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Autore: Red_Harmonie    13/05/2012    2 recensioni
Cosa succederebbe se una fantasia troppo fervida e qualche magia sconosciuta avessero portato la Brigata in un negozio di torte? Riuscite ad immaginare i componenti che si mettono "all'opera?" Ci sono solo loro?
Qualcosa è stato palesemente sconvolto....
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genei Ryodan, Kurapika, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Genei Ryodan and the cakes shop.

La maggior tentazione della vita è

confondere i sogni con la realtà.”

 

 

 

Prologo-

 

Devo sbrigarmi o non arriverò in tempo”

Ormai lo pensavo da due ore, si, due lunghissime ore. Guardavo fuori dal finestrino con insistenza come a voler portare indietro il tempo, così da evitare quel madornale ritardo di quella fresca mattinata primaverile. Il bus era stato bloccato nel traffico da più di un ora e solo per arrivare a destinazione ce ne volevano due ed io avevo solo mezz'ora per evitare il ritardo, che oramai era più che scontato. Era il ventisette maggio, una domenica molto assolata ma anche molto piacevole, poiché si sentiva uno strano vento freddo che unito ai raggi del sole cocente procurava una sensazione di stabilità e pace interiore – per chi ne avesse alle sei e mezza di mattina, ovvio. Penso che sia necessario che mi presenti, però. Io sono Chantal, ragazza Italiana che da sempre vive in balia di una madre troppo occupata per seguirla ed un padre troppo apprensivo anche solo per viverci insieme. Ho i capelli lunghi fino alle spalle di natura ricci, ma sempre piastrati e legati in due codini bassi. Sono color dell'oro, con dei colpi di sole più chiari, mentre preferirei tralasciare il colore dei miei occhi. Si possono possedere due palle blu che, a seconda di come va il tempo, cambiano?! Non mi pare normale. Ora, dopo questa breve e strana presentazione tornerei a narrare la storia, che vi assicuro non sarà molto meglio.

Quella mattina, come sempre, stavo andando a lavoro. Nonostante avessi solo quindici anni i miei nonni avevano deciso, senza avvisarmi, che avrei iniziato da subito a prendere le redini dell'azienda di famiglia, il sabato e la domenica, mentre durante la settimana avrei studiato come tutte le ragazza della mia età – la cui maggioranza non faceva davvero nulla, ma sorvoliamo. Avevo accettato l'idea per due semplicissimi motivi: Il primo era che anche una mia cara amica doveva lavorare lì ed il secondo che quello che facevo mi piaceva.

D'un tratto il bus si fermò, costatai solo pochi secondi prima che le porte si chiusero che la fermata era la mia e subito mi catapultai fuori. Mi sbalordì nel notare come il tempo fosse passato in fretta, mentre mi ero persa nei meandri dei miei pensieri. Lasciai comunque quella questione alle spalle e mi girai in direzione di una stradina piccola e decorata. Iniziai a correre, conoscevo a memoria quelle zone e subito arrivai al negozio.

 

Sweet Dreams”

 

La grande insegna rosa -colore molto odiato, oltretutto- sovrastava quasi tutta la facciata superiore del piccolo edificio. Senza esitazione entrai e subito mi accorsi di Leena, la mia migliore amica prima citata.

-Pss, Leena!- la chiamai nascondendomi in un angolino- vieni qui!

-Ehy, Chanty!- Mi rispose lei con fare premuroso- Finalmente sei arrivata!

-Si, non urlare però... lei è già dentro?

Leena mi guardò con occhi complici e sorrise sbuffando.

-No, sei sempre la solita. Sbrigati a sistemarti altrimenti....

-Si vado. Grazie.

Mi diressi verso la porta del retro del negozio-ristorante e presi dalla borsa la mia divisa. La mattina lavoravo come cameriera e il tardo pomeriggio come cuoca. Facevo torte, di ogni tipo, nuziali, per compleanni, occasioni particolari... tutto!

Proprio mentre aprivo la porta del bagno una voce a me famigliare -purtroppo- mi bloccò all'istante.

