Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: Tanit    12/05/2012    3 recensioni
Non sono molto brava a dare i titoli :-D Lo trovo difficilissimo eh eh eh comunque questa è una mia storia yaoi con pairing Anubis/Rajura ( i nomi italiani non me li ricordo bene, per chi non conoscesse quelli originali, mi pare si tratti di Kratos e Rasta ). Mi ha sempre intrigato immaginare cosa potessero fare i demoni (masho) nel "tempo libero" e quali reali rapporti potessero intercorrere tra loro al di fuori dei rispettivi ruoli di generali del male. Questa è la mia personalissima interpretazione ^^ Un saluto a tutti e buona lettura.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Rajura varcò i cancelli del palazzo del suo signore, animato da una vaga inquietudine. Purtroppo non era stato in grado di vincere la battaglia contro i samurai, dovendo infine ricredersi sulla presunta inettitudine di quei maledetti ragazzini! A dire il vero era stato molto vicino alla vittoria: proprio quando Rekka e Suiko erano già praticamente stesi e stava per sfoderare il colpo di grazia, erano sopraggiunti gli altri due mocciosi, Korin e Kongo, a rompergli le uova nel paniere. Se non fosse stato per la sagacia di Korin che aveva scoperto il suo trucco basato sull'illusionismo, quegli sciocchi si sarebbero distrutti a vicenda. Maledizione! Ma non tutto era perduto: mancava ancora il quinto samurai all'appello e la sua missione non si era rivelata del tutto infruttuosa in quanto aveva scoperto dove si trovava Touma di Tenku. In parte rincuorato dal fatto di poter portare almeno una buona notizia ad Arago, il demone si diresse verso l'interno del palazzo, cercando di non farsi vedere. Non aveva nessuna voglia di incrociare i suoi compagni Masho, in quanto di sicuro l'avrebbero pesantemente criticato per la sconfitta subita. Come se la cosa non gli bruciasse già abbastanza! Nessuno prima di allora era mai stato capace di resistere al suo potere dell'illusione e ora questi quattro marmocchi osavano fargli fare una figuraccia con il suo signore. Accidenti a loro! In ogni caso, bisognava ammettere che avevano sconfitto Shuten in più riprese e l'Oni Masho non era certo un combattente da poco! Purtroppo quei samurai ci sapevano davvero fare! In più c'erano le armature che conferivano loro poteri veramente eccezionali ... Arago infatti sembrava essere più preoccupato da esse, piuttosto che dai loro portatori.
Immerso in questi pensieri, Rajura si infilò in un corridoio oscuro, presieduto da numerose statue di pietra che raffiguravano demoni guerrieri dalle sembianze mostruose. Percorrendolo fino in fondo, giunse fino ad una delle sale dove Arago era solito dare udienza ai suoi collaboratori in privato. Al suo arrivo, improvvisamente si accesero diverse candele poste alle pareti della camera e una voce cavernosa tuonò:
- Rajura! -
Il demone dai lunghi capelli bianchi, sentì il cuore balzargli in gola e tremò fino nel midollo: il padrone di sicuro era già a conoscenza della sua sconfitta e certamente non ne era soddisfatto.
- Sono qui, grande Arago! - Disse chinando il capo con reverenza.
L'immagine olografica di Arago comparve davanti a lui. Era raro che il signore del male si manifestasse fisicamente ai suoi servitori: lo faceva soltanto in rare occasioni ... più  spesso infatti conferiva con loro in quella maniera virtuale.
- Mi hai deluso anche tu Rajura! - Esclamò l'imperatore dei demoni con aria alterata - ... e così quattro membri dei samurai sono già riuniti ... tutto a causa della vostra incompetenza! -
- Perdono signore! - Balbettò il Masho spaventato dall'ira del suo signore.
- Taci! - Tuonò Arago, mentre una sorta di scarica elettrica percorse il corpo di Rajura, che si accasciò a terra gemendo di dolore.
- Ti prego ... grande Arago ... perdonami! - Rantolò il demone in preda all' agonia. La sua sofferenza, durò ancora per qualche istante, fintanto che la scossa scatenata da Arago terminò all'improvviso, lasciandolo a terra ansimante - Signore ... non sono riuscito a sbarazzarmi dei samurai, ma ho scoperto qualcosa che potrebbe esserci utile! - Disse il demone ancora tremante. L'ira di Arago non era mai piacevole da subire.
- Parla! - Esclamò secco quest'ultimo - Di cosa si tratta? -
- Il samurai di Tenku, che ha come elemento l'etere, si trova perduto nello spazio ... un luogo quindi inaccessibile per quei quattro mocciosi dei suoi compagni! - Rispose Rajura, sollevando per la prima volta gli occhi per incontrare lo sguardo del suo signore.
