Narratore: Loki

La guerra è ormai finita. Mi ritrovo a vagare smarrito per le strade di New York quando una luce abbagliante squarcia il cielo e Tony Stark precipita dall'etere dopo aver chiuso il mio portale facendomi perdere definitivamente lo scontro.

Sono riuscito a scappare dalla Torre Stark prima del rientro dei Vendicatori. Porto addosso l'odore della paura.

Io, il Dio degli Inganni, corro tra le macerie di New York come un animale braccato mentre la rabbia mi annebbia la mente. Ho progettato la battaglia badando ai minimi particolari ma ho fallito, ancora una volta i miei nemici trionfano e gioiscono alle mie spalle. Il mio piano di conquista, la paura, la rabbia, la vanità e il mio orgoglio svaniscono oggi. L'orgoglio è un difetto assai comune; la natura divina vi è facilmente incline. Vanità e orgoglio sono ben diversi tra loro ma io li rappresento entrambi.

I miei poteri mi stanno abbandonando come le mie ultime forze: le gambe cedono, la faccia brucia e il sangue esce vistoso dalle mie ferite. Percepisco che presto non avrò nemmeno la forza di respirare ma il Tesseract brilla sulla punta dello scettro quindi ho ancora una speranza, la mia ultima azione.

La mia fuga è interrotta da una ragazza tra i detriti degli edifici: “Sei messa male”, le dico con un sorriso cinico. La guardo con stupore mentre con un filo di voce e un tenero sorriso dice: “Scappa, almeno tu salvati non c'è più tempo”. La ragazza vuole che me ne vada. Forse mi sta aiutando ma sono attratto da quel suo sguardo sereno nonostante la situazione, non posso lasciarla nella devastata New York. Metto leggero il braccio dietro di lei ma la stringo con forza non conoscendo nessuna forma di tenerezza, i suoi occhi sembrano capaci di leggermi dentro mentre con la mano sfiora il Tesseract dicendo “portami a casa”.

                                                                                                 *

Narratore: LAILA

Ci sono persone destinate che non riescono a incontrarsi mai e si accontentano di amare un'altra persona. Io a vent'anni decido di aspettare. Aspetto la creatura destinata, sto vigile ogni giorno mentre setaccio la folla in cerca della mia metà ma senza risultati.

Incontro Loki a New York nel giorno del disastro. Io sto sdraiata tra i detriti e quando lui mi fissa sento il fuoco nel sangue. Mi porge la mano, so già che non gliela lascerò più.

Loki, un uomo smarrito dentro vestiti che non parlano di lui, con occhi blu carichi di rabbia, rabbia che solo la guerra può generare e il suo sorriso puntato sui miei capelli scossi. Il suo viso mi dà forza e coraggio.

Mi risveglio nel mio letto e sento il profumo di casa...ma come è potuto accadere? Poche ore fa mi trovavo nel bel mezzo di una battaglia in fin di vita mentre ora mi sento rigenerata. Viva. Forse è un sogno, scendo in cucina dove mio padre sta medicando il giovane che mi ha salvata. Quando mi guarda sento un brivido lungo la schiena, è troppo arrogante: lo odio.

Stacco gli occhi per ringraziare mio padre che si sta prodigando nelle cure, gli chiedo cosa mi è capitato. “Non lo so, questo giovane ti ha salvata da quell'inferno e fino a che non si sarà ripreso sarà nostro ospite”.

Mi distraggo subito, lo sconosciuto esce dalla stanza e mi fa segno di seguirlo: “Sei un galantuomo”, gli dico ironizzando. “Io ti ho salvata quindi sei in debito con me, umana” dice. “Comunque io sono Loki, e tu?”, aggiunse.“Non che mi importi ma almeno devo sapere il tuo nome”. Mi guarda in faccia pretendendo una risposta.

“Sono Laila e tu sei uno spaccone”.