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Autore: Padmini    14/05/2012    2 recensioni
Violet è cresciuta. Ormai ha 16 anni e, come tutte le ragazzine della sua età, ha tanta voglia di incontrare il suo attore preferito. Ci riuscirà? Forse, grazie all'aiuto del padre...
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Violet, 16 anni, andava su e giù per la stanza, impaziente. Ogni tanto guardava il padre, intento in chissà quale esperimento chimico.
“Ti vuoi sbrigare?” gli chiese la ragazza avvicinandosi “Non vedremo niente se non ci sbrighiamo!”
Sherlock sollevò appena lo sguardo dal microscopio.
“Non ti preoccupare, ti ho detto. Il portiere dell’albergo mi deve un favore. Ci farà entrare, vedrai”
“Ma le mie amiche mi stanno aspettando!”
“Lascia che aspettino! Loro vedranno ben poco. Tu, invece, avrai una posizione privilegiata. Sono quasi sicuro che riuscirai perfino ad entrare nel suo stesso piano”
“Ma che dici?” chiese lei incredula “Non ti credo!”
“Neanche se ti dicessi che lui stesso mi ha convocato per espormi un caso?” gli chiese il padre, sorridendole e guardandola con la coda dell’occhio.
“Cosa?!” domandò la ragazza sbalordita “Lui ti avrebbe chiamato per un caso? No, non ci credo! Non è possibile! Ma cosa ti ha chiesto?”
“Non lo so ancora, anche se posso farmi un’idea in merito, non voglio elaborare teorie prima di avere davanti i fatti” rispose il detective. Si alzò per prendere una fiala contenente un liquido dal colore rossastro e la guardò in controluce prima di versarne alcune gocce in un’altra con un liquido bianco.
Violet, intanto, aveva ricominciato a passeggiare avanti e indietro davanti al camino. Non ci poteva credere! Proprio lui, il suo attore preferito, aveva chiesto l’aiuto del padre per un caso? Cosa poteva essere? Un omicidio? No, no … un fan stalker che gli invia lettere minacciose? Probabile. Cos’altro? Recuperare delle fotografie compromettenti? Anche … sarebbe stato divertente! In ogni caso avrebbe dovuto aspettare per avere conferma.
“A che ora ti aspetta?” gli chiese a bruciapelo.
“Mi ha convocato per le tre. Lui dovrebbe arrivare in albergo per le due. Tempo di firmare qualche autografo, fare qualche foto e completare le procedure di check in … si, dovrebbe essere l’ora ideale. A quell’ora anche gli ultimi giornalisti dovrebbero essersene andati. A proposito, mi vuoi spiegare chi è? Perché ci tieni così tanto a incontrarlo?”
“Come!” esclamò indignata Violet incrociando le braccia al petto “Non sai chi è? Ti ha perfino assunto!”
“Violet” cominciò pazientemente Sherlock cominciando a mettere via le provette “Io lavoro per centinaia di persone che non conosco. I clienti mi si presentano qui all’improvviso e non so niente di loro finché non li vedo”
“Ma lui è famoso! È un attore!”
“Non vedo la differenza. Non ne ho mai sentito parlare”
“Non hai mai visto qualche suo film? Che ne so? Espiazione? L’altra donna del re? La Talpa? To the ends of the earth?”
“Lo sai che non sono molto interessato ai film. Anche se La Talpa avrebbe potuto piacermi …”
“Allora perché non sei andato a vederlo?” gli chiese lei arrabbiata.
“Ero nel bel mezzo di un’indagine molto delicata quando è uscito al cinema” gli spiegò lui senza battere ciglio “Se non ti dispiace ora sono molto occupato. Puoi andare dalle tue amiche, se vuoi. Mi fido di te. Ci incontreremo davanti all’albergo alle tre meno dieci, così potrai finalmente conoscerlo, va bene?”
“Ti voglio bene, papà!” gli disse lei schioccandogli un grosso bacio sulla guancia prima di prendere la giacca e uscire canticchiando.
Sherlock sorrise e tornò a concentrarsi sul microscopio.
