Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Mimi18    16/05/2012    8 recensioni
#1. Maka/Black*Star, «Io non sono una nullità, io sono Maka e ho i voti più alti dei tuoi!».
#2. Maka/Death the Kid, «Maka-chan, anche oggi la tua simmetria è meravigliosa».
#3. Maka/Soul, «Prometti che non ti scioglierai mai i capelli davanti agli altri».
Enjoy it. ;)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing, Het | Personaggi: Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PONYTAILS

Raccolta dedicata ad aki_penn.

Soul/Maka interamente per quella scansafatiche della Hilly. (L)

 

 

 

Once upon a time…

Black*Star era una bambino alto per la sua età, ed era anche carino, ma tutte le bambine avevano paura di lui perché amava fare la lotta. Una volta Ox era dovuto correre dalla maestra piangendo, perché Black*Star gli tirava i capelli. Non gli piacevano le cose che pendevano ai lati della testa, né i frignoni. Se la prendeva sempre con quelli come loro.

Non tutti volevano essere suoi amici, proveniva da un vecchio villaggio di assassini, e tanti genitori lo guardavano male quando arrivavano all’asilo a prendere i figli. Tuttavia, a Black*Star non importava nulla, si arrampicava su qualcosa di pericolosamente alto e finiva a fare baccano, attirando così l’attenzione di tutti.

C’era però una bambina che non lo guardava mai, quando si comportava da stupido. Lo ammirava con occhi brillanti mentre combatteva, sì, ma quando si arrampicava per far rumore si voltava dall’altra parte e giocava con la carta o leggeva, rendendosi noiosa e scontrosa di fronte a tutti.

A Black*Star non piaceva, era solo una secchiona che sicuramente sarebbe corsa verso la sottana della maestra a piangere.

Un giorno decise di andare a disturbare quella bambina e le afferrò un codino tra le manine paffute, tirandolo con forza.

«Ehi, tu, questi codini non mi piacciono», le disse a mo di saluto, mentre la bambina gli mollava un calcio nello stinco. Black*Star si piegò su se stesso, mugugnando di dolore, mentre la compagna di classe si metteva a braccia conserte. Aveva un’aria da saputella acida, con tante lentiggini e gli occhi di un verde brillante.

Era così carina che Black*Star pensò di non darlo a vedere, mormorando un «Come sei brutta» sottovoce.

«Mi hai fatto male!» Strillò la bambina, piegandosi un po’ verso di lui. Gonfiò le guance rosa e arricciò le labbra in un broncio, facendo così roteare gli occhi a Black*Star.

«Lo so, anche tu, e io sono importante mentre tu una nullità, quindi chiedimi scusa, così poi diventerai mia seguace!»

Se possibile, le guance di lei si gonfiarono maggiormente e batté sulla testa del bambino il libro delle tabelline, e lui cacciò un urlo disumano, attirando l‘attenzione di tutti ancora una volta.

«Io non sono una nullità, io sono Maka e ho i voti più alti dei tuoi!»

Black*Star osservò i codini agitarsi terribilmente e pensò di avere la nausea: non gli piacevano proprio quelle strisce ballonzolanti sulla testa, pensò, e provò nuovamente ad afferrarne uno. Maka, lesta, gli schiaffeggiò una mano.

«Cosa vuoi da me?»

Ora era Black*Star ad avere il broncio. «La tua attenzione, ma sei antipatica, quindi ne faccio a meno. E tagliati quei cosi, sono brutti».

Per la terza volta, Black*Star fu picchiato e Maka si riconcentrò sui suoi origami.

Da quel giorno, lui andava sempre a tirarle i codini e Maka lo sgridava, ma non piangeva mai. Questo a Black*Star piaceva, nonostante i suoi capelli.

 

 

 

Perfect

Death the Kid pensava una sola cosa di tutti loro, ossia che fossero degli squinternati privi di buonsenso e simmetria. Gente da evitare, insomma, per questo ci si ritrovava a pranzare ogni giorno nella pausa delle lezioni.

