In
trappola
<<
Ma
perché ? >>
chiese
Summer quasi singhiozzando.
<< Che
cosa
vuoi da noi ? >>
Julian
sorrise, poi la guardò. E passò in rassegna con
lo sguardo l’intera stanza fino
a quando non arrivò all’unica persona che non
aveva ancora detto uno parola da
quando era entrato. Jenny.
<< Ogni
gioco ha il suo prezzo >>
,
disse.
Summer
non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe
trovata in una situazione come quella.
Lì, rinchiusa in una casa di carta a
causa dell’amore folle per Jenny da parte di un ragazzo dalle
capacità
soprannaturali.
Meno male
che doveva essere solo un gioco, pensò tristemente. Adesso
si trovava in un
corridoio
buio
e piuttosto stretto ma soprattutto sola. Non c’era nessuno
vicino a lei, e anche se ci fosse stato lei non sarebbe stata in grado
si
vederlo a causa del buio. Cominciava ad avere paura. Lei non era mai
stata
molto coraggiosa e aveva sempre bisogno che qualcuno le fosse accanto
in ogni
situazione. Forse era per questo che lei si era legata molto a Jenny,
lei era
una ragazza che aveva sempre bisogno di essere aiutata e Jenny era una
ragazza
a cui piaceva aiutare le altre persone, soprattutto quelle che amava.
Ma lei
non era la bellissima e coraggiosa Jenny
Thornton, lei era Summer Parker-Pearson, con i capelli
morbidi e biondi,
un biondo più chiaro di quello di Jenny,
gli occhi azzurri come laghi, esile e minuta. Lei era
sempre stata
l’anello debole del gruppo, l’eterna bambina
indifesa agli occhi degli altri,
colei che non saprà mai cavarsela da sola, la ragazza che ha
paura di dire
quello che pensa e che nasconde il volto sotto la massa chiara dei suoi
capelli.
Che tristezza
essere me, pensò con le lacrime agli occhi. Cercò
di
trattenere le lacrime, quello non era il momento per abbandonarsi al
pianto.
Doveva rimanere lucida e riflettere bene sul da farsi. Sapeva che
restare
dov’era non l’avrebbe portata da nessuna parte.
Ma a volte, pensò, è meglio non fare
niente e aspettare. Anche perché
seppur avesse trovato il coraggio di muoversi, non sapeva di preciso
dove si
trovava e non si ricordava di com’era la casa
all’interno quindi si sarebbe
persa e avrebbe solamente peggiorato le cose. Si passò una
mano tra i capelli
mordendosi il labbro inferiore, finché alla fine decise che
doveva provare a
fare un tentativo. Cominciò a muoversi a tentoni nel buio,
appoggiando le mani
alle pareti. Continuava a camminare nel buio cercando di distinguere
qualcosa,
poi all’improvviso vide una sagoma avvicinarsi verso di lei.
Summer
istintivamente indietreggiò spaventata. La sagoma continuava
ad avvicinarsi e
lei sentiva gli occhi pizzicarle e le gambe diventare di gelatina. Poi
una
voce, la sua voce.
<< Dove credi di andare ragazzina ?
>> disse una voce fredda
che la fece sobbalzare.