 
Erano le tre meno dodici minuti. Violet guardava l’orologio, impaziente. Le sue amiche, così come tutti gli altri fan e i giornalisti, se n’erano andati da un pezzo, mentre lei aspettava suo padre. Sherlock, preciso come un orologio svizzero, comparve davanti al portone dell’albergo alle tre meno dieci spaccate.
“Ciao Violet” gli disse accarezzandole la spalla “Vogliamo andare?”
“Si!” rispose lei entusiasta.
I due entrarono nella hall e vennero subito fermati dal direttore.
“Sono spiacente ma l’albergo è chiuso. Tutte le camere sono state prenotate dallo staff de ‘Lo Hobbit’”*
Sherlock sorrise al direttore.
“Sono Sherlock Holmes. Un vostro ospite mi sta aspettando”
“Quale?” chiese premurosamente il direttore.
Non fece in tempo a rispondere che un ragazzo alto e magro si avvicinò a loro. Aveva i capelli ricci, rossicci e due occhi azzurro ghiaccio.
“Signor Holmes!” disse avvicinandosi e porgendogli la mano “Sono onoratissimo di poterla conoscere”
Violet, nel frattempo, era diventata di tutti i colori. Non aveva mai visto il suo mito così da vicino e il fatto che lui ammirasse suo padre era fantastico!
“Piacere mio” disse il detective stringendogli la mano “Di cosa voleva parlarmi?”
“Sarà meglio andare nella mia stanza” gli rispose l’attore invitandolo con un gesto del braccio.
Sherlock alzò le sopracciglia e indicò la figlia, mentre si incamminavano.
“Certo. Prima mi permetta di presentarle mia figlia, signor Cumberbatch, è una sua grande fan …”
“Mi chiami Benedict, la prego! Ah, scusi” disse poi rivolto ad un ragazzo dietro il bancone “Può farci portare del tè per cinque in camera, per favore? Allora tu devi essere Violet!” disse poi guardandola “Ho letto anche di te sul blog del dottor Watson. Devo dire che dal vivo sei molto più carina di come ti descrive tuo zio!”
“La ringrazio signor Cumberbatch”
“Chiamami Benedict” rispose lui teneramente “Ormai siamo amici, vero?”
“Vero!” disse lei con un sorrisone e poi, acquistato un po’ di coraggio “Ti ammiro tantissimo! Ho guardato tutti i film dove ci sei tu! Anche quelli in cui compari solo pochi minuti o hai parti secondarie!”
“Mi lusinghi, così. Non sono poi così bravo!”
“Scherzi? Sei bravissimo!”
“Mi metti un po’ in agitazione, così. Se sapessi che ruolo devo interpretare a breve!”
“Che ruolo?”
“Un po’ di pazienza” le disse il padre “Tra poco lo saprai”
Entrarono nella suite. Benedict gli indicò due delle cinque poltrone al centro della stanza, invitandoli a sedersi.
“Un momento solo” disse prendendo il telefono. Digitò tre numeri e restò in attesa “Ah, Martin. Puoi venire in camera mia? C’è il signor Holmes … bene, ti aspettiamo”
“Allora, mi dica signor Cumberbatch no, scusa, Benedict” iniziò mio padre unendo i polpastrelli sotto il mento e sporgendosi in avanti “Come mai hai deciso di convocarmi?”
Il ragazzo non fece in tempo a rispondere che qualcuno bussò alla porta. Andò ad aprire e dopo qualche istante comparve Martin Freeman.
“Salve” disse il nuovo arrivato allungando la mano verso Sherlock.
“Piacere” disse Sherlock stringendogli la mano “Lei è mia figlia Violet”
La ragazza, sempre più rossa in viso, strinse la mano di Martin, che le sorrise.
“Sei proprio una bellissima ragazza” le disse “Assomigli tanto a tuo padre”
“Grazie” rispose lei arrossendo ancora di più.
Dopo che tutti si furono seduti comodi, Benedict cominciò a parlare.
