l'ossigeno emesso dalle piante, io respiravo ciò che lui espirava indipendentemente dal fatto che fosse un essere umano e producesse solo anidride carbonica. E io avrei espirato anche quella se fosse stato lui ad emetterla.
Eppure gli avevo fatto male, facendone anche a me stessa, e invece di andarmene a lasciarlo in pace rimanevo lì a procurare ad entrambi solo altro dolore.
Mentre lo guardavo, notai immediatamente che i suoi occhi si inumidirono, riflettendo la luce della magnifica luna piena che stava su di noi.
Sentii una fitta al cuore, un dolore di gran lunga più forte di quello provocato da un pugno. Era come se il proiettile mi avesse colpito nel petto ad una velocità di 87439 km/h.
Avrei voluto morire nell'istante in cui capì che stava piangendo.
Avrei voluto eliminarmi dalla faccia del pianeta senza lasciare la benchè minima traccia del mio passaggio perchè chi lo faceva soffrire non meritava di stare al mondo.
IO NON MERITAVO DI VIVERE.
Nel giro di tre secondi venni sopraffatta da miliardi di istinti, come quello di andarmene, di piangere con lui, di baciarlo senza lasciargli più fiato o di buttarmi ai suoi piedi a chiedergli perdono.
Ma non feci nulla.
Rimasi lì, ferma, immobile, a due centimetri dai suoi occhi lucidi come umide stelle lucenti.
Forse si aspettava che facessi qualcosa, ma mi sentii improvvisamente paralizzata.
-Dimmi qualcosa- sussurrò strozzando un singhiozzo.
Ennesimo colpo al cuore, lo stomaco fece altre due capriole nel giro di tre secondi.
-Parla- singhiozzò.
Caz*o, avrei voluto sotterrarmi. 
Un brivido percorse la mia spina dorsale, scattai e se ne accorse.
-N-non so c-che dire.- balbettai come un'emerita deficiente.
Sentii una goccia di sudore scivolarmi sulla tempia.
Di colpo mi lasciò il mento e tirò un pugno al muro che era dietro la mia schiena con tutta la forza che aveva in corpo mentre le lacrime cadevano ininterrottamente sulle sue gote rosse come il fuoco.
Strillò un lamento di dolore e si lasciò cadere per terra.
Si maciullò le nocche che cominciarono a perdere sangue macchiando persino quella parete di pietra.
Ormai tremavo, non riuscivo più a controllare i muscoli del mio corpo.
Mi avvicinai alla mano dolorante, ma fui subito scacciata da uno spintone.
-Co-come hai potuto farmi questo? COME? Caz*o io ti amavo, ti amavo più della mia stessa vita!- ormai piangeva come un vitello mentre pronunciava parole che mi laceravano il petto.
-Nicholas..-
-Non chiamarmi così. Porc* put*ana Chris, porc* put*ana!- i singhiozzi non gli permettevano di parlare con scioltezza.
-Ti supplico, non piangere.-
Guardò un attimo il cielo e la luna gli illuminò chiaramente il viso.
-Come faccio a non piangere? Fosse per me, in questo momento...! -
-..basta Nick! Non dirlo nemmeno per scherzo, sto male a vederti così.-

-Tu..tu dici di stare male? Ma mi hai visto caz*o, cono a pezzi! Mi hai tradito con mio fratello, e mi dici di stare male?-
Abbassai la testa. Avrei voluto morire davvero. Provai un tale schifo di me stessa che non riuscii a spiaccicare parola e lasciai solo spazio alle lacrime.
-Non parli eh? Giustamente stai zitta, tanto ormai il danno è fatto.- insistette asciugandosi gli occhi con la mano sporca di sangue -Si può sapere perchè l'hai fatto? PERCHE'?-
Tremai per l'ennesima volta.
-Io..-
-..TU?-
-Io non lo amo. E' stato un momento di debolezza.-
-Beh lui sì, Joe ti ama. Spiegami come ca*zo dovrei comportarmi io adesso.-
-Me ne andrò, sparirò dalla vita di entrambi. Ho creato già abbastanza discordie tra te e tuo fratello.-
Scattò cambiando improvvisamente espressione.
-..Cosa?-
-Me ne vado. Non esiste che tu o lui piangiate per colpa mia.-
-N-non puoi farlo.- un singhiozzo lo fece saltare, mentre il sangue scorreva ancora dalla sua mano.
Mi alzai. Ci stavamo solo facendo del male, non aveva senso restare lì ancora.
Mi voltai e cominciai a correre, quando sentii trattenermi con fermezza per i fianchi.
Era Lui.
Mi tenne stretta e appoggiò la sua testa sulla mia schiena inumidendola di gelide lacrime.
Rimasi impietrita.
-Io ti amo più di qualsiasi altra cosa esista in questo universo, tu sei l'unica ragione per cui vivo, senza di te non potrei andare avanti, se tu non ci sei io non esisto. Non puoi andartene, NO.-
-Come fai ad amarmi dopo quello che ti ho fatto?-
-Io ti amo sempre. Io ti amo in qualsiasi situazione. Purtroppo non riesco a smettere di amarti nonostante tutto.-
-Ma io non lo merito.-
Mi girò verso di lui e si avvicinò al mio viso.
-Lo so.- accennò un sorriso, potrei giurarlo.
-Allora lasciami andare. Non ha senso che io resti e ti faccia soffrire in questo modo disumano. Non potrei sopravvivere all'idea di farti male in questo modo.-
-Ti amo anche se mi fai provare dolore.-
-Ma io sono quasi andata a letto con tuo fratello! Non puoi amarmi ancora, merito solo di essere odiata. Lasciami adesso!-
Gli diedi uno strattone, ma lui non mollò la presa e strozzò un grido di dolore.
Il mio cuore cominciò davvero all'impazzata, andando quasi più veloce di un treno.
Tum tum tum tum tum tum tum tum.
Non ebbi il tempo di reagire, che mi afferrò con forze il viso e stampò le sue labbra bollenti e sporche di sangue rovente sulle mie.
Rimasi con gli occhi spalancati, mentre vidi i suoi chiudersi.
Il cuore accelerò il suo battito già frenetico.
Le goccioline di sudore sulle mi tempie si moltiplicarono.
E le mie labbra rimasero serrate.
Non volevo baciarlo, non meritavo di toccare il cielo con un dito dopo tutto quello che era successo.
Ma lui premette la sua bocca sulla mia, con violenza ma anche con un soave piacere.
Tentai di spingerlo via, di rifiutare le sue intenzioni, di cacciarlo e defilarmi, ma ogni mio movimento venne bloccato.
Mi teneva stretta in una morsa della quale in realtà non volevo liberarmi, questa è la verità.
Non impiegavo al forza giusta, perchè nel mio inconscio non desideravo altro che baciarlo ed essere perdonata da Lui.
Non smise di insistere, e per una qualche strana legge della natura chiusi gli occhi e mi lasciai andare. Sorrise e mi baciò con foga, come se volesse cancellare tutte le mie colpe e purificarmi dagli errori commessi.
La luna illuminò quel momento con una luce diversa, molto più bella e luminosa.
Le stelle sopra di noi brillavano di una luce chiara che era nulla in confronto agli occhi che Nicholas aprì subito dopo.
-E' critico il fatto che io ti ami così tanto. Amo anche stare male per te, sono proprio fuori di testa.-
-E' critico che io abbia potuto solo aver l'idea sfiorare qualcuno che non fossi tu. Perdonami Nick, mi faccio vomitare da sola per quello che..-
-..ssh.- e mi baciò nuovamente nell'istante in cui una stella cadde sulle nostre teste.

  
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