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Autore: Medea00    14/05/2012    17 recensioni
Attenzione, include spoiler della 3x20 e delirio di scrittura conseguente ad un collasso dalle troppe risate. Lo spoiler riguarda Kurt e Blaine, una notte di Halloween e...beh. Chi ha visto quel video sa.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Avvertenze: spoiler 3x20!


This is Halloween...bitches








All’inizio era nato come uno scherzo.
Sì, insomma, una di quelle battute messe lì, per farci due risate. Una di quelle cose che sai non potrebbero mai succedere, perché fino a prova contraria, ho un ragazzo serio io, diligente e… come diavolo era quella cosa dello ying e dello yang? Ecco, lui è la metà seria, e io sono quella pazza, che canta davanti allo specchio con il tubetto del gel e salta su qualsiasi cosa abbia quattro gambe. Che detta così…
Era da più di un’ora che io e Kurt continuavamo a elencare tutti i nomi di coppie famose da interpretare per Halloween, senza riuscire a metterci d’accordo su quale fare. Alcuni erano troppo complicati, altri troppo semplici, altri invece non andavano bene, perché sì.
“Non possiamo farci battere Blaine!” Continuava a ripetere come se dipendesse tutto da me, come se fosse colpa mia se Sam e Mercedes facevano Pacman e la signora Pacman ed era la cosa più geniale esistente sulla faccia della terra. E poi, come se non bastasse, ci avevano guardato con aria di sfida dicendo: “provate a batterci.”
Il problema, era che Kurt li aveva presi in parola. Sin troppo in parola. Va bene, anche a me piace vincere le sfide, ma ci sono certe battaglie a cui uno deve rinunciare in partenza; ma lui si era sentito toccato nell’orgoglio, nessuno poteva batterlo in quanto a originalità, e quindi avevano segnato la mia condanna a morte. Sì, mica la loro. La mia. Perché io potevo fare due cose:  beccarmi una varicella senza febbre e senza bolle esattamente per quella sera stessa, oppure, escogitare qualcosa in quelle restanti due ore rimaste.
Ah sì, perché, come per sottolineare l’ovvio, per scegliere qualcosa ci eravamo ridotti al pomeriggio stesso, perché prima lui aveva da fare, e poi io avevo da fare, e quando nessuno aveva da fare niente era troppo impegnato a cercarsi qualcosa da fare. Eravamo due adolescenti indaffarati.
“E se facessimo Tom e Jerry?”
Non lo avessi mai detto. Kurt mi fissò lapidario, posando le mani sui fianchi, e un po’ mi venne da ridere, perché sembrava quasi una ragazzina in preda ad una crisi da “non so cosa mettermi per fare bella figura sul mio ragazzo”. Anche se Kurt era più un “non so cosa mettermi per sembrare epicamente assurdo davanti a Mercedes.”
“Blaine, non stai prendendo questa cosa seriamente.” Mi disse lui, come se stessimo parlando di una cosa serissima, come, il surriscaldamento globale dentro alle gabbiette dei pesci rossi.
“Certo. Perché per decidere un costume epicamente ridicolo ci vuole una laurea.”
“Scherzi? Guarda che al giorno d’oggi è difficile impressionare. Con tutta la tv e youtube e i reality show, la gente ha visto di tutto.”
Beh, non aveva tutti i torti. C’era anche da dire che noi facevamo parte di quella “gente” che praticava come sport preferito lo zapping televisivo e come arte quella di trovare la posizione migliore sul divano, quindi, non avevamo molta voce in capitolo.
E quindi Kurt continuava a rovistare nel suo armadio, io continuavo a fissare il soffitto sdraiato sul suo letto, lui continuava a straparlare come un disco impallato, e la cosa bella, era che si dava botta e risposta da solo. “
“I Blues Brothers sono troppo fighi. Anche se come altezza ci siamo.”
Lo risparmiai dall’ucciderlo in quell’istante solo perché aveva una gruccia a portata di mano. E lo ricordo bene, Kurt è pericoloso, quando ci sono in giro delle grucce.
“Super Mario? Ma non abbiamo i baffi…”
“Tu non hai i baffi nemmeno se volessi”, gli feci notare, perché la totale assenza di barba dal suo viso era ancora uno dei misteri di Fatima tutto da scoprire. Ignorandomi completamente, continuò la sua lista.
“Bonny e Clide, Man in Black, Luke e Ian Solo.”
E pian piano, nella sua esasperazione, cominciai a notare un leggero accenno di delirio mentale.
“Se ci vestissimo da Vigorsol?”
“Come scusa?”
“Vigorsol. O tic tac. Oppure da marshmallow io rosa e tu bianco.”
Ridacchiando appena, socchiusi gli occhi, continuando a giocherellare con un lembo della mia maglia e rilassandomi sul letto. Quando Kurt cominciava così, non c’era nessun modo per fermarlo. O meglio, nessun modo praticabile in quel momento.
“Pane e Nutella.”
“Perché no latte e Nesquick?” Dissi allora, e la cosa che mi fece ridere ancora di più fu che lui valutò seriamente l’opzione.
“Non abbiamo il cartone. Yoghurt della muller? Quello con i cereali.”
“Kurt, ti adoro.”
“No sul serio Blaine. Vestiamoci da X Factor. Io faccio la X e tu fai il factor.”
“Kurt…”
“Non ridere Blaine! Facciamo lo spot dei mandarini. Quelli che saltellano e ti cantano. Facciamo lo spot di tuo fratello!”
“Sì, e poi andiamo in giro come quelli di Jersey Shore.”
E fu in quel momento, che il mondo si fermò.
“Puoi ripetere scusa?”
Ecco, forse, non era un buon segnale.
“…Jersey Shore?” Provai a dire, quasi perplesso, mentre potevo sentire nettamente il cricetino dentro al cervello di Kurt che cominciava a girare freneticamente quella maledetta ruota.
Tenevo gli occhi chiusi, anche se il mio respiro continuava a fingersi regolare, così come il mio cervello cercava di silenziare quell’allarme nella mia testa che gridava “attenzione, attenzione, mei dei, mei dei, io me ne scappo da qui, arrivederci e mò, come si suol dire, per te sono uccelli senza zucchero”.
Perché Kurt mi fissò serio come le tasse universitarie, e poi parlò.
“E’ geniale.”
Io lo avevo detto così, giusto per. Insomma, io ero lo ying, o lo yang, o quello che diavolo era. Ok, chi aveva inventato quella cazzata?
Avevo sottovalutato la serietà con cui Kurt organizzava le pazzie.
 
