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Autore: __ciri    15/05/2012    1 recensioni
Una lacrima solitaria le rigò la guancia «Spero di non deluderti»
«Non lo farai» l’abbracciò nuovamente, accarezzandole i capelli corvini con le dita.
«Ti amo»
«Ti amo anche io, Tom»

Caroline e Grant si amano. Ma si amano da molto, da prima che lui diventasse l'odiato Sebastian di Glee, da prima che venisse fermato ogni tre per due per strada per una foto o un autografo.
E' una fanfiction semplice, nata così, dalla pazzia di un sogno fatto una notte, e che poi mi sono convinta a continuare.
Spero vi piaccia, un bacio, ciri
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Gustin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CHAPTER 1.
The Beginning

«Ho qualcosa da chiederti..» proferì quelle parole quasi sussurrandole, come se improvvisamente il fiato gli fosse venuto a mancare. La gola era stretta in una morsa tale, che nemmeno un ago sarebbe riuscito a passare! L’aria gli sembrava essersi fatta pesante, quasi irrespirabile. Pensava di stare avendo un attacco d’asma tanto faceva fatica a respirare. Non fosse però che non soffriva affatto d’asma. Aveva persino iniziato a sudare a freddo! Il cuore. Oh, il cuore sarebbe meglio non parlarne neanche! Stava battendo così forte che pensava gli avrebbe fracassato la gabbia toracica da un momento all’altro. “Cazzo bello, riprenditi” pensò “non sei così nervoso nemmeno prima di andare in scena!” . Ma andare in scena non era la stessa cosa. Era molto più semplice recitare una parte! In fondo, lì se avesse sbagliato avrebbe sempre potuto ripeterla ancora, e ancora, e ancora.. In quel momento, invece, aveva solamente una possibilità e se l’avesse bruciata, non ci sarebbe stata una seconda chance. Una sorta di buona la prima insomma!
«Tesoro, tutto apposto?»Caroline si rigirò nelle sue braccia, preoccupata dal tono della sua voce «sei pallido» portò una mano a sfiorargli una guancia e la trovò sudaticcia «Ti senti male?» portò la stessa mano alla fronte e si poggiò l’altra sulla sua per confrontare le loro temperature, ma non trovò nulla di strano. Lui le scansò la mano velocemente, irritato da quell’intrusione che lo aveva fatto distrarre dal vortice di pensieri che aveva in testa. Biascicò un “No” scocciato e tornò nuovamente ai suoi pensieri. La sua mente stava viaggiando alla velocità della luce, in una direzione completamente opposta a quella in cui si trovava fisicamente. Mille domande e altrettante risposte rimbalzavano da una parte all’altra del suo cervello, facendolo spazientire sempre più. Sbuffò e si alzò a sedere di scatto, facendole perdere l’equilibrio per qualche secondo.
Lo osservava mentre teneva i gomiti appoggiati sulle gambe distese e con le dita si torturava ogni singola ciocca dei suoi capelli castani. Sulla faccia aveva dipinta l’espressione più corrucciata che gli avesse mai visto. Tentò di toccarlo nuovamente, appoggiandogli una mano sulla gamba.
«Sei sicuro di star bene? Non mi sembri così-»
«Ti ho appena detto che sto bene!» si voltò verso di lei, smettendola di torturarsi le labbra per qualche secondo, per poi ricominciare nuovamente l’istante successivo.
«Bene.» si tolse le coperte di dosso ed iniziò a girovagare nuda per la stanza , raccogliendo nel cammino tutti i suoi abiti, volati ovunque la sera precedente. Le venne da sorridere quando trovò un calzino incastrato nella lampada del comò, ma si trattenne.
«Aspetta.. Aspetta un secondo, cosa stai facendo?» Grant sembrava essersi ricollegato con il pianeta Terra solamente in quel momento. Si meravigliò nel vedere Caroline, fino a qualche secondo prima distesa nuda tra le sue braccia, ora vestita per metà e in procinto di andarsene.
«Mi sto vestendo. Sei diventato cieco? L’ultima volta che ho controllato non mi sembrava lo fossi» si voltò dandogli le spalle per cercare la sua gonna, ma quella se ne era andata mentre erano in salotto..
«S-si, l’ho capito..» le rispose, inizialmente sorpreso dal tono freddo della sua voce «Ma perché ti stai rivestendo?»
«Sei idiota o cosa?» quando vide che non le rispondeva, la sua rabbia salì a livelli mai raggiunti prima «Che stupida che sono a chiederlo..Ovviamente sei un  idiota!» si voltò nuovamente, sbattendo la porta dietro di sè mentre si dirigeva verso il salotto. Grant era sconcertato, o meglio..sorpreso. Non riusciva a capire cosa fosse successo che la avesse fatta arrabbiare così. Ripensò alle sue domande, al chiedergli se stesse bene e si disse che forse, era rimasto con la testa su un altro pianeta un po’ troppo a lungo.