-Chantal, ben arrivata. Vedo che il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Mi girai di scatto consapevole di essere in un mare di guai. Davanti a me vi era la figura alta e snella di una donna, piuttosto anziana, portava un paio di occhiali lilla con delle scritte nere, i capelli erano legati in una piccola cipolletta tirata e perfetta, mente il trucco era esageratamente col oro e stonava con gli occhi neri come la notte che la donna nascondeva sotto una folta frangetta.

-N...nonna.

La chiamai io balbettando incapace di dire altro -avrei peggiorato le cose, sicuramente. Lei mi guardò con occhio severo, poi si girò di scatto dall'altro lato, quasi indignata.

-Voglio proprio sapere come farai a mandare avanti il negozio, tuo nonno deve proprio essere impazzito, sei davvero ancora una ragazzina, non hai i...

Smisi di ascoltarla. Era sempre la stessa storia, non avevo davvero voglia di sorbirmela ancora una volta. Rimasi a fissare il pavimento, con aria assorta, quasi quelle mattonelle fossero state più interessanti del luuuungo discorso di nonna Eveline.

-Chantal? Mi stai ascoltando?! Ma in che mondo vivi te?

-S...scusa nonna, forse ti sono sembrata assente, ma ti stavo seguendo alla perfezione...

-Bene, allora sai che cosa farai oggi dopo il lavoro, buona fortuna mia cara.

-G..grazie...?

Non avevo ascoltato cosa mi aveva dato come punizione e come se non bastasse non potevo neanche chiederglielo -sarebbe stato contraddittorio. La lasciai andare via e mi sedetti vicino alla mia borsa viola, iniziando a pensare a come poter uscire da quella situazione.

-Ohi, guarda che ti ha detto di restare anche dopo le nove, nulla di che!

La voce di Leena mi attirò come una calamita è attirata dal ferro. Saltai in piedi.

-COSA? Ma se il negozio chiude a quell'ora?!

Leena mi guardò alzando un sopracciglio.

-No, scusa, ma non dirmi che non hai ascoltato!

-Ehm....

-Sei terribile! Ti ha detto di anticipare la consegna della torta dei Torvelli e di preparare quella per il matrimonio dei Teres, sai quella con quattro strati e cinquemila fiorellini...

Sbiancai.

-Addirittura? Sono fottuta.

Leena mi appoggiò una mano sulla spalla.

-Ce la farai, in qualche modo. Ora muoviti che non c'è tempo da perdere!

-Sisi... la fai facile tu....

Emisi un sonoro sbuffo di contraddizione e mi rintanai di malavoglia nel bagno, dove iniziai a cambiarmi.

 

////

 

Il locale era quasi vuoto, Leena stava pulendo gli ultimi tavoli mentre io, da un bel po', mi ero tolta la divisa da cameriera -che oltretutto era quasi oscena- e mi ero messa davanti ai fornelli cercando disperatamente di anticipare il lavoro di punizione che mi era stato affidato.

-Mammamiaaaa!

Ringhiai poggiando – sbattendo- la testa sul bancone avorio, pulito e lucidato.

-Cattivo umore eh?

-lasciami stare!

-Chanty....

Leena mi si avvicinò poggiandomi una mano sulla spalla. Io tirai su il viso incavolato e iniziai a fissarla in malo modo.

-Non fare così!

Mi pregò, quasi, lei.

-E come dovrei fare scusa?-le chiesi retorica mente sbuffavo per la centoventunesima volta in un ora- sono in mezzo ad un guaio! Non sarò mai capace di fare una torta di quelle dimensioni!

Leena scoppiò a ridere tenendosi la pancia.

-Se sei messa così male, che dici, potrei aiutarti io....

-Davvero?

-Si, per una volta non penso che succederà qualcosa se non torno a casa e poi.... l'ho portato.

Scattai in piedi alzando il collo – che emise un “crac” di disapprovazione per quel movimento- e spalancando gli occhi, quella sera di colore blu scuro.

-E quando hai intenzione di dirmelo scusa?

-Dentro la borsa, corri che scappa!

Mi canzonò lei prendendomi in giro. Gli feci la linguaccia e corsi in direzione del borsone verde.