“Come ben sa, signor Holmes, recentemente la BBC ha deciso di produrre un telefilm basato sulle sue avventure …”
Sherlock annuì, mentre Violet lo guardava allibita. Un telefilm? Da quanto lo sapeva? Perché non le aveva detto niente?
“Immagino che lei sia stato scelto per interpretare il mio personaggio”
“Giusto” ammise lui arrossendo un po’.
“Quindi lei, signor Freeman, dovrebbe interpretare John”
“Giusto anche questo” ammise Martin annuendo energicamente.
“Vorrei proprio incontrare quel disgraziato che dovrà interpretare tuo zio Mycroft” disse rivolto alla figlia e poi, rivolgendosi di nuovo ai due attori “Quindi mi avete convocato per conoscermi, per entrare meglio nella parte? A questo punto sarà meglio che chiami anche John, non trovate?”
“Volevamo chiederglielo” disse Martin “Non siamo riusciti a contattarlo personalmente, così abbiamo pensato di rivolgerci a lei. Non sarebbe stato saggio avvicinarci a lui tramite il blog. Volevamo qualcosa di più intimo”
“Avete fatto bene” rispose Sherlock prendendo il cellulare. Individuato il numero del fratello sull’agenda, lo chiamò “John? Ciao. Senti, sei libero adesso? … Bene, potresti venire un momento al Grand Hotel? Stanza 221 … Ti lasceranno passare, tranquillo. Digli che sei con me … Bene, a dopo. Sarà qui tra dieci minuti” disse poi riponendo il cellulare in tasca “Che strana coincidenza” aggiunse poi riferendosi al numero della stanza “È stato il regista a decidere la disposizione delle camere?”
“Si” ammise Benedict “Quando ha saputo che ruolo interpreterò ha deciso di farmi questo scherzetto”
Andò alla porta e quando l’aprì indicò un post-it con una grossa “B”, attaccato vicino al numero della stanza.
Dopo circa un quarto d’ora arrivò John.
“Sei in ritardo” lo accusò Sherlock quando gli raggiunse in camera.
“Non è colpa mia” si giustificò lui “Il portiere non voleva farmi entrare!”
“Lascia stare. Ti presento Benedict Cumberbatch e Martin Freeman. Ti ricordi che ti ho parlato del telefilm che vogliono girare sul tuo blog? Loro sono gli attori che ci interpreteranno”
John strinse la mano ad entrambi e si accomodò. I quattro uomini parlarono per due ore buone. I due attori continuavano a fare domande su domande, alle quali il dottore e il detective rispondevano pazientemente.
Quando i due attori furono soddisfatti delle informazioni ottenute, Sherlock e John si congedarono.
“Scusa se non ti faccio l’autografo” disse Benedict a Violet quando furono alla porta “Gli autografi solitamente li faccio solo ai miei fan, ma tu se una mia amica adesso, quindi non avrebbe senso, no?”
“Giusto” disse lei sorridendogli. Anche il padre, notando la felicità della figlia, sorrise e l’abbracciò.
“Questo vale anche per me” disse poi Martin raggiungendoli “Ben, scusa, io vado. Ci vediamo a cena”
“Si, ciao. Grazie ancora signor Holmes” disse poi rivolto al detective.
“Anche tu, a questo punto, puoi chiamarmi solo Sherlock” rispose lui “Io non ho molti amici, ma penso che potrei fare un’eccezione per l’attore che dovrà interpretarmi”
“A proposito di questo …” cominciò lui, ma venne interrotto.
“Fino ad ora non ho mia visto nessuno dei tuo film” disse sollevando la mano per farlo tacere “Ma sono sicuro che con l’aiuto di Violet potrò rifarmi e vedere di persona se hai le qualità giuste per recitare la mia parte. Per quello che ho visto finora direi che sei perfetto. Perciò stai tranquillo e recita come sai!”
Benedict si limitò a sorridere in risposta, mentre padre e figlia uscivano dall’albergo.
 
 
*So che “Lo Hobbit” è stato girato dopo le puntate di Sherlock, ma ho dovuto adattare la realtà ai miei scopi.

   
 
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