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Autore: makeDreamlast    14/05/2012    6 recensioni
E se la storia di Cenerentola non fosse come la fiaba che tutte le mamme hanno raccontato alle proprie bambine prima di dar loro il bacio della buonanotte?
Se la storia di Cenerentola fosse ambientata nel ventunesimo secolo? E se Cenerentola fosse una semplice ragazza di periferia e il Principe Azzurro un famoso cantante mondiale?
Può questa fiaba diventare realtà?
Perché in fondo, ognuna di noi è un po' come Cenerentola.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*


C'era una volta Cenerentola.
Alta, bionda, con gli occhi chiari, un bel fisico, esile e la carnagione chiara.
Cenerentola non abitava in un castello su una collina con i prati in fiore. Cenerentola viveva in un piccola casetta, con la mamma e il fratello, alla periferia più estrema di Berlino, lì dove per arrivare a fine mese dovevi lavorare sette giorni su sette. E lei lavorava, si, a vent'anni faceva la donna delle pulizie, due ore e mezza al giorno, cinque sere su sette. Puliva gli uffici, metteva in ordine il disordine sulle scrivanie dei ricchi, puliva i loro bagni e spazzava dove loro passavano con le loro scarpe super costose. Non decisamente la vita che si era immaginata.

Oh andiamo, ma chi voglio prendere in giro? A me piaceva tutto della mia vita. Mia mamma, mio fratello, la mia piccola casetta e anche il mio lavoro! Mi piaceva entrare in quegli uffici e scoprire mondi diversi l'uno dall'altro, soprattutto dal mio, mi piaceva sentire i diversi profumi personali, e non che pulire i gabinetti fosse tanto simpatico, ma il lato che più mi piaceva era il fatto che potevo lavorare tranquillamente, con pace e serenità, senza nessuno tra i piedi e senza dover accontentare costantemente persone troppo esigenti.
Il lavoro perfetto per un tipo di ragazza come me, calma, timida e di poche parole.

-Aurora, ascolta, domani non posso venire. Si deve andare in centro, vai tu ok?- Mi disse Adela prima che scendessi dalla sua auto.

-Ok, a che ora?-

-Passa a prenderti Clara alle undici e mezza.- La salutai e la lasciai partire.

Qualcosa di nuovo finalmente, oltretutto fuori orario! Mi ero sempre chiesta come sarebbe stato andare a pulire uno tra i più amosi negozi di abbigliamento di Berlino.

*

Eccomi lì, di fronte a quelle vetrate, a quella porta scorrevole incorniciata d'oro, con quei bei vestiti eleganti e raffinati. Mentre entravamo buttai un occhio al cartellino di uno dei vestiti esposti in vetrina, lungo fino alle ginocchia, di seta color salmone.

Millecinquecentosettanta euro.

Poteva benissimo restare lì.
Sulla sinistra, una cassiera con un tailleur nero e i capelli raccolti in uno chignon porse lo scontrino ad una signora, la ringraziò e ci rivolse uno sguardo di saluto, forse sprezzante. Proseguimmo tra le poltrone al centro, passammo accanto ai camerini sulla destra per poi ritrovarci nel retro del negozio, dove preparammo tutte le attrezzature per la pulizia che avrebbe impiegato si e no una ventina di minuti. Da fuori sembrava enorme, in realtà quel negozio era davvero piccolo.
Stavo svuotando i cestini nell'ufficio della responsabile, sentivo già da un po' l'ansia che mi premeva il petto, come se fosse un macigno che mi impediva di respirare. Sapevo benissimo che quando mi prendeva quell'ansia, dopo poco succedeva qualcosa. Qualsiasi cosa. Potevo anche sentirmi male.
Cercai di non pensarci concentrandomi sulle urla che provenivano dal negozio. La cassiera stava discutendo con qualcuno sulla chiusura del negozio.

-Mancano ancora cinque minuti!- Rispose l'altra voce, un ragazzo, apparentemente.

-Lo so, ma per te chiudo adesso dato che ci metti sempre delle ore!- Pensai che fosse un cliente abituale, gli stava dando del tu e sapeva che era difficile nelle sue scelte. Presa dalla curiosità, entrai nel negozio dal retro con il piumino per spolverare, avevo una scusa per vedere chi fosse quella persona.

-Vedi, ci sono già le ragazze che devono pulire, quindi torni nel pomeriggio.- Disse la signora mentre chiudeva la cassa, ma io rimasi immobilizzata tra le poltrone della piccola saletta.

-Claraaaa!!!- Cercai di strozzare un urlo, Clara mi fu subito di fianco.

