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Autore: _Lou    12/05/2012    9 recensioni
E' la notte di S.Lorenzo, ma non ci sono stelle.
Lui non riesce a dormire, il pensiero che sua sorella è finalmente a pochi passi di distanza, lo fa morire. Sa che è sbagliato, sa che è contro le regole, ma sua sorella è così bella.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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She’s so beautiful.

 


E’ tardi, non so precisamente che ore siano, ma è tardi.
In cielo non c’è neanche una stella, fa caldo, e la finestra è aperta; ma non si intravede neanche una stella. E’ strano, è la notte di S.Lorenzo e ci dovrebbero essere tantissime stelle, invece non ci sono.
Mi alzo, non ho sonno ed è inutile aspettare che una stella cada. Vado verso la cucina, ho voglia di latte al cioccolato, o comunque un qualcosa di dolce; ma all’entrata della mia cucina c’è già lei. E’ intimo, un completino color fragola che risaltava la sua pelle olivastra, beve un bicchiere di latte ed è bellissima.
Si scosta piano i capelli scuri e ondulati dalla fronte, e sbatte più volte le lunga ciglia nere, per penetrarmi col suo sguardo color smeraldo; perdo qualche battito poi vado vicino al frigorifero.
“Neanche tu riesci a dormire, eh?” Commentò lei avvicinandosi, da vicino è ancora più bella. Ha un anno in meno a me, ma essendo alta circa uno e ottanta sembra avere la mia stessa età.
“Già.” Rispondo secco e verso il latte nel bicchiere. Oggi anche il latte è strano, è una serata strana questa. D’altronde domani nostra madre verrà a trovarci, e questa è l’ultima nostra notte libera.
“Domani arriva mamma.” Continua lei nel vago tentativo d’iniziare una conversazione con me, mi conosce da ben diciannove anni e ancora non ha imparato che odio parlare di notte.
“Esatto, sorellina.” Finisco di bere, la lascio in cucina; ma mi blocco. Una sua mano stringe forte la mia, subito tolgo la mia di mano, e lei sembra restarci male. Domani le passerà, se sono sicura, lei fa sempre così. Abbiamo passato un’intera settimana in questa baita su in montagna e quasi non ci siamo parlati, lei era sempre ad una festa ed io avevo bisogno di concentrarmi per i miei disegni; però ora vuole parlare, ma io non posso parlarle sarebbe sbagliato.
“Bubbu, cosa ti ho fatto?” Chiede esasperata, le trema il labbro come tutte le volte che sta per iniziare a piangere. I suoi meravigliosi occhi verdi si velano di tristezza.
“Non chiamarmi bubbu,  sai che lo odio.” Non rispondo alla sua domanda. Mi chiama bubu dall’età di sei anni quando mi travestii da coniglio per carnevale, ero piccolo e non sapevo cosa facevo.
“Spiegami che ti ho fatto. Perché ti sei allontanato da me?” imperterrita continua con le sue domande, la guardo male. Dovrebbe dormire o domani il suo bellissimo viso risulterà sciupato.
“Non mi hai fatto niente, solo sei fonte di distrazione ed io ho bisogno di concentrarmi per il disegno.” E’ una giustificazione banale, lo so. Nessuno di notte, in una baita dove stranamente fa caldo e non ci sono stelle farebbe un quadro.
“Io invece lo so. E’ quella tua ragazza che ti ha fatto allontanare da me.” Non so a quale ragazza lei alluda, ormai di donne usa e getta ne ho fatto una collezione. Ma nessuna volta non è come vorrei, non è abbastanza soddisfacente, nessuna volta la ragazza in questione è lei.
“Emma va a dormire per favore.” Le indico la camera, ma lei non fa un passo per andare a dormire; e so che se ci provassi io mi fermerebbe.
“Non posso.” Sussurra guardandosi  i piedi nudi; stranamente non ha smalto ne cavigliere o simili. Solo un tatuaggio, c’è una lettera in cinese. Lei non sa che i cinesi non hanno alfabeti.
“Cosa c’è ora, Emmi?” Emmi ce l’ha chiamavo da piccola, quando ancora potevo lavarmi con lei senza risultare un malato; quando ancora potevo fingere di volerle solo molto bene.
“Mi manca mio fratello.” Sussurra mentre cerca di avvicinarsi, non mi allontano né mi scosto, da troppo tempo le mie braccia non accolgono il suo corpo. E così arriva quel contatto tanto desiderato, finalmente mi abbraccia. Dopo anni d’assenza di nuovo il suo profumo invade i miei polmoni, di nuovo il suo corpo aderiva perfettamente al mio già dell’età di quattro anni. Era inutile negare che lei mi mancava molto, mi mancava come la droga può mancare ad un drogato, come l’alcool ad un alcolizzato e il miele a Winnie the Pooh. La stringo forte a me accarezzandole i capelli, è bellissima ed io vorrei trascorrere la mia vita con lei.
“Bubbu; dormi con me.” Non una richiesta, ma un ordine. Non potevo dormire con lei, non dovevo starle vicino, era dannatamene sbagliato. Mi prese per mano e mi portò in camera sua, sbuffai, non dovevo farlo, ma lei è così bella. Ci mettemmo vicini, lei si accoccolò a me e mi diete un bacio sulla guancia per augurarmi la buona notte.
“ ‘Notte, notte bubbu.” Nel momento stesso in cui lo dice si addormenta, ed io posso finalmente lasciare libero sfogo ai miei pensieri. Con un dito inizio a percorrere i suoi lineamenti, soffermandomi sulle labbra e sorridevo. I primi problemi con lei iniziarono quando all’età di quattordici anni non iniziai a far altro che pensare a lei, lei sotto la doccia, lei che dormiva, lei che cantava, lei, lei, lei, e ancora lei. Ormai si era impadronita della mia mente senza che io potessi far nulla, e mai più ne sarebbe uscita. Ne ero consapevole, come sapevo che dovevo andarmene da quel letto, e smetterla di amarla.
Io ed Emma fino all’età di quindici anni eravamo inseparabili, poi mia madre mi trovò a spiarla mentre si spogliava e mi mandò a vivere da mia nonna insinuando che ero malto, e ora dopo cinque anni da quel giorno disastroso io e lei ci trovammo nello stesso letto. Ad Emma fu raccontata ovviamente un’altra storia, non so quale, ma una credibile poiché lei non mi mandò mai una lettera. E col tempo anche io riuscii a convincermi che forse era meglio  così, che forse io e lei non dovevamo stare insieme.
Già era giusto così.  Lentamente mi alzai, senza far troppo rumore non volevo svegliarla. La guardai bene un’ultima volta, volevo portare con me l’immagine del suo magnifico volto; avvicinai le mia labbra alle sue per un secondo, in un frettoloso bacio a stampo che però riuscì a scatenare in me l’inferno. Presi un bigliettino, scrissi velocemente qualcosa. E poi uscii. Sapevo cosa andava fatto, io ero solo un errore umano, non ero normale, ero malato. Davanti a me avevo il cappio, avrei porto fine alla mia malattia solo uccidendomi. Chiusi gli occhi e cercai di immaginarmi un’ultima volta il suo volto.

