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Autore: Cecile_du_Mars    14/05/2012    3 recensioni
Internet può migliorarti la vita,o può togliertela.
Fai la tua scelta.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-Ti decidi a scendere? è da tutta la vita che ti aspetto!

Katia,28 anni,laureanda in sociologia,single.
Queste erano le poche generalità richieste dal sito di incontri on-line. Non l'avessi mai fatto.

Primo appuntamento: Paul,35 anni,Medico ortopedico,single. Per tutta la sera non ha fatto altro che parlarmi del suo lavoro,di quanti giovani ragazzi gli si presentavano in studio con problemi alle giunture ossee a causa di cadute durante le partite di calcio,di quanto fosse noioso come lavoro e di quanto fosse noiosa in toto la sua vita. Per quell'ora e mezzo in sua compagnia non potei che dargli ragione,era noioso.

Secondo appuntamento: Massimo,28 anni,impiegato di banca,single. Dall'aspetto si presentava bene: curato da cima a fondo,profumato,ben vestito,sguardo accattivante. Anche lui per buona parte della serata mi parlò del suo lavoro; quando capii che mi stavo annoiando e che non lo stavo ascoltando passò ai complimenti: quanto sei bella,hai degli occhi splendidi,le tue gambe sono bellissime fino a che i complimenti non divennero più volgari e lo salutai con un bel ceffone dritto in faccia.

Terzo appuntamento: Matthew,48 anni,libero professionista,vedovo. Anch'esso uomo molto affascinante,bel portamento,si vedeva molto bene che era uno che non risentiva della crisi economica. Mi portò a cena in un ristorante del centro: uno di quelli a cui passi davanti e invidi le persone che ci mangiano dentro noncuranti del lato destro del menù.
Stranamente per tutta la serata mi parlò molto poco del suo lavoro,invece mi parlò molto della sua defunta moglie: morta prematuramente dando alla luce il loro unico figlio: Clark,14 anni,studente,situazione sentimentale ignota. Era un "ragazzo" padre. Aveva cresciuto il figlio completamente in solitudine non avendo parenti.
Lo trovai subito interessante e decisi,a fine serata,di dargli una seconda possibilità.

L'appuntamento successivo lo portai nel mio mondo: lo portai ad una festa da amici,malgrado l'età avanzata lo trovarono tutti molto simpatico e alla mano e anche lui si divertì molto.
Riaccompagnandomi a casa,una volta sotto al mio portone,mi baciò. Fu un bacio breve ma intenso,carico di aspettative da ambo le direzioni.
Decisi che era ancora troppo presto per farlo salire da me,convenne anche lui e ci salutammo li,con la certa speranza di rivederci al più presto.

I giorni passavano,Matt si dovette allontanare dalla città per alcuni giorni a causa di un impegno di lavoro ma ciò non ci fece demordere dal sentirci costantemente almeno due volte al giorno. Quando pensavo a lui mi compariva un sorriso ebete sul volto e il mondo mi sembrava un posto migliore.

Giovedì 8 ottobre,ore 21,19...bipbipbip,un suo messaggio: Il tuo sguardo è qualcosa di ipnotico,ti penso. Matt
Il mio cuore stava decisamente partendo per la tangente.
Non vedevo l'ora di vederlo.

Il giorno del suo ritorno in città lo festeggiammo andando a cena in un ristorante giapponese che piaceva ad entrambe,tutta la sera parlammo e ridemmo come matti raccontandoci a vicenda,il suo sorriso era splendido,i suoi occhi mi parlavano e allo stesso tempo mi mangiavano da capo a piedi. Lo desideravo,sentivo che era arrivato il momento giusto.
Dopo cena decidemmo di andare da lui: viveva in un loft in pieno centro,immensamente bianco e splendente,pochi mobili ma sicuramente costosi.
Sulle note di "that's life" ci lasciammo andare alla più sfrenata passione.

Le settimane passarono veloce,ormai erano due mesi che io e Matt stavamo insieme. Ci vedevamo spesso: andavamo al cinema,a teatro,a cena con amici,mi aveva persino portato con lui per un viaggio di lavoro a Lione. Tutto sembrava perfetto,eravamo i perfetti innamorati. O almeno questo sembrava.

