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Autore: Tiaiel    13/05/2012    1 recensioni
"Sicuro di sentirti bene, Marzio?" scherzò Chibiusa poggiandogli una mano sulla fronte come a misurargli la febbre.
Marzio sorrise rassicurante "Sì, davvero, e che mi dispiace vederti qui da sola ad annoiarti, forse se ti butti incontrerai qualche bel principe" la buttò lì allusivo...
Il cuore di Chibiusa perse un battito a quelle parole, poi si rassicurò, non era possibile, *Lui* non sarebbe più tornato, era un modo simpatico per dirle che si doveva divertire e che passare tutta la serata, e tutta la vita, ad aspettarlo non avrebbe cambiato le cose.
*Helios * pensò Chibiusa * Mi hai davvero dimenticato? *
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Chibiusa/Helios
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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IL CUORE SAPEVA.

 

 

 

Lei non ci voleva venire, lo sapeva bene, non le sembrava il caso di andare ad una festa dove sicuramente si sarebbe annoiata.

E dove sicuramente avrebbe invidiato tutte le altre.

Perché almeno le altre andavano alle feste accompagnate da qualche spasimante, mentre lei no.

Lei non aveva nessuno che la portasse a quella festa, nessun fidanzato o spasimante. Non perché nessuno volesse uscire con lei, ma perché lei e solo lei non voleva nessuno, il suo cuore apparteneva già a qualcun'altro, un misterioso 'Lui' che tanto tempo prima le aveva promesso che sarebbe tornata a prenderla, che l'avrebbe amata, davvero. Ma che ovviamente non si era ancora fatto vivo.

 

Chibiusa sbuffò, guardando le coppiette che al centro della pista si scatenevano felici.

L'avevano trascinata in discoteca alla festa di compleanno di Marta che quel giorno compiva 24anni.

Marta aveva organizzato come al solito le cose in grandi, aveva invitato un sacco di persone ma per rendere la serata più originale aveva posto il veto che tutte le persone presenti alla sua festa dovessero indossare una maschera a coprire il volto, all'inizio era sembrata un'idea così strepitosa che tutti avevano accettato con entusiamo.

Anche la 'piccola' Chibiusa all'inizio si era mostrata entusiasta di quell'idea. Adesso però non le sembrava più una grande cosa, semplicemente si stava mortalmente annoiando.

 

Lentamente si voltò decisa ad andare al bancone ad ordinare qualcosa da bere, la sua immagine riflessa su un grande specchio appeso ad uno dei muri della Discoteca la colpì perché mostrava quanto in quel momento lei si stesse annoiando.

 

*Che noia* pensò mentre controllava che il trucco fosse a posto.

Non era più una bambina, Chibiusa.

Poco tempo dopo la sconfitta di Galaxya da parte di Sailormoon, lei era tornata nel XX° secolo, e tutte le guerriere si erano stupite perché il suo corpo da bambina si era sviluppato in pochissimo tempo.

E quella che un tempo era stata una ragazzina adesso si era trasformata in una seducente 19enne, dal corpo sinuoso e ben modellato.

Quella sera Chibiusa aveva i capelli legati con uno spillole, e nel farlo si era assicurata che qualche ciuffo ribelle le incorniciasse il volto, era truccata leggermente, in modo da far risaltare soprattutto gli occhi attraverso la maschera in stile veneziano che indossava, la maschera era di seta bianca e brillantini che sembravano brillare come stelle e che le copriva la parte superiore del viso, quella maschera era dello stesso colore del vestito, un abito stile impero senza spalline che la stringeva poco sul seno prominente, e che le arrivava a meta coscia, ai piedi calzava dei semplici sandali col tacco alto.

 

Un ragazzo che non conosceva le passo al fianco e le fece un fischio di apprezzamento che lei ignorò, si volto compleamente e andò verso il bancone, ordinò svogliatamente un cocktail che si mise subito a sorseggiare guardando le sue amiche che sulla pista si stavano scatenando.

