Don't clean the blood.

Fissò il verde opaco delle sue unghie, sbattendo le palpebre pesantemente.
Il profilo irregolare e scheggiato riluceva di riflessi granati, imperlato di gocce cremisi; lungo le magre dita ceree rivoli rossastri scivolavano con dolorosa lentezza, inzuppando il guanto scuro.
L'iride acuminata esaminava con perplessità quel liquido denso e pregno d'urla senza voce. Sangue, ecco cos'era, e ce n'era tanto nelle vene degli umani. Tantissimo.
Macchiava l'orlo della sua giacca di velluto e la punta degli stivali, schizzando. Arretrò leggermente disgustato.
Guardò a terra: gli occhi sbarrati della ragazza incidevano i suoi, spalancati in un'espressione terrorizzata e supplicante. Patetica, noiosa. Era morta subito.
Morta implorando una sopravvivenza che non le avrebbe mai concesso. Perchè tagliarle la gola, altrimenti?
Amaimon balzò su un ramo, apatico. Ciò che ha un prezzo non si sperde così facilmente. Il loro sangue non poteva avere un valore.
La vita umana era un gioco, troppo semplice da vincere per divertirlo sul serio. Un equilibrio fragile, instabile, precario.
Però le loro urla gli piacevano, riflettè. Voleva sentirle ancora.
Non lavò il sangue su quelle mani.


































Note dell'Autrice: Flash un po' macabra su Amaimon. ^-^ Ahh, ma quanto lo adoro?! E' un mito. Uno dei personaggi su cui ho dovuto ragionare di più. Ho dedotto infine che probabilmente nulla gli importa più di tanto: ciò che vuole è solo divertirsi. E' egoista e pensa solo a se stesso, in un modo tanto ingenuo e infantile da far sorridere. E poi tralascio tutte le mie considerazioni da pervertita maniaca, perchè... perchè è meglio così. *-*
Spero vi sia piaciuta, mi piacerebbe sapere che ne pensate!
Lucy