- Come hai detto? Nello spazio? - Esclamò Arago, ridendo poi in maniera glaciale - Questo ci da il tempo per programmare una strategia che possa permetterci di sbarazzarsi di lui prima che lo raggiungano i suoi compagni -
- Certo signore! Quei ragazzini non possono trovarlo! Saremo noi i primi a ... -
- Taci! -Lo interruppe Arago - Questo ci avvantaggia, ma non cantiamo vittoria prima del tempo: quelle armature sono molto potenti e dobbiamo aspettarci di tutto! -
- Si signore, certo signore ... - Balbettò il Masho un po' più rilassato: nonostante tutto Arago sembrava essere tornato di un umore decisamente migliore e dato che pareva più interessato a programmare una controffensiva verso i samurai, piuttosto che a punirlo per suo fallimento, con un po' di fortuna avrebbe evitato di ricevere ulteriori castighi.
- Torna nel tuo alloggio! - Gli ordinò con voce imperiosa - Ti farò sapere quando avrò bisogno di te e degli altri! -
- Si, Arago-sama! - Rispose prontamente Rajura con un sospiro di sollievo.
La risata maligna dell'imperatore del male echeggiò nella sala, mentre al contenpo la sua immagine sparì dal cospetto del suo servitore, il quale obbedì di buon grado all’ordine del suo padrone. Il demone era molto stanco e desiderava ardentemente togliersi di dosso l’armatura e magari, perché no? Farsi un bel bagno caldo. In breve tempo, raggiunse le sue stanze, fortunatamente senza incontrare anima viva e una volta entrato, l’undergear che portava solitamente come una divisa si volatilizzò, dandogli modo di concedersi un bagno caldo. Rajura indugiò un po’ più del solito nell’acqua bollente della vasca; adorava la sensazione del liquido caldo sulla pelle. Finito che ebbe, si asciugò con calma e indossò un comodo yukata di ottima fattura per poi accomodarsi in ginocchio sul tatami della sua stanza da letto, pettinandosi i lunghi capelli bianchi. Nonostante fosse provato dalla battaglia appena affrontata, sapeva che il tempo per riposare non sarebbe stato molto: Arago avrebbe presto convocato lui e gli altri Masho per renderli edotti dei suoi piani. Nonostante fosse perso in questi pensieri, non gli sfuggì il comparire di una presenza famigliare alle sue spalle.
  • Ti ho sentito … vieni avanti! – Disse a voce alta, senza scomporsi, mentre con noncuranza continuò a lisciarsi la chioma.
L’interpellato, silenzioso come un assassino, avanzò verso di lui, rivelando la figura di un giovane uomo con una profonda cicatrice sull’occhio sinistro.
  • Sei tornato … potevi anche farti vivo! – Disse il nuovo arrivato con disappunto – Ho dovuto venire a sapere da Shutendoji che eri partito per ordine di Arago –
  • Anubis, quando il padrone mi ha assegnato il compito, ti trovavi ancora sul mondo terrestre – Spiegò Rajura posando il pettine e voltandosi verso il suo interlocutore.
  • Ma certo … però il tempo per informare della tua partenza il moccioso dai capelli rossi, l’hai trovato! – Lo rimbeccò l’altro alterato.
  • Si da il caso, che quando Arago mi ha assegnato l’incarico, Shuten si trovasse lì assieme a Naaza – Ribattè Rajura con aria piccata - … poi che c’entra Shuten, adesso? –
  • Mi da fastidio che ti stia sempre attorno, ecco che c’entra! –
Rajura lo osservò con aria indagatrice
  • …e perché mai? A te che importa? – Chiese fissandolo dritto negli occhi.
  • Mi da fastidio e basta! – Ribattè Anubis secco, distogliendo lo sguardo da quello dell’altro.
Rajura ridacchiò piano, alzandosi e avvicinandosi all’uomo.
  • Sei dolce quando fai il geloso – Gli sussurrò all’orecchio, circondandogli il collo con un braccio.
  • Geloso io?!? Non essere sciocco! – Replicò l’altro, rifuggendo in malo modo il suo abbraccio e spingendolo di lato, per poi avanzare velocemente verso la vetrata che si affacciava all’esterno. – Piuttosto … hai risolto qualcosa con quei ragazzini o abbiamo riportato il solito buco nell’acqua? –
  • Uno dei mocciosi è riuscito a capire il mio trucco e così sono stato battuto – Rispose Rajura rabbuiandosi – Ma ho scoperto qualche informazione che ci sarà utile … -
  • Tsk … figuriamoci … ogni scusa è buona per giustificarsi – Sghignazzò Anubis ironicamente
  • Beh … Arago-sama non la pensa alla stessa maniera – Ribattè Rajura con un sorrisetto furbo.
Il demone dell’oscurità lo fissò con attenzione
  • Sei già stato dal padrone? – Chiese con apprensione
  • Si, mi aveva ordinato di conferire con lui non appena fossi tornato – Confermò Rajura - … penso che abbia già in mente un piano per eliminare Tenku prima che gli altri suoi compagni lo trovino, Vedrai che a breve ci chiamerà per spiegarcene i dettagli –
  • Capisco – Disse l’altro e dopo una breve pausa continuò – Tu … stai bene? –
  • Va tutto bene, non ti preoccupare – Rispose Rajura con voce neutra, sentendosi addosso lo sguardo ansioso dell’altro.
