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Autore: Milla Chan    12/05/2012    2 recensioni
La sveglia sul comodino suonò non appena scattarono le 7.30.
Una mano stanca uscì da sotto le coperte e cercò a tentoni il bottone per spegnere quel fastidioso rumore.
Oh, finalmente un po’ di silenzio.
Nor si rigirò nel lenzuolo, sentendo qualcosa di troppo ingombrante opprimerlo. Socchiuse gli occhi appannati e si stiracchiò lentamente, girando lo sguardo alla sua destra. Dan dormiva ancora profondamente, abbracciato al cuscino come un bambino.
Si alzò a sedere senza fretta, non riuscendo ancora a distinguere bene i contorni delle cose che lo cirdondavano.
Ma non potè non notare di avere una mano impigliata tra dei lunghissimi capelli biondi, ondulati, che pareva fossero proprio i suoi; né ignorare due prosperose sporgenze sotto la maglietta del pigiama.
-Ma che cazz...-
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danimarca, Nordici, Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Perché non baciarlo, anche solo per una volta? Una volta. Una volta, che male c’è...?

Ice lo pensava insistentemente da chissà quanti giorni ormai, e ora scrutava Jan con la coda dell’occhio, fingendo di essere disinteressato ad ogni suo movimento e incentrando tutta la sua attenzione su quel maledetto cono gelato che, povero Islanda, gli si stava letteralmente squagliando tra le mani.

I due stavano aspettando tranquillamente Danimarca e Norvegia, seduti comodamente sulla panchina del parco, resa ombrosa da un grande albero alle loro spalle, dove si erano dati appuntamento.
Appuntamento?
Islanda, dopo averci meditato su un po’, era arrivato alla egoistica e maliziosa conclusione che... Sì, un appuntamento nel senso più sentimentale del termine poteva davvero esserlo, finchè fossero rimasti solo lui e l’olandese.

Jan accarezzò piano la testolina argentata del ragazzino affianco a lui, sorridendogli e osservandolo mangiare con calma il suo gelato alla stracciatella.
Era tanto carino, pensava, mentre Islanda acchiappava al volo un rivolo di gelato sciolto lungo il cono.
-...Non mi guardare.- mormorò scocciato il ragazzino, girando il viso dalla parte opposta, passandosi il dorso della mano sulla bocca. –Sono già abbastanza agitato. L’allegra famigliola è in ritardo.-
Jan sghignazzò divertito, sfregandosi la guancia mentre scuoteva la testa -...Ti agiti se ti guardo? Siamo messi male.-
Islanda incassò la testa tra le spalle, arrossendo appena e porgendogli il cono gelato. –...To’, finiscilo tu, non mi va più.-
-Ah, grazie, ormai si può bere.- esclamò sarcastico l’altro, prendendolo in mano e finendolo in metà del tempo che Islanda aveva impiegato per mangiarne una piccola parte.
-...Vuoi il cono?- gli chiese, staccandone un pezzo e sventolandoglielo sotto il naso.
-Nnh...-
Islanda mugolò, sporgendo appena il collo e acchiappando al volo la cialda con la bocca, sgranocchiandola con gusto direttamente dalla mano di Jan.
-...Come un gatto rosicchia qualcosa di invitante, tipo la manica del padrone, mh?- sghignazzò l’olandese, appoggiandogli poi la mano sulla guancia e ripulendolo da qualche briciola.
Ice lo guardò per qualche secondo, deglutendo.
Ossevò le iridi verdi e intense, osservò la cicatrice sulla sua fronte, indugiò sulla strana piega che prendeva la sua bocca quando sorrideva.
La sua bocca...?
In qualche misterioso modo, Jan lo faceva stare meglio, lo faceva stare bene, lo alleggeriva e sapeva sempre cosa fare, al contrario di lui che era un eterno indeciso.
Il tempo di elaborare questi due fugaci pensieri che già si era sporto verso di lui, inclinando la testa e premendo con un velo di esitazione le labbra sulle sue, per poi chiudere gli occhi e farsi piccolo piccolo, avvolto in abbraccio che arrivò quasi subito, dopo quel secondo di sorpresa.
Appoggiò lentamente, quasi tremante, le dita fredde sulle sue guance, sentendo il bacio più profondo e il cuore che avrebbe potuto uscirgli dalla cassa toracica e saltare in giro per il parco per ore.
Santo cielo, Ice si sentiva così inesperto nel baciare un ragazzo, così imbarazzato, ma così felice che sarebbe potuto restare lì per sempre, tre le braccia rassicuranti di chi sapeva perfettamente di cosa lui aveva davvero bisogno.
Sussultò sentendo una sua mano passare tra i capelli e fare una leggera pressione sulla nuca, un invito a non scappare e rimanere lì con lui ancora, almeno per un po’.
Sorrise appena nel bacio.
No, non se ne sarebbe andato...
 
