Capitolo uno
Il
sole stava ormai tramontando
dietro le lussureggianti colline. Da
sotto un’antichissima quercia, Aaron si godeva lo spettacolo
che la natura gli
stava offrendo, mentre la leggera brezza gli scompigliava i ricci neri
sulla
fronte. Si recava
lì ogni sera da ormai cinque
anni; era diventata una specie di routine. Nel
cielo color rubino, due uccelli volavano
vicini, facendo meravigliose acrobazie, con picchiate e spirali, per
poi
planare nel bosco. Anche
vicino alla sua
casa Natale c’era un bosco; lui e Maria vi si recavano
spesso, un po’ per
gioco, un po’ per sfuggire allo sguardo severo di Richard,
suo padre. Aaron
ricordava perfettamente le corse che
faceva con Maria, partendo dalla fontana al centro del vialetto di
fronte a
casa, fino al ruscello che scorreva in mezzo al bosco, accanto al
grande pino
con un enorme buco nel tronco. Il
viso
di Maria, così vivido nei suoi ricordi, gli
riportò alla mente la tragica sera
in cui la perse per sempre. Si
alzò di
scatto, come a voler scacciare il pensiero con quel gesto repentino. Aveva deciso di dimenticare
la faccenda, sebbene
sapesse che non ci sarebbe mai riuscito. Con
un fischio richiamò Flame, il suo
purosangue, che si stava rifocillando poco lontano. Il
cavallo si accorse subito, e Aaron lo
ricompensò lisciandogli il pelo sul collo. Flame
era sempre stato affezionato ad Aaron, e
dovunque egli dovesse andare, era sempre il cavallo a portarcelo. Aaron ricontrollò
la sella un’ultima volta
prima di montarci e partire al galoppo verso casa. Il
vento fresco sul suo volto fu come un
balsamo benefico, e alleviò il dolore che il ricordo di
Maria aveva portato a
galla nella sua anima.
§
§ §
La
villa dello zio George si
stagliava all’orizzonte, in fondo al lungo viale lastricato. Anche in lontananza era
possibile scorgere la
facciata enorme, in laterizio rosso che esaltava i cornicioni di marmo
bianco. L’ampio
portone di legno era aperto e, davanti,
suo zio stava dando le ultime direttive a due domestici prima che
arrivassero
gli ospiti per la festa. Quando
lo vide
arrivare, zio George agitò gioviale le braccia, e
aiutò Aaron a smontare da
cavallo.
– Già
di ritorno?- chiese.
-Si,
così posso darvi una
mano con i preparativi della festa-
–Non preoccuparti,
Aaron. Ho già mandato Sam
in città a prendere il necessario, sarà di
ritorno fra poco. Tu vai a
prepararti, non vorrai mica far aspettare tutte le giovani ragazze che
verranno
alla festa!- dissero, e fece l’occhiolino.
A
quelle parole ad Aaron non
restò che sorridere.