 

" Ehi, Chibiusa, cosa ci fai qui tutta sola? " Chibiusa sorrise a quella voce, Marzio era davvero premuroso nei suoi confronti

 

Chibiusa sbuffò "Niente, Marzio, mi annoio ", il futuro padre la guardò cercando di interpretare quello sbuffo

 

"Beh, è normale se stai qui tutta sola, perché non ti butti in mezzo alla mischia e magari cerchi qualcuno con cui ballare?" un sorriso malizioso si aprì tra le labbra di Marzio, Chibiusa lo guardò stralunata, era la prima volta che sentiva fare al futuro padre un discorso del genere.

 

"Sicuro di sentirti bene, Marzio?" scherzò Chibiusa poggiandogli una mano sulla fronte come a misurargli la febbre.

 

Marzio sorrise rassicurante "Sì, davvero, e che mi dispiace vederti qui da sola ad annoiarti, forse se ti butti incontrerai qualche bel principe" la buttò lì allusivo...

 

Il cuore di Chibiusa perse un battito a quelle parole, poi si rassicurò, non era possibile, *Lui* non sarebbe più tornato, era un modo simpatico per dirle che si doveva divertire e che passare tutta la serata, e tutta la vita, ad aspettarlo non avrebbe cambiato le cose.

 

*Helios * pensò Chibiusa * Mi hai davvero dimenticato? *

 

La principessa della Luna cerco di scrollarsi dalle spalle qualla malinconia che le attanagliava il cuore, sorrise a Marzio e disse "Credo che seguirò il tuo consiglio", lo baciò delicatamente su una guancia e andò verso le sue amiche che non appena la videro la trascinarono in balli scalmanati, tra risate e barcollanti passi tentando di non incespicare sui tacchi alti, Chibiusa recuperò un'ombra di sorriso.

Aveva sempre amato ballare, scatenarsi, sentirsi libera. Le sembrava che il ballo le scatenasse dentro una marea di sensazioni inebrianti, poteva volare, perdersi, essere se stessa, poteva essere tutto e niente. Solo Chibiusa. Solo Lei.

 

Il DJ annunciò che i prossimi sarebbero stati balli meno scatenati, qualche lento per far felici le coppiette presenti.

Chibiusa sospirò sapendo che in quel momento non era gradita sulla pista, non aveva nessuno lei per condividere quei momenti romantici.

Fece per andarsi a sedere accanto al tavolo prenotato da Marta, dove erano poggiati disordinatamente tutti i regali che quella sera aveva ricevuto accanto a bicchieri pieni di colorate bevante di ogni genere, nell'avvicinarsi al posto in cui era situato il privè però qualcuno da dietro le diede uno spintone involontariamente e lei incespicò sui tacchi a spillo, rischiando di scivolare per terra.

Qualcuno che non conosceva l'afferrò ed evitò di farla cadere.

 

"Ehi, tutto bene?" le disse il suo misterioso salvatore.

 

Un brivido.

 

Chibiusa lo guardò tentando di capire attraverso la maschera se lo conosceva, provava una sensazione strana nell'osservarlo.

Era un ragazzo più alto di lei, capelli chiari quasi argentati, occhi dorati, una maschera azzurra a coprigli quasi interamente il viso, una camicia nera aderente e dei jeans stretti.

 

*Chibiusa ricordati Immediatamente come si fa a respirare* le ricordò la sua testa. Era una vita che non provava sensazioni simili a quella, e proprio ora, davanti a uno sconosciuto le si bloccava il respiro dall'eccitazione. Era davvero un bellissimo ragazzo.

 

"Sìsì, grazie mille per avermi salvata" gli sorrise cordiale, mentre un altro brivido le correva lungo la schiena, registrò solo in quel momento che il suo misterioso salvatore la stava ancora guardando, e la sua mano era ancora stretta al suo polso.

 

*Calmati Chibiusa, Calmaticalmaticalmati * si auto impose sperando che sortisse qualche effetto.

 

Lui sorrise, un bel sorriso aperto disinvolto, forse un pochino malizioso ad addolcirgli i lineamenti "Cosa ci fa una bella ragazza come te tutta sola a questa festa?" le chiese tranquillamente mentre lei arrossiva quasi pudicamente.

 

"Non ho nessuno che vuole ballare con me" la buttò lì innocentemente, guardandolo degli occhi.

