PONYTAILS
Raccolta dedicata ad aki_penn.
Soul/Maka interamente per quella scansafatiche della
Hilly. (L)
Once upon a time…
Black*Star era una bambino alto per la sua età, ed era
anche carino, ma tutte le bambine avevano paura di lui perché amava fare la
lotta. Una volta Ox era dovuto correre dalla maestra piangendo, perché
Black*Star gli tirava i capelli. Non gli piacevano le cose che pendevano ai
lati della testa, né i frignoni. Se la prendeva sempre con quelli come loro.
Non tutti volevano essere suoi amici, proveniva da un
vecchio villaggio di assassini, e tanti genitori lo guardavano male quando
arrivavano all’asilo a prendere i figli. Tuttavia, a Black*Star non importava
nulla, si arrampicava su qualcosa di pericolosamente alto e finiva a fare
baccano, attirando così l’attenzione di tutti.
C’era però una bambina che non lo guardava mai, quando
si comportava da stupido. Lo ammirava con occhi brillanti mentre combatteva, sì,
ma quando si arrampicava per far rumore si voltava dall’altra parte e giocava
con la carta o leggeva, rendendosi noiosa e scontrosa di fronte a tutti.
A Black*Star non piaceva, era solo una secchiona che sicuramente
sarebbe corsa verso la sottana della maestra a piangere.
Un giorno decise di andare a disturbare quella bambina
e le afferrò un codino tra le manine paffute, tirandolo con forza.
«Ehi, tu, questi codini non mi piacciono», le disse a mo di saluto, mentre la bambina gli
mollava un calcio nello stinco. Black*Star si piegò su se stesso, mugugnando di
dolore, mentre la compagna di classe si metteva a braccia conserte. Aveva un’aria
da saputella acida, con tante lentiggini e gli occhi di un verde brillante.
Era così carina che Black*Star pensò di non darlo a
vedere, mormorando un «Come sei brutta» sottovoce.
«Mi hai fatto male!» Strillò la bambina, piegandosi un po’ verso di lui.
Gonfiò le guance rosa e arricciò le labbra in un broncio, facendo così roteare
gli occhi a Black*Star.
«Lo so, anche tu, e io sono importante mentre tu una
nullità, quindi chiedimi scusa, così poi diventerai mia seguace!»
Se possibile, le guance di lei si gonfiarono
maggiormente e batté sulla testa del bambino il libro delle tabelline, e lui
cacciò un urlo disumano, attirando l‘attenzione di tutti ancora una volta.
«Io non sono una nullità, io sono Maka e ho i
voti più alti dei tuoi!»
Black*Star osservò i codini agitarsi terribilmente e
pensò di avere la nausea: non gli piacevano proprio quelle strisce
ballonzolanti sulla testa, pensò, e provò nuovamente ad afferrarne uno. Maka,
lesta, gli schiaffeggiò una mano.
«Cosa vuoi da me?»
Ora era Black*Star ad avere il broncio. «La
tua attenzione, ma sei antipatica, quindi ne faccio a meno. E tagliati quei
cosi, sono brutti».
Per la terza volta, Black*Star fu picchiato e Maka si
riconcentrò sui suoi origami.
Da quel giorno, lui andava sempre a tirarle i codini e
Maka lo sgridava, ma non piangeva mai. Questo a Black*Star piaceva, nonostante
i suoi capelli.
Perfect
Death the Kid pensava una sola cosa di tutti loro,
ossia che fossero degli squinternati privi di buonsenso e simmetria. Gente da
evitare, insomma, per questo ci si ritrovava a pranzare ogni giorno nella pausa
delle lezioni.
Nessuno di loro aveva rispetto per la simmetria, a partire
da Soul Eater ed i suoi capelli sparati in ogni direzione a Black*Star, che
distruggeva a destra e manca i mobili perfettamente simmetrici del suo nobile
padre.
Però c’era una persona tra loro che riusciva a
sollevargli il morale; arrivava sempre con un numero perfetto (otto) di
quaderni tra le braccia, dai colori caldi che si amalgamavano armoniosamente
tra loro.
Quando il suo viso da bambina spuntava dalla pila di
libri e quaderni, mostrava i due codini perfettamente simmetrici che le
cadevano morbidamente sulle spalle. Era un piacere, per lui, la vista di Maka
Albarn in mezzo a quel caos.
Si scostava per lasciarle il posto, e poteva ammirare
quanto anche le sue gambe fossero della stessa lunghezza e come la gonna non
pendesse da una parte più che dall’altra.
«Maka-chan, anche oggi la tua simmetria è meravigliosa», la salutava pomposamente, mentre Soul ghignava e lo
scimmiottava, forse un po’ geloso, e la ragazzina arrossiva.
Without ponytails you’re sexy
Soul aveva sempre avuto un desiderio assurdo:
sciogliere i codini che pendevano ai lati del capo di Maka, ammirare la
morbidezza delle onde che i suoi capelli probabilmente avrebbero avuto e vedere
quanto coprissero del suo corpo nudo.
Mentre era a pochi centimetri da lei, il libro gettato
malamente a terra e una mano audacemente infilata sotto la sua minigonna, Soul
deglutì sfiorando il codino destro. Era ad un fiato dalla sua bocca rossa,
turgida di baci, e Maka era affannata. Lo guardava con gli occhi socchiusi in
attesa, e Soul era consapevole quanto poco cool fosse farla aspettare -
soprattutto, dopo che l’aveva convinta a lasciar perdere i compiti.
Allungando le dita sotto la gonna, con la mano libera
sciolse il primo codino ed i capelli di Maka ricaddero come un’onda dorata
sulle sue spalle. Erano più lunghi di quella volta che li aveva visti bagnati,
appena finito di fare un bagno, e forse anche più morbidi.
Annusò il profumo delle sue ciocche, prima di
sciogliere anche il sinistro. Maka sorrise, e Soul la toccò tra le gambe.
«Perché i capelli? Di solito sei un por…»
Soul la baciò, passandole la lingua sulle gengive e i
denti, portandola maggiormente contro di sé e accarezzandole mutande e capelli.
Il rigonfiamento nei suoi pantaloni era aumentato da quando Maka non aveva più
i codini, e fu costretto ad allontanarla per un secondo, evitando così una mera
figuraccia.
«Prometti che non ti scioglierai mai i capelli davanti agli altri», le disse ed ebbe vergogna di se stesso, sentendosi
geloso e poco cool con quella richiesta con cui si stava scoprendo.
Maka inarcò un sopracciglio, guardandolo curiosa. «Perché?»
Lui la spinse sul letto, mentre la porta di casa
sbatteva e Blair li chiamava a gran voce. Entrambi ignorarono la gatta, che
passando probabilmente di fronte alla stanza di Maka chiusa, ridacchiò maliziosa.
«Fallo e basta», e le chiuse la bocca.
Ma Maka non se ne dimenticò, dopo, quando lui le accarezzò i capelli tra le
lenzuola sfatte.
N/a:
sempre detto che sono per il Maka/Tutti, quindi oggi va così. (L)
Ho due long-fic in mente, e questa non è altro che una
mini-raccolta per farvi capire che no, io Soul Eater non lo mollo nemmeno sotto
tortura. Mi sono divertita moltissimo a scriverla (soprattutto la
Black*Star/Maka) e spero che la presenza di coppie crack non blocchi la lettura
o la digestione. Grazie a chiunque leggerà e commenterà. *heart*