Nessuno di loro aveva rispetto per la simmetria, a partire da Soul Eater ed i suoi capelli sparati in ogni direzione a Black*Star, che distruggeva a destra e manca i mobili perfettamente simmetrici del suo nobile padre.

Però c’era una persona tra loro che riusciva a sollevargli il morale; arrivava sempre con un numero perfetto (otto) di quaderni tra le braccia, dai colori caldi che si amalgamavano armoniosamente tra loro.

Quando il suo viso da bambina spuntava dalla pila di libri e quaderni, mostrava i due codini perfettamente simmetrici che le cadevano morbidamente sulle spalle. Era un piacere, per lui, la vista di Maka Albarn in mezzo a quel caos.

Si scostava per lasciarle il posto, e poteva ammirare quanto anche le sue gambe fossero della stessa lunghezza e come la gonna non pendesse da una parte più che dall’altra.

«Maka-chan, anche oggi la tua simmetria è meravigliosa», la salutava pomposamente, mentre Soul ghignava e lo scimmiottava, forse un po’ geloso, e la ragazzina arrossiva.

 

 

 

Without ponytails you’re sexy

Soul aveva sempre avuto un desiderio assurdo: sciogliere i codini che pendevano ai lati del capo di Maka, ammirare la morbidezza delle onde che i suoi capelli probabilmente avrebbero avuto e vedere quanto coprissero del suo corpo nudo.

Mentre era a pochi centimetri da lei, il libro gettato malamente a terra e una mano audacemente infilata sotto la sua minigonna, Soul deglutì sfiorando il codino destro. Era ad un fiato dalla sua bocca rossa, turgida di baci, e Maka era affannata. Lo guardava con gli occhi socchiusi in attesa, e Soul era consapevole quanto poco cool fosse farla aspettare - soprattutto, dopo che l’aveva convinta a lasciar perdere i compiti.

Allungando le dita sotto la gonna, con la mano libera sciolse il primo codino ed i capelli di Maka ricaddero come un’onda dorata sulle sue spalle. Erano più lunghi di quella volta che li aveva visti bagnati, appena finito di fare un bagno, e forse anche più morbidi.

Annusò il profumo delle sue ciocche, prima di sciogliere anche il sinistro. Maka sorrise, e Soul la toccò tra le gambe.

«Perché i capelli? Di solito sei un por…»

Soul la baciò, passandole la lingua sulle gengive e i denti, portandola maggiormente contro di sé e accarezzandole mutande e capelli. Il rigonfiamento nei suoi pantaloni era aumentato da quando Maka non aveva più i codini, e fu costretto ad allontanarla per un secondo, evitando così una mera figuraccia.

«Prometti che non ti scioglierai mai i capelli davanti agli altri», le disse ed ebbe vergogna di se stesso, sentendosi geloso e poco cool con quella richiesta con cui si stava scoprendo.

Maka inarcò un sopracciglio, guardandolo curiosa. «Perché?»

Lui la spinse sul letto, mentre la porta di casa sbatteva e Blair li chiamava a gran voce. Entrambi ignorarono la gatta, che passando probabilmente di fronte alla stanza di Maka chiusa, ridacchiò maliziosa.

«Fallo e basta», e le chiuse la bocca. Ma Maka non se ne dimenticò, dopo, quando lui le accarezzò i capelli tra le lenzuola sfatte.

 

 

 

N/a: sempre detto che sono per il Maka/Tutti, quindi oggi va così. (L)

Ho due long-fic in mente, e questa non è altro che una mini-raccolta per farvi capire che no, io Soul Eater non lo mollo nemmeno sotto tortura. Mi sono divertita moltissimo a scriverla (soprattutto la Black*Star/Maka) e spero che la presenza di coppie crack non blocchi la lettura o la digestione. Grazie a chiunque leggerà e commenterà. *heart*

   
 
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