 

"Beh allora, visto che ti ho salvato la vita" scherzò maliziosamente "credo proprio che un ballo non me lo rifiuterai. Infondo è una bella serata, e le belle serate si trascorrono con le belle ragazze", lei arrossì di nuovo e senza attendere una risposta il suo misterioso salvatore la trascinò sulla pista.

Si strinsero in un abbraccio e iniziarono a seguire la musica che riempiva la discoteca di suoni dolce.

Improvvisamente il DJ in fondo alla sala gridò qualcosa che Chibiusa non riuscì a registrare e la musica di colpo cambiò lasciando il passo a qualcosa di più concitato e frenetico, lui non la lasciò andare, anzi, si adeguò alla musica cercando di tenerla più vicino a sè possibile, mentre la mano di lui le accarezzava la schiena dolcemente, lei sorrise sentendosi languida e rilassata come non era mai successo.

Forse quella sera non si sarebbe poi tanto annoiata come aveva pensato.

 

Ballarono stretti l'uno all'altra per moltissimo tempo, entrambi seguivano la musica che ormai gli rimbombava nel sangue, evitando di staccarsi il più possibile, mentre alcuni movimenti dei loro corpi diventavano sempre più audaci.

Ballavano guardandosi negli occhi, stretti nel loro abbraccio.

Non si conoscevano, ma a loro due non importava, troppo presi dal momento, da loro due, dai brividi che scorrevano lungo il corpo ogni volta che una carezza scivolava lungo la schiena.

Chibiusa ridacchiava e sorrideva maliziosa, non le era mai capitato di lasciarsi andare così tanto con qualcuno, con qualcuno di cui non sapeva neanche il nome oltretutto, ma quella sera sembrava non importarle, si sentiva viva tra le braccia di quello sconosciuto con gli occhi dorati, sentiva i brividi scorrerle lungo tutto il corpo, ed era una sensazione così eccitante, così liberatoria che non le interessava non conoscere il nome di quel ragazzo, non le importava sapere che entro poche ore quelle sensazioni sarebbero svanite senza più tornare, voleva semplicemente dimenticarsi chi era lei e godersi il momento, voleva perdersi in quegli occhi dorati che la stavano facendo sentire così bene, così protetta, così deliziosamente desiderata.

Il ricordo di un certo Officiante di Illusion le fece strada tra i ricordi, ma lei lo scacciò, non voleva ricordarlo proprio ora, non adesso che si sentiva così viva, così bella.

Per togliersi dalla testa Helios, lei sorrise all'uomo che la stava tenendo stretta, che stava facendo quello che l'Officiante avrebbe dovuto fare, allacciò i suoi occhi rosa a quelli di lui, e si strinse maggiormente nell'abbraccio, strusciandosi appena contro il suo corpo, desiderando che lui per una notte la facesse sentire viva.

In quel momento tra le braccia di quello sconosciuto si sentiva desiderata, voluta, voluttuosa, e non le era mai successo.

 

Lui le sorrise vagamente malizioso, rabbividendo quando sentì il corpo di lei muoversi sinuosamente contro di lui, si mordicchio il labbro inferiore, e si avvicinò all'orecchio di quella ninfa vestita di bianco. Soffiò aria calda sul collo della giovane donna...

 

"Hai voglia di andare a bere qualcosa?! Inizio a morire di caldo" soffiò ancora a pochi centimetri dal collo di lei. Chibiusa annuì appena, anche lei stava morendo e non solo di caldo, aveva bisogno di un pò d'aria fresca e qualcosa che calmasse i suoi ormoni, perché non sarebbe stato carino sbatterlo contro un muro e baciarlo. Nonono.

Lui le prese la mano e la condusse verso il bancone del Bar, Chibiusa addocchiò Marta da lontano che la salutava con la mano e le strizzava l'occhio maliziosamente, lei arrossì appena e si lasciò condurre dal suo misterioso cavaliere nel giardino esterno della discoteca dove erano situati dei divanetti carichi di cuscini e un bar all'aperto. Era un posticino più tranquillo ed appartato. Intimo, forse.

