Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: nevissima    13/05/2012    2 recensioni
Justin ha difficilmente dimenticato il Canada per trasferirsi a Los Angeles, e tutto gli sembra diverso e migliore...ma quando incontra Felicia comincia a lottare davvero.
Lei ha, invece, dimenticato l'amore: colpa di suo fratello che non vede mai, o di Eric che le ha spezzato il cuore o semplicemente colpa delle sue scelte sbagliate.
Ma se c'è qualcosa che l'amore può fare, è diventare la droga più dolce e la cura più necessaria!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Forse avrebbe dovuto avvisare sua madre...no, l'aveva già fatto, si disse.
Con gli occhi ancora chiusi ripensò a quello che era successo quella sera, un'altra festa, un altro ragazzo, un' altra camera. In fondo agli altri cosa importava se lei stava sempre con un ragazzo diverso ogni volta che usciva?!
La camera era avvolta nel buio più totale, e solo la luce intermittente della sveglia sul comodino alla sua destra lasciava intravedere qualcosa del posto in cui si trovava. Si girò verso di lui: non lo vedeva bene, ma sentiva il respiro caldo a pochi centimentri dal suo e capì che dormiva profondamente; si chiamava Scott, questo lo ricordava, e aveva 17 anni e forse seguivano le stesso corso di fisica a scuola...beh, questo non lo ricordava.
Si mise a sedere sul bordo del letto e vide che la sveglia segnava le 4 e 32 del mattino: brava Fè, questo è il tuo nuovo record, di solito te ne vai alle 6 del mattino da casa delle persone, congratulazioni!, disse tra sè e sè.
Si rimise il vestito e le scarpe, e lentamente uscì dalla camera di Scott: i suoi si erano momentaneamente trasferiti nella loro casa a Santa Monica per lasciar spazio al figlio e ai suoi amichetti per la grande festa della sera precedente. La casa era silenziosa e Felicia cercava di fare il meno rumore possibile con i suoi tacchi.
Arrivò in cucina, recuperò la sua borsa e uscì di corsa per arrivare alla sua macchina parcheggiata lì davanti.
Il tragitto non fu lungo e la strada per fortuna era priva di traffico,e se c'era una cosa che non sopportava era il traffico a LA: era così snervante, caotico, difficile.
Non è stato male, le sue parole ruppero il silenzio che c'era nell'auto, certo, era ubriaco però un pò ci sapeva fare!
Parlare da sola era una cosa che faceva spesso, così come il sesso. Non lo faceva per nessun motivo particolare, aveva smesso di credere che potesse essere collegato con l'amore poichè nemmeno in quello credeva più, lo faceva con chi voleva solo per sentirsi accettata e desiderata dagli altri, ma aveva perso tutto quello in cui credeva, persino se stessa. A volte non provava nemmeno piacere nel farlo, altre volte si sentiva stupida e lasciava il malcapitato di turno nudo e confuso nel suo letto, altre volte, invece, stringeva forte quel ragazzo e cercava di fargli capire che il sesso non le bastava.
Inserì la chiave nella toppa e prima di mettere piede in casa, si tolse le scarpe: non voleva svegliare mamma e papà.
Oreste, il suo gatto, alzò la testa dal tappeto sul quale si era addormentato e fece un flebile miagolio.
Felicia sorrise, era a casa di nuovo, sana e salva.
C'era ancora odore di pesce in cucina: aveva visto sua madre cucinarlo mentre le dava un bacio prima di uscire; e il giornale di suo padre era poggiato sulla solita mensola accanto alla tv. Era quello che le piaceva, casa sua. Ogni altro posto era pericoloso, secondo lei, ma inesorabilmente continuava ad uscire come se dovesse dimostrare di essere più forte delle sue stesse paure, che stupida!
Casa, invece, era diversa: tutti i suoi libri, le sue cose, le sue foto, i suoi ricordi non erano così spaventosi, anzi la tranquillizzavano.
Si tolse il vestito e legò i lunghi capelli, rimase per un attimo a guardare nello specchio la sua figura: quel corpo che gli altri tanto amavano, per lei era solo una prigione.
Non fu difficile addormentarsi.
L'ultima immagine fu la foto di lei e suo fratello, da piccoli, che si stringevano in un forte abbraccio.
Lo sentì vicino per un attimo, e non in un altro continente come era in realtà: buona notte, Wayne!



Bene, eccomi qua!
è la prima volta che scrivo una fanfiction e non so se è andata bene o meno!
Diciamo che ero piuttosto nervosa al riguardo :S
Comunque facciamo una cosa: se ricevo almeno un paio di recensioni, negative o positive che siano,
continuo la storia, tanto per vedere come va! OK?
OK!, mi rispondo da sola :D


xoxo
Neve

  
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