«Dove stai andando?»le urlò dietro affinché lo sentisse. Si alzò dal letto per seguirla, ma non fece in tempo nemmeno a muovere un passo che la ritrovò nuovamente nella stanza, infuriata come non mai, che le puntava contro una gonna nera.
«Seriamente non ti sei accorto di come mi hai risposto? E sta attento, che anche se rispondi di no, la cosa non migliorerà!»
«Ma non posso nemmeno dire di sì, perchè ti incazzeresti comunque!»
«Esatto!»
«E allora cosa ti dovrei dire?»
«Niente! Assolutamente niente!» un gemito di frustrazione le uscì dalle labbra e non riuscì a reprimerlo. Si abbassò per cercare le scarpe ma sembravano non essere in nessun posto a vista d’occhio.
«Stavi cercando queste?» Grant la guardò, mentre un sorriso soddisfatto si allargava sul suo volto. Caroline provò ad allungare una mano per afferrarle, ma lui le allontanò dalla sua portata.
«Siediti.»
«Col cavolo che mi siedo!»
«Non ti ridarò le scarpe finchè non ti metti a sedere, quindi..» le fece segno con la mano verso il divano, dove lui si stava mettendo a sedere.
«Bene. Tieniti quelle dannate scarpe, io me ne vado.»
«Non puoi uscire a piedi scalzi»
«E tu non puoi essere scontroso con me senza una valida motivazione, ma l’hai fatto lo stesso!»
« Caroline, mi-» provò a dire, ma fu subito interrotto.
«No, sta zitto! Ora tocca a me parlare! Ho fatto molti sacrifici per essere qui con te oggi, lo sai questo. Potevo andare a Seattle, a trovare la mia famiglia, dato che sono passati nove mesi dall’ultima volta che li ho visti ma, no.. Sono venuta qui, per vedere te, perché mi mancavi e cosa fai tu? Ti comporti come uno stronzo senza motivo? Non ho fatto niente, e sottolineo niente, per meritarmi questo genere di trattamento.» lui continuò a guardarla senza sapere cosa risponderle. Una piccolo vocina da dentro gli stava dicendo “Ehi amico, hai presente il fatto di avere un’unica occasione e di non sprecarla?Bene, hai fottuto tutto. Alla grande.”
«Ti prego..siediti un attimo, ti posso spiegare» sembrava ancora non avere nessuna intenzione di sedersi a fianco a lui, ma si fece convincere quando la prese per mano e la condusse sulle sue gambe. «Mi dispiace. Sul serio, mi dispiace. Mi dispiace tanto. Credo che potrei continuare a ripeterlo per un’infinità di volte, ma questo non cambierebbe le cose, vero? » Caroline scosse il capo con convinzione e lui continuò «Non credevo seriamente in quello che ho detto, e mi dispiace per il tono che ho usato. Non era quello che avevo in mente di fare. Stavo solo..pensando.. a qualcosa.. - “Ehi amico, dovresti proprio risolverlo questo problema con il groppo alla gola, o rischi di soffocare prima o poi! Fattelo dire dalla tua coscienza, che ne ha di esperienza!”  - che mi rende molto nervosa. Molto. Ed è qualcosa che ha a che fare anche con te». Lei si voltò e finalmente lo guardò negli occhi, sentendo un po’ della rabbia che aveva dentro scivolare via.
«Mi stavo chiedendo se..magari..se tu.. So che può sembrare una follia, e lo capirò perfettamente se dirai di no, forse direi di no anche io e perciò-.. »
«Grant, vuoi chiedermi di sposarti?»
«NO!- disse ancora più agitato di prima – Santo cielo no! Non che io non voglia farla un giorno, ma non era ciò a cui stavo pensando.. Dovrei chiederti comunque di sposarmi, anche se non era ciò a cui stavo pensando? Perché ora sembra che io non voglia sposarti un giorno e non voglio che tu capisca questo percè non è così e-»  Caroline posò delicatamente un dito sulle sue labbra per farlo zittire.
«Amore, calmati. Respira.» lui annuì e fece un respiro profondo, lasciando poi andare l’aria lentamente «Guardami ora. Non voglio che tu mi chieda di sposarmi, o meglio..non voglio che tu me lo chieda ora, magari in futuro, tra dieci, venti o cento anni, potrai farlo. Ma non ora. Un giorno, se saremo ancora insieme, lo farai. Se te la sentirai. Ora, vai al punto della questione e non pensarci su troppo, altrimenti il tuo cervello esploderà. Vedo già uscire un po’ di fumo dalle orecchie» gli sorrise scompigliandogli i capelli  con la mano e lui sorrise a sua volta, un po’ più rilassato.
« Beh, ci ho pensato su giorno e notte durante le ultime settimane e sono arrivato a questa conclusione, perchè non sono riuscito a trovarne un’altra che andasse tanto bene come questa. Sai quanto è stato difficile in questi ultimi tempi, riuscire a vederci e sai bene che io non posso muovermi da Los Angeles, se non per un paio di giorni. Quindi.. -prese un grande respiro, così grande che pensò la troppa ossigenazione lo avrebbe fatto svenire – Ti andrebbe di trasferirti qui, a Los Angeles?»