Lui la condusse verso un divanetto libero, le sorrise e si diresse verso il bar. Tornò in poco tempo, con in mano due cocktail colorati. Ne diede uno a Chibiusa che ringraziò e lo sorseggiò tranquillamente,

 

Lui la guardò negli occhi, intensamente, lei ricambiò lo sguardo provando tante emozioni contrastanti, non capendo quasi più nulla di quello che stava succedendo dentro di lei, incapace di capire perché il suo cuore le dava quei segnali così diversi, quelle emozioni così nuove, contrastanti, incredibili che aveva provato solo per un altra persona, per il suo Helios.

Abbassò gli occhi, non riuscendo più a sostenere lo sguardo dorato del suo misterioso accompagnatore, era convinta che lui potesse leggerle dentro e potesse capire la confusione emozionale che provava, che aveva dentro da quando lui aveva posato lo sguardo su di lei.

Lui sorrise solamente.

 

"Come mai una così bella ragazza è da sola questa sera? Magari il tuo fidanzato non è ancora arrivato?" la buttò lì con tono vagamente allegro.

 

Lei accavallò le gambe, sapendo di avere lo sguardo di lui ancorato addosso.

 

"O forse più semplicemente perché non c'è nessun ragazzo...?" rispose lei cambiando leggermente tono, mentre il ricordo di un misterioso Officiante di Illusion compariva improvvisamente nella sua testa.

 

*Forse perché l'unico che voglio, l'unico che voglio davvero non mi vuole al suo fianco, forse mi ha davvero dimenticato* pensò affranta rabbuiandosi appena.

 

Lui notò quel cambiamento di umore e sospirò piano.

Si avvicino maggiormente alla ragazza e sorrise.

 

"Beh meglio per me, così se casualmente ti chiedessi di ballare nuovamente magari tu potresti accettare di nuovo" ribattè lui allegramente, lei in risposta ridacchiò piano alzando nuovamente lo sguardo per permettere alle sue iridi rosa di inchiodarsi nuovamente a quelle dorate di lui.

 

"Magari potrei dirti di no" civettò lei mordicchiandosi le labbra. Lui ridacchiò sostenendo lo sguardo di lei, era una risata maliziosa, che fece scorrere brividi lungo la schiena di Chibiusa.

 

Lui avvicinò le dita al volto coperto dalla maschera di lei, le sfiorò il mento mentre sentiva quella ninfa tremare appena piena di aspettativa, le dita sfioravano lentamente la pelle, in una carezza quasi invisibile ma piena di dolcezza, le toccò appena le guance, sfiorò le labbra piene di lei in modo quasi sensuale, leggero, chiuse gli occhi arrendendosi al tocco sensuale di lui, fremendo quasi, dimenticandosi di tutto.

 

"Sei bellissima" le sussurrò quasi a fior di labbra, soffiando fiato caldo sul suo viso. Il cuore di Chibiusa perse un battito, sperando, quasi, che lui non si fermasse a quello, che lui la facesse sentire così viva, bella, desiderata, amata per sempre o almeno per quella sera. Sperò con tutta se stessa di non svegliarsi da quello che pareva un sogno.

Il suo misterioso cavaliere si avvicinò di qualche centimetro appena, a pochi centimetri dalle sue labbra, guardandola fissa negli occhi, mostrandole tutto quello che provava: desiderio, aspettativa, voglia di baciarla. Lei si perse in quegli occhi grandi e dorati che la ammaliavano, che sembravano volessero divorarla, che la fissavano con un intensità assoluta, totalmente rapiti da lei.

 

"Posso..." si lasciò scappare lui, quasi fosse una domanda silenziosa, quasi impaurito dal terminare quella frase...

 

"Sì?" Chibiusa voleva che continuasse, voleva che glielo chiedesse, voleva tutto.

 

"... Posso... Posso baciarti?" lei sgranò gli occhioni rosa un secondo, emozionata, mentre l'immagine di Helios ricompariva tra i suoi pensieri, Chibiusa cercò di scacciarla, di concentrarsi su quell'istante così pieno di desiderio, così tangibile, così vero, ma incredibilmente mentre annuiva e lui si avvicinava ulteriormente non le sembrò minimamente, neanche per un istante, di tradire il suo amore, di tradire colui per cui il suo cuore batteva.

 

Lui la baciò e per Chibiusa quello fu un ritorno a casa.

