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Autore: WestboundSign_    14/05/2012    0 recensioni
Natale del 1982.
Un piccolo Billie Joe trova sotto l'albero una sorpresa molto speciale.
Riuscirà a mitigare la tristezza causata dalla recente perdita del padre?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rumore di tazze e di piatti, odore di caffè e frittelle di mele svegliarono il piccolo Billie.
Ormai erano passati circa tre mesi dal tragico evento, ma il bambino non lo aveva ancora superato.
Un senso di vuoto e angoscia lo accompagnava dal mattino alla sera, senza abbandonarlo mai. Quella mattina non fu diversa dal solito.
Appena aprì gli occhi, desiderò soltanto poterli richiudere, questa volta per sempre. Preferiva dormire, piuttosto che vivere la vita “normalmente”, come se fosse possibile, perché i sogni erano sempre meglio della realtà.
Quella notte, poi, il sogno era stato particolarmente impressionante e il ricordo era vivido nella mente di Billie. Lui e suo padre, mano nella mano, correvano in giardino. Prendevano fiori, manciate di fiori cresciuti in pieno inverno e li lanciavano in aria, ballando sotto quella cascata profumata, che non finiva mai, mai, mai…
Una lacrima scese dall’occhio verde, posandosi piano sul cuscino, subito seguita da un’altra e poi un’altra ancora, fin che la fodera non fu completamente bagnata.
Il bambino si asciugò gli occhi con una mano,  tirandosi poi la pesante coperta sopra alla testa riccia.
Non voleva alzarsi, non voleva vedere il dolore della madre nascosto dai modi dolci, non voleva vedere gli occhi spenti dei fratelli, non voleva osservare il volto triste di Mike a scuola, molto spesso scuro e rosso per colpa dei pugni di quei drogati dei genitori.
Un urlo gli fece distogliere la mente da quei tristi pensieri. Lentamente, mise un piede fuori dal letto, atterrando piano sul morbido tappeto della sua stanza. Stiracchiandosi leggermente aprì la porta, scendendo in punta di piedi le scale. Non voleva essere sentito, quindi si nascose dietro al muro del soggiorno, sporgendo un po’ la testa per capire ciò che stava succedendo.
L’albero di Natale troneggiava in mezzo alla stanza, circondato da pochi pacchetti intatti, mentre tutto intorno il caos dei regali scartati era sovrano.
Solo allora Billie si ricordò che quello era il giorno di Natale. Gli occhi gli si illuminarono per un momento, rabbuiandosi subito dopo: era il primo Natale passato senza il padre.
Le voci dei suoi fratelli gli fecero dimenticare per un momento la morte, facendogli catalizzare l’attenzione su di una strana scatola di legno in mezzo ai fratelli.
Timidamente, si avvicinò -Che… che cos’è?-
Suo fratello gli fece segno di andare a vedere, quindi il piccolo mosse un passo verso la scatola.
Sollevò il coperchio che la ricopriva, mettendo le mani poi dentro per guardare cosa fosse quella strana pallina pelosa sul fondo.
Le sue mani pallide sollevarono un piccolo esserino miagolante.
Gli occhi di Billie si illuminarono davvero per la prima volta in tutti quei mesi e il volto gli si aprì in un largo sorriso. Senza dire niente, si voltò, cercando le scarpe in fondo al corridoio.
Ancora in pigiama, aprì la porta di casa, iniziando a correre in direzione di una casa nel quartiere adiacente.
 
Tutto trafelato, prese un sasso dalla strada, tirandolo verso una finestra all’ultimo piano.
Una testa bionda si affacciò –Billie! Cosa ci fai qui?!-
In tutta risposta il bambino alzò le braccia in direzione di Mike, mostrando il cucciolo che aveva tra le mani.
Il biondino alla finestra strizzò gli occhi un momento prima di tornare dentro.
Dopo poco si presentò alla porta in pigiama, correndo in direzione di Billie.
Insieme, strinsero l’animaletto come se fosse stato il bene più prezioso mai avuto.
-Come lo vuoi chiamare?-
Billie guardò il gattino, come se i suoi occhi chiusi potessero dargli una risposta.
-Penso che potremmo chiamarlo First. È il primo gatto della mia vita, capisci Mike?-
L’amico sorrise, guardando Billie negli occhi.
-Naturalmente è anche tuo. Sarà il nostro gattino!-
Mike si chinò ad abbracciare l’amico, spostandosi subito, un po’ imbarazzato per quel gesto.
Le guance di Billie si imporporano per un momento, lasciando spazio poi ad un grande sorriso -Ci vediamo dopo a casa mia? Così mi aiuti a costruirgli la cuccia!-
-Ok, appena riesco a scappare da questo inferno di pranzo mi presento a casa Armstrong!-
Billie fece accarezzare un’ultima volta il suo nuovo cucciolo a Mike, prima di girarsi sulla strada di casa.
Mentre camminava sorrise, stringendo al petto il gattino, sentendo dentro una felicità insolita, una felicità di cui aveva perduto il sapore. Oltrepassò casa sua, dirigendosi verso il cimitero della città, raggiungendo una semplice tomba. “Andrew Armstrong”, “R.I.P.”. Per la prima volta sorrise, dentro al cimitero.
–Ciao papà, ti presento First-.
   
 
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