«SI!» si portò le mani alla bocca sconcertata. Non si era aspettata che la risposta le sarebbe uscita tanto impulsivamente.
«Sul serio? Non pensavo sarebbe stato tanto semplice convincerti!» Grant stava cercando di non sorridere troppo, ma ormai la felicità per la sua risposta si poteva leggere nei suoi occhi.
«Aspetta un momento.. Era la mia metà impulsive a parlare, ora la mia parte razionale è tornata  a comandare»
«Odio la tua parte razionale» le rispose sbuffando leggermente, facendola sorridere
«Grant, sai bene che trasferirmi qui è una delle cose che vorrei di più, ma non posso»
«Non puoi o non vuoi?» le rispose distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
«Non posso, lo sai.»portò le dita sotto il suo mento, costringendolo a voltarsi affinchè la guardasse nuovamente negli occhi.
«Si, lo so. Ma ci ho pensato su e l’unico problema che avresti sarebbe l’Università»
«Non è solo l’università, ci sono anche alter cose, come il lavoro, dove andrò a stare e come faro a trovare soldi per mantenermi qui»
«Ooh, ma che cazzo stai dicendo?Queste sono solamente scuse -le rispose con un sorriso- sai che non devi preoccuparti per queste cose!Primo, se ti trasferisci qui, ovviamente, verrai a vivere con me! Hai veramente pensato che ti avrei lasciato vivere con altre persone? Magari pure ragazzi, universitari per giunta, con gli ormoni ancora in circolo dalla pubertà e le loro voglie da sfogare?Neanche per sogno..Devi essere diventata matta se lo hai veramente pensato. Secondo, puoi lasciare il tuo lavoro anche ora, perché, con i soldi che ho da parte, e con quello che guadagno con Glee, guadagnò abbastanza denaro da poter mantenere entrambi! E poi l’Università..So che adori Berkeley e che hai fatto sacrifice inimmaginabili per riuscire ad entrare, ma puoi segnarti all’UCLA, è a soli dieci minuti di macchina da qui!»
«Grant è tutto bellissimo e apprezzo il fatto che tu ten e sia preoccupato così tanto ma.. »
«Ma cosa? È un piano perfetto!»
«Calmati Mr. Modestia. Prima di tutto, se mi trasferisco qua, non accetterò I tuoi soldi.»
«Ma-»
«No, non mi metterò a discutere sull’argomento. Non accetterò I tuoi soldi, non sei mio padre che deve darmi la paghetta settimanale. Questo è tutto. Proseguendo, per essere trasferita dovrò fare molti esami perchè l’UCLA è una delle università migliori della Costa Ovest»
«E tu li passerai tutti, perchè sei un fottuto geniaccio!»
«Per favore, non farmi sognare cose che non accadranno mai..»
«Perchè? Perchè sei così pessimistica? Dagli un’opportunità prima di arrenderti! »
«Perchè se questa cosa non va a buon fine, non va nel verso che stiamo pianificando, e mi lascio andare ai sogni.. ne uscirò completamente devastata..» si fermò quando sentì un nodo alla gola formarsi e la sua voce che era sul punto di rompersi. Ma lui se ne era accorto. Lui si accorgeva sempre di tutto. La strinse a sé in un abbraccio, e le posò dolcemente un bacio sul collo.
«Fammi una promessa»le sussurrò all’orecchio «Provaci. Provaci più che puoi. Provaci con tutta la tua forza, ma provaci. E se non ce la farai non importa, troveremo un altro modo per stare insieme. Ma per favore, provaci. »
«Te lo prometto.» sussurrò con un filo di voce. Alzò il volto verso il suo e lo baciò. Dolcemente. Lentamente. E poi con passione, giocando con quelle labbra che tanto adorava e che tanto gli erano mancate in quel periodo. Una lacrima solitaria le rigò la guancia «Spero di non deluderti»
«Non lo farai» l’abbracciò nuovamente, accarezzandole i capelli corvini con le dita.
«Ti amo»
«Ti amo anche io, Tom»




Alloraaa eccomi qua :) mi presento, mi chiamo Lucia ho 18 anni, ed ho deciso di fare la matta, convinta da ladysnow ( o almeno mi sembra che è così il tuo nick qua XD non ci capisco più niente XD) Si può dire che è la prima volta che pubblico una storia, o meglio, una volta ne avevo iniziata una, ma non qui, su un forum, lasciata poi incompleta perchè avevo perso l'ispirazione! Tornando a noii.. Mi piace scrivere, ma mi piace scrivere cose a cavolo XD per esempio l'idea per questa storia mi è venuta con un sogno, come molte altre delle storie che ho scritto e che mai avrò il coraggio di pubblicare, perchè mi rendo conto da sola che sono delle cavolate XD Ma mi piace scrivere così, a buffo, senza un motivo preciso, giusto per il gusto di scrivere e di far sorrider edelle persone, anche se solamente immaginarie, nella mia mente. Beh, ora chiudo, che mi sto vergognando troppo XD un bacio, spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo :)

   
 
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