Anubis sapeva benissimo che il loro signore non perdonava mai un fallimento e di sicuro il compagno era stato punito più o meno pesantemente, a seconda del grado di collera dell’imperatore del male. Era una lezione che lui stesso aveva imparato sulla sua pelle.
  • Cos’è … ora fai anche la mammina premurosa? – Lo punzecchiò il demone dell’illusione avvicinandosi ad un tavolo e versandosi una tazza di tè da una teiera.
  • Sciocco … stavo solo chiedendo come stavi, tutto qui! –
Di spalle, Rajura sorrise amaramente
  • Ne vuoi? – Disse alludendo alla bevanda appena versata - … non è più caldo, però –
Anubis fece un cenno di diniego col capo
  • Scusa tanto se mi preoccupo per te … - Disse con aria risentita
L’altro posò il bicchiere e avanzò verso di lui, mettendoglisi di fronte e chinando il capo sul suo petto.
  • Anubis … non fare così, ti prego … - Sussurrò piano. Quell’uomo riusciva sempre a disarmarlo in qualche modo e la cosa lo mandava in tilt.
Il demone dell’oscurità, per tutta risposta, gli prese il volto tra le mani e lo baciò con foga. Quelle labbra, oltre che mordaci, sapevano essere anche troppo invitanti per potervi resistere.
Rajura rispose al bacio con altrettanta passione, cingendogli la vita in un abbraccio avvolgente. Odiava ammetterlo, ma si sentiva in paradiso tra le braccia del suo compagno; sentiva emozioni che non avrebbe affatto dovuto provare e che non erano degne di un generale demone dell’imperatore Arago! Quelle stesse emozioni che tanto rifuggiva però, lo facevano sentire in qualche modo vivo, anche in quella dimensione extratemporale, in cui nulla sembrava seguire un particolare ordine se non quello che desiderava l’imperatore del male. Se solo Arago-sama avesse sospettato qualcosa, di sicuro la punizione sarebbe stata tremenda … o meglio: di certo era a conoscenza dei loro incontri … il suo signore sapeva tutto ciò che avveniva nel suo regno, ma di sicuro immaginava che si trattasse di pura ricerca di piacere fisico: una sorta di bisogno legato alle loro antiche origini umane. Entrambi invece, anche se non osavano parlarne, sapevano bene che c’era qualcosa tra loro che andava oltre alla semplice lussuria. Si appartenevano e nonostante spesso cercassero di negarlo anche a loro stessi, provavano l’uno verso l’altro dei sentimenti … cosa che mai avrebbe dovuto essere e di cui probabilmente, neppure capivano la natura. Da troppo tempo ormai avevano rinnegato la loro origine umana per essere demoni al servizio dell’imperatore del male e in quel luogo infernale non c’era spazio per null’altro che non riguardasse la guerra e soprattutto il volere del loro imperatore.
Anubis si staccò dalla bocca dell’altro e con passione prese a baciargli il collo.
  • Ti voglio … - Gli sussurrò senza tanti preamboli.
Rajura sorrise in modo seduttivo e per tutta risposta si stese sul tatami, trascinando l’altro sopra di se. Sentì le mani dell’altro spogliarlo dello yukata e accarezzarlo nelle parti più intime. Gli piaceva il suo modo di andare subito al sodo … lo trovava estremamente eccitante. Il demone dell’illusione mugolò di piacere, quando l’altro iniziò a lavorare con la mano sul suo membro, dapprima molto lentamente, poi sempre più velocemente, fino a portarlo a una meravigliosa estasi di piacere. Fu poi il suo turno di portare con i suoi baci, la virilità dell’altro fin quasi al culmine, per poi concederglisi totalmente, consumando appieno il loro rapporto. Era meraviglioso potere godere in quel modo spontaneo l’uno dell’altro: era il loro piccolo segreto … l’angolo privato in cui potevano svestirsi della maschera quotidiana che richiedeva il loro status di generali a servizio del male ed essere semplicemente sé stessi. Attorno a loro le fiammelle delle candele, simili a fuochi fatui, illuminavano la stanza di una strana luce spettrale che in un qualche modo avrebbe potuto anche essere definita romantica. Anubis sorrise a quel pensiero, trovandolo decisamente patetico. Chissà per quale motivo, quando si trovava in compagnia di Rajura, la sua mente era spesso sfiorata da tali stupidaggini.
Ignaro dei pensieri dell’altro, Rajura gli fece un mezzo sorriso di rimando, sollevando il busto sui gomiti.
  • Sarà meglio ricomporsi – Disse a bassa voce – Arago-sama potrebbe chiamarci da un momento all’altro –
In realtà il demone dai capelli bianchi avrebbe voluto rimanere almeno per un po’ a rilassarsi tra le braccia dell’altro, ma il dovere li chiamava all’appello.
