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Autore: BlackOmicidee    15/05/2012    0 recensioni
Una ragazza che aspira nel guadagnarsi da vivere con il disegno,
una ragazza che ogni volta che gli va storto qualcosa si va a nascondere nel mondo dei colori,
dei pennelli e delle matite,
del bianco e del nero,
cercando di cancellare, come la gomma cancella la matita,
quella giornata storta...
Il capo stronzo...
Le false amiche...
Il ragazzo che non ha.
Cambia sempre posto per trovare l'ispirazione adatta, anche se a lei serve solamente fermarsi ed ascoltare quello che ha intorno,
il vento,
foglie che strusciano sul suolo,
le scarpe della gente che piacchiano per terra,
un respiro,
un battito...
Genere: Comico, Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Si fermi! Per favore!"

 

L'autista mi vide, e mi aspettò.

 

"Grazie."

"Si figuri..."

 

Mi sorrise e io ricambiai, con poco successo visto che quasi caddi a terra scivolando sul nulla non appena il bus partì.

 Ero tutta bagnata, avevo i capelli appiccicati sulla faccia e sul collo, il mio cappottone dai bottoni enormi era tutto zuppo, non capivo se la mia fronte fosse freddissima o caldissima, di certo i guanti senza dita non aiutavano, e neanche le mie adorate All Star, che per quanto potessero essere belle, erano proprio inutili in ottobre, soprattutto quando pioveva così forte come quel giorno.

 Scesi alla mia fermata, corsi verso casa con la tracolla che non aiutava mettendosi tra le gambe ad ogni mio passo.

 Frugai nella borsa alla ricerca delle chiavi perdute, e dopo 2 minuti contati le trovai.

 Aprii la porta, buttai per terra la borsa, il cappotto ed i vestiti. Entrai sotto la doccia bollente per paura di aver preso qualche stupido raffreddore, e per sciacquare via la giornata appena vissuta.

 

 Mentre mi stavo mettendo l'asciugamano, notai che la finstra del bagno era aperta...

 

                                                  Io la chiudevo sempre.

 

-Bah-  pensai, -Sarà il vento...-

 

Chiusi la finesra ed andai in camera mia. Nel tragitto notai che la tasca dei miei jeans s'illuminava, mi abbassai e presi il cellulare:

 

                                                      - Un nuovo messaggio -

                                                                   Katja:

                                                       -Ci vediamo doman...-

 

"Strano che sia così gentile..."

 

Aprii il messaggio completo: -Ci vediamo domani troia. Oggi sei scappata ma domani

                                           riuscirò a prenderti ;) baci ;*-

 

"...Mi sembrava strana tutta quella gentilezza..."

 

Buttai il cellulare sul letto, senza guardare dove andasse a finire, mi diressi verso l'armadio,

 

                                                Sentii un fruscio dietro di me.

 

Mi girai di scatto, ma non c'era nessuno.

Con la massima calma scelsi un pigiama, visto che prevedevo una mattinata tranquilla: oramai l'avevo tutta a mia disposizione visto che ero uscita alle 09:40 da scuola per sfuggire alla lezione di come l'arte potesse essere considerata geometria... E soprattutto per quella di ginnastica.

 

Stavo per togliermi l'asciugamano quando risentii quel fruscio, allora lasciai cadere i vestiti, presi la mia mazza da baseball che tenevo per bellezza da quando avevo 10 anni, mi diressi verso la camera da letto.

 Impugnai per bene la mazza, entrai nella camera e dopo 3 passi una mano mi toccò la spalla:

 

          Mi girai di scatto e sferrai un colpo abbastanza forte da mettere al tappeto l'intruso.

 

Urlavo, non sapevo che fare: mi misi a correre in giro per tutta la casa.

 

Lavevo ucciso ??

Se si, cosa facevo?

Dovevo trovare un sacco della spazzatura.

 

Corsi in cucina e frugai freneticamente in ogni cassetto, in ogni anta armadietto o mobile che ci potesse essere in quella stanza, poi, mi fermai, rendendomi conto della pazzia che stavo facendo.

 

Risi.

 

Lascia cadere la mazza per terra,

 

mi lasciai cadere anch'io per terra, seduta, mi lasciai andare sul mobile dietro di me.

 

Continuai a ridere.

 

Avvicinai il mento alle ginocchia e misi le mani fra i capelli ancora bagnati:

 

           In camera mia c'era un tizio sconosciuto, sperabilmente svenuto e non morto.

 

Dopo questo pensiero risi ancora più fragorosamente buttando indietro la testa, poi mi ripresi, respirai,

impugnai la mazza da baseball, ma stavolta non avevo intenzione di colpirlo...

 

Almeno...

 

Non l'avrei fatto se non ce ne fosse stato il bisogno.

 

 Mi alzai con la mazza penzolante nella mano, mi diressi verso la camera da letto, strinsi la mazza ma non l'alzai.

Mi affacciai alla porta alla porta, piano piano, lo vidi:  Era ancora disteso per terra.

Allora mi avvicinai con cautela e lo toccai con la punta della mazza:

 

                                                                Non si svegliava.

 

Mi avvicinai di più e provai a sentire se c'era ancora battito:

 

                                                                      Era vivo.

 

In quel momento fu il mio cuore a fermarsi:  Che facevo ora ?

 

       Solo in quel momento mi resi conto che avevo addosso ancora solo e soltanto l'asciugamano.

 

Corsi nella mia mini cabina-armadio e presi da terra i vestiti che avevo scelto prima, me li misi e in fretta e furia uscii dalla stanza sperando che l'ospite non si fosse svegliato.
 

 

 

 

 

 

   
 
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