La sposa della
notte!
Estrassi il violino dalla custodia e me lo accostai alla
spalla pronta ad iniziare a suonare. Volsi per un attimo il viso verso il muto
pubblico dalle gote pallide e gl’occhi freddi che ogni notte mi stava ad
ascoltare, sorrisi debolmente a quella marea di statue ed alzai il braccio
portando l’archetto sulle corde. Trassi un profondo respiro e le prime note del
valzer si sparsero per tutta la fredda aria del cimitero che ogni notte
ospitava la mia musica. Suonai e suonai mentre le statue prendevano vita
iniziando a danzare per lo mio diletto, ma ad un tratto una voce…
“Chi siete mia signora, che vestita da sposa, suonate in
codesto posto di morte?”
Non risposi, ma smisi di suonare volgendo il viso verso
lo sconosciuto che domanda mi aveva porto, l’osservai alla debole luce della
luna piena, distinguendone i giovani tratti del viso e il pallore mortale.
“Non sono nessuno… solo Lily…”
Una nube coprì la luna facendo restare tutto per pochi
attimi nelle tenebre più oscure, e quei pochi secondi bastarono allo
sconosciuto per essermi dinnanzi, le di lui iridi verdi fissarono le mie
azzurre venate di viola et un sorriso gli si dipinse sul viso.
“Voi mi temete?”
Fu l’unica domanda che mi rivolse mentre alzava una mano
a sfiorarmi la gota et a scostarmi i lunghi capelli dal collo.
“Non temo nulla, Lucifero… nemmeno la nera madre…”
“Come sapete il mio nome?”
Mi domandò sorpreso con un mezzo sorriso sulle labbra che
nulla ad un mortale augurava di buono.
“L’ho sol intuito… da tempo vedo la vostra sagoma nelle
ombre che silente resta ad ascoltare il mio violino sicura di non essere
vista…”
Scossi il capo e mi allontanai di qualche passo da lui,
ma egli afferrandomi il polso della mano che reggeva l’archetto mi attirò verso
di se. Sentivo il suo freddo respiro sul collo, mentre gl’occhi freddi mi
scrutavano ancora attenti come a voler saggiare la mia età.
“Allora mia cara vi chiedo di suonare per me nel mio
palazzo che ne dite?”
Restai interdetta a tale domanda, ma infondo nulla avevo
da perdere e così accattai la mano che egli mi offriva sparendo con lui per
sempre nelle tenebre, nel palazzo dal quale mai più feci ritorno. Divenni la
sposa dell’oscurità che silente suona il violino per i corridoi nel nero
castello del marito.
Ancora adesso le statue rimpiangono la mia dipartita
cantando con la loro voce marmorea la storia della sposa violinista della
notte.