Credo che tu abbia ragione – Annuì Anubis. Il demone dell’oscurità baciò di nuovo Rajura, indugiando per qualche istante sulle sue labbra, quasi per imprimere su di esse il proprio tocco – A più tardi … - Concluse rivestendosi in fretta.
L’altro Masho rispose con un cenno del capo e un mezzo sorriso, osservandolo uscire con una espressione indefinibile. Sospirando si sdaiò nuovamente sul tatami e chiuse gli occhi. Avrebbe voluto trattenerlo, ma sapeva che non era possibile … né fattibile. Doveva sforzarsi di rimanere il più distaccato possibile da quella loro pseudo-relazione; lasciarsi coinvolgere troppo non avrebbe portato nulla di buono a nessuno dei due.
Non gli restava che attendere la chiamata del padrone, che di sicuro non avrebbe tardato ad arrivare.
 

 
Rajura aveva visto giusto. Poco dopo, Arago richiamò lui e gli altri al suo cospetto per impartire loro i suoi ordini. Si ritrovarono tutti e quattro nella sala delle udienze, dove il signore del male conferiva loro in veste ufficiale. Arago non aveva fatto menzione delle ultime sconfitte riportate dai suoi sottoposti ma si era altresì mostrato molto interessato al fatto che Tenku si trovasse imprigionato nello spazio. Per distruggerlo infatti, aveva già pronta una strategia efficace:  avrebbe evocato gli spiriti del male, i quali erano in grado di creare con i loro poteri una sorta di bomba energetica che avrebbe eliminato agevolmente il samurai dell’etere. Il padrone, per quell’operazione, non esigeva affatto l’intervento diretto dei suoi fedeli Masho, ma si era premurato di spedire Shuten sul mondo terrestre per tenere a bada gli altri samurai, fintanto che la bomba del male non fosse stata pronta.
Con grande disappunto del signore del male, Ryo riuscì però ad introdursi nella grande sfera energetica generata dagli spiriti nel disperato tentativo di distruggerla, restandone però imprigionato all’interno. Nonostante ciò, Arago contava sul fatto che la bomba del male agisse eliminando all’unisono sia Rekka che Tenku.
Rajura, Naaza e Anubis, assistettero alla vicenda con grande attenzione, pronti a combattere qualora fosse stato loro richiesto. Ai Masho non era sfuggito il disappunto di Shuten quando il loro signore lo aveva richiamato al palazzo, una volta imprigionato Ryo nella bomba del male.
  • Questa volta ci siamo … - Esclamò Naaza soddisfatto, guardando la scena nello specchio degli Youja: il prezioso oggetto che mostrava gli accadimenti nel mondo umano.
  • Per Rekka e Tenku è la fine! – Disse Anubis con aria compiaciuta – Arago-sama ha fatto bene utilizzare l’aiuto degli spiriti del male! –
  • Già, è stata un’ottima idea – Ammise Rajura – Ormai quei mocciosi non hanno più nessuna speranza! –
  • Speriamo solo che la loro armatura non nasconda qualche altro asso nella manica! – Commentò il demone del veleno.
  • … e che Kaosu non intervenga nuovamente per salvarli! –
  • Zitti … c’è Shuten! – Disse Rajura, sentendo un rumore di passi veloci dirigersi verso di loro. Nella consueta penombra della sala, comparve la figura dell’oni masho. Sul suo volto avvenente, nonostante il successo della missione, era presente un’espressione decisamente insoddisfatta.
  • Che hai Shuten? – Chiese Naaza
  • Già … cos’è quell’aria indispettita? Sei talmente abituato a riportare sconfitte, che vincere ti pare strano? Ah ah ah! – Intervenne Anubis con sarcasmo.
 Shutendoji non gli piaceva e non era una novità. Non avrebbe saputo specificare bene in che modo, ma sentiva che lui era diverso da tutti loro; anche se doveva ammettere che in un certo senso lo ammirava per la sua forza e la sua determinazione e … si … ne era anche profondamente geloso, principalmente per due motivi. In primo luogo l’oni masho era palesemente il guerriero preferito da Arago e benché fosse il più giovane dei quattro demoni, era stato nominato loro leader dal signore del male in persona. Poi … poi c’era Rajura. Ad Anubis era sempre sembrato di vedere negli occhi del demone dell’illusione una sorta di interessamento che andava oltre all’ammirazione. Shuten era indubbiamente avvenente e il solo pensiero che Rajura potesse fantasticare su di lui e desiderarlo nel suo letto, lo faceva impazzire di gelosia. Sapeva benissimo che si trattava di una mera stupidaggine, di un pensiero indegno di lui, ma non poteva farci nulla! Sapeva anche che la relazione tra lui medesimo e il demone dai capelli bianchi era senza impegno; che il patto era tacitamente quello di non andare oltre al rapporto fisico e non era lecito per loro provare delle emozioni; in quanto demoni dovevano rifuggire ogni forma di sentimentalismo umano,
… E allora perché ogni volta che vedeva quel bell’imbusto dai capelli rossi accanto a Rajura avrebbe voluto spaccargli quella sua faccia da schiaffi?
