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Autore: Lily BlackRose    04/12/2006    11 recensioni
“L’ho sol intuito… da tempo vedo la vostra sagoma nelle ombre che silente resta ad ascoltare il mio violino sicura di non essere vista…”
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Estrassi il violino dalla custodia e me lo accostai alla spalla pronta ad iniziare a suonare

La sposa della notte!

 

 

Estrassi il violino dalla custodia e me lo accostai alla spalla pronta ad iniziare a suonare. Volsi per un attimo il viso verso il muto pubblico dalle gote pallide e gl’occhi freddi che ogni notte mi stava ad ascoltare, sorrisi debolmente a quella marea di statue ed alzai il braccio portando l’archetto sulle corde. Trassi un profondo respiro e le prime note del valzer si sparsero per tutta la fredda aria del cimitero che ogni notte ospitava la mia musica. Suonai e suonai mentre le statue prendevano vita iniziando a danzare per lo mio diletto, ma ad un tratto una voce…

“Chi siete mia signora, che vestita da sposa, suonate in codesto posto di morte?”

Non risposi, ma smisi di suonare volgendo il viso verso lo sconosciuto che domanda mi aveva porto, l’osservai alla debole luce della luna piena, distinguendone i giovani tratti del viso e il pallore mortale.

“Non sono nessuno… solo Lily…”

Una nube coprì la luna facendo restare tutto per pochi attimi nelle tenebre più oscure, e quei pochi secondi bastarono allo sconosciuto per essermi dinnanzi, le di lui iridi verdi fissarono le mie azzurre venate di viola et un sorriso gli si dipinse sul viso.

“Voi mi temete?”

Fu l’unica domanda che mi rivolse mentre alzava una mano a sfiorarmi la gota et a scostarmi i lunghi capelli dal collo.

“Non temo nulla, Lucifero… nemmeno la nera madre…”

“Come sapete il mio nome?”

Mi domandò sorpreso con un mezzo sorriso sulle labbra che nulla ad un mortale augurava di buono.

“L’ho sol intuito… da tempo vedo la vostra sagoma nelle ombre che silente resta ad ascoltare il mio violino sicura di non essere vista…”

Scossi il capo e mi allontanai di qualche passo da lui, ma egli afferrandomi il polso della mano che reggeva l’archetto mi attirò verso di se. Sentivo il suo freddo respiro sul collo, mentre gl’occhi freddi mi scrutavano ancora attenti come a voler saggiare la mia età.

“Allora mia cara vi chiedo di suonare per me nel mio palazzo che ne dite?”

Restai interdetta a tale domanda, ma infondo nulla avevo da perdere e così accattai la mano che egli mi offriva sparendo con lui per sempre nelle tenebre, nel palazzo dal quale mai più feci ritorno. Divenni la sposa dell’oscurità che silente suona il violino per i corridoi nel nero castello del marito.

Ancora adesso le statue rimpiangono la mia dipartita cantando con la loro voce marmorea la storia della sposa violinista della notte.

   
 
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