Emma si svegliò col cuore a mille per la preoccupazione, non trovava suo fratello; quasi temeva che fosse scappato, no, non ora che finalmente si erano ritrovati. Non ora che dopo cinque anni di attesa aveva potuto riabbracciarlo, e sentire la forza delle sue braccia che stringevano il suo corpo ancor più bello fra le sue perfette braccia muscolose. Si alzò ancora col cuore in gola, voleva parlargli e sapere il vero motivo del suo trasferimento improvviso dai nonni. Lei non lo aveva mai capito, e tutto ciò che seppe era che non poteva più dormire col suo bubbu. Lei ci soffriva, era triste, Emma non era Emma senza il suo bubbu. Cercò nella camera in cerca dei suoi occhi scuri, in cerca delle sue mani grandi, ma morbide che sapevano donare carezze magnifiche, in cerca di quelle labbra rosse rosse che non permettevano pensieri casti, in cerca di suo fratello maggiore che tanto bramava. Guardò in terra un bigliettino, non voleva leggere, non voleva sapere cosa c’era scritto. Poi però la curiosità vinse sulla paura e lo prese in mano incominciando con avidità ad inghiottire ogni parola con la mente.

‘ Scusami, ma ti amo. So che è sbagliato. Ma tu sei così bella.’

Legge; scoppia a ridere. Non ci può credere. Esce da casa, esasperata. Si avvicina ad un albero lì vicino e lo vede. Si è impiccato, si avvicina appena un po’. Stenta a crederci. E’ impossibile si dice, ma suo fratello continua a penzolare da quell’albero; lei sa che non aprirà gli occhi e griderà che è tutto uno scherzo. Una lacrima le riga il volto, non ha mai avuto la possibilità di dirgli che ricambiava i suoi sentimenti.

 

Me: Grazie a chiunque sia arrivato fin qui *^*
E a chiunque recensirà!
Ditemi cosa ne pensate e.. Non so perché
ho scritto una così deprimente ^-^
Alla prossima,
pace and love
Lisa.

  
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