Ignaro dei pensieri del compagno, Shuten che li aveva già superati camminando velocemente, si girò nella sua direzione assai irritato.
  • Risparmiati il sarcasmo, Anubis! … Se questa la chiami una vittoria! - Detto questo proseguì per la sua strada, senza aggiungere altro.
- Shuten … dove vai, Shuten? – Esclamò Rajura muovendo qualche passo nella sua direzione.
- Devo vedere Arago-sama – Tagliò corto il generale, scomparendo dalla loro vista senza nemmeno girarsi.
I tre rimasti, si guardarono esterrefatti.
- Cosa starà macchinando? – Chiese Naaza stupito dal comportamento del “collega”
- Non ne ho idea … è proprio strano quello! – Asserì Anubis incrociando le braccia.
Il demone dell’illusione rimase a fissare silenziosamente il punto dove Shuten era scomparso. L’Oni Masho si stava comportando in maniera decisamente bizzarra; cosa aveva voluto dire con quelle parole? E cosa aveva di tanto urgente di cui parlare con Arago? Il loro padrone non avrebbe certo accettato commenti o suggerimenti riguardo al suo stesso operato. Rajura si ripromise di cercare Shuten dopo il suo colloquio con il signore del male; voleva capire di che natura fossero le sue intenzioni. Rimase ancora un poco in compagnia dei suoi due compagni, poi si congedò loro con la scusa di avere qualcosa di urgente da sbrigare, tra lo sguardo incuriosito di Naaza e quello indagatore di Anubis.
  • Il padrone ha detto di tenerci pronti alla lotta – Disse quest’ultimo aspramente – che hai di tanto urgente da fare? –
  • Tornerò presto, non temere – Tagliò corto Rajura allontanandosi.
Trovò Shuten dove in genere si ritirava quando voleva rimanere solo: un angolo del palazzo reso particolarmente bello da un piccolo giardino interno, dotato di un minuscolo ma assai pittoresco laghetto. A Rajura piaceva molto analizzare gli altri ed aveva una straordinaria capacità di osservazione. Scavare nell’animo altrui, indagare su ciò che gli altri amavano oppure odiavano fare, lo aiutava a capire bene chi aveva davanti; cosa che gli era sempre stata utile in qualità di demone dell’illusione. Fare leva sulle  debolezze dell’avversario, per poi trascinarlo nella sua rete di inganni ed illusioni, era dopotutto la sua specialità … e non soltanto in battaglia. Tornando a Shutendoji, spesso e volentieri lo aveva notato ritirarsi in quel luogo, in compagnia di un qualche volume nel quale immergersi nella lettura. Rajura non aveva mai capito cosa ci trovasse l’altro Masho nel leggere vecchi libri scritti da umani chissà quanti secoli prima, ma si sa … a ognuno le proprie stranezze. Sapeva comunque per certo, che Shuten non avrebbe apprezzato la sua intrusione, anche perché aveva un’aria ancora più ombrosa e tormentata del solito. Non che in genere fosse di molte parole o di compagnia … Rajura non ricordava di averlo mai visto sorridere una sola volta.
  • Shuten! – Lo chiamò infine.
L’Oni masho, che era fermo in piedi davanti al piccolo specchio d’acqua, mosse appena il capo nella sua direzione.
  • Che ci fai tu qui? – Gli chiese seccamente
  • Ti cercavo … - Rispose Rajura
Il demone si girò verso di lui, guardandolo con circospezione.
  • … e perché mai? –
  • Ti stai comportando in modo strano … - Affermò il demone dell’illusione – Si può sapere che ti prende tutto d’un tratto? –
L’interpellato aggrottò le sopracciglia
  • Ma di che parli? Che avrei fatto di tanto strano? –
  • Tanto per cominciare, potresti spiegarmi perché eri così seccato dal fatto che Rekka venisse sconfitto dalla bomba del male –
Shuten lo fissò con uno sguardo di fuoco
  • Non mi dire che non rode anche a te il fatto che siano gli spiriti del male e non noi demoni a chiudere la partita con i samurai! – Esclamò con rabbia
Rajura parve colpito.
  • Beh … si in effetti avrei preferito che fossimo noi ad eliminarli, ma … -
  • E’ umiliante che siano gli spiriti a concludere un lavoro iniziato da noi, senza che neanche ci venga data l’opportunità di ricattarci per le sconfitte riportate! – continuò Shuten, visibilmente in collera.
  • Hai ragione … - Affermò il demone dell’illusione – ma il padrone ha preso questa decisione e non sta a noi contestarla! … o credi di essere tanto importante da potere disubbidire ai suoi ordini senza pagarne le conseguenze? –
  • N…no, certo che no – Shuten strinse i pugni e chinò il capo – Sono profondamente fedele al nostro signore e non ho nessuna intenzione di tradire la sua fiducia – Continuò con voce incerta.
