Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Blackrose_96    14/05/2012    6 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction in questo fandom e ho deciso di scriverla ispirandomi a due dei miei personaggi preferiti di Inuyasha: Rin e Sesshomaru. E se Rin fosse stata già adolescente al primo incontro con Sesshomaru? Come sarebbero andate le cose? Bhe, io ho provato a immaginarlo. Che dire? Spero che vi piaccia e che lascerete qualche commento! Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1
Foresta

 

Sole. L’unica cosa che le poteva riscaldare la vita. Una vita terribile, se così si poteva appellare la sua esistenza. Gelida. Quella non era più vita ormai da tempo, da quando tutto ciò a cui teneva le era sfuggito di mano ed era caduto in un pozzo nero, senza fondo. Rin alzò i grandi occhi castani, strizzandoli per non accecarsi, verso il sole hikaru, nonostante stesse per tramontare. Sembrava quasi che tutte le cose belle la respingessero con la loro luce. Perché lei non doveva esserne partecipe. Non ne meritava il nitore. Ma giaceva in catene nel buio cupo della sua essenza, da cui non riusciva a liberarsi. Ormai neanche più le passeggiate per il bosco riuscivano a tirarla su di morale. Nonostante la foresta lussureggiante e profumata, che un tempo attirava la sua attenzione su ogni minimo dettaglio, non la rendeva più felice come quando era bambina. Troppi pensieri le ronzavano in testa, come se delle vespe ci avessero fatto il nido. Rin sospirò e, chiudendo le palpebre, si gettò sull’erba umida di rugiada, proprio sotto le fronde di un grande ciliegio.
Quanto era comoda l’erba. Sembrava quasi che il vento sopra di sé la cullasse, come stava facendo con ogni singolo filo d’erba. Profumo di verde. Un verde bello e pieno, che una volta le avrebbe riportato il sorriso sulle labbra. Ma neanche questo riusciva più a farla rimanere tranquilla. Sotto il sottile velo delle sue palpebre era come se avessero cominciato a proiettarsi tutti i suoi ricordi. Ricordi spiacevoli. Ricordi che bruciano come tizzoni ardenti. Ricordi di morte. Sangue. Solitudine. Prepotenza. E una buona dose di testardaggine, la quale le aveva permesso di raggiungere il traguardo dell’adolescenza ancora viva.
Rin scosse la testa, come per scacciare le velenose vespe, e si mise a sedere. Basta ricordi. Stropicciandosi gli occhi, fissò di nuovo il cielo e, appoggiando la schiena al tronco dell’albero, cominciò a contare le nuvole. Ichi. Ni. San. Yon. Go. Roku. Mmmh … cosa veniva dopo il roku? Rin si spremette le meningi per due minuti buoni. Non voleva dimenticare ciò che la sua dolce mamma le aveva insegnato, prima che se ne andasse per sempre. A questo pensiero un’enorme tristezza le invase la mente. Sua mamma. Lei le aveva promesso di insegnarle a leggere e a scrivere. Ma non ne aveva avuto il tempo. La morte se l’era presa troppo presto. Come con suo padre. Come con suo fratello.
Fissò il cielo. Oro fuso. Avrebbe voluto volarci. Ma solo i demoni potevano farlo, oltre le anime dei morti. A volte le invidiava … per la loro libertà.
A un tratto il cielo venne squarciato da un fascio di luce bianca, che aveva appena lasciato il tempo di farsi vedere, per sparire nel folto boscoso, provocando un rumore di fronde spezzate. Rin si alzò di colpo appena lo vide e cominciò a correre verso la zona dove era caduta quella strana stella diurna, mentre impugnava il suo fedele tanto con la mano destra. Nonostante corresse a perdifiato, non inciampò neanche una volta nelle nodose radici degli alberi o nelle rocce. Da quando erano morti i suoi parenti, aveva vissuto come una gatta randagia. Libera dai vincoli che l’avevano tenuta legata al suo orrendo villaggio per oltre cinque anni dall’inizio della sua solitudine. Viveva in un piccola baracca ai limiti del territorio e non si faceva mai vedere dai compaesani, da quando … no, non doveva pensarci.