 
“Ok Blaine, adesso suoniamo alla porta, e lo facciamo. La sai la battuta?”
“Sì, sì, la so la battuta, ce le siamo ripetute per tutto il tragitto da casa nostra a quella di Mercedes e penso che qualche bambino abbia pianto vedendoci.”
“Era la caramella al liquore, non tu. Ma Blaine, perché diavolo stai così dritto con la schiena?”
Io lo guardai, un po’ sorpreso, mentre lui mi raddrizzava, o meglio, contorceva, facendomi sembrare quasi gobbo.
“E cosa fai con quei pantaloni? Abbassateli, su.”
Ecco, quello, davvero, non me l’aspettavo. Mentre mi arrotolava le maniche della t-shirt facendola sembrare una canotta, lui continuava a fissarmi, come un artista che stava completando la sua opera d’arte.
“Sì, direi che può andare. Semmai, stai ancora un po’ più gobbo. Più, no, aspetta, meno. Meno? No, più. Ok, fermo così.”
Sembravo il discobolo di Mirone che si era appena fumato una canna.
“E io come sto?” Chiese facendo un giro su se stesso, assumendo un atteggiamento che oserei paragonare a quello di una oca che aveva appena pranzato con i brillantini.
“Sei…cioè. Sei.”
Inarcò un sopracciglio, guardandomi un po’ confuso.
“Blaine, non è necessario che ti immedesimi così tanto nella parte, un paio di parole messe in croce puoi dirle. Comunque siamo bellissimi.”
“Siamo geniali” confermai con un mezzo sorriso, perché alla fine non potevo davvero non ridere di fronte a tutto quello, avevo il fidanzato più pazzo del mondo, e lo amavo. Lo amavo con tutto il cuore. Certo, in quel particolare momento e vestito da Snooki lo amavo un po’ meno, ma solo perché mi piacciono i ragazzi.
E io ero davvero un The Situation sensazionale, sembravo un sosia. Insomma, quelle son soddisfazioni.
Quando Mercedes ci aprì la porta, vestita con nient’altro che un paio di jeans ed una maglietta chiara, noi recitammo le nostre battute, e lei restò fissa a guardarci, immobile.
E poi, impassibile, richiuse la porta.




















***

Angolo di Fra

Io voglio sapere che tipo di droga si prendono i RIB. Sul serio, la voglio anche io.
Ma forse quella che prendo mi basta già, visto le cose che scrivo.
   
 
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