Improvvisamente, un urlo decisamente fastidioso trapanò loro le orecchie.
 
-RAAAAAGAZZ.... Oh, ops.-
 
Entrambi sobbalzarono e si allontanarono l’uno dall’altro, Ice ritrasse immadiatamente le mani e sentì un groppo in gola, mentre si girava a disagio a vedere da dove provenisse quella –purtroppo- inconfondibile voce.
-...Ciao, Dan.- disse Jan, come se non fosse successo niente (ma come faceva!?), rivolgendogli però un sorriso più ampio del solito.
Il danese si avvicinava a passo spedito, spingendo un’amabile carrozzina, seguito a ruota da Norvegia, che si stava visibilmente  trattenendo dal commettere un olandesicidio.
-...Oh...Oh, ho interrotto qualcosa...?- biascicò Dan, ridendo nervosamente.
Ice sentì il cuore mancare un battito, incrociando lo sguardo piatto e segretamente furibondo della sorella, che lo stava fissando con la stessa espressione di quando un genitore che ti vuole far capire “con te facciamo i conti dopo”.

Oh, avrebbe davvero voluto sprofondare sotto terra.

-No.- rispose alla domanda di Danimarca con un flebile filo di voce, non riuscendo a distogliere gli occhi tremanti da Nor.
Era bella. Molto bella. Per qualche motivo, più del solito, con quella coda di cavallo alta e morbida, lunga, ondeggiante, le incorniciava i lineamenti fini e chiari, senza essere troppo pallidi.
Si incantò a fissarla, finchè non si mosse e si sedette proprio in mezzo ai due ragazzi, in modo da tenerli ben divisi.
-Dunque, di cosa ci volevi parlare, Ice?- tagliò corto la ragazza, apparentemente calma, cullando appena la carrozzina con una mano.
-Oh, sì, ecco, io...- cominciò titubante, gesticolando un po’ e cercando con lo sguardo l’aiuto di Jan.
-Lui vuole darvi una cosa.- disse infatti, senza mezzi termini, mentre si accendeva una sigaretta e faceva un po’ di spazio per far sedere Dan.
-Io... Sì.- balbettò Ice, frugando con le guance imporporate nella sua borsa a tracolla ed estraendone un album, per porgerlo poi a Norvegia. -...Penso... Sì. Sì, ecco. È un pensierino, nulla di che.-
La ragazza lo prese delicatamente tra le mani, osservando per un po’, fredda e impassibile, la copertina rossa con un'etichetta di cartoncino sopra la quale vi era scritto a lettere ricamate “Noregur og Danmörk á níu mánuðum”.
Lo aprì lentamente.
Sgranò gli occhi, vedendo una fotografia di lei sdraiata sul divano, mentre mangiava un pezzo di formaggio, persa nella televisione.
-...Tu...?- sfogliò le pagine rigide dell’album. Quattro fotografie incollate su ogni pagina, tutte perfettamente nitide e ognuna diversa dall’altra. -...Cosa...?-
Fotografie che ripercorrevano le emozioni e le impressioni provate nei nove mesi trascorsi ad aspettare Margrethe, tra momenti di crisi e attimi di tenerezza; fotografie che avevano fermato il tempo in un istante preciso, immortalando chiaramente espressione e sensazione in modo perfetto. Una deliziosa raccolta di ricordi che adesso sarebbero stati davvero, davvero indelebili.
-Ice, ma sono bellissime...!- disse il danese con voce forse troppo alta, un’espressione piacevolmente sorpresa e stupida in volto.
-Non ti immagini quante ne aveva, abbiamo dovuto scartarne un mucchio...- affermò Jan con una risata bassa, incrociando le braccia al petto.
Nor richiuse l’album delle fotografie con un rumore secco, e in pochi secondi Ice si ritrovò stretto nel secondo abbraccio sincero della giornata.