  • Lo spero bene! – Ribattè Rajura girando i tacchi per andarsene – Ti consiglio di non fare colpi di testa: lascia quei cinque marmocchi agli spiriti … l’importante è la vittoria finale e non il modo col quale la si ottiene! –
Con queste parole, il demone dell’illusione scomparve, lasciando un tormentato Shuten alle prese con i propri pensieri. Rajura sapeva bene che quando il demone dai capelli rossi si metteva in testa qualcosa, non c’era modo di farlo ragionare; confidava però nella sua fedeltà ad Arago e al suo buonsenso. No … non avrebbe osato sfidare il volere del loro signore per distruggere quei samurai con una “onorevole” battaglia. Accidenti a lui! Loro quattro erano demoni dell’impero del male e ogni mezzo, anche il meno lecito, era valido purchè fosse efficace ai fini del successo. Lealtà, onore e altre scempiaggini simili, erano retaggio di quegli umani che tanto disprezzavano e che avevano giurato di annientare. Il demone dai capelli bianchi fece per tornare dai suoi compagni, quando si sentì afferrare da un Anubis decisamente alterato.
  • Che ci facevi con QUELLO? – Gli chiese il Masho dell’oscurità con rabbia.
  • Mi hai seguito … - Commentò Rajura gelido.
  • Cos’è? Sei diventato il suo confidente? – Incalzò Anubis
  • Non essere sciocco! Volevo solo appurare cosa stesse complottando –
  • Lui ti piace! Coraggio … ammettilo che vorresti essere il suo fottuto amante! – Sbottò Anubis strattonandolo per un braccio, mentre l’altro lo guardò come se fosse pazzo.
  • Ancora con questa storia … pensavo che Shuten si stesse comportando in maniera sconsiderata, ma tu lo batti di certo … sicuro e garantito! –
Anubis si morse il labbro inferiore, come per trattenersi dal dire qualcos’altro di irragionevole. Di colpo lasciò il braccio del compagno che con l’altra mano si toccò il polso dolorante; non c’erano dubbi sul fatto che il demone dell’oscurità avesse una stretta d’acciaio!
  • Ebbene? Che ti ha detto? – Chiese seccamente
  • Ha detto più o meno quello che pensiamo tutti … è alquanto umiliante che siano gli spiriti evocati da Arago-sama ad eliminare i samurai. Sai quant’è testardo Shuten … quando si butta in un’impresa non si ferma finchè non l’ha portata a termine! –
  • Già … gli deve bruciare parecchio il fatto di starsene a guardare gli spiriti rubargli la scena, quel vanesio arrogante, farebbe di tutto per farsi notare dal padrone! -
  • Senti chi parla … - Commentò Rajura alzando gli occhi al cielo – Comunque torniamo da Naaza … vediamo se ci sono novità sui samurai –
Anubis annuì, mentre il compagno gli dava le spalle per tornare da dove erano venuti.
  • Rajura! – Lo chiamò.
  • Che altro c’è? - Voltandosi nella nella sua direzione, il demone dell’illusione si ritrovò la bocca dell’altro sulle sue labbra e una mano stretta su una natica. Preso alla sprovvista barcollò, lasciandosi catturare dalle braccia di Anubis che lo spinse energicamente contro il muro del corridoio. Quella improvvisa manifestazione di passione, fece desiderare ardentemente a Rajura di avere quell’uomo dentro di se … il più presto possibile. Tuttavia non era quello il momento per pensare a certe cose.
  • Che fai, pazzo? … Potrebbero vederci … potrebbero … -
  • Non ci vedrà nessuno – Ridacchiò l’altro mordendo e succhiandogli il collo - … lo so che ti piace … -
Rajura socchiuse gli occhi ed emise un lieve gemito di piacere, mentre l’altro lo osservava soddisfatto. Anubis avrebbe voluto sollevarlo e prenderlo lì contro il muro, fino allo sfinimento … ma il compagno aveva ragione: c’era una guerra da vincere! Avrebbero avuto tempo per loro due in un’altra occasione.
Si ricomposero velocemente, affrettandosi a raggiungere la saletta dove erano soliti incontrarsi, nella quale Naaza di sicuro si stava chiedendo che fine avessero fatto. Mancarono per un soffio Shuten, che con l’armatura addosso spariva non visto dal palazzo.
 

 
  • Alla buon’ora! – Esclamò Naaza vedendo sopraggiungere i suoi due compagni, Anubis e Rajura.
  • Scusa il ritardo, ci sono novità? – Chiese Anubis portandosi al suo fianco.