-Che succede?-

-Sai chi è quello?-

-No, chi è?-

Ma non feci in tempo a risponderle, il ragazzo si avvicinò di qualche passo e si rivolse a me -Potresti dirle che ho solo bisogno di comprare una maglietta e che non interferisco nei vostri lavori?-

Avvampai e il mio cuore saltò un battito. L'ansia era aumentata. -Io, io veramente...Beh...-

-Avrei anche un po' di fretta, dato che questo pomeriggio...- Rivolse un'occhiata malevola alla cassiera -...Parto per Amburgo!-

Allora io, presa dal panico, guardai la signora vestita di nero -No, non da fastidio, se deve prendere solo una maglietta.-

-Molto gentile, signorina!- Mi sorrise ed io mi sentii svenire.

Così, come se già sapesse quel che voleva, mi passò accanto e si fermò agli scaffali delle t-shirt. Cercai di non darlo a vedere, ma aspirai il suo profumo mentre fingevo di togliere la polvere dalle poltrone in pelle.

-Eccola qui!- Questa volta senza nemmeno guardarmi andò alla cassa. -Mettila nel conto, quando torno te la pago!- Lei sbuffò e scrisse qualcosa su un block-notes. Lui prese il sacchetto con il suo acquisto e fece per allontanarsi, poi ci ripensò e si voltò tra me e la cassiera.

-Simo, già che ci sei, metti in conto anche quel bel vestito rosa salmone che c'è in vetrina per questa gentile ragazza.- Si voltò e mi strizzò l'occhio, dopo di che salutò la commessa e con un gesto del capo rivolto a me fece per uscire al negozio.

Io restai immobile lì dove lo ero rimasta per tutto quel tempo, immobile a pensare a quanto non poteva essere reale quello che era appena successo, a quanto una poverella come me poteva essere stata così fortunata ad incontrare il suo sogno di sempre.
Scossi la testa, mentre la commessa andava alla vetrina per confezionarmi il vestito, cercando di tornare alla realtà, ma non mi fu concesso perché là fuori, dietro la porta in vetro, il ragazzo che mi aveva appena comprato quel bel vestito così prezioso mi stava chiamando con la mano. I miei piedi mi portarono fin da lui, l'aria fresca mi fece all'improvviso girare la testa, chiusi gli occhi per un attimo, ma respirai a fondo e cercai di sembrare normale.

-Questo è il mio numero.- Mi porse un pezzettino di carta strappato dalla confezione della sua maglietta, -Devi promettermi una cosa.-

-Che cosa?- Domandai in automatico, mentre prendevo il foglietto stando attenta a non sfiorare le sue dita per non sentirmi mancare.

-Quando sarai a casa e ti proverai il vestito, dovrai mandarmi una foto, sono curioso di vedere come ti sta. Me lo prometti che lo farai?-

-Te lo prometto. Ma tu devi dirmi perché lo hai fatto.- Alzai per la prima volta lo sguardo verso di lui, ma lo riabbassai immediatamente perché incrociai i suoi occhi.

-Perché ho visto come lo guardavi mentre stavi entrando e ho pensato che ti piacesse.-

-Si, mi piace. Ma non mi conosci. Regali sempre i vestiti alle sconosciute?-

-Certo che no. Sei la prima sconosciuta a cui regalo un vestito.-

-E allora perché?-

-Perché volevo farti sentire un po' come Cenerentola.-

Il mio cuore si fermò. Non riuscii più a dire nulla, nemmeno a ringraziarlo. Alzai di nuovo lo sguardo, appena in tempo per vedere il suo viso che si avvicinava al mio, le sue labbra si posarono sulla mia guancia schioccando un bacio.
Si voltò lasciando che una nube invisibile di profumo e calore mi gironzolasse attorno per qualche attimo.
Mi sentivo davvero una Cenerentola moderna. Avevo incontrato il mio Principe Azzurro e questo mi aveva regalato uno splendido vestito che non sapevo nemmeno quando avrei indossato. Senz'altro quando mi sarei dovuta fotografare per mostrargli come mi stava addosso. Glielo avevo promesso e non potevo tirarmi indietro, sarebbe stata anche un'ottima occasione per ringraziarlo. Anzi, forse non lo avrei mai ringrazianto abbastanza, né per quel vestito, né per tutte quelle emozioni che era stato in grado di farmi provare, anche se lui non lo sapeva.

-Aurora, è il caso che torni a lavoro!- Non mi ero accorta di essere ancora fuori dal negozio, con il piumino raccogli-polvere in mano. Clara era sulla porta, dietro di me.

-Si, scusami Clara. Adesso arrivo.- Mi voltai e le andai incontro per entrare.

-Chi era quel ragazzo?- Mi chiese lei mentre io guardavo il manichino sulla mia destra lasciato senza il suo indumento preferito indosso.

-Era Bill Kaulitz.-

*

Qui troverai le anticipazioni dei capitoli successivi e delle One Shot in pubblicazione.
Ringrazio Te, lettore, per essere arrivato fin qui e, se lo farai, grazie anche per la tua recensione.
Vostra, Cornelian
   
 
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