Non capì perché il suo cuore si mise a battere furiosamente, perché brividi incomprensibili la sconquassavano tutto il corpo, si lasciò avvolgere da lui, dalle labbra leggere che a malapena le sfioravano la bocca, lasciò che il profumo di lui le entrasse nelle narici, sembrava che il suo corpo, il suo essere finalmente dopo tanto tempo fosse tornato a casa.

Non si staccarono, drogati com'erano del sapore dell'altro, lui aprì le labbra leggermente, le sfiorò la bocca con la lingua per intensificare il bacio, cercando l'approvazione di lei.

Lei in risposta aprì le labbra, lasciandolo entrare, volendo a tutti i costi intensificare quel bacio, cercando la sua lingua, quasi drogata del sapore di lui.

Le lingue si trovarono, scontrarono, accarezzarono delicatamente, sensualmente, danzando al ritmo più antico del mondo...

La mano di quel misterioso principe si spostò sulla nuca, levò lo spillone che teneva legati i suoi capelli ed essi ricaddero in una nuvola rosa contro la schiena di lei, le dita di lui si persero in mezzo a quella chioma, cercando in tutti i modi di intensificare il bacio. Lei allacciò le braccia intorno al collo del suo misterioso cavaliere, perdendosi nel suo calore, incapace di pensare, voleva annegare in quell'oceano caldo che era la sua saliva.

Le sembrò di essere viva solo in quel momento, mai, mai, si era sentita così.

Si staccarono dopo quella che parve un eternità, guardandosi fissi negli occhi, quasi imbarazzati per quello che avevano provato, per le sensazioni che si erano scambiati.

 

"Il cuore sapeva" sussurrò lui a fior di labbra, lasciando la piccola principessa per un attimo confusa...

 

"Cos... Cosa vuoi dire?" Sussurrò lei mentre il suo cuore perdeva un battito.

 

Lui sorrise teneramente, avvicinò le labbra all'orecchio di lei e sussurrò appena soffiando fiato caldo contro il collo della ragazza "Ti avrei riconosciuta tra mille, Piccola Lady".

 

E fu la fine, davvero, Chibiusa non seppe più cosa pensare, il suo cuore scoppiò di gioia e di dolore assieme, mentre i suoi occhioni rosa si spalancarono di sorpresa. Le sue dita corsero celeri alla maschera che nascondeva i lineamenti del suo misterioso accompagnatore, non c'erano più dubbi. Solo lui poteva chiamarla così, solo lui poteva parlarle con quella dolcezza, ma non poteva, non poteva essere lui, non poteva essere Helios quello che l'aveva stretta a sè tutta la sera, che l'aveva baciata in quel modo così incredibile, non poteva essere lui.

La maschera cadde a terra rivelando i tratti del viso che fino a poco tempo fa erano nascosti.

 

Il Cuore Sapeva, il cuore aveva sempre saputo tutto.

 

Helios.

 

Le dita di Chibiusa accarezzavano quel volto amato, incredula, sorpresa, forse vagamente infastidita per non aver neanche sospettato che potesse essere lui.

 

"Cosa... cosa ci fai tu qui?" soffiò tutto d'un fiato, incredula.

 

Lui sorrise le sue mani corsero tra i capelli di lei andando a cercare l'elastico che teneva ferma la sua maschera, sciolse il nodo e la maschera di Chibiusa fece la stessa fine di quella che aveva indossato lui fino a poco prima...

 

Era così bella.

 

Voleva che fosse così sua.

 

"E' stata Bunny" la buttò lì seriamente "è stata lei a venirmi a cercare, per invitarmi alla festa di Marta, mi disse che eri inconsolabile e che lei sospettava fosse a causa mia" sospirò appena mentre Chibiusa lo guardava stupefatta.

 

"Tu.. tu non saresti tornato se Bunny non fosse venuta a cercarti?" chiese corrugando la fronte, quasi ferita dalle sue parole..

 

Helios la guardò, con uno sguardo carico di sentimento, passione, amore, desiderio, sofferenza che le fece quasi paura.