  • Rekka è sempre all’interno della sfera del male! – Rispose il demone del veleno - … che pare sempre più vicina all’obiettivo ormai –
  • Molto bene, gli spiriti del male hanno fatto un superbo lavoro – Intervenne Rajura con aria soddisfatta –
  • Si ,,, ma dov’è Shutendoji? – Chiese Naaza guardandoli con aria indagatrice –
  • E’ da qualche parte a rodersi il fegato perché non sarà lui a prendersi il merito della vittoria sui samurai – Rispose Anubis cupo lanciando uno sguardo irritato verso Rajura, che fece finta di non accorgersene.
Naaza sbuffò tra se e sé; sempre la solita storia: la gelosia di Anubis verso Shuten andava oltre l’inimmaginabile. Lo sguardo del demone del veleno scivolò su una piccola macchia rossa sul collo di Rajura, che fino a poco prima non aveva notato. Quei due … per quanto cercassero di nascondere il fatto che tra loro ci fosse qualcosa, non potevano ingannare i suoi occhi. Li conosceva ormai da troppo tempo per non notare certi dettagli! Bah … cosa ci trovassero poi nello scadere in alcuni comportamenti tipici degli umani, non se lo sapeva proprio spiegare! A rotolarsi nel letto con qualcuno, preferiva di gran lunga lavorare con i suoi veleni. Non c’era nulla che lo appagasse come scoprire qualche nuova e letale sostanza che lo rendesse sempre più potente in battaglia.
I suoi pensieri furono interrotti da un’esclamazione di stupore provenire da Anubis:
- Guardate … la sfera! -
- Sta esplodendo! – Disse Rajura
In effetti la bomba del male esplose nello spazio, emettendo un’immensa ondata di energia tuttavia le cose non andarono come Arago le aveva programmate. A quanto pareva era stato lo stesso Rekka a distruggerla dall’interno. I tre demoni, attraverso la sfera degli youja, guardarono sgomenti Tenku risvegliarsi e recuperare oltre che la vita, anche il corpo dell’altro samurai inerme. Il samurai dell’etere, reindirizzò poi entrambi sulla terra, tramite una bolla di energia simile a una meteora. L’impatto al suolo fu tremendo.
  • Non possono essere sopravvissuti ad una tale caduta! – Disse Naaza rompendo il silenzio generale – Saranno morti di sicuro! –
  • Sciocco … l’armatura li avrà di certo protetti! – Intervenne Anubis - … ad Arago-sama questo non piacerà … -
  • Prepariamoci a combattere! – Esclamò Rajura – ora è il nostro turno! – Ma oltre ai samurai, tramortiti ma vivi e vegeti, un’altra figura spuntò sulla scena.
  • Shuten! – Gridarono in coro i Masho
  • Non ci posso credere … quel pazzo ha davvero disobbedito al padrone! – Commentò il demone dell’illusione incredulo.
  • Fortuna che non avrebbe mai osato tanto, vero Rajura? – Disse Anubis guardando il compagno sarcasticamente.
  • Zitti e guardiamo come va a finire! – Tagliò corto Naaza – Fosse la volta buona che ci liberassimo di quei ragazzini! –
  • Fosse la volta buona che ci liberassimo pure di Shuten … - Intervenne Anubis con stizza mentre Rajura lo fulminò silenziosamente con lo sguardo.
 

 
 
In realtà le cose non andarono in maniera molto diversa da come Anubis aveva auspicato: Shuten combattè contro Rekka e Tenku con tutte le sue forze, ma nel momento in cui il samurai dell'etere portò un colpo che lo privò dell'elmo rivelando la sua natura umana, Arago lo fermò e lo riportò nel regno del male con i suoi poteri.
Rajura non capiva perchè mai Arago avesse fermato Shuten, dopotutto avrebbe potuto vincere, anche se in effetti l'oni masho era sembrato diverso nel modo di combattere rispetto al solito. Inoltre si chiedeva dove diavolo fosse finito il loro compagno dai capelli rossi; a dire il vero, lui stesso aveva osato chiedere qualcosa a riguardo al loro padrone, ma per tutta risposta aveva ricevuto una dolorosa scarica elettrica ... Arago-sama non amava essere interrogato dai propri sottoposti. Non ci era voluto molto per capire che gli conveniva farsi gli affari suoi, nonostante dovesse ammettere che un poco era preoccupato per quella testa calda di Shuten. Chissà ... forse il padrone l'aveva rinchiuso nei sotterranei per punirlo della sua disobbedienza. In ogni caso era rimasto molto deluso dall'oni masho: non l'avrebbe mai creduto capace di un comportamento tanto sconsiderato e irrispettoso verso il loro signore. Senza contare che ora tutti i samurai erano riuniti e i masho avevano bisogno di tutte le loro risorse per potersi opporre al potere delle loro armature. Bisognava ideare qualcosa e in fretta, prima che la situazione precipitasse ulteriormente.
- Rajura ... stai dormendo? - La voce di Anubis risuonò calda e rassicurante nel buio della stanza.
- No ... sono sveglio - Rispose il demone dai capelli bianchi
Il compagno, disteso sul suo stesso tatami, lo abbracciò da dietro baciandogli una spalla che spuntava nuda dalle lenzuola di seta.