Dopo qualche minuto Rin scorse in lontananza una figura bianca, distesa in una piccola radura, e si fermò di scatto dietro a un grosso tronco, per non farsi beccare. Con un movimento felino si girò e si appiattì con il petto all’albero per vedere ciò che aveva davanti. Hikaru. Yuki Hikaru. Neve splendente. Solo con queste due parole riuscì a definire il ragazzo che si trovava davanti. I lunghi capelli argentei, illuminati dal tramonto, splendevano come la luna piena. Le palpebre erano ancora chiuse. Era sporco di sangue e di terra, probabilmente aveva combattuto. Infatti aveva dei graffi rossi ai lati del viso e sul polso destro, che però non sanguinavano, ma aveva anche una mezzaluna dipinta sulla fronte. Doveva essere un demone. E doveva essere morto. Quasi certamente era uscito sconfitto da qualche battaglia, che gli era costata la vita.
Rin, spinta da un moto di curiosità fanciullesca, tipica della sua giovane età, fece qualche passo oltre l’albero per migliorare la visuale sul mostro, nascosta ancora dalle frasche.
Crack. Rin sobbalzò. Non per il ramoscello che aveva distrattamente pestato col piede, ma per la repentina trasformazione del demone, che si era accorto della sua presenza. Il ragazzo incantevole si era alzato di scatto. Gli occhi erano diventati rossi e spaventosi. I denti affilati. E un ringhio canino gli risaliva la gola. Rin si aggrappò spaventata al tronco d’albero, pronta per fuggire a tutta velocità. Ma non si mosse. Continuò semplicemente a fissarlo con uno sguardo a metà tra il curioso e l’impaurito. Ora il demone la fissava con i suoi veri occhi. Indescrivibili. Oro fuso, raggi di sole e topazi preziosi non riuscivano minimamente ad eguagliare tanta bellezza. Affascinanti. Abbaglianti. Sorprendenti. Rin perse il conto del tempo durante il quale era rimasta a guardare quegli occhi indagatori e indecifrabili, che la stavano squadrando dalla testa ai piedi con grande freddezza.
La coscienza continuava a urlarle di scappare al più presto, ma il suo cuore le diceva diversamente. Tristezza. Solitudine. Erano questi i sentimenti che coglieva in lui, oltre il suo apparente gelo. Quel demone provava ciò che lei aveva sentito per tanto tempo. Sconfitta. Umiliazione. Questo aveva nutrito. Sconfitta verso se stessa, umiliata di suoi simili. Non lo avrebbe abbandonato, come gli altri avevano fatto con lei.
Rin si prese di coraggio e, rinfoderando il tanto, si avvicinò al demone. Passo dopo passo, ne notò tutte le caratteristiche. Gli artigli. I segni. Gli abiti sfarzosi. Si accorse anche con tristezza che il braccio sinistro gli era stato reciso.
Rin si sedette a un po’ di distanza da lui. Non voleva né infastidirlo né farlo arrabbiare. Il che equivaleva a un suicidio. Si abbracciò le ginocchia e continuò a guardarlo. Era come se lui si fosse dimenticato della sua presenza. Occhi d’oro persi nell’oro del tramonto. Dispersi oltre la foresta. Oltre il villaggio. Oltre le nuvole e il cielo. “Magari lui può volare” pensò Rin infantilmente, mentre lo imitava, scrutando anch’ella un punto indistinto all’orizzonte. Il vento fresco della sera suonava una dolce musica con le fronde degli alberi, come fossero ryouteki. Così, senza neanche accorgersene, calò la notte e Rin dovette abbandonare quel meraviglioso posticino, per dare il via alla sua caccia notturna.
 
 
 
 
Salve, questa, come ho già detto, è la mia prima fan fiction su questo fandom, scritta in un momento di ispirazione durante l’ora di storia. Il primo capitolo è un po' corto, ma prometto che gli altri saranno un po' più abbondanti (se non farà talmente tanto vomitare che interromperò la produzione). Era già da parecchio tempo accantonata in un angolino del cestino e oggi ho deciso di portarla di nuovo alla luce. Probabilmente fa schifo ed è un pastrocchio assurdo, ma spero di ricevere qualche recensione, anche se negativa! Non trattenetevi dall’insultarmi! :3
Baci!!!
 
Blackrose

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Blackrose_96