Burned
life.
Alois sapeva che la sua morte sarebbe arrivata.
Ogni volta che il sangue gli riempiva la bocca, lo ricordava. Ogni volta che si rannicchiava intirizzito nell'angolo angusto della cantina dov'era stato relegato. Ogni volta che gli occhi vuoti e spenti di suo fratello gli impedivano di prendere sonno.
Alois lo sapeva, ma gli piaceva pensare che Claude l'avrebbe sempre protetto. Anche da lei, dalla morte, da colei che tutto prende e nulla rende.
Però gli incubi non diventano sogni, la cenere della sua vita bruciata era ancora sotto il tappeto, lì dove l'aveva nascosta. Quella non era una favola ma realtà, cruda come l'acciaio.
Ciò che non sapeva, invece, era che Claude non l'avrebbe mai salvato.
Claude era ciò che l'aveva sempre sostenuto, ed ora franava.
Claude gli aveva offerto una recita falsa ma abbastanza convincente da ingannare ogni spettatore. Tranne lui, l'attore protagonista. Il burattino inerme, bisognoso di fili.
La morte aveva sempre accompagnato Alois, un'ombra instancabile ansiosa d'immergerlo, un'ombra così abile da confondersi con la luce.
Claude era la morte.
Lo
ringraziò, mentre i suoi occhi azzurri si spegnevano per
sempre delle loro lacrime.
Mentre il
sipario calava sull'ultima scena.
Note dell'Autrice: La morte di Alois mi sta ossessionando, in questi giorni. E sì che credevo d'averla ormai assimilata, dato che sono mesi che ho finito di vedere l'ultimo episodio della seconda serie. Mah, andatemi a capire. -.- Benebene, cos'è questa? Niente, un semplice tentativo -magari pure fallito- di dare al suo addio una sfumatura più dolce. Una morte in pace, ecco. Secondo me non è morto in pace, forse questo fa sorgere nella mia mente bacata tanti complessi. A parte quella scenetta finale del "sì, adesso siamo tutti insieme!" ...sì, tutti insieme e tutti crepati. Bella roba.
Va beh. Lasciamo perdere che è meglio. Spero vi sia piaciuta, o almeno abbia un po' reso l'idea che voleva rendere.
Lucy