Una sera,dopo aver fatto l'amore,ancora sudati nel letto a coccolarci Matt mi disse che doveva allontanarsi dalla città per un periodo non bene stabilito,doveva andare dai suoi genitori poichè sua madre era malata e doveva assisterla. Non ci vedevo nulla di male anzi,mi faceva piacere sapere che il mio uomo ci teneva alla famiglia,gli chiesi se avessi potuto magari ogni tanto andarlo a trovare e,con fare brusco,si alzò velocemente dal letto e mi urlò contro un altrettanto brusco NO!
Non capii il perchè di quella sua reazione ma quando si accorse di quel suo strano comportamento,si scusò dicendomi che era presto presentarmi ai suoi genitori e che comunque non era un viaggio di piacere.
Inspiegabilmente mi disse di rivestirmi che quella sera non avrei dormito con lui,mi avrebbe riaccompagnata a casa,era molto stanco e aveva deciso di partire il giorno dopo. Ero allibita ma non dissi niente,in verità non sapevo cosa dire.

Passarono due settimane dalla partenza di Matt e ancora non si era fatto sentire,niente sms,niente telefonate,niente.
Aveva il cellulare staccato e non avevo altri recapiti su cui contattarlo.
Chiesi aiuto ad un suo amico che mi disse una cosa che mi spiazzò: i genitori di Matt erano morti 2 anni prima.
Cosa??????
Ero rimasta senza parole,mi rintanai a meditare nel mio appartamento per due giorni,lontana da tutti e tutto con un unico pensiero per la testa: Matt mi aveva mentito. Perchè?

Dopo tre settimane dalla sua partenza Matt tornò in città,venne da me come nulla fosse; mi disse che aveva prenotato al nostro ristorante italiano preferito e che aveva una sorpresa per me: gli dissi che non mi sentivo bene e che avrei preferito stare a casa,da sola. Non ero ancora pronta ad affrontarlo,non sapevo bene cosa dirgli,ero ferita.

Passarono due,tre,quattro giorni. Matt continuava a telefonarmi e io continuavo a non rispondergli.

29 ottobre,ore 20.05,bipbipbip...suo messaggio: Cos'hai? perchè non vuoi parlarmi? Ho bisogno di te. Matt
Decisi di metter da parte le lacrime e il dolore e gli dissi di venire da me.
Parlammo,gli dissi che sapevo dei suoi genitori,gli chiesi perchè mi avesse mentito e dov'era stato tutto quel tempo,senza mai farsi sentire.
La sua risposta fu uno schiaffo,forte,talmente forte da farmi uscire sangue dal naso e da scagliarmi a terra.
Non erano affari miei dov'era stato e non dovevo chiedere di lui ai suoi amici. Non ero sua moglie. Solo suo figlio aveva questa prerogativa.
Già,suo figlio,Clark. In quel periodo da cui ci eravamo conosciuti sino a quel giorno non lo avevo mai visto se non in una due foto in giro per casa sua. Mi diceva che era in un collegio svizzero poichè non riusciva più a gestirlo e aveva bisogno di un pò di disciplina.
Ne avevo bisogno pure io,secondo lui.
Piansi,piansi copiosamente davanti a lui e vedendomi spaventata e sanguinante mi abbracciò chiedendomi scusa,dicendomi che non sarebbe più successo,che era nervoso a causa del lavoro che stava andando non troppo bene.
Lo mandai a casa,per quella sera preferivo stare sola.
 
29 ottobre,ore 00.30 bipbipbip...suo messaggio: perdonami,non accadrà mai più,ti amo. Matt
non gli risposi,non ero pronta.

il mattino seguente mi svegliai con la guancia gonfia e con un altro suo messaggio: buongiorno principessa,vuole che le porti la colazione? ti amo. Tuo e solo tuo,Matt.
Infondo sapeva farsi perdonare.
Arrivò da me portandomi una brioches alla marmellata di mirtilli,la mia preferita,un succo d'arancia e una rosa rossa. Sapeva proprio farsi perdonare.
Mi cullò e abbracciò per tutto il tempo sino a che non facemmo l'amore,dolcemente,baciandomi delicatamente la zona dove mi aveva colpita la sera prima.
La curiosità di sapere dov'era stato tutte quelle settimane mi rimase e quindi,delicatamente,glielo chiesi.Mi rispose che aveva un fratello tossicodipendente,che viveva in un altro stato e che era andato a trovarlo,non voleva dirmelo perchè se ne vergognava.
Trovai il fatto che me l'avessa nascosto un cattivo segno ma al contempo lo compresi e lo perdonai,anche per il gesto astioso della sera prima.
Quel giorno facemmo l'amore per tutto il tempo,non esistettero pranzi ne cene,solo due corpi avvinghiati ed innamorati.