- A che pensi? -
- ... molto probabilmente alla stessa cosa a cui stai pensando tu - Rispose Rajura con un mezzo sorriso.
- Sei preoccupato a causa di quei cinque ragazzini? ... Ma dai, non farmi ridere! Li sconfiggeremo in men che non si dica! -
- Umh ... ne sei proprio sicuro? - Chiese il demone dell'illusione con aria vaga - Hai visto anche tu come hanno distrutto la bomba del male e come hanno combattuto contro Shuten! -
- Umf ... quel buono a nulla! - Sbottò Anubis irritato, sollevandosi a sedere - Chissà dove se ne è sparito; sarà da qualche parte a leccarsi le ferite, come al solito! -
- Non credo ... penso che Arago-sama lo abbia in qualche modo punito per la sua disobbedienza -
- ah ... secondo me invece si vergogna a farsi vedere perchè per l'ennesima volta ha fallito nel suo intento, ordini o non ordini ... -
- Tu dici? - Chiese Rajura voltandosi verso il compagno - A dire il vero le sorti della battaglia tra lui e quei due samurai non erano poi tanto scontate ... è stato il padrone a richiamarlo improvvisamente, per quanto ne sappiamo avrebbe anche potuto vincere!-
- seee ... seee ... certo - Ribattè Anubis sbuffando
 - IN tutta sincerità, ho avuto come l'impressione che ad un certo punto Shuten sia stato trattenuto da qualcosa - Disse Rajura incupendosi - Era come se qualcosa gli impedisse di colpire con tutte le sue forze -
- L'hai osservato bene ... come al solito - Lo rimbeccò l'altro con irritazione. Non amava parlare di quel moccioso dai capelli rossi e farlo mentre era disteso in un letto col suo amante, di sicuro glielo faceva amare ancora di meno.
Rajura non raccolse la sua provocazione e con aria pensosa lo fissò dritto negli occhi
- Non dirmi che non hai avuto la stessa impressione -
- ...ma cosa vuoi che ne sappia di cosa passa per la testa di quel moccioso arrogante - Rispose l'altro
- Non mi hai risposto ... -
- Ma si ... ma si ... anche a me non è sembrato il solito Shuten - Ammise lo yami masho a malincuore - E' un maledetto imbecille ma bisogna ammettere che generalmente in battaglia non ha mai avuto esitazioni -
- Già ... e altrettanto non si può dire che con Rekka e Tenku abbia combattuto secondo tutto il suo potenziale - Proseguì Rajura
- Si, ma questo non cambia le cose - Disse Anubis tagliente - ... la realtà è che con la sua trovata geniale ci ha messo nei guai! Ora ci troviamo con tutte le cinque armature riunite e con un'unità un meno ... ben fatto, il tuo amico è davvero un FENOMENO! -
- ah ah ma non ero io quello preoccupato per le sorti della guerra? - Ridacchiò il demone dell'illusione con un sorrisetto beffardo
- Non sono preoccupato ... è che le cose sembravano molto più facili del previsto, tutto qui! -
- Già... quei ragazzini sono stati molto fortunati - Ammise Rajura - Ma non credere che i loro successi siano stati tutti farina del loro sacco. Kaoru, come Arago-sama aveva previsto, li ha praticamente salvati in più riprese. Senza di lui li avremmo già vinti da tempo! -
- Anche questo è vero - Commentò Anubis pensieroso
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, facendoli sobbalzare e la voce di Naaza esclamò:
- Rajura! ... ci sei? -
- Si ... entra pure! - Rispose il demone dell'illusione alzandosi e gettandosi addosso uno yukata, imitato da Anubis.
Naaza entrò silenziosamente nella stanza; indossava l'undergear e sembrava piuttosto nervoso.
- Ah ... ci sei anche tu - Commentò secco squadrando Anubis che si rivestiva -
- Umh ... - grugnì l'interpellato stringendosi in vita la cintura
- Il padrone vuole vederti urgentemente - Continuò il demone del veleno rivoltò al compagno dai lunghi capelli bianchi - I samurai si stanno muovendo nel territorio della città che abbiamo occupato ... non perdono tempo prezioso facendo cose di dubbia moralità, al contrario di QUALCUNO - Commentò acido lanciando un'occhiata in tralice ai suoi due compagni.
Anubis sbuffò scocciato mentre Rajura ridacchiò sommessamente:
- Ora vado ... - Disse - Devo andare ad aprire le porte dei nostri cancelli a quei piccoli samurai -
- Che intendi dire? - Chiese Anubis incuriosito
- Sai già cosa vuole ordinarti Arago-sama? - Commentò Naaza, appoggiandosi al muro con la schiena a braccia incrociate.
- Ho un'idea da proporgli ... staremo a vedere - Rispose con un sorrisetto il Gen masho, mentre con un gesto elegante richiamava la sua undergear. Meglio affrettarsi: l'imperatore del male non tollerava i ritardatari.
 
  
  
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