 

"Eri così piccola, Chibiusa, non potevo sperare che tu ti potessi ricordare di me, credevo che tu mi avessi dimenticato, non potevo venire da te dichiararti il mio amore e guardare la tua faccia confusa, o trovarti tra le braccia di qualcun'altro. Sei cresciuta così tanto, e sei così bella, Chibiusa. Quando Bunny è venuta a trovarmi e mi ha detto che tu eri triste a causa mia, o almeno sospettava fosse questo il motivo, ho capito che non potevo più pensare di vivere senza almeno averti vista un ultima volta, volevo almeno vederti felice. Sono stati Bunny, Marzio e le ragazze ad organizzare questa cosa della maschera" Chibiusa sgranò gli occhi, capendo che era tutto organizzato per fare una sorpresa a lei, sì ricordò la battuta che le aveva lanciato Marzio poco prima e si diede della stupida per non aver collegato tutto subito.

 

"... Ma quando ti ho visto, questa sera, mentre ti controllavi il trucco, ho capito che non potevo continuare così, mi è mancato il respiro appena ti ho vista, così bella e così sola, e quando hai rischiato di cadere e ti ho presa al volo ho capito che dovevo almeno provarci, che dovevo capire, che dovevo sapere se tu provavi ancora qualcosa per me" finì li il discorso Helios guardandola con un intensità che le fece perdere il battito.

 

"Ma sono stata tutta la sera con uno sconosciuto, Helios, cosa ti fa credere che io ti pensi ancora, e che ti abbia pensato in tutti questi anni?!" Domandò mentendogli spudoratamente, desiderosa di capire tutto ciò che gli sfuggiva.

 

Helios le sorrise dolcemente e si avvicinò al suo orecchio, soffiandole fiato caldo sul collo.

Le gambe di Chibiusa si sciolsero per l'emozione, se non fosse stata seduta probabilmente sarebbe caduta a terra.

Lui ridacchiò maliziosamente sapendo cosa aveva scatenato dentro di lei.

 

"Sono il Custode dei Sogni, Chibiusa" mormorò con voce roca.

 

Lei inarcò un sopracciglio confusa "E cosa c'entra?"

 

"Questa sera ho rischiato di essere geloso di me stesso... " rispose lui appena, lei corrugò la fronte ancora più confusa "... Se voglio posso capire il contenuto dei sogni dei miei protetti. Anche dei sogni ad occhi aperti" la buttò lì lui sorridendole contro l'orecchio, lei arrossì vistosamente "... e mentre tu ballavi con il tuo sconosciuto cavaliere, sognavi me, solo me"

 

Chibiusa si portò una mano alla bocca, imbarazzata, mentre riviveva gli avvenimenti della serata.

 

Helios la osservò cercando di capire cosa le passasse per la testa "Vuoi che me ne vada?" domandò lentamente, augurandosi con tutto il cuore che Chibiusa non volesse mandarlo via, sperando che lei fosse solo stupita dalla piega che aveva preso la serata.

 

La ragazza lo fissò terrorizzata, avvicinò il viso al volto di lui e lo guardò fisso negli occhi "Non ti azzardare ad andartene, Helios, non dopo tutto questo tempo. Non dopo tutto quello che ho passato a causa tua".

 

Lui rise, una risata piena di felicità che coinvolse anche lei e in pochi secondi si trovarono a ridere di tutta quella situazione apparentemente assurda.

Quando le risa si spensero lui la prese per le spalle e se la avvicinò ulteriormente, come se la volesse addosso e la guardò fisso negli occhi, lei contraccambio per nulla contrariata nel trovarsi nell'abbraccio di Helios, del Suo Helios, felice come non lo era mai stata.

Ed improvvisamente lui la baciò, e quel bacio non aveva niente a che vedere con quello che si erano scambiati prima.

Era un agglomerato di passione, amore, desiderio, felicità, di mani che si perdevano tra i capelli dell'altro, lingue che si intrecciavano, occhi che si chiudevano, speranze che si rafforzavano, desideri che si realizzavano. Era un bacio che sapeva di brividi, di sconquassamenti d'animo, di mare, di sole, di loro, di desideri nascosti e ritrovati, di fremiti che scorrevano lungo tutto il corpo. Di loro due, immensamente, e basta. Era un bacio che voleva dire un sacco di cose e nessuna, così pieno, così reale, così vero, così vivo.

