Innamorata sì, ma non stupida!
Sono una ragazza normale, come tante altre.
Era il mio ragazzo quello speciale, l’eroe.
Non lo è sempre stato, in effetti, tuttavia, sappiamo tutti come vanno queste cose, no?
Un ragazzo normalissimo — forse un po’ noioso e impacciato con le ragazze, un po’ emarginato aggiungiamo — all’improvviso viene punto da un insetto o sottoposto a un esperimento scientifico (in cui erano più alte le probabilità di lasciarci la pelle che altro) e BUM! La trasformazione. O meglio, la svolta.
Ecco spuntare muscoli e sensualità, forza e fortuna, sicurezza di sé e fascino.
Il mondo sembra cadere ai tuoi piedi... A chi non darebbe alla testa una cosa del genere?
Se diventi di colpo un idolo e tutte le porte ti si aprono al passaggio, non sei forse autorizzato a sentirti un mezzo dio?
Forse… le opinioni divergono, mettiamola pure così.
Ed io?
Io ero sempre la stessa: non ero cambiata di una virgola.
Mi ero innamorata del ragazzo mingherlino e timido che proprio non ci sapeva fare, va bene, ma non si può dire che non avessi accolto quella svolta favorevolmente.
Eppure... volete sapere come ho reagito all’improvvisa luce di ribalta puntata addosso al mio ragazzo?
Non è piuttosto normale che, per un attimo, abbia accecato anche me?
Non capita a tutti che il ragazzo che avevi scelto nonostante le sue imperfezioni fisiche, e a dispetto del parere delle amiche, diventi di colpo un figo da paura.
Probabilmente non avrei dovuto crogiolarmi nell’autosoddisfazione derivante dall'essere l'oggetto dell'invidia delle altre donne. Ma nessuno è perfetto.
Sicuramente mi sentivo troppo sicura dei sentimenti di lui per me… che errore madornale!
Ragazze, che posso dirvi? Come una sciocca, ho creduto che un uomo — un maschio — potesse tenere in gran conto il fatto che io — tra tutte — lo avessi amato ben prima della sua trasformazione; che capisse la differenza tra i miei sentimenti e quelli di quelle altre, le quali lo avevano notato solo dopo.
Di che stupirsi? È risaputo che basti un’occhiata di una donna per far precipitare quel che resta del cervello di un uomo all’altezza dell’inguine.
Lo sanno tutti, certo, ma capitemi: ero innamorata e sono stata una stupida.
Senza rendermene conto, le ochette si erano avvicinate troppo al mio uomo, gli avevano sbattuto le penne in faccia (forse anche qualcosa di più) e lui, come un allocco, era caduto nella loro rete.
E le mie amiche? Anche loro, che ai tempi avevano riso schifate della mia predilezione per l’ometto smunto e pallidino, si erano gettate ai suoi piedi — non trascurando di calpestare me sulla strada che portava al suo altarino!
Che disgusto! Ma sarebbe potuta andare in maniera differente?
No, credo proprio di no.
E sì che la Disney ti imbottisce di favole e false speranze… a qualche livello, tutti, anche i più realisti, finiscono per crederci.
Per un po’, dopo che lui mi aveva messa da parte, ho pensato che fosse solo questione di tempo prima che si accorgesse del suo errore.
Sapete quando, in Hercules, lui all’improvviso viene sommerso dalla fama e reagisce come uno stupido ebete all’adulazione della gente? Poi si rende conto di quanto sia prezioso un rapporto più vero e autentico con Meg. Ecco, era più o meno quello che speravo.
Dopotutto, tutti i grandi eroi avevano un'unica donna che amavano, pur se di tanto in tanto si rincitrullivano con qualche altra (difetto connaturato del cromosoma Y).
Però alla fine tornavano sempre dal loro unico amore, no?
Di nuovo, sono stata una perfetta idiota.
Oh, ma dopo l’ho capito, che pensate?
Ce l’ho un cervello... anche se per un po’ l’ho messo forzatamente da parte a favore del cuore (che organo inutile!)
Le cose, infatti, stanno come segue: le favole non esistono.
Gli uomini si dicono innamorati, poi fanno gli stronzi... ma questo non vende. Non vende affatto.
Si nasconde la cruda verità e si dà alla massa quello che fa incassare: accanto all’eroe c’è sempre la sua donna, l'unica e sola. Ma quella è solo un’attrice, una ciarlatana! Nella realtà, ci sono quelle come me: usate e abbandonate da un uomo che ha sempre aspirato a qualcosa di più, ma che si era dovuto accontentare.
La fortuna ha girato anche dalla mia, alla fine. Fatti tutti i conti, anzi, ha giovato solo me sin dall’inizio.
A quanto pare, l’esperimento cui lo avevano sottoposto non era poi tanto riuscito: l’effetto, infatti, si è dimostrato essere solo temporaneo.
In breve, addio superpoteri! Il torace — e ogni altra fascia muscolare — gli si è sgonfiata d’improvviso, come un palloncino bucato, lasciandolo, per contrasto, ancora più smunto e smilzo.
Le ochette si erano premurate di allontanarsi sdegnosamente, ancor prima che l’ultima fibra si fosse rinsecchita.
E dopo il danno, la beffa: anche questo c’era da aspettarselo…
Quindi mi sono preparata.
Il piccolo verme è tornato da me strisciando, proclamando i suoi sentimenti, giurando eterno amore, dicendo che ha perso la testa per un momento, che in realtà io sono sempre stata l’unica per lui.
Mi ha guardata con i suoi occhi a palla — talmente grossi che straripavano quasi dalla faccia, sembrando alieni; è riuscito persino a fingere qualche lacrima.
Io l'ho lasciato dove si trovava: a versare nel suo stato pietoso, affogando nella propria stupidità e nel proprio rimorso.
Volete sapere cosa gli ho detto?
“Senti, dove ti sei fatto l’estate, fatti pure l’inverno.”
Ecco cosa gli ho detto, prima di sbattergli la porta in faccia.
Innamorata sì, ma non stupida!