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Autore: _gurochan    16/05/2012    2 recensioni
L'attrazione per il proibito, l'impulsività domata, il puro e semplice bisogno di contatto, la patetica ipocrisia ed il ruolo che si è fuso con l'attore: come una brava burattinaia, inscenerò spettacolini per ognuno di questi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Bondage, Incest
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Come tredici anni prima, era ancora quella voce a risuonargli nelle orecchie chiamandolo affettuosamente.

Il tono però non era più quello di una bambina giocosa che lo chiamava per attirare la sua attenzione, che fosse per un bisogno urgente o per la semplice voglia della sua compagnia: no, ormai in ogni sillaba si sentivano i primi avvisi di una femminilità nascente, un fiore dai petali non completamente dischiusi che tuttavia emana già un dolcissimo profumo.

Profumo.. Quante volte aveva pronunciato quella parola, eppure la sfumatura d'affettuosità percepibile quando si riferiva a lei e a lei sola era veramente rara.

« Kaori-chan.. » sussurrò ancora una volta con quel tono squisitamente mieloso che aveva sempre usato con lei, da quando il suo cuore di adolescente si era sciolto vedendo il tenero viso della neonata per la prima volta. Le accarezzò il volto accompagnando il gesto alle parole, la guardò come se vedesse per la prima volta quella bellezza ormai più da donna che da ragazzina che aveva preso il posto della paffuta tenerezza tipica dei quattro anni che aveva quando, anni prima, sulla porta di casa le aveva detto di non piangere, di fare la brava perchè prima o poi sarebbe tornato.

Immerso per un momento nei ricordi, si riprese vedendo i suoi occhi farsi lucidi, espressione del misto di eccitazione, emozione e timore tipico di certe situazioni; aveva il respiro leggermente affannoso, ed il seno piccolo ma grazioso si alzava e abbassava appena più velocemente del normale. Era ancora in grado di donare quelle sensazioni a una donna? Aveva quasi rimosso dalla mente l'ultima volta che aveva visto quella dolce espressione di voglia sul viso della partner di turno, così lontana dalla volgare smania delle più.

Con lei era diverso, con lei non poteva essere prepotente e imporsi come suo solito. Con lei non voleva essere così.. Così rude.
Si era preso cura di lei con calma, lasciandole godere ogni leggera leccata e ogni carezza atta a prepararla sempre a qualcosa di più. Capì subito che non gli aveva mentito, quel corpo era senza macchia e senza peccato: doveva essere proprio lui a sporcarlo?
Nonostante la domanda, era in una posizione inequivocabile. La sovrastava con poca fatica, quel corpo così gracile e delicato era ancora più piccolo rispetto al proprio, e baciandole il collo si dedicava intanto ad accarezzare dolcemente la sua parte più intima, già leggermente umida. Ogni attenzione che le dedicava però non gli costava fatica, bastava che lo chiamasse ancora con quella sfumatura di eccitazione crescente nel tono della voce che si sentiva ricompensato di tutto.
E infatti, neanche a farlo apposta, eccola di nuovo a sospirare di nuovo quel nomignolo col volto tutto arrossato e gli occhi semichiusi: « O-oniichan.. » (1).

 

Perchè la sua cuginetta doveva essere così fottutamente eccitante? « Ma chi se ne frega », pensò alla fine, « non fa neanche Uke di cognome, in fondo non siamo neanche così imparentati.. E la aiuterò anche a lavare via il sangue dalle lenzuola, questo mi rende meno immorale no? ».

 

 

 

 

 

 

 

 

(1) Appellativo usato principalmente riferendosi direttamente ad un fratello maggiore, spesso viene usato dai bambini anche per chiamare un cugino o parente qualunque più grande.

   
 
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