Tre mesi. Erano tre mesi che stavamo insieme,Matt non alzò più le mani su di me e incominciò a dirmi sempre tutto,sempre la verità. Le nostre vite scorrevano felici.
Una sera mi disse che Clark sarebbe tornato in città per qualche settimana e che avrebbe voluto presentarmelo. Ero felicissima,non vedevo l'ora.
Per la prima serata che Clark passava in città volevo invitarli a cena da me,avrei cucinato qualcosa di particolare in suo onore.
Matt mi guardò e mi chiese se stavo scherzando,mi disse che non sapevo cucinare e che Clark era abituato a mangiare bene e che si sarebbe sentito a disagio a farmi conoscere da suo figlio sin da subito.
Il suo ghigno cattivo mi lacerò il cuore,le sue parole si riversarono contro di me come un alito di fuoco pronto a bruciarmi.

Passarono i giorni,ormai Clark doveva essere in città da un bel pò,ma di Matt non vi era nessuna traccia,non si era più fatto sentire dopo quella "discussione".

Una sera ricevetti un suo sms,diceva: Preparati,passo a prenderti tra un'ora. Ti voglio elegante e poco truccata. Matt
Non ero abituata a ricevere ordini,ero spaventata ma al contempo curiosa.
Mi feci trovare pronta per l'ora che mi aveva detto: indossavo un lungo abito nero con una stola bianca,poco trucco,capelli raccolti.
Giù ad aspettarmi vi era Matt,vestito in maniera impeccabile dentro la sua Audi,al lato passeggeri vi era un ragazzo biondo,sguardo triste rivolto verso il nulla.
Salii in macchina e salutai entrambi,allungai la mano per presentarmi a Clark,lui senza il minimo sorriso me la strinse e si rigirò verso il nulla.
Per tutto il viaggio nessuno parlò,intuii che doveva essere successo qualcosa.
Arrivammo in un ristorante molto prestigioso fuori città,capii il perchè del vestito elegante.
Matt mi prese sotto braccio lasciando indietro suo figlio il quale lo guardai e rispose al mio sguardo con un altrettanto sguardo triste.
Cenammo con alcuni amici di Matt,voltavo spesso il mio sguardo verso Clark e vedevo sempre la stessa scena: un ragazzino vestito di tutto punto,ad una cena di adulti,annoiato e triste.
Ad un certo punto senza chiedere il permesso si alzò da tavola e si allontanò,tutti lo fissammo e nello sguardo di Matt lessi odio e vergogna allo stesso tempo; si stava alzando per rimproverarlo quando,delicatamente,gli presi il braccio e gli dissi che gli avrei parlato io. Con educazione mi alzai da tavola e raggiunsi Clark.

Era seduto fuori,su un muretto.Piangeva.
Mi avvicinai lentamente,quando mi vide si asciugò via le lacrime:
- Non dovresti stare con mio padre.
-Perchè dici cosi? io lo amo,stiamo bene insieme
-Ti ha già messo le mani addosso vero?
Non sapevo come rispondere,perchè mi poneva questa domanda? e perchè dicendomi "già",come se fosse scontato che lo facesse?
Il mio silenzio parlò più di mille parole.
- Stai lontana da lui,lascialo,scappa. Secondo lui tutti devono obbedirgli,tutti siamo sotto il suo volere.
Sotto una luce del lampione,guardandolo meglio,mi accorsi che aveva il labbro superiore gonfio. probabilmente Matt picchiava pure lui.

Tornai in sala e,rivolgendomi a Matt gli dissi che non mi sentivo bene e che avrei chiamato un taxi e sarei tornata a casa. Intravidi nel suo sguardo un lampo di odio misto a rabbia ma la sua risposta fu solamente un: ti chiamo dopo per sapere come stai. Salutai i commensali e me ne andai.

Matt doveva sparire dalla mia vita,ma avevo paura di lui.

Stessa sera, ore 00.25 bipbipbip....suo messaggio: Hai parlato con Clark? Che ti ha detto quel pezzo di merda di mio figlio?
Aiuto.


  
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