Jan tirò un sospiro. In realtà, era stato lui ad avere l’idea.
Aveva preso due piccioni con una fava, eliminando così tutte quelle foto dalla camera di Ice e nel frattempo aveva ricucito per bene un rapporto familiare. Oh meglio, non è che l’aveva proprio “ricucito”.
Diciamo che aveva “rinforzato le cuciture”, sì.
Islanda passò ripetutamente la mano sulla schiena della sorella, sorridendo mentre lei affondava la testa nell’incavo tra la sua spalla e il collo, le braccia attorno al suo petto, provando a dire un “grazie” che fu interrotto da un mugolio infastidito proveniente dalla carrozzina.

Dan rise sommessamente, prendendo Margrethe con dolcezza e sollevandola.
-Ice, vuoi provare a tenerla un po’?- chiese, strizzandogli l’occhio mentre la bambina sbatacchiava ripetutamente la manina contro il suo petto.
Il ragazzino raddrizzò la schiena, boccheggiando appena, ma annuendo.
-Ecco, guarda, devi tenere una mano qui... Sì. Bravo, ottimo, uh, io ci ho messo giorni, cosa cavolo sei, una tata sotto mentite spoglie?- si complimentò con lui Danimarca, mentre si perdeva nei suoi discorsi inutili e mostrava la corretta posizione ad un Ice molto in soggezione, ma decisamente delicato e docile.

Il ragazzino guardò la bambina sgambettante negli occhi, e vide che erano proprio come quelli di Dan, i lineamenti dolci come quelli di Nore.
Le sorrise, sentendo il cuore sciogliersi, sfiorandole la guancia con il dorso della mano e posandole un bacio in fronte.
Buttò anche un’occhiata a sua sorella, che aveva ripreso a sfogliare l’album ed era arrivata ormai all’ultima pagina, dove c’era la loro dedica.
“con affetto, Ice e Jan.”
Scrutò la sua espressione, e capì che con ogni probabilità l’aveva già perdonato per aver baciato quell’olandese.
Sapeva, nel profondo del suo essere, che sarebbero stati veramente una bella famiglia.

Di nuovo.

FINE VENTISETTESIMO CAPITOLO!

Angolo autrice.
Per chi se lo chiedesse, Noregur og Danmörk á níu mánuðum significa Norvegia e Danimarca in nove mesi. :3
Dunque, che ne pensate di questo penultimo capitolo? ;u;
Awwn, il mio cuoricino fa fatica a dire “penultimo” çAç
Perché significa che il prossimo sarà l’ultimo, già. *asciuga lacrimuccia* ç__ç
Ma io direi di sorridere, perché è stato un viaggio indimenticabile(?)! :D
Vi avviso già che il prossimo capitolo sarà un epilogo, per l’esattezza.
Faremo un bel salto temporale per vedere come i nostri amati personaggi si saranno evoluti nel passare del tempo che, inesorabilmente, scorre per tutti.
Insomma, un capitolo conclusivo assolutamente da non perdere! :D
Un bacione a tutti!

   
 
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