Chibiusa sorrise contro le sue labbra, incapace di staccarsi da lui, sentendosi quasi bruciare di felicità, di gioia, di amore per lui.

Perché il Cuore sapeva.

Perché il suo cuore aveva sempre saputo.

Non seppe come e non si interessò neanche di scoprirlo, ma si ritrovò sdraiata contro il petto di Helios che le mormorava a fior di labbra parole che lei non comprendeva completamente troppo ebbra di felicità, di gioia.

 

"Non mi lasciare, mai più, non potrei di nuovo sopportare la tua lontananza, non ora che sei tornato" gli sussurrò lei a fior di labbra, mentre lui sorrideva e faceva correre le sue dita lungo i setosi capelli rosi della *sua* principessa.

 

"Non ora che ti ho ritrovato, Chibiusa, non ora" soffiò appena "Ti amo" mormorò contro le sue labbra, lentamente, guardandola dritta negli occhi, intensamente.

 

E quel solo Ti amo sussurrato a fior di labbra diede vita ad un concerto di squisite dolcezze che uscivano dalle loro labbra, per andarsi a nascondere nei cuori dei due innamorati, così felici, così immensamente felici per una volta, di essersi ritrovati, di essere così loro, mentre si sussurravano parole d'amore, tra baci e ansimi, mentre si divoravano con labbra divorate.

 

Si staccarono dopo quella che parve un eternità, la musica della discoteca che li aveva cullati stava lentamente scemando. A malincuore, ma tenendosi per mano si alzarono da quel divano lentamente, sistemandosi appena i vestiti e i capelli disordinati.

Rientrarono nella discoteca scambiandosi uno sguardo che significava mille cose, mentre Chibiusa si stringeva più forte a lui e gli sussurrava appena all'orecchio "Non mi lasciare sola questa notte", lui le sorrise, dannatamente bello ed innamorato ed annuì.

 

"Chibiusa finalmente è tutta la sera che ti cerc... Ah" Bunny si materealizzò all'improvviso davanti ai due, si interruppe bruscamente appena notò che erano mano nella mano, e sorrise.

Bunny lo aveva sempre saputo.

Sì avvicinò ai due ragazzi e li abbracciò forte, come a volersi congratulare silenziosamente della loro felicità.

 

Schioccò un bacio a Chibiusa sulla guancia "Andate, su forza, lo dico io agli altri." li spinse gentilmente verso l'uscita "Ah, Chibiusa stai tranquilla, mi occupo io di trovare una scusa per spiegare a mia madre perché stanotte la mia piccola nipotina non tornerà a casa" sorrise facendole l'occhiolino. Helios arrossì appena mentre Chibiusa sorrideva felice "Grazie" mormorò mentre faceva per uscire dalla discoteca mano per mano dell'uomo che amava.

 

Corsero insieme per le vie di Tokyo, felici, finalmente, per la prima volta dopo anni, rincorrendo qualcosa di indefinito ma bello, qualcosa che sapesse di loro, che sapesse di amore e felicità.

 

Albeggiava appena quando raggiunsero il parco cittadino desiderosi di vedere nascere il nuovo giorno assieme, stretti nel loro abbraccio, per la prima volta.

Fu qualcosa di indescrivibile, qualcosa di indimenticabile vedere tutto diventare rosso fuoco a causa del sole che nasceva e sanciva l'inizio del nuovo giorno.

Fu qualcosa d'indescrivibile perché lo guardarono per la prima volta assieme, sdraiati sull'erba di quel parco, avvilupati dentro un abbraccio forte.

 

Lui aveva deciso di regalarle l'alba. L'alba di un nuovo giorno, l'inizio del loro amore. Il loro inizio.

Non ci fu bisogno di parole, in quel momento nessuna parola avrebbe potuto descrivere quello che provavano.

 

"Non mi lasciare" sussurrò appena lei, come in una preghiera.

 

"no, Chibiusa, non lo farò, è una promessa" mormorò lui in risposta mentre si chinava a baciare quelle labbra rosa, troppo a lungo desiderate.

 

Era una Promessa

E si sà, le promesse vanno mantenute.

Sempre.

 

 

 

*Owari*

 

 

  
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