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Autore: annalisaechelon    14/05/2012    0 recensioni
A me non piace scrivere la presentazione di una storia, piuttosto preferisco buttarmici e viverla senza conoscerne minimamente la trama. Vi consiglio di leggerla ascoltando Basta così di Pierdavide Carone. E' con questa come sottofondo che l'ho scritta :)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ride. Sta ridendo. Gli brillano gli occhi. Sembra impazzire in quella vasca piena d’acqua. E’ completamente bagnato. Ride. Probabilmente è felice. I capelli umidi sono appiccicati in testa e alcune ciocche gli cadono davanti agli occhi. Ride. Sta ridendo. Quant’è bello. Le gocce trasparenti sembrano cadergli dal petto, lo inumidiscono e riempiono d’aria. Io gli son seduta di fronte e mi ritrovo a fissarlo come una cretina. Però è bello, io non posso farci niente. I suoi occhi mi parlano, sembrano trasparenti come quell’acqua che, bagnando la sua pelle, lo ricopre. Candidi, puri. Innocenti. A guardarlo, dimentico tutto, persino il motivo per cui son qui. Sono accecata dalla sua luce, dal suo colore, dal suo brillare. Brilla. Gli occhi brillano. Lo sento ridere ancor più forte mentre mi schizza con un po’ d’acqua. Sbatto velocemente le palpebre e cerco di ritornare in me. Non ci riesco. Non so cosa diavolo mi prende, sto impazzendo.
“Che ti succede?” –
“Nulla” –
“Non è possibile!” – ride ancora.
“Mi ami?” –
Non so cosa mi passi per la testa, ma dovevo chiederglielo. Non so cosa ci faccio qui, ma devo saperlo. Non so chi è lui, ma voglio scoprirlo. E’ tutto un caos qui attorno, mi gira la testa. Chi sono?
“Cosa?” –
“Mi ami?” –
Non risponde. Cosa sto combinando?
“Amami, ti prego”
Imbarazzata, mi avvicino alla vasca. Mi inginocchio e prendo il suo viso tra le mie mani. Lo accarezzo, gli tolgo i capelli dal viso, li porto all’indietro. Lo bacio, piano. Si sta sottraendo al bacio. Oh mio Dio, no. Perché? Un tonfo al cuore mi impedisce di respirare.
“Aspetta”  - poggiando una mano sulle mie labbra, mi ferma e si allontana da quell’impercettibile contatto.
“Cosa succede?” – il panico si impossessa di me, ho fatto una tremenda figuraccia.
Mi guarda per un po’. Stavolta è lui a prendere me. Mi tira a sé, poggiando le sue mani sulla mia testa. Mi sistema i capelli, li accarezza, mi accarezza, osserva attentamente i miei occhi, come a volerne cogliere ogni minimo particolare. Non sono come i suoi. Non sono chiari né limpidi. Le tenebre offuscano il mio sguardo. E’ terra, terra che brucia. Brucia d’amore per quel mare.
“Ti amo” - mi sussurra.
“Non dire stronzate, ti prego, mi feriresti”
“Ok, non ti amo” – mi allontano.
“E’ questo che vuoi? Ti sembra così strano che la verità possa piacerti?”
Gli occhi affogano nelle lacrime.
“Devi smetterla tu! Smettila di credere che la tua vita sia un disastro.. Io sono qui e se ci pensi, sai benissimo chi sono!”
Taccio, perché ha ragione. Ancora.
“Ed io ti amo, quindi sta’ zitta tu, ok?” – ride, quasi divertito.
Mi tira a sé e perdo il controllo del mio corpo. Quasi cado. Le nostre labbra si avvicinano. Io tremo. E stavolta lo sento il contatto. C’è.
 
  
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