Mi misi a rovistare e tirai fuori un piccolo fumetto con sopra una scritta chiaramente riconoscibile.

HunterXHunter”

Sorrisi e scoppiai dalla gioia, tanto che gli saltai praticamente tra le braccia.

-SIIIII! GRAZIE!

-Ok, ok basta! Dai andiamo ad iniziare il lavoro, poi lo leggeremo insieme.

Posai al sicuro il libricino e sorrisi: un motivo per finire tutto in tempo.

Era davvero tanto che desideravo leggere quel numero. Leena, anche se non sembrava, era un otaku, una dei peggior otaku in tutto il mondo, in senso buono, ovviamente. Sapeva ogni singola cosa di quel manga, ogni particolare era suo. Essendo la sua migliore amica sapevo di questo e subito, quando me ne aveva parlato, mi ero incuriosita. Purtroppo i miei genitori erano -e sono- molto contrari, non volevano assolutamente che io leggessi cose così “poco istruttive” e “violente”, sopratutto se mio fratello più piccolo poteva venire a sapere della loro esistenza. Ora, tralasciando il problema “piattola piccola e frignosa” -dicesi anche “fratello minore”- io non vedevo nulla di così orrendamente orrendo in HXH. Proprio nulla. Così, di nascosto, Leena mi portava i suoi numeri per farmeli leggere: un' amica d'oro.

 

////

 

La torta era a metà, non avevo neanche iniziato a completare l'impasto e già era notte fonda. Mia nonna era davvero una donna perfida, infame!

-Allora?

-Mi fa male la testa.

Leena mi si avvicinò facendomi mettere seduta. Restai con gli occhi chiusi per un po' e poi li riaprì trovandomi davanti il numero di HXH. Mi girai verso Leena, interrogativa.

-Dai leggiamo un po' così ti ricarichi e finiamo prima!

Annuì con la testa, non volevo proprio rifiutare!

Iniziammo così a leggere, finché non successe una cosa molto strana: ci addormentammo. Improvvisamente tutta la stanchezza del giorno ci era piombata sopra come un macigno, come una pietra che rotola giù da una montagna per poi atterrare fracassando tutto ciò che trova.

Morfeo non ebbe pietà di noi, non riuscimmo a resistere: non sognammo nulla.

Strano.

 

///

 

Dei forti rumori mi svegliarono. Aprì lentamente gli occhi, credendo di essermi solo appisolata per un po'. Mi si ben a fuco ciò che mi era davanti, non rendendomi conto di quel che stavo osservano. Duo occhi. Due grandi, verdi, bellissimi occhi. Saltai all'indietro, paventata, rischiando di cadere dalla sedia. Non urlai, ma rimasi zitta.

-C...che diamine?!

Davanti a me vi era un ragazzo alto, con dei capelli corti e di un biondo scuro molto strano, aveva il corpo muscoloso, ma non troppo e non sembrava essere tanto più grande di me. I suoi abiti erano particolari: li riconobbi subito. Non poteva essere come pensavo. Non poteva essere davvero lui, un personaggio di un manga!

-Ciao. Tu sicuramente sai dove siamo, immagino.

Il mio cuore perse un battito. Mi guardai in torno. C'erano tutti. Tutti di componenti della brigata, senza nessuno escluso. Rimasi ferma a guardarli. Poi scattai sulla sedia facendola cadere all'indietro con un forte fracasso.

-COSA? m...mi stai prendendo in giro vero? No, scusa dimmi il tuo nome, cortesemente.

Lui mi guardò interrogativo.

-Shalnark.

......

-Tutto ben...

-O PORCA MISERIA.

Non ci credevo e non volevo crederci eppure loro erano davvero lì davanti a me.

 

TO BE CONTINUED.....

 

 

Salve a tutti! Ecco il prologo di questa nuova storia! Non so come mi è venuto in mente, ma spero comunque che piaccia perché personalmente amo la brigata e dovevo per forza scrivere qualcosa su di loro :3 Beh, che altro dire? Aspetto con ansia un vostro parere.... Al prossimo cap!

 

R_H

  
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