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Autore: Sammy_Stark    15/05/2012    6 recensioni
- Morirò! So che morirò! Anzi, sto già morendo! Mi manca poco ormai!-
La voce disperata di Tony Stark risuona nell’aria.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Morirò! So che morirò! Anzi, sto già morendo! Mi manca poco ormai!-
La voce disperata di Tony Stark risuona nell’aria.
- Pepper, sia gentile, prenda appunti, deve scrivere il mio testamento! Io non ne ho e forze!-
La donna sospira, scuotendo il capo e sistemando meglio il cuscino sotto la nuca dell’uomo, infilato a letto sotto un piumino e cinque coperte di lana.
- Non le sembra di essere un po’ esagerato, Tony? Ha solo un’influenza!- Fa notare, tornando a sedersi sulla sedia posta accanto al letto.
- Solo un’influenza?? Io non sono mai stato così male in vita mia e lei riduce tutto chiamandola “influenza”!! Non ci posso credere! Lei mi vuole morto!-
Sbotta Tony, prendendo l’ennesimo fazzoletto di carta per soffiarsi il naso.
- Signor Stark, sa che non potrei mai volerla morto: dovrei cercarmi un altro lavoro!-
Ridacchia l’assistente, divertita dal vedere il suo capo in quelle condizioni.
Tony la fulmina con lo sguardo, offeso.
- Non si rivolga a me la prossima volta che starà male!- Sbotta, voltandosi con il viso dall’altra parte.
- Come? Non sta per morire? E posso permettermi di ricordarle che tutto il suo aiuto quando io stavo male consisteva nel dirmi di indossare una mascherina..?-
La voce pungente della donna fa indispettire ancor più l’uomo, che si volta del tutto su un fianco, senza ribattere.
- Posso tornare ad occuparmi delle pratiche di cui dovrebbe occuparsi lei, ora che ha deciso di fare l’offeso?-
Chiede, alzandosi in piedi e lisciandosi il vestitino sui fianchi.
- No! Lei è la mia assistente: deve assistermi!!-
Si imputa però Stark.
Pepper sospira, tornando a sedersi. Per una trentina di minuti nessuno dei due parla più e la donna crede addirittura che il capo si sia addormentato.
Allunga infatti una mano, poggiandola sulla fronte per accertarsi che non abbia la febbre.
- E’ così gelida…- Protesta Tony, in un fil di voce, non riuscendo però a scansarsi dalla mano della ragazza, in realtà di temperatura normale.
Potts deglutisce, preoccupata.
- Tony, la mia mano non è gelida… Ha la febbre molto alta… Le prendo una pasticca e un bicchiere d’acqua.-
Lo rassicura, scattando in piedi come un soldato.
- Grazie…-
Sussurra lui, schiudendo appena le labbra e respirando piano.
Pepper torna pochi minuti dopo, con la scatola di pasticche in una mano e un bicchiere colmo d’acqua nell’altra.
- Riesce a tirarsi un po’ su?-
Domanda, appoggiando il bicchiere sul comodino e prendendo una pasticca.
Tony tenta di mettersi a sedere, ma la testa gira troppo e si ritrova steso.
- N-No … Io … Io non ci riesco… -
Ammette, in un mormorio, come sfinito.
La ragazza lo osserva, dispiaciuta. Non lo ha mai visto così vulnerabile ed indifeso come ora. Assomiglia più ad un bambino bisognoso di cure e di coccole più che all’eccentrico miliardario che è in realtà.
- Aspetti, l’aiuto io.- Si prodiga allora l’assistente, levandosi i tacchi per stare più comoda nel tentare di aiutare l’uomo a sedersi.
Pian piano, con molta calma e un notevole sforzo, riesce perfino a fargli prendere la pasticca e farlo bere.
Ripone il bicchiere sul comodino, lasciando Tony giusto per un secondo, ma ha appena il tempo di voltarsi di nuovo verso di lui, che questo le cade addosso, finendo col viso sul suo seno.
Se fosse stata una qualunque altra situazione, di certo lei gli avrebbe dato un sonoro schiaffo e se ne sarebbe andata adirata ed indignata, ma così, in quelle condizioni, non può di certo arrabbiarsi, al contrario: per un istante lo stringe al suo petto, materna.
Con la stessa calma e delicatezza di prima, lo aiuta nuovamente a stendersi, tornando quindi a sedersi sulla sua sedia.
- Potrebbe… Potrebbe stare qui, per favore?-
Stark la prega, in un soffio, speranzoso di ricevere un sì, anche se inconsciamente, dato che non si rende neanche conto di ciò che sta dicendo.
La donna lo fissa a lungo, spiazzata da una tale proposta, ma dopotutto, lei cede sempre e sa che se non gli si sdraierà accanto e non lo veglierà per tutto il tempo, poi si sentirà in colpa almeno fino alla prossima influenza.
Lentamente, sale a gattoni sul letto, per stendersi sopra le coperte, accanto a lui.
- Sei qui..?-
Chiede l’uomo, ad occhi chiusi, allungando appena una mano per cercarla.
- Sono qui, sì. Non si preoccupi, Tony. Pensi a riposare ora.-
Gli sussurra lei, intrecciando le proprie dita con quelle di Tony, che sospira e si avvicina appena a lei.
Pepper si guarda attorno, mordendosi un labbro, come se avesse paura di essere vista da chissà chi, prima di stringersi al suo superiore, come una madre si stringerebbe al proprio figlio, protettiva.
- Grazie…- Riesce solo a sussurrare il poveretto, prima di crollare in un profondo sonno.
Pepper abbozza un sorriso, osando baciargli la fronte e prendendo a carezzargli lentamente i capelli.
Tutta quella situazione è irreale eppure così dolce che per un attimo Pepper desidererebbe poter essere ogni notte al fianco del suo capo, per poterlo vegliare, accarezzare, baciare…
Socchiude gli occhi e sospira lievemente, scivolando nel mondo dei sogni con questi dolci pensieri a cullarla.
L’indomani, Pepper ne è certa, lui non si ricorderà nulla e ovviamente quando si risveglierà, la troverà seduta sulla sedia, seria e professionale come sempre. Il ricordo di quella notte rimarrà impresso solamente nella sua mente, troppo innamorata di quell’irritante e infantile uomo per poter dimenticare …
   
 
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