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Autore: L Haru    15/05/2012    1 recensioni
Si costrinse ad alzarsi con un enorme sforzo, perchè dietro di se l'altro lo teneva dalla vita, e lo sguardo cadde sul filo rosso poggiato sul comodino.
[Sice of Life] [Breve SpUK, ambientata a Natale, il solito burbero inglese si fa riconoscere anche durante le feste ;D]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silent Night

 

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo

Si, si lo so che siamo a Maggio. Si, anche io muoio di caldo.
E allora perchè una fic ambientata a Dicembre? Perchèmiandava.
Non ho molto altro da aggiungere, leggete, e recensite se vi va :D
Con affetto,

Lancelot.

 

 

Slice of Life

 

Che ore erano? La sveglia, la sveglia aveva suonato? Non voleva svegliare Antonio.. aveva deciso di cucinare, di provare a preparare un buon pranzo... era Natale, del resto.

Si costrinse ad alzarsi con un enorme sforzo, perchè dietro di se l'altro lo teneva dalla vita, e lo sguardo cadde sul filo rosso poggiato sul comodino.

"Ma che diavolo è, sta roba!?" Aveva esclamato, mentre Antonio, tutto concentrato, tentava di allacciargli al mignolo un filo rosso con un fiocco, che, borbottava l'altro, doveva essere "carino carino!".

Aveva provato a liberarsi dalle feste di quella sottospecie di cane che aveva portato in casa sua, infilandosi in bagno, ma non ci era decisamente riuscito.

"Antoniio, maledizione, mettimi giù, non sono una sposina!" E aveva ringhiato, e urlato, e si era dimenato, voleva sfuggire alla solita dose di domande sul suo lavoro che il moro gli rifilava appena entrato in casa.
Insomma. Cervello. Lavoro. Cervello.
Black Out.

Alla fine, non ci era riuscito, a sfuggirgli, e, tantando di mantenere un'apparenza di calma, gli aveva chiesto che diavolo fosse quel nastro rosso che gli aveva legato attorno al mignolo, e cui l'altro capo era legato al mignolo del compagno.
Compagno, già.
... da quanto, ormai? Quello era... il primo Natale che passavano insieme, cioè, insieme, da soli, come una vera coppia, e non circondati dalle altre nazioni, e da Francis.
Da Francis, sopratutto.

E mentre lui ricordava di quando lo spagnolo gli aveva chiesto di essere il suo ragazzo, in un modo talmente tenero che accompagnare l'immagine di quegli occhi supplici a quelli di un cagnolino affettuoso era praticamente necessario, Antonio aveva iniziato a spiegarli il perchè, di quel filo rosso.

"..me lo ha detto Giappone! Da lui gli innnamorati si mettono questo filo rosso al dito, perchè porta buona fortuna e felicità!"
Pochi istanti dopo Arthur se l'era slegato, decisamente seccato da quell'idea così stupida.

"è una cosa infantile, Antonio"
Si, era stato burbero, come quasi sempre, ma stavolta si era sentito davvero in colpa, a vedere quella stupida espressione da cane bastonato in faccia al moro.

Non avevano parlato per il resto della serata, più o meno: lo spagnolo doveva essersi davvero offeso... e questo non aiutò l'inglese ad alleviare i suoi sensi di colpa.
Però, nonostante tutto, quando si furono messi a letto, Tonio lo abracciò.
Forse in cuor suo l'altro sapeva, quanto per Arthur fosse piacevole, sentire quelle braccia.


 

E ora quel filo rosso era li, un po' strapazzato nei punti in cui era stato attorcigliato e infiocchettato intorno alle dita dei due, terribilmente evidente come un paio di stivali giallo fluorescente a pois viola.

Lo prese, intenzionato a buttarlo.
Scese le scale, tentando di fare poco rumore nonostante i vari scricchiolii: non che Antonio si svegliasse per così poco, a differenza sua!
E quando scese le scale, passò per il salotto, davanti all'albero, e tirò dritto verso la porta sul retro della villetta a schiera che condivideva con il moro.
Aprì la pattumiera.
La richiuse.
Per qualche attimo osservò la neve scendere pigra, bianca, pulita: aveva imbiancato tutto il giardino.

Sicuramente lo spagnolo avrebbe fatto i salti di gioia e si sarebbe messo a giocare a palle di neve con i figli dei vicini! Come se la neve fosse rara, li a Londra!
Smise di giocherellare con le dita con il nastro, e tornò in salotto.
Il loro albero era bello, escludendo una pallina con la bandiera inglese e quella spagnola con un cuore al centro.
Idea di Antonio, ovviamente.
Era bello, si, ma... c'era un problema.
Non aveva il puntale: il loro gatto, Lawrence, l'aveva rotto.
Guardò la punta dell'albero, con una smorfia infastidita, e poi guardò il nastro che aveva fra le mani.
... Perchè no?

Antonio si era svegliato, nel frattempo, silenzioso come buona parte delle mattinate (badate bene, silenzioso perchè in coma, mica per altro!), ed era sceso per le scale, fermandosi a metà, e studiando l'inglese voltato di spalle, i suoi capelli disordinati e le sue gambe nude e talmente chiare che si vedevano da sotto la sua camicia, che l'inglese era solito indossare come pigiama.
Niente, lo amava davero.

Non c'erano altre spiegazioni, per quello che provava nel guardarlo.
Arthur si alzò sulle punte, facendo attenzione a non cadere, e fece un bel fiocco sulla cima dell'albero, con il filo.

Lo spagnolo sorrise, compiaciuto come un bambino che riceva il suo regalo, e arrivò fino alle spalle di Arthur, facendolo girare per rubargli il bacio del buongiorno.
Lo strinse a se dai fianchi, guardando con aria critica il fiocco, ignorando le vane proteste del suo adorabile piccolo burbero bruco inglese.
"Si, ci sta decisamente bene"
E gli sorrise, trasciandolo nella loro camera al piano di sopra.
Entrambi adoravano fare l'amore di mattina.

 

 

